Una facile missione palingenetica

postato il 29 Feb 2012 in Main thread
da Vobby

Decidendo arbitrariamente che la questione che voglio sottoporre a voi, stimati colleghi autori, e a voi, numerosi e affezionati lettori, abbia qualcosa a che fare con il primo argomento trattato su questo blog (no, non lo sbiancamento anale, il due), passo subito ad illustrarvi i termini del problema.

Il due è ovviamente duplice e perciò eminentemente ambiguo. E’ composto da due (!) membri e, comprendendoli, li supera. E’ qualcosa di altro da loro, ma non può prescindere da essi. Un due può essere la coppia uomo-donna, il dinamico duo di batman e robin, il cioccolato e la nocciola che formano i pan di stelle. Loro hanno unito efficacemente i due termini riuscendo a diventare una nuova, originale e sublime unità.
Capite bene però che per quanto la sintesi fra uomo e cioccolato possa funzionare benissimo, ed essere anzi appetibile (e appetitosa), quella fra batman e nocciola lo è un po’ meno. Sembrerebbe quindi che ci siano degli uno destinati a non formare mai dei due. Forse però questa è solo apparenza. Forse a batman può piacere la nocciola, ed è proprio questo il nocciolo (sono stato appena punito con crampo folgorante al bicipite femorale sinistro) della questione.
Gli uno di cui parleremo, introducendo così la nostra missione palingenetica, sono la società e il piacere.

A me (e a diversi altri) sembra che il piacere sia stato sacrificato sull’altare della società.
Esso, il piacere, è eminentemente egoistico. Il suo sentimento è un luogo solitario, che se certamente è raggiungibile in due o tanti, è sempre singolarmente esperibile. Esso ha perciò alcuni problemi di compatibilità con la dimensione collettiva della società: fuori di casa mia, ci saranno probabilmente altri individui in competizione con me per la conquista di diversi oggetti del desiderio. Probabilmente ce ne sarebbe per tutti, ma se di biscotti, per esempio, ne voglio tanti, perchè il mio desiderio è illimitato, come faccio a vivere in una società in cui i biscotti devono essere per lo meno parzialmente distribuiti?

Si è pensato di risolvere il problema con la morale. La morale è semplicemente la domesticazione del principio del piacere ai fini della vita collettiva. Pensate a Socrate, che nei dialoghi platonici cerca di convincerci che il bene sia diverso del piacere: il suo tentativo è quello di diffondere una morale diversa tanto dall’etica della moltitudine, per sua natura incline al conflitto, tanto a quella dell’aristocrazia, incline alla sopraffazione in base alla legge del più forte. Perchè il pericolo di lasciare troppo spazio al perseguimento del piacere all’interno della società è questo: che il mio privato desiderio di godimenti carnali (i biscotti) diventi nello spazio pubblico perseguimento di potere e dominio violento (per avere così tutti i biscotti che voglio).

E quindi, continua Socrate, subire ingiustizia è meglio che commetterla ed essere puniti è meglio che sfuggire alla legge. E’ doloroso, ma che importa, il dolore non è il male, perchè non è il piacere a essere il bene.

Inaspettatamente, la morale interessa ambiti diversi oltre ai biscotti: il sesso, la famiglia, il galateo, l’etichetta… per arrivare alle usanze religiose e al rispetto della legge.

Sembra funzionare, ma c’è un piccolo problema: privandosi del piacere si potrà forse condurre una vita all’interno di una società, ma in questo modo, evidentemente, questa vita non sarà piacevole.
La monogamia, ad esempio, e l’istituzione familiare nel suo insieme non sono qualcosa di naturale (checchè ne dica una certa legge), e possono provocare ogni tipo di frustrazioni, sfocianti anche in turpi atti di violenza.

Perciò, ecco sintetizzati i termini del problema: la morale costituisce un limite al libero sviluppo e alla libera espressione delle nostre facoltà. Stesso dicasi per le leggi, convenzioni con carattere autoritario. Ma è proprio grazie alle convenzioni, morali e legali, che è possibile la vita pubblica.

E’ possibile la società edonista? Quale società può evitare di porre limiti alla libera ricerca del piacere? Questa società è diversa da un caotico inferno di violenza e sopraffazione, che di piacere ne porterebbe solo a pochi?

La domanda è difficile, ma confido nel vostro genio! Dopotutto la questione è cruciale e merita ogni sforzo per essere risolta. Fatto questo, potremmo essere tutti più felici.

P.S. Forse ho sintetizzato un po’ troppo, ma ho il sospetto che sia un bene… Dopotutto, se non da risolvere, è un problema semplice da spiegare.

Sulla Preponderanza

postato il 30 Giu 2010 in Main thread
da ad.6

Quello che mi accingo a scrivere, brevemente e senza eccessivi orpelli, tratterà esattamente della Preponderanza, introducendovi così ad una interessante visione di un Due tristemente passivo e costretto, suo malgrado, alle buie ombre dell’indifferenza. Infatti parleremo di come lo si soppianti in favore di altri numeri dal carattere forte e necessario, perché un elefante possa reggersi, perché la Terra e tutto il sistema planetario non ha bisogno che di un solo sole, perché i treppiedi, gli sgabelli si tengano innanzitutto in equilibrio di modo che vi si possa poggiare ciò che è bene resti fermo. E, principalmente, sarà questo l’argomento di cui discetterò e sarà uno o saranno tanti, ma non due. Tratterò allora del fatto che due satelliti naturali sarebbero stati troppi, che per qualcuno essere in coppia è molto, per altri troppo poco, del fatto che perfino Dio è uno e trino (mi dispiace, due non stava bene), del perché in un blog con un argomento così pregno di significato e di spunti, vi siano tre categorie principali, una delle quali preponderante, l’altra un po’ meno, e l’altra ancora meno, benché sia quest’ultima il motivo stesso (forse l’unico?) del blog. D’altronde sono anche sicuro che saprò esporre al meglio delle mie capacità (quanto la visione periferica gioca un ruolo determinante, adesso) tante e tali questioni di sopraffazione del Due da far avvicinare a questo luogo ben più di due persone in un unico grande flusso. Oppure dirò di come “coppia” sia un sostantivo singolare, di come il Due venga soppiantato dalla pigrizia, di come lo si soppianti perché alla Storia piacciono le grandi masse e i singoli eroi, ma anche perché semplicemente non è più l’argomento del mese.

Fine.

L’insufficienza del due: un approccio scientifico al problema dell’antica incapacità del due di risolvere l’enigma della coppia

postato il 28 Giu 2010 in Main thread
da Azazello

[Qualcuno si sarà chiesto (no) per quale ragione alcuni abbiano scritto più d’una trattazione sull’argomento di questo mese. Beh, lasciatemi dire che bisognerebbe essere a dir poco ingenui, per non dire scioccamente inattenti e finanche stolidi, per ritenere che basti un solo articolo per imbrigliare efficacemente la straordinaria varietà di potenze di un concetto così ampio. Ne occorrono, ovviamente, due.]

La lettura del post precedente mi ha ispirato, così, essendo una persona dalla mentalità scientifica capace solo di ragionamenti strettamente lineari, ho voluto farmi portavoce dell’opinione della scienza sulla questione. Ma senza ulteriori indugi, veniamo al problema:

“È nato prima l’uovo o la gallina?”

Volendo essere rigorosamente ligi alla semantica, sicuramente la forma biologica associata al significante “uovo” è nata ben prima di quella della gallina. Non so bene in che momento sia nata la prima cellula uovo, ma so per certo che è nata molto prima della prima gallina.

Ma sappiamo tutti che questo è un modo di aggirare il problema, perché quello che davvero vogliamo sapere è:

“È nato prima l’uovo di gallina o la gallina?”

La risposta a questo quesito è data dalla domanda stessa, ma per comprenderla dobbiamo fare un passo indietro e sfatare un antico luogo comune, insinuatosi nel nostro subconscio nel corso di lunghi anni di evoluzione del pensiero umano, vale a dire che l’uovo sia un elemento altro dalla gallina stessa, intermedio nella successione verticale di due animali uguali (o anche no), come nello schema:

Gallina

Uovo

Gallina

Al contrario, l’uovo non è altro (è proprio il caso di dirlo) che la gallina stessa, come la genomica può facilmente testimoniare. La natura dell’organismo, infatti, risiede nel DNA, e il momento di separazione tra le due generazioni è quello della duplicazione del materiale genetico, che avviene in modo diretto e non ha intermedi. L’uovo e la gallina condividono il materiale genetico e sono solo un fenotipo diverso dovuto alla diversa espressione delle informazioni che condividono, secondo uno schema differente:

Gallina

Uovo -> Gallina

Essendo questa relazione sempre stata valida, il problema di chi sia nato prima cessa di esistere, visto che la gallina e l’uovo sono, di fatto, lo stesso organismo. Quindi, volendo pure accettare il modo in cui è posta la domanda, che a questo punto risulta chiaramente sbagliata, essendo gallina e uovo, in qualità di singolo organismo, nati nello stesso momento, possiamo formulare risposte chiare e semplici a tutte le possibili interpretazioni dell’inappropriata domanda: se l’uovo è di gallina in quanto prodotto dalla gallina e non in quanto contenente la stessa, sarà per forza di cose nata prima la prima gallina (proveniente dal suo uovo di non-gallina, ovvero di Tirannosauro); se l’uovo di gallina è tale in quanto contenente una gallina, è nato per forza di cose prima l’uovo (prodotto da un Tirannosauro).

Ma trascendendo la banale immagine di uovo e di gallina, risalendo la scala evolutiva fino alle prime molecole di RNA e ancora più su verso dei supposti precursori dello stesso, questa ingenua formula ci costringe a prendere coscienza della straordinaria realtà dei fatti: la relazione genitoriale classica che così facilmente diamo per scontata non è che una parte, un prodotto, un’insignificante novità nell’immenso quadro della storia della vita. E qui voglio riprendere il punto dell’approccio teologico menzionato dall’Illustre autore del post precedente, per portare alla vostra attenzione il vero significato dell’antico quesito: il Due, tradizionale rappresentante della coppia madre-figlio (o anche madre-figlie nel caso della mitosi), non è in grado di imbrigliare ciò che concerne la nascita della vita stessa, che non può essere divisa in un prima e in un dopo, in un padre e in figlio. Il che ha perfettamente senso, naturalmente, considerando che in linea di massima non si può definire un sistema usando termini interni al sistema stesso (adesso qualche matematico mi contraddirà, ma tanto sono i fisici che scoprono le cose). Penso che non continuerò questo post perché sono stanco. Buon proseguimento di esistenza!

Uno e due. Ma chi è venuto prima? E dopo?

postato il 28 Giu 2010 in Main thread
da Vobby

L’uomo moderno che immagina il due nella sua mente visualizzerà questa figura: 2. Ma forse milioni di anni fa, quando per la prima volta in una mente non ancora umana l’astrazione del due vide la luce, esso fu senz’altro (banalmente, come i nostri interventi dimostrano) associato all’idea di coppia.  Ma nel momento in cui immaginate una coppia, come fate a capire quale viene prima, cronologicamente e logicamente? Che dubbio…

Prima considerazione: la religione, come suo solito, non dà risposte. La Bibbia difatti risolve il problema in modo inaccettabile, ponendo un divino ingenerato ed eterno come genitore di entrambi i membri di ogni coppia (si pensi all’uomo e alla donna)

Seconda (poteva mai mancare?) considerazione: non ci aiuta neanche la filosofia. Come decidere a quale filosofo dar retta su un argomento così complesso?

Per semplificare il discorso e il ragionamento potremmo affidarci a due figure arcinote, ovvero l’uovo e la gallina. Finora, nessuno è mai riuscito a dire chi dei due ha preceduto l’altro. Proverò a dare una risposta, senza essere davvero intenzionato a riuscirci, nè sapendo da ora come concluderò il discorso (ho in mente solo uno spunto (ma d’altra parte non sapere PRIMA cosa scrivere DOPO è molto coerente con l’argomento del post)).

uhm, dialogo

Eumolpo: Socrate! che piacere vederti da queste parti! Come sovente accade ai tuoi amici e conoscenti, sento il bisogno impellente di sottoporti un problema di difficile soluzione, che tu preferirai non risolvere, ritenendo più costruttivo lasciarmi maieuticamente nel dubbio.

Socrate: Che gioia.

Eumolpo: Mi chiedevo chi fosse nato prima fra l’uovo e la gallina.

Socrate: Se me lo chiedi così, nient’affatto arguto amico, la soluzione è semplice: può mai nascere un uovo? No, piuttosto da esso nascerà la futura gallina.

Eumolpo: Vabbè, hai capito, o Socrate. Dicevo “nato” in generale.

Socrate: Ora è più difficile darti una risposta, o Eumolpo. Forse puoi avvicinarti alla soluzione considerando la ben nota a noi Greci evoluzione della specie.

Eumolpo: Credo di avere inteso: dal momento che le specie animali sono continuamente sottoposte al divenire, una creatura diversa dalla gallina, che qui chiameremo Tirannosauro, ha prodotto un uovo contenente quella creatura che noi chiamiamo gallina. Dunque è venuto prima l’uovo!

Socrate: Eh no caro. E’ senz’altro stato un Tirannosauro a sfornare l’uovo da cui sarebbe nata la gallina, come tu dici, ma era quello un “uovo di gallina”?

Eumolpo: Bè , si, abbiamo detto che la conteneva..

Socrate: E invece, esso non lo era. Questo è solo un modo di girare intorno al problema. Esso non fu un “uovo di gallina”, bensì un uovo di Tirannosauro, contenente la futura gallina.  Non abbiamo ancora scoperto, mio Eumolpo, se è venuto prima l'”uovo di gallina” o la gallina. O meglio, sappiamo per certo che la prima gallina venne da un uovo, che però non era di gallina, pur essendolo, dato che ne conteneva una, che non lo era, in quanto figlia di un Tirannosauro.

Eumolpo: Sono spaesato.

Socrate: E’ un po’ come quella storia per cui se io ti metto un dito in culo, entrambi abbiamo un dito nel culo. Però tutto è relativo, specialmente dal punto di vista del Tirannosauro che trova come figlia una gallina.

Eumolpo: Ah, tutto chiaro. Però forse la soluzione è vicina: se un Tirannosauro ha prodotto un uovo contenente un gallina, essa, pur non venendo da un “uovo di gallina”, ne ha prodotto uno, altrimento oggi non ci sarebbero galline. Quindi è venuta prima la gallina!

Socrate: No, sciocco Eumolpo. Non veniva essa dall’uovo che la conteneva?

Eumolpo: Ma tu avevi detto..

Socrate: Basta così Eumolpo. Questo parlare di dita nel culo ha generato nella mia mente idee diverse da uova e galline.

Eumolpo: Tipico, o Socrate.

Socrate: Tranquillo,o Eumolpo, è tutta maieutica.

La decadente sicumera dei sofismi vi offre qualcosa di cui avete sempre sentito parlare, ma della quale potreste far volentieri a meno: il due

postato il 24 Giu 2010 in Main thread
da Adrio

Posso solo chiedermi cosa sia passato per la testa di colui che ha proposto questo bislacco argomento mensile, ma suppongo che dovrei solo limitarmi a fare le mie incoerenti digressioni su questo argomento assurdo. Come suppongo tutti voi già sapete, il due è il primo numero naturale ad essere un numero pari…esso viene senza alcun dubbio prima del tre, ma subito dopo dell’uno, il che è sconcertante per certi versi. Spero vi rendiate conto che qui si fa la storia. Ma immagino che ci voglia un po’più di questo per rendere un blog interessante, ma quell’ “un po’più” è stato perduto da tempo, o quantomeno nessuno ha una reale voglia di andarselo a cercare, quindi il problema andrebbe chiuso lì.

Ma voi, giovani virgulti della nuova generazione, voi che leggete questo blog, voi che pretendete interesse in quello che leggete, non vi chiedete “cosa cazzo ci faccio davanti ad un pc, nelle fresche giornate di giugno???”? Quindi la morale è, visti i vostri possibili pochi amici e pochi patetici interessi da sviluppare nella vostra dellaqualenonfregauncazzoanessuno-esistenza, “non cacate il cazzo” e in quest’ultimo geniale, per quanto speculato, aforisma è racchiuso il senso istesso del due come bivalente natura dell’istintività umana, l’unione in esso dell’elemento scatologico e di quello sessuale. E ora forse mi è chiaro: il due è stato scelto come argomento di vera riflessione sulla condizione umana in questo squallido pianeta! L’uomo e la donna, il bene e il male, il bianco e il nero, lo yin e lo yang, la cacca e il pisello e tante altre simpatiche coppie che non potranno mai scindersi. Eh sì, il due è un simpatico numeretto (facile da memorizzare e non patetico ed obeso quanto l’uno) adottato spesso dalle filosofie orientali ed occidentali che attribuiscono una doppia natura dell’esistenza, delle idee, di dio e della Motta.

Ma non disperate, miei giovani concubini interattivi, il due presente in ogni cultura e filosofia può fare benissimo a meno di tutti noi, ragion per cui mi sembra folle e becera la sola idea di parlarne ancora! Essendo un numero capace unicamente di recar seco morte e rovina, proporrei il sofismo secolare: depennare il due. Dopotutto, se non c’è due senza tre, significa che in se stesso il due E’ il tre, dunque il problema della sua assenza non si porrebbe o almeno non dovrebbe e voi dovreste scrollarvi dal vostro torpore! Svegliatevi! Non siate così pateticamente assoggettati al due in quanto tale! Il due sarà cancellato dai nostri calendari e le giornate saranno fatte da ventitre ore composte da sessantadue minuti e mezzo ciascuna; il secondo giorno di ogni mese verrà cancellato e si passerà direttamente al terzo. Tutti coloro che hanno due testicoli o due ovaie dovranno estirparsene uno, in modo tale che l’armonia cosmica possa continuare serenamente il suo viaggio, senza eccessi.

Sono pazzo? No…no, miei biliosi crumiri…sognatore, forse, sì e così concludo il mio viaggio onirico, il mio flusso di coscienza, mio pietoso messaggio diretto ad una società in rovina e alla vostra cieca arroganza, messaggio del quale solo i più lungimiranti potranno suggerne l’essenza, carpirne la radice.

Rifletteteci bene.

May the force be with you!

postato il 19 Giu 2010 in Main thread
da Lellida

Il latte scade. Lo yogurt scade. Persino il COCCO scade. Ma anche i nostri doveri solitamente hanno una scadenza, un termine entro il quale bisogna riuscire nel compito assegnato, altrimenti son cazzi.  Ci si aspetta che una tal cosa avvenga in un tal momento, come ci si aspetta che il latte comperato oggi non sarà più bevibile dopo un mese; o forse meno. Certo, quando ho saputo che sulla confezione del Cocco c’era una data di scadenza mi sono un pò meravigliata, perchè se compro delle banane non c’è scritto quando scadono sul bollino chiquita… vabbè vanno a male però quella è un’altra cosa. Non voglio dilungarmi ancora su come la frutta vada a male perche non è questo il tema centrale di questa trattazione. Perchè sto parlando di scadenze? Beh, perchè la prima traduzione che mi è sovvenuta per la parola inglese “due” è stata : scadenza.  In questo preciso momento dell’anno, tutti noi ci stiamo incontrando allegramente per studiare. Molti di noi hanno esami da dare in questi giorni, anche io ho cose da portare a termine, come il programma di italiano e di tutte le altre materie che dovrei aver fatto e invece è ancora incompleto. Entro Lunedì mi prefiggo di finire italiano, così almeno per la prima prova che sarà : AAAAAAAAAAAAAAAHHHHH MARTEDI’!!!!! Onguno ha il proprio dovere, come Ash deve catturare tutti i Pokèmon, come Super Mario deve salevare Peach, così noi cciovani studenti dobbiamo studiare per acculturarci e costruire un futuro che sia ben due volte migliore di quello che ci si prospetta!!  Beh, mi fermo qui perchè devo portare a termine le mie scadenze…..

CHE LA FORZA SIA CON NOI!!

In bocca al lupo a tutti noi!

Il post precedente

postato il 11 Giu 2010 in Main thread
da Iroquis`

mi ha fatto venire in mente un aspetto del Due che non avevo considerato.

Traccia numero due

postato il 11 Giu 2010 in Main thread
da VaMina

L’argomento del mese, il già discusso “Due”, mi riporta alla mente una cosa misteriosa  che notai (o che mi si fece notare, non ricordo) al ginnasio: la traccia numero due dei cd è spesso – non abbastanza da costituire una regola, ma abbastanza spesso perchè ci debba essere una sorta di motivo- il singolo dell’album stesso, e se ci sono più singoli, in genere è il primo che esce. Inoltre, questa cosa è molto più frequente negli album dei gruppi o degli artisti recenti, mentre ho notato che prima si tendeva a posizionare il singolo verso la fine, cosa che sembra avere molto più senso, dato che costringe a sentire tutto il cd prima di trovare la canzone che già si conosce! Ci sarà un motivo per tutto questo?

Ah, non penso che qualcuno si metterà a cercare, ma dato che ho detto che NON è una regola, è inutile scrivere cose tipo : “ma asabasà degli asabasà è la prima”  e cose simili…in realtà è solo strano che spesso sia proprio la seconda traccia, perchè dimostra che non è una cosa casuale,  e quindi quali meccanismi regolano la disposizione del singolo?

Io continuo a considerarlo un piccolo mistero che forse interessa solo me, e concludo questo post con un eloquente elenco di singoli che sono la seconda traccia del loro album (per evitare commenti sul fatto che siano gli schifosi gruppi indie che ascolto, ho cercato anche cose più commerciali):

I bet that you look good on the dancefloor, Arctic Monkeys, Whatever people say I am, that’s what  I’m not

Dreams, Cranberries, Everybody else is doing it, so why can’t we?

Salvation, Cranberries, To the faithful departed

Analyse, Cranberries, Wake up and smell the coffee

Dancing Queen, ABBA, Arrival

Take a chance on me, ABBA, The Album

Voulez Vous, ABBA, Voulez vous

The winner takes it all, ABBA, Souper Trouper

Rock this party, Bob Sinclair, Soundz of freedom

Are you gonna be my girl, Jet, Get Born

I kissed a girl, Katy Perry, One of the Boys

This love, Maroon five, This love

Makes me wonder, Maroon five, It Won’t Be Soon Before Long

Infra red, Placebo, Meds

Boom Boom Boom, Vengaboys, The party album!

(Se l’elenco è noioso a leggersi, è noioso anche a scriversi)

Ho sottolineato il fatto che alcuni gruppi ripetessero lo schema in più album.

Sì , il mio interessantissimo argomento sul due era questo, ma anche se sopra ho scritto che l’elenco sarebbe stato la conclusione, non si può finire un post sul due senza un secondo argomento sul due, ma sarà breve.

C’è un altro mistero sul due, ovvero che il mio computer si è bloccato ben due volte mentre scrivevo questo post, e ho dovuto per due volte spegnere e riaccendere il mio computer, e ricominciare da capo.

ZAN ZAAN

Ora ho finito.

No, ORA ho finito.

Due palle cosi’.

postato il 11 Giu 2010 in Main thread
da Nigredo

Poiché mi annoio di scrivere tanto, e mi annoio anche di leggere i post lunghi, vi farò (e mi farò) la grazia di essere laconico, e sentenziare alla mia maniera sul maestoso argomento del mese.

Due. Palle. Ma anche due zampe. E, a tale proposito, quello delle due zampe proprie dei bipedi, concludo con questo.

Non tutti sanno che..

postato il 11 Giu 2010 in Main thread
da Iroquis`

..non c’è due senza tre. E mi sembra inaccettabile che i miei esimi colleghi non abbiano avuto il coraggio di analizzare questa poco conosciuta verità. Ma passando ad altro, quali sono le peculiarità di questi due (!!!) numeri che non possono che coesistere in questo mondo?
Indubbiamente, il tre ci sta più simpatico. Ma perché? Perché ci ricorda il Delta, ad esempio. Perché ci ricorda il triangolino che ci esalta. Perché è meglio del due che è un numero notoriamente femminile, come ci ricorda il sempre verde Pitagora. Perché ci ricorda i Litfiba, i Led Zeppelin, Troisi e la santissima Trinità. I tre piscioni che fanno qualcosa nelle classiche barzellette “C’è un tedesco, un francese e un napoletano..”. E soprattutto perché il Tre è il numero perfetto.

MA, per parcondicio, si dovrebbero analizzare anche le peculiarità del Due. E’ il primo numero pari, il primo numero primo, ci ricorda anch’egli i Led Zeppelin. Sul due si basa praticamente l’informatica, dal sistema binario alle unità di misura che si basano sulle potenze di due (andatelo a spiegare alle persone che usano le potenze di dieci per gli hard disk, magari). Ci ricorda gli attributi maschili e il fatto che i coglioni vanno sempre in coppia, e che sono pur sempre il doppio delle teste di cazzo. Il dualismo cartesiano.
Per carità, il Due ha dalla sua tutto un mondo di primati e record.
Ma è anche vero che i primi saranno gli ultimi, e che quindi il tre vince. Quindi vi lascio, e vi invito a riflettere col video in sovraimpressione.

 

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