Otototoi

postato il 19 Gen 2011 in Cazzi e mazzi personali
da VaMina

Questo sarà un post molto breve. Vi parlerò di una cosa che mi ha colpita/sconvolta/divertita (?) traducendo Eschilo. Ho annunciato la brevità di questo post perché ora non voglio dilungarmi su un argomento che può portare con sé tante parole, come Eschilo, e anche perché non ne ho nemmeno il tempo.

Ordunque , traducevo Eschilo, e per la precisione I Persiani, e mi sono imbattuta in MOLTE (e se dico molte intendo molte, altrimenti avrei usato poche, occasionali, e così via), molte espressioni di lamento e sconforto e  tristezza e dolore. Come il mio professore ha fatto notare, non c’è dubbio che negli ascoltatori provocassero grande impressione, ma noi siamo poveri studenti, e quando lui ha detto questa cosa, al decimo “ototototoi”, abbiamo pensato che in realtà nessuno avrebbe pianto sentendo “ototototoi”. Oltre che con “ototototoi”, il mio preferito, secondo nella classifica onomatopeica dopo il verso delle Erinni nelle Eumenidi (che se non mi sbaglio era “mumumumumu”), la sofferenza dei poveri Persiani era resa evidente da molti “aiai” e una cinquantina di parole diverse che significano tutte disgraziato, sventurato, infelice, e soprattutto da una cosa che ora vi illustrerò.  Infatti in tre versi vi era una concentrazione di ben tre parole che significavano tutte “grido”. So che vi interessano molto, quindi eccole: “boan”, “ian”, “iakhan”. No, non seguono riflessioni sulla natura di queste parole o sul dolore dei Persiani, ma ho detto tutto questo solo per dire che io amo queste cose, le studio, le rispetto, mi piace anche Eschilo, ma sapere che dovrò passare un altro paio di giorni a tradurre vari sinonimi di sventura, pianto e grido, inoltre non abbastanza in fretta, mi fa venire voglia di usarli, magari non tutti, ma alcuni, posizionati in momenti strategici di disperazione.

v 256 : “Cose dolorose, cose dolorose, mali inauditi e nemici”

v 909 : “Aimé, me sventurato, che mi sono imbattuto in questo destino odioso, impossibile da prevedere”

vv 935 e seguenti : ” Manderò manderò come saluto del ritorno a te il grido di cattivo augurio, l’urlo di cattivo destino, il grido dalle molte lacrime dell’intonatore Mariandino” (Pare che fossero bravi a lamentarsi)

vv 947 : “Piangerò il lamento lacrimosissimo del lamentatore” (Questo verso è meraviglioso)

 

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