Ed ora io domando tempo al Tempo…

postato il 14 Feb 2011 in Main thread
da Cerbs

…ed egli mi risponde: “Non ne ho!”

Ruota eterna ruota pesante

lenta nel tuo cigolio

stai schiacciando le mie ossa e la mia volontà 

Meccanismo fatto di croci

coi tuoi fantocci attaccati

che pendono dai tuoi raggi

e girano coi tuoi ingranaggi

va…

Va la ruota va

un colpo non lo perde mai

Cambia i volti non cambia niente

lo sperma vecchio dei padri

ho urlato forte la mia rabbia

ma agonizzo anch’io anch’io

Ah ruota gigante

perchè dunque mi fai pensare

se nel tuo girare

la mente poi mi frenerai

Va la ruota va

un colpo non lo perde mai

mai e va.

Questa canzone chiude uno dei più grandi dischi che l’umanità abbia mai saputo regalare a sè stessa, “Darwin” dei Banco del Mutuo Soccorso, 1972, coronando il percorso intellettuale che gli artisti compiono in quest’opera, affrontando i temi del tempo, del passato e dell’evoluzione. Io credo che questo brano sia molto suggestivo, e che sia una metafora sul tempo più esplicativa ed immaginifica di tante altre.

Questa è la copertina:

Il pianto di Zambo

postato il 14 Set 2010 in Cazzi e mazzi personali
da VaMina

Dopo aver parlato, nella sezione apposita, de “La famiglia dei gobbon”, ho deciso di rallegrarvi con un’altra canzone presa dal repertorio della mia genitrice. Anche questa, come quella sulla felice famiglia dove nascono veramente tutti gobbi, mi veniva cantata prima di fare la nanna. Ho scoperto, cercandone il testo, che mia madre, com’è sua abitudine, l’aveva cambiato praticamente tutto  (abitudine che aveva mia nonna e che ha causato a sua figlia tristi vicende, ma questa è un’altra storia). Tuttavia, la sostanza, sfortunatamente, è la stessa. Spero che leggendola non biasimerete troppo la mia mamma, che, giudicandola divertente, e probabilmente pensando che io non capissi nulla (e aveva ragione, infatti mi sono accorta dello scempio anni dopo), pensava fosse adatta a una bambina di circa cinque anni. Ad alcuni di voi già l’ho cantata, ma vi farà certo (CERTO) solo piacere rileggerla. Ovviamente scriverò la versione che mi cantava lei. Eccola qui:

Tucul è una capanna dove Zambo fa la nanna,
Tucul è un antro nero dove si entra dal didietro,
Non c’è sede non c’è letto per il povero negretto,
L’uccellino fa cucù all’ingresso del tuculala tuculala, tucultucultulero.

Una sera a Mozambico si è  fatto male al grosso dito,
Sopraggiunta infezione, necessaria amputazione,
La negretta dice a Zambo non ti voglio senza gambo,
Non ti far vedere più all’ingresso del tuculala tuculala tucultucultulero.

Tradito dall’amata Zambo si allea alla quinta armata,
Tra bombe e mitraglie Zambo scende in Italia,
Là le donne sono belle sol se chiedon caramelle,
Ma se chiedono di più Zambo le manda a fan Tuculala tuculala tucul tucultulero!

La famiglia dei gobbon

postato il 2 Set 2010 in Main thread
da VaMina

Questo nuovo argomento è per me di grande ispirazione, perchè mi ricorda una bellissima e dolcissima canzone popolare triestina che mia madre mi cantava da bambina, causandomi gravi turbe infantili. Ad.6 la ricorderà(spero con piacere), dal momento che tempo fa provammo a ricostruirne il testo originale, ma con poco successo, perchè le versioni sono molte e controverse.

Così è come me la cantava quella santa donna di mia madre:

Gobbo suo padre, gobba sua madre
gobba la figlia della sorella
era gobba anche quella…
era gobba anche quella.
Gobbo suo padre, gobba sua madre
gobba la figlia della sorella
era gobba anche quella
la famiglia dei gobbon.

E dopo nove mesi, è nato un bel bambino
anche lui col suo gobbino
anche lui col suo gobbino.

E dopo nove mesi, è nato un bel bambino
anche lui col suo gobbino, la famiglia dei gobbon!

E questo è il testo completo di questa versione della canzone, ovviamente in italiano e  non in triestino, il suo dialetto originale:

Un gobbo ed una gobba, all’età di novant’anni
per por fine ai loro affanni
per por fine ai loro affanni.
Un gobbo ed una gobba, all’età di novant’anni
per por fine ai loro affanni
si decisero a sposar.
Gobbo suo padre, gobba sua madre
gobba la figlia della sorella
era gobba anche quella…
era gobba anche quella.
Gobbo suo padre, gobba sua madre
gobba la figlia della sorella
era gobba anche quella
la famiglia dei gobbon.

E celebra le nozze, il canonico Don Piero
con la gobba fatta a pero…
con la gobba fatta a pero.
E scrive sul registro, di Don Piero il segretario….
con la gobba a dromedario
la famiglia dei gobbon.

Gobbo suo padre, gobba sua madre
gobba la figlia della sorella
era gobba anche quella
la famiglia dei gobbon.

E il dì del matrimonio, c’eran pure i suonatori
co la gobba anche loro
co la gobba anche loro.
E il dì del matrimonio, c’eran pure i suonatori
co la gobba anche loro
la famiglia dei gobbon.

Gobbo suo padre, gobba sua madre
gobba la figlia della sorella
era gobba anche quella
la famiglia dei gobbon.

E dopo nove mesi, è nato un bel bambino
anche lui col suo gobbino
anche lui col suo gobbino.
E dopo quattro anni, è nato pure Pietro…
con la gobba sul didietro
la famiglia dei gobbon.

Gobbo suo padre, gobba sua madre
gobba la figlia della sorella
era gobba anche quella
la famiglia dei gobbon.

Come potete notare, mia madre la conosceva in modo lacunoso, cosa che da un lato è un bene, perchè forse tutto il testo avrebbe avuto il potere di uccidermi, dall’altro un male, perchè perde anche quel poco di senso che avrebbe in realtà.

L’Ora del Campari

postato il 14 Lug 2010 in Senza categoria
da ad.6

Una valida canzone d’altri tempi, possiamo dire, che però molti disprezzano ed apprezzano senza ragionevole motivo. Notare, tra l’altro, la parte che fa “a gioir ciascuno appella”!

Quando al fine d’un giorno noioso
La gaiezza risorge nel cuor
Cerca ognuno il perché prodigioso
E domanda con grande stupor
Donde viene questa gioia verace
Ogni crisi finita è davver
Forse al mondo ritorna la pace,
No, credete, è un motivo più ver
Se d’affanni e di malanni, non si sente più novella
Se ciascun sorride lieto e la vita trova bella
Se ragione misteriosa a gioir ciascuno appella
Questa è l’ora senza pari, questa è l’ora del campari
Brilla il sole nel cielo in festa
O di pioggia si inondi il terren
A quest’ora nel cuore si ridesta
Il pensiero che tutto va bene
Poi che la gioia calda e vermiglia
E il sol ci rifiuta calor
Campari l’ha chiusa in bottiglia
Onde tutti ripetono in cor
Se d’affanni e di malanni, non si sente più novella
Se ciascun sorride lieto e la vita trova bella
Se ragione misteriosa a gioir ciascuno appella
Questa è l’ora senza pari, questa è l’ora del Campari
Quando gli stranieri in carovana
Dalle brume di nordico suol
Ripercorron la terra italiana
Nel tepore dell’italo sol
Ammiran sui colli di Roma
Nuove glorie ed eterno splendor
Ma lasciando bei fiori la Roma
Con rimpianto ripeton tra lor
Se d’affanni e di malanni, non si sente più novella
Se ciascun sorride lieto e la vita trova bella
Se ragione misteriosa a gioir ciascuno appella
Questa è l’ora senza pari, questa è l’ora del Campari!


Traccia numero due

postato il 11 Giu 2010 in Main thread
da VaMina

L’argomento del mese, il già discusso “Due”, mi riporta alla mente una cosa misteriosa  che notai (o che mi si fece notare, non ricordo) al ginnasio: la traccia numero due dei cd è spesso – non abbastanza da costituire una regola, ma abbastanza spesso perchè ci debba essere una sorta di motivo- il singolo dell’album stesso, e se ci sono più singoli, in genere è il primo che esce. Inoltre, questa cosa è molto più frequente negli album dei gruppi o degli artisti recenti, mentre ho notato che prima si tendeva a posizionare il singolo verso la fine, cosa che sembra avere molto più senso, dato che costringe a sentire tutto il cd prima di trovare la canzone che già si conosce! Ci sarà un motivo per tutto questo?

Ah, non penso che qualcuno si metterà a cercare, ma dato che ho detto che NON è una regola, è inutile scrivere cose tipo : “ma asabasà degli asabasà è la prima”  e cose simili…in realtà è solo strano che spesso sia proprio la seconda traccia, perchè dimostra che non è una cosa casuale,  e quindi quali meccanismi regolano la disposizione del singolo?

Io continuo a considerarlo un piccolo mistero che forse interessa solo me, e concludo questo post con un eloquente elenco di singoli che sono la seconda traccia del loro album (per evitare commenti sul fatto che siano gli schifosi gruppi indie che ascolto, ho cercato anche cose più commerciali):

I bet that you look good on the dancefloor, Arctic Monkeys, Whatever people say I am, that’s what  I’m not

Dreams, Cranberries, Everybody else is doing it, so why can’t we?

Salvation, Cranberries, To the faithful departed

Analyse, Cranberries, Wake up and smell the coffee

Dancing Queen, ABBA, Arrival

Take a chance on me, ABBA, The Album

Voulez Vous, ABBA, Voulez vous

The winner takes it all, ABBA, Souper Trouper

Rock this party, Bob Sinclair, Soundz of freedom

Are you gonna be my girl, Jet, Get Born

I kissed a girl, Katy Perry, One of the Boys

This love, Maroon five, This love

Makes me wonder, Maroon five, It Won’t Be Soon Before Long

Infra red, Placebo, Meds

Boom Boom Boom, Vengaboys, The party album!

(Se l’elenco è noioso a leggersi, è noioso anche a scriversi)

Ho sottolineato il fatto che alcuni gruppi ripetessero lo schema in più album.

Sì , il mio interessantissimo argomento sul due era questo, ma anche se sopra ho scritto che l’elenco sarebbe stato la conclusione, non si può finire un post sul due senza un secondo argomento sul due, ma sarà breve.

C’è un altro mistero sul due, ovvero che il mio computer si è bloccato ben due volte mentre scrivevo questo post, e ho dovuto per due volte spegnere e riaccendere il mio computer, e ricominciare da capo.

ZAN ZAAN

Ora ho finito.

No, ORA ho finito.

 

Fatal error: Class 'AV\Telemetry\Error_Handler' not found in /membri/.dummy/apps/wordpress/wp-content/plugins/altervista/early.php on line 188