Mr. Brightside

postato il 6 Ott 2011 in Senza categoria
da Bread

Ridiamo un po’ di vita a questa sezione!

Mr. Brightside – The Killers

I’m coming out of my cage
And I’ve been doing just fine
Gotta gotta gotta be down
Because I want it all
It started out with a kiss
How did it end up like this
It was only a kiss, it was only a kiss
Now I’m falling asleep
And she’s calling a cab
While he’s having a smoke
And she’s taking a drag
Now they’re going to bed
And my stomach is sick
And it’s all in my head
But she’s touching his—chest
Now, he takes off her dress
Now, let me go

I just can’t look its killing me
And taking control
Jealousy, turning saints into the sea
Swimming through sick lullabies
Choking on your alibis
But it’s just the price I pay
Destiny is calling me
Open up my eager eyes
‘Cause I’m Mr Brightside

I’m coming out of my cage
And I’ve been doing just fine
Gotta gotta gotta be down
Because I want it all
It started out with a kiss
How did it end up like this
It was only a kiss, it was only a kiss
Now I’m falling asleep
And she’s calling a cab
While he’s having a smoke
And she’s taking a drag
Now they’re going to bed
And my stomach is sick
And it’s all in my head
But she’s touching his—chest
Now, he takes off her dress
Now, let me go

I just can’t look its killing me
And taking control
Jealousy, turning saints into the sea
Swimming through sick lullabies
Choking on your alibi
But it’s just the price I pay
Destiny is calling me
Open up my eager eyes
‘Cause I’m Mr Brightside

I never…
I never…
I never…
..I NEVAAAA…

L’Ignobile Ignoto!

postato il 15 Apr 2011 in Main thread
da Deluded Wiseman

Attualmente per me l’ignoto ha un nome. E un cognome. E una forma fisica. E un numero di pagine. E anche una copertina. Avrete capito che parlo di un….libro, sì! Dieci punti a Grifondoro! Non giudicatemi come un azzeccato, abbiate pietade. E’ che ero seduto qua a confrontarmi con la mia innioranza sul da scriversi sull’innioto, quando ho visto con la coda dell’occhio fare bella mostra di sé, nella sua vocabolarietà, il mio libro di Diritto Privato, Albertone Trabucchi, anche detto “O’bambiniell”. Automaticamente mi è sovvenuta la drammatica cifra della mia esistenza, che forse qualcuno di voi poveri studenti riconoscerà come essere anche propria: con tutte le belle cose ignote che ci sono nel mondo, e di cui si potrebbe parlare, e di cui si potrebbe voler conoscere la natura, attualmente il mio maggior problema riguardo l’ignoranza e l’ignoto è costituito dal fatto che di quelle milleduecento pagine delle quali io dovrei conoscere il contenuto, ho provato a conoscerne solo un terzo, e forse manco un terzo di questo terzo(un nono del totale!) mi è effettivamente noto. Come forse avrete intuito, vivo la cosa con una certa drammaticità,  che magari per ora somatizzo ridendoci e guasconandoci su, ma presto potrei arrivare ad esser fonte d’ispirazione per il miglior Sofocle. Già ora sono preoccupanti le somiglianze che ravviso fra il mio libro di cotale materia e l’idea stessa di Ignoto. Ecco, se dovessi immaginare proprio l’idea di Ignoto, ma proprio Plato-style, capite, sarebbe una palla nera, di un nero becero, impenetrabile; in mezzo a tutte le simpatiche idee fluttuanti(ricordo che nel mio sistema filosofico le idee delle cose sono delle palle con l’immagine più scontata della cosa in questione dentro. Es:l’idea della sedia è una palla con una sedia dell’Ikea, color fòrmica, dentro), c’è questa sfera nera come la pece. Impenetrabile, sì, ma non troppo: nel senso che, fondamentalmente, l’uomo nella sua storia non fa altro che cercare di guardarci dentro, spronato dai più vari motivi(necessità biologica, curiosità, ruota di femmine), e ogni tanto effettivamente riesce a illuminarne un pezzo e butta qualche occhiata dentro. Però per quante occhiatone anche ragguardevoli vi siano state buttate, c’è sempre il nucleo dell’Ignoto, il gustoso cuore di tenebra che rimarrà sempre, appunto, Ignoto, per quanto l’uomo gli rosicchi intorno. Per esempio, dopo anni abbiamo finalmente scoperto che è stato Obi-Wan a sfregiare mortalmente Anakin Skywalker, ma non potremo mai sapere cosa ha spinto il maestro Jedi a prendere i voti e diventare Padre Pio! Per dirne una. Scusate. Ed ecco, allo stesso modo, guardandomi intorno vedo un sacco di cose che, suppergiù, posso dire di conoscere: i miei fumetti, le mie casse, il mio accordatore, la home di Youporn, quei demo che girano su Fb, sempre loro, da quindici anni, e poi lui: questo parallelepipedo blu che, invece, ignoro nel profondo. Posso provare a gettarci occhiate dentro, sì. Un po’ l’ho fatto. Ma esso è sostanzialmente impenetrabile: se provo ad aprirlo, così, in una pagina a caso, sarà un po’ come gettare lo sguardo nell’abisso di pece dell’Ignoto stesso! Esso mi respinge, mi spaventa, e allo stesso tempo mi attrae, mi cattura, come l’Ignoto ha fatto per millenni con l’uomo, perché è proprio lì che c’è la conoscenza che ci serve! La devo pur pigliare sta laurea, mannaggia bìmbùmbàm. E potrò anche conoscerne un po’, per carità. Ma un po’. Per esempio, sicuramente potrò imparare che il matrimonio si può intendere in due sensi, come atto giuridico(matrimonium in fieri) e come rapporto giuridico “matrimonium in facto”. Ma potrò mai sapere chi cazzo se ne frega? Ignoto, ragazzi, ignoto.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      Però alla fine lo so, lo dicevo anche prima, che è un peccato che con tutto quel ben di dio che c’è nella suddetta palla nera, la mia attenzione, almeno mentre scrivo questo coso, sia focalizzata sulla quarantesima quarta(sic) edizione di “Istituzioni di Diritto Civile”. E dire che ci sono sicuramente molte cose di gran lunga più attraenti, che pure siano ascrivibili all’insieme delle cose “ignote”. La verità sull’origine dell’universo, su Dio e la vita dopo la morte e tutto,  il codice della carta di credito del nostro Premier, le fattezze ignude di Robin di How i met blabla, l’ubicazione del Graal, il vero trucco di Superman per non farsi riconoscere(il ricciolo non basta, dai), la cura per il cancro, la vera identità del Milite Ignoto, e via dicendo, per fare qualche esempio.                                                                                                                                                                       Magari fra dieci minuti mi passa, ma ora è così. Me ne dispiace, eh, altro che no, potrei perdere delle occasioni importanti; pensate se fossi stato Adamo, anzi Eva. Sarebbe potuta andare in questa squallida maniera:                                                                                                                                                                                                                                         Serpente: “Yo, Eva. Se mangi il frutto proibito, conoscerai il Bene e il Male.”                                                                                                                                                                                             Io: “Ah.”                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       S.: “Conoscerai la verità sull’Universo che ti circonda, sulla vita, sulla morale, sul giusto e sullo sbagliato, sul Disegno di Dio, sul finale di Lost  e altre meraviglie sconosciute!”(ai tempi dell’Eden non era ancora finito, sapete)                                                                                                                                                                                                                        Io: “Ho capito.  E il Diritto Privato?”                                                                                                                                                                                                                                                                               S.: “Non lo so..penso si possa ricomprendere in “Male”, ma sinceramente non saprei..”                                                                                                                                                                       Io: “Vabbè, allora non so.”                                                                                                                                                                                                                                                                                                     S :”Però sarai padrona della tua vita, e della conoscenza! Non più cieca marionetta a spasso lungo il sentiero che Dio ha disegnato per te, ti ergerai, torreggiante, sull’Universo che ti circonda, travalicando gli angusti confini per te predisposti dal tuo tirannico Creatore!”                                                                                                                            Io: “E pensi che potrebbe fare buona impressione sul Professore?”

E tipo così. Tipo che se ero Socrate, che sapevo di non sapere,  se guardavo il Trabucchi mi facevo pigliare per pazzo e piangevo per giorni, che manco le ragazzine emo di Piazza Dante(che mo invece sono indie con la reflex. Mah. Ignoto.)Non son cose belle, no.                                                                                                                                                                Ma devo dire che ci sono cose peggiori…potrebbe piovere. Oppure potrei pensare al futuro, che è un po’ l’ignoto jolly, quello con la IGN maiuscola. Quello sul quale forse varrebbe la pena postare, e disquisire, dico io! Però mi sa che non è arte mia. Vi dico solo che se dovessi fare un post su quello che mi passa per la testa quando penso al mio futuro, le tag sarebbero “guerra e povertà globali”, “sventure letali e imprevedibili” “disoccupazione/insoddisfazione” ,“muoio solo”, “muoio in compagnia ma povero e un po’ troppo presto”, “forse era meglio morire subito dopo aver perso la verginità”, “vergogna”. Se, invece, tanto per rimanere in tema di grandi interrogativi, facessi un post sulle scelte della mia vita e su ciò che si cela dietro quelle proverbiali porte che non ho aperto, le tag sarebbero “era sicuramente meglio colì”, “ma chi me lo ha fatto fare” , “rimorso”, “vergogna”, “almeno non pioveva”. Ehi, e mo che ci penso, lo avevo davvero rimosso, un post sul futuro l’ho fatto! Chi lo ha letto ricorderà l’immagine di totale sconforto e pesantezza che trapelava da quello scritto! Ohohoh, pare proprio che non mi leggerà più nessuno!

No, non fatelo, è solo che certe volte mi deprimo. Se fate i bravi , sotto vi linko una barzelletta. La verità, ve ne sarete pur resi conto è che io ho una fottuta paura di sta roba. Probabilmente perché la conoscenza è potere, l’ignoranza è totale mancanza di controllo. E il sapere di essere totalmente impotente sulla cosa più importante, il mio stramaledettissimo futuro, mi riesce difficile da accettare. Mi è sempre riuscito difficile accettare le cose sulle quali sono impotente, come dicevo l’altra sera, fra le lacrime, mentre si parlava di sesso. Alla fine il problema di quella grossa palla nera è che ci viviamo dentro, immersi fino al collo nella pece e cosparsi, per sfregio, di piume. E io ho qualche problema con questo.                                                                                                                                                                                                                                                             A questo punto, che vado trovando, ci potrebbe chiedere? Di sapere dov’è che vado a parare con la vita, cosa mi aspetta dietro a ogni curva, e di cacciare l’ignobile ignoto dalla mia vita? No(al massimo vado trovando di sapere dove vado a parare con questo post), che sfizio ci sarebbe se no? Ci sono un tot di cose, un bel tot, che han da rimanere sconosciute, in primis il futuro. Altrimenti, ci pioverebbe addosso un esplosivo mix di perdita di voglia di vivere, di possibilità di trarre piacere da quei rari momenti felici,  e soprattutto una vagonata di ansia tremenda per i momenti brutti. Non c’è bisogno che ve lo dica io: li abbiamo visti quei film dove, per esempio, il tizio sa che la sbarba morirà cadendo dallo sgabello della cucina mentre cucina i Teneroni Rovagnati, e allora mette i pavimenti morbidosi e i puff ovunque, e lei si affoga proprio col Tenerone Rovagnati. Non dico che è il destino, ma sappiamo tutti che conoscere il futuro potrebbe provocare più problemi che altro. Va da sé che anche la conoscenza totale del presente non avrebbe giovato all’uomo come specie. Ma se qualcuno potesse fare qualcosa per il Diritto Privato, io non mi formalizzerei. Questi ultimi righi di ovvietà per dire? Che non so di cosa mi sto lamentando. Non ho niente da obiettare alla sana ed efficiente divisione dello spazio e del tempo in Noto/Ignoto. Fondamentale e sacrosanta. Però, io provo davvero un senso di sgomento la maggior parte delle volte che cerco di pensare a quello che sta al di la del patetico cerchio di luce che ho intorno, quello che sembra fatto da un Geomag fosforescente che non piglia sole da tre giorni. Alla fine, penso sia un problema comune un po’ a tutti, chi più chi meno.  Bè, mi congratulo coi “meno!”. C’è chi si preoccupa poco, e si guarda intorno con speranza e fiducia, e chi è come me, che si guarda intorno con speranza e fiducia(non è che passo il a piangere nell’oscurità!). Mi guardo intorno con fiducia, e dico :”Cazzo, và quante bellle cose che mi può riservare il domani! Và quante belle cose da conoscere ed imparare!” Vi giuro che lo faccio. Poi però penso: “Oh cazzo, potrebbe andare tutto a puttane! Oh cazzo, non so praticamente nulla di quello che mi gira intorno! Non so nemmeno cosa mi gira dentro!”. Da qui le vagonate di ansia che riverso su di voi allorquando un post me ne offre l’occasione.                                                 E lo sapete qual è un’altra grande cosa che veramente ignoravo quando ho iniziato a scrivere questo post? E’ che alla fine avrei concluso decidendo che il mio libro di Diritto Privato, come attuale raffigurazione e simbolo di quello che è per me l’Ignoto, è davvero la meno shockante fra le varie alternative papabili!

PS: La barzelletta di cui sopra.

Mi ha particolarmente colpito

postato il 16 Feb 2011 in Senza categoria
da Iroquis`

La tristezza esistenziale di certi individui che raggiungono con criteri a me oscuri cariche come quella di Direttore Generale della Radiotelevisione Italiana. Mi sono sforzato di trovarne un senso, ma non me ne viene in mente neanche uno. O meglio, uno m’è venuto, ma sorvoliamo.

Il complotto dell’orribile John Horner

postato il 21 Gen 2011 in Cazzi e mazzi personali
da Vobby

“Attualmente fra i paleontologi, l’americano John Horner è uno dei più attivi nel sostenere l’ipotesi di un tirannosauro non solo fondamentalmente saprofago, ma addirittura esclusivamente spazzino, analizzando soprattutto la struttura ossea delle gambe, le cavità craniche e la resistenza dei denti. Il dibattito è quindi ancora molto vivo.”

Questo è in parte falso, perchè Horner non è un paleontologo, bensì uno sfigato. Tuttavia la sua mente malata ha costruito un articolato piano atto a minacciare la felicità del genere umano tutto. Sto indagando per cercare di scoprire in che modo wikipedia sia coinvolta in questa sordida vicenda. Vi riporterò intanto i dati in mio possesso.

John Horner nacque in una TRISTISSIMA e minuscola cittadina del Midwest americano, figlio non voluto di due contadinotti ignoranti che praticavano sesso non protetto non tanto per compiacere dio quanto per allergia al lattice.
Brutto già da bambino, storpio e strabico, con le orecchie a sventola e la forfora, trascorse un’infanzia TRISTISSIMA nella fattoria dei genitori, trascorrendo gran parte del suo tempo facendosi beccare dai polli, cagare addosso dalle mucche e inseguire dai maiali.
All’età di 13 anni (i genitori non sapevano contare dal 7 in poi quindi non ricordavano bene quanti anni avesse il figlio) cominciò a frequentare le scuole medie in una cittadina vicina, appena un pochino meno triste. Qui ebbe il suo primo impatto con altri essere umani al di fuori dei suoi familiari e del pastore del paese, e in particolare conobbe il genere femminile (la madre aveva dei folti baffi neri e si chiamava Mario, ndV). Dato il suo aspetto rivoltate, i modi goffi, la stupidità immensa e l’odore di sterco, le ragazze lo rifiutavano e i bambini lo perculavano. Era così odiato che i ragazzi della sua classe gli infliggevano anche scherzi piuttosto pesanti: un giorno, durante la lezione di biologia, sostituirono la rana morta che doveva vivisezionare con vivissimo serpente a sonagli. John, che era cretino, non si accorse della differenza e appena provò a infilzare il corpo del crotalo con il coltellino venne morsicato ripetutamente, fra l’ilarità generale dei compagni e del professore.
Purtroppo sopravvisse.
Impaurito dalla possibilità di altri contatti umani, preferì proseguire gli studi da solo nella fattoria di famiglia. Essendo scemo, non imparò assolutamente nulla.
I genitori, costernati dalla creatura che avevano prodotto, pensarono fosse il caso di dare un senso alla sua esistenza. Dal momento che il figlio sembrava non avere proprio nessuna qualità, stavano giusto per sopprimerlo, incitati a gran voce da tutto il paese, quando il vecchio bue di famiglia si ammalò e morì. Perciò decisero che il figlio, prima di essere abbandonato nel deserto, avrebbe potuto rendersi utile trainando l’aratro. Nei due anni che seguirono, John tirò l’aratro, continuamente frustato dal padre, infuriato per la sua debolezza. Gli vennero 3 ernie.
Decise allora che era il caso di cambiare vita. Fuggì dalla fattoria e si rifugiò in un call center in un villagio a pochi chilometri di distanza, dove lavorò come lettiera del gatto del direttore. Una volta lì, volle dare una svolta alla sua vita sociale, e provò a iscriversi a facebook. Ma i centralinisti, che già lo odiavano, gli giocarono un brutto tiro:gli propinarono un contratto farlocco, con il quale egli si impegnava a combattere un match di wrestling con uno scimpanzè nano con la rabbia, armato di cavatappi.
John sopravvisse ancora una volta, ma perse un occhio, e non solo: scendendo dal ring, inciampò e si fratturò un’anca. In preda alla più totale disperazione, semi impazzito, corse e corse, caracollando, e fuggì da tutti e da se stesso e arrivò fino al mare. Si sdraiò sulla riva, sperando che l’acqua potesse portar via le sue sofferenze. Si addormentò. Al risveglio si trovò una balena spiaggiata sulle palle.
Aveva ormai sviluppato un odio particolare nei confronti degli animali.
Nella città dove si trovava in quel momento arrivò il circo. Quella particolare compagnia circense era divenuta eccezionalmente famosa per il bellissimo numero di Jumbo, l’elefante addestrato più simpatico e giocoso mai visto prima. Ebbeno, John decise che avrebbe ucciso quella bestia, subito prima della sua entrata in scena! Avrebbe rovinato la giornata a tutti quegli spettatori, la cui felicità gli riusciva insopportabile! Dunque, armato, si intrufolò fra le gabbie degli animali. Lo trovano un quarto d’ora dopo, masticato e poi sputato, per l’orribile sapore, nella gabbia dei leoni.
“Non era possibile -realizzò- che io riuscissi a fare del male a un elefante: sono troppo insulso!”.
Ma non si diede per vinto!
Rimuginò a lungo su come ottenere la sua vendetta sull’uomo e l’animale, che tanto fino ad allora lo avevano bistrattato.
La sua folle mente partorì il malvagio proposito: “Ci sono! so come fare! – urlava raggiante – riuscirò a rendere triste e vuota la vita delle persone, e lo farò umiliando il più amato animale di sempre: il Tirannosaurus Rex!”.
Ebbe la pessima idea di pronunciare questa frase ad alta voce; il suo corpo, così schifoso, rischiò di non reggere la magnificenza compresa nelle ultime due parole, e John quasi morì d’infarto.
Ma, purtroppo, sopravvisse ancora.
Ed è vivo ancora oggi! Ha dedicato la sua vita al più riprorevole degli scopi, sta cercando di danneggiare l’immagine del Tirannosauro, convincendo tutti che la magnifica belva non assaliva e squartava prede vive, preferendo invece nutrirsi di carogne!
Questo è EVIDENTEMENTE sbagliato! Solo una mente così intrinsecamente sofferente e patetica poteva partorire un simile errore! Non si hanno zanne di trenta centimetri per nutrirsi di cadaveri, per dio! Gli studiosi di tutto il mondo, che hanno a cuore la felicità della gente e la miticità della preistoria, stanno dedicando i loro sforzi alla confutazione di queste immorali teorie.
Guardatevi dall’individuo abietto che è John Horner! Non lasciatevi contagiare dalla sua tristezza!
L’idea di un T-Rex spazzino sarebbe davvero scandalosa.

Otototoi

postato il 19 Gen 2011 in Cazzi e mazzi personali
da VaMina

Questo sarà un post molto breve. Vi parlerò di una cosa che mi ha colpita/sconvolta/divertita (?) traducendo Eschilo. Ho annunciato la brevità di questo post perché ora non voglio dilungarmi su un argomento che può portare con sé tante parole, come Eschilo, e anche perché non ne ho nemmeno il tempo.

Ordunque , traducevo Eschilo, e per la precisione I Persiani, e mi sono imbattuta in MOLTE (e se dico molte intendo molte, altrimenti avrei usato poche, occasionali, e così via), molte espressioni di lamento e sconforto e  tristezza e dolore. Come il mio professore ha fatto notare, non c’è dubbio che negli ascoltatori provocassero grande impressione, ma noi siamo poveri studenti, e quando lui ha detto questa cosa, al decimo “ototototoi”, abbiamo pensato che in realtà nessuno avrebbe pianto sentendo “ototototoi”. Oltre che con “ototototoi”, il mio preferito, secondo nella classifica onomatopeica dopo il verso delle Erinni nelle Eumenidi (che se non mi sbaglio era “mumumumumu”), la sofferenza dei poveri Persiani era resa evidente da molti “aiai” e una cinquantina di parole diverse che significano tutte disgraziato, sventurato, infelice, e soprattutto da una cosa che ora vi illustrerò.  Infatti in tre versi vi era una concentrazione di ben tre parole che significavano tutte “grido”. So che vi interessano molto, quindi eccole: “boan”, “ian”, “iakhan”. No, non seguono riflessioni sulla natura di queste parole o sul dolore dei Persiani, ma ho detto tutto questo solo per dire che io amo queste cose, le studio, le rispetto, mi piace anche Eschilo, ma sapere che dovrò passare un altro paio di giorni a tradurre vari sinonimi di sventura, pianto e grido, inoltre non abbastanza in fretta, mi fa venire voglia di usarli, magari non tutti, ma alcuni, posizionati in momenti strategici di disperazione.

v 256 : “Cose dolorose, cose dolorose, mali inauditi e nemici”

v 909 : “Aimé, me sventurato, che mi sono imbattuto in questo destino odioso, impossibile da prevedere”

vv 935 e seguenti : ” Manderò manderò come saluto del ritorno a te il grido di cattivo augurio, l’urlo di cattivo destino, il grido dalle molte lacrime dell’intonatore Mariandino” (Pare che fossero bravi a lamentarsi)

vv 947 : “Piangerò il lamento lacrimosissimo del lamentatore” (Questo verso è meraviglioso)

Chi ci legge?

postato il 16 Dic 2010 in Cazzi e mazzi personali
da Azazello

In base ad un’analisi che non ho fatto, ma che se avessi fatto, possibilmente su dati che supportassero la mia tesi, avrebbe portato alla stessa conclusione, sono giunto, appunto, a una conclusione, ovvero che chi viene informato della scrittura dei post sul blog è, ovviamente, chi ci legge di meno (se postiamo poco come in questi giorni). Cosa significa questo? significa che tutti quelli che vengono informati su fb o dal feed RSS, ovvero presumibilmente i nostri amici/parenti/conoscenti, ci leggono solo quando scriviamo, mentre quel centinaio di persone che da qualche giorno a questa parte sembra leggerci più o meno costantemente no. Questo può significare alcune cose:

  1. Queste persone non sono sempre le stesse, ed è ragionevole pensarlo per una serie di motivi, primo dei quali il fatto che in tutto il blog ci saranno 3 commenti di persone che non conosciamo a cui non è stato chiesto espressamente di commentare (per i lettori abituali: questo non è bello! se commentaste noi saremmo tanto più felici e tanto più grati e vi potremmo pagare tanto di più!). Questa è la possibilità più triste, perché significa che un discreto numero di persone ci trova per qualche ragione, non è contenta di quello che legge e se ne va (anche se il notevole incremento di lettori nell’ultimo periodo farebbe sospettare che, forse, a una componente di chi arriva per sbaglio piacciamo)
  2. Queste persone sono più o meno le stesse n > 100 e una componente di queste viene ogni giorno sul blog (nel senso che un numero approssimativo di persone casuali fra le 200 ci visita, non che le stesse 100 ci visitano ogni giorno e le altre 100 no), il che spiega comunque la variabilità (un giorno ne vengono di più e uno un po’ di meno) ma non tiene in conto la possibilità che ci sia correlazione tra la pubblicazione di un nuovo post e le visite, cosa che invece ci aspettiamo, soprattutto visti i numerosi canali attraverso cui comunichiamo questa cosa (due)
  3. (questa è quella vera, a prescindere dai dati e da qualsiasi speculazione io possa aver fatto) Queste persone sono composte in parte da chi ci legge di solito (o comunque sa della nostra esistenza), che a sua volta è diviso in chi è iscritto al feed o ci legge solo quando vede l’aggiornamento su fb e chi controlla manualmente con una certa frequenza (che può essere anche una volta al mese), e in parte da chi non ha mai sentito parlare di noi e ci trova per sbaglio, magari cercando “squallore” su Google, alcuni dei quali restano e altri dei quali vanno. Ovviamente in questo caso (che, come ho detto, è quello vero) è piuttosto difficile stabilire qualcosa dai dati che abbiamo, specie considerando che io i dati non li ho analizzati e sto inventando tutto.

Conclusione: questo post non dice niente, ma non lo fa per errore. In realtà l’ho scritto solo per vedere se avrebbe fatto aumentare le visite, visto che ultimamente postiamo di rado e ci sono dei picchi di visite nei giorni in cui lo facciamo (o vicino agli stessi). xd

Racconto di fantasia

postato il 21 Nov 2010 in Cazzi e mazzi personali
da Vobby

Ogni riferimento a nomi, persone o fatti realmente avvenuti è assolutamente casuale, dal momento che questa storia è del tutto inventata.

Potrebbe mai essere reale l’episodio di un preside a caso di un istituto comprensivo a caso,  situato nell’hinterland di una città scelta a caso, che entra in un’aula colma di donne adulte, madri e nonne, che si urlano addosso pronte a venire alle mani e che si zittiscono intimidite appena notano chi ha appena varcato la soglia, comportandosi come una indisciplinata e un po’ vigliacca classe delle elementari?

Le donne, ancora rosse in faccia, si calmano, prendono posto, e il preside cerca di dare una forma a questo incontro scuola-famiglie: “ora ognuno, uno per volta, dice quali sono i suoi problemi, io ascolto tutti e poi rispondo, e cerchiamo di venire incontro a tutte le esigenze.”
“Eh no preside, facciamo in fretta, veniamo al dunque!”
“Tutto questo è dunque. Su, una per volta”.

I problemi riguardano l’orario,

(“Io capisco che voi tornate stanche dal lavoro fra l’una e le due, ma se la scuola finisce alle 3 e mezza non potete venire in massa a prendere prima i figli, è bene che loro seguano tutte le lezioni, che non si crei confusione, se l’orario è questo ci sono dei motivi..”- “Ma mia figlia vuole vedere uomini e donne!” “ma io abito lontano!” “devo cucinare!” “ma io voglio vedere uomini e donne!”- “si, va bene, ora cerchiamo di stabilire un orario che vada bene per tutti, basta che poi lo rispettiate”)

si discute poi della mensa,

(“facciamo il possibile per migliorare il servizio e..”-“ma fa schifo!” “la pasta è scotta!” “mio figlio ha vomitato” “si sente male” “è allergico”-“..ovviamente chi preferisce può far portare al figlio un thermos, o un panino”-“ma come faccio a fare il panino preside! devo scendere di casa alle 7 a pigliare il pane?!? “lo si può scongelare..” “ma non ci piace a mia figlia! quella già non magna  niente, già è secca, come a voi..” “io sono cresciuta a panini scongelati. Andiamo avanti”)

ma la signora frettolosa di prima di tutto questo se ne sbatte, gliene frega solo del sabato libero: “signora, ma se rendiamo il sabato libero anche per le medie bisognerebbe poi istituire la mensa anche per loro, perchè gli altri giorni si uscirebbe dopo, e molti genitori hanno difficoltà a..” “ma mi scoccio di venirlo a prendere il sabato!” “capisco, ma altri..” “ma che palle gli altri!”

e vabbè. Giunte alla fine di questo cordiale incontro  di un’ora e mezza alcune delle partecipanti si avvicinano al preside per un’ultima raccomandazione o un’altra richiesta [nota per il lettore: la fantasia dell’autore si allontana adesso ancor di più dalla realtà]:

“Preside, lo so che lei fa del suo meglio, ma com’è possibile che non si riesce ad aiutare un po’ di più mio nipote*? luice la fa anche a studiare, ma in classe tutti lo sfottono, gli hanno anche messo le mani addosso a volte..”

“Preside, e mo secondo lei con questa** che dovrei farci? pagarla? haha”

“Preside, ma allora per il sabato.. eh, gli altri… si,ma che palle..”

“Preside, allora mio figlio.. si quello piccolo.. può restare un po’ dopo l’orario di uscita ad aspettare che lo venga a prendere vero? grazie, grazie, se no saprei come fare.. sisi.. grazie ancora!”***

[lettore fai attenzione, per fare chiarezza su quegli asterischi l’autore fa ricorso a spiegazioni così fantasiose che potrebbero risultarti disturbanti]

*il nipote qui è un ragazzino diversamente abile. A una settimana dall’inizio della scuola disse al preside:” Preside, io penso questo, che qui mi sento troppo solo, ecco”. Il giorno dopo trovò scritto a caratteri cubitali sul banco “LOTA”, e si mise a piangere.

**la bolletta dell’enel

*** la signora non può venire a prendere il figlio di 5 anni in tempo perchè deve lavorare molto. Ha 35 anni e 5 figli, fra i 20 e i 5 anni, il più grande sta in galera, uno è agli arresti domiciliari,la prima figlia lavorava in nero per un supermercato, scaricava casse di prodotti, lavoro tipicamente femminile, si è ammalata per colpa del lavoro e quindi lo ha perso, gli altri non so.

Ma tranquilli, è tgutto inventato! Gioite, tutto questo non succede davvero! Va tutto bene! Allegria!

L’italia è fuori da i mondiali

postato il 25 Giu 2010 in Cazzi e mazzi personali
da Bread

Eggià, proprio come da titolo, l’Italia è fuori da i mondiali. Non che non ce l’aspettassimo tutti che sarebbe uscita: era chiaro sin dall’inizio che non avrebbe fatto granché. Il problema è che ne è uscita davvero in maniera indegna, che poi è  il motivo per cui sono qui a scrivere dell’Italia(di cui non frega una cippa di cazzo a nessuno) invece di studiare per la terza prova che è tra due ore e mezza. Abbiamo perso con la Slovacchia!! E.. peggio ancora.. pareggiato con la Nuova Zelanda, la Nuova Zelanda!!! A stento sanno che forma ha un pallone in Nuova Zelanda! E l’Italia, quattro volte campione del mondo, seconda solo al Brasile, che fa?Pareggia. Che squallore. La cosa peggiore di tutta la faccenda e che contribuisce alla mia incazzatura da Tirannosauro (in realtà non so se è corretto, ma a me sono sempre sembrati incazzati) è che l’Italia, negli ultimi 15 minuti di partita, ha deciso… così, di iniziare a giocare. E cosa è successo? Incredibile ma vero! Quando l’Italia ha iniziato a giocare, essendo fondamentalmente una squadra di calcio, ed essendo la Slovacchia una squadra(nonché una nazione) di cazzo,è successo  che abbiamo fatto non uno, non due.. ma ben quattro goal(due annullati, ma vabbè..). Ma la mia tristezza non finisce qui.. eh no! Il peggio viene adesso, che mi dovrò sorbire quei milioni di allenatori di calcio che, seduti in mutande sul divano a guardare le partite, iniziano a dire :” Eh ma Lippi è un cretino! Doveva fare così” , “No doveva far giocare Pino, e Mauro come ala destra”,”non c’è un fantasista!”, e cazzate del genere. Assisteremo nei prossimi giorni al passaggio di  Lippi  da “quel gran fico che ci ha fatto vincere il mondiale” a “quello che non capisce nulla di pallone”. Loro, invece con i loro divani con la fossa per il culo perchè sono seduti lì davanti dall’inizio del mondiale mentre io devo studiare per il cazzo di esame, loro con le stesse mutande dalla cerimonia d’ inaurgurazione, loro capiscono tutto: sono i veri allenatori; quelli che se non fosse per loro il calcio italiano non andrebbe avanti (che culo!).

Ad ogni modo siamo fuori..concludo questo noioso post sul calcio di cui, come ho già detto, non frega una cippa a nessuno.

Forse al prossimo mondiale si riuscirà a far meglio, sempre che l’Italia non venga sconfitta dal Petacciato nelle selezioni.

Nuclear Pore Complex

postato il 22 Giu 2010 in Senza categoria
da Azazello

Quando sai davvero di essere nerd? beh, per esempio quando, studiando Biologia, non riesci a vedere niente di diverso da “Non-Player Character” nella sigla NPC.

 

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