Della morte, della fine e dell’eternità

postato il 6 Lug 2012 in Main thread
da ad.6

[La fine è un argomento troppo bello per essere ignorato e quindi non lo farò. Questo sarà un discorso probabilmente disomogeneo sulla morte, sulla mia morte e sulla fine più in generale]

Nella nostra vita la morte è il momento critico per eccellenza. L’atto della nascita è infatti un processo graduale della non-vita verso la vita, senza che in effetti si possa ben distinguere dove finisce l’una e comincia l’altra. Ma la morte no, perché un attimo prima tutto funzionava (abbastanza), il cuore batteva e l’organismo si nutriva e un attimo dopo non più. E qui è la drasticità.
Altro aspetto è il nulla. O anche il passaggio dall'”io” al “…”. Questa è una cosa che va oltre la paura dell’ignoto, della paura del buio, dell’horror vacui: sono tutti casi in cui non tutto è ignoto, non tutto è oscuro, non tutto è vuoto, visto che permane la certezza di essere comunque presenti; no, è la paura del nulla cognitivo Berkleyiano, del fatto che il mondo scompaia perché siamo scomparsi noi, del fatto che venga meno la percezione che abbiamo di noi stessi. Questa è costante negli anni e, nonostante la nostra “coscienza” nel rinnovsrsi muoia e rinasca continuamente ed impercettibilmente, non ne siamo mai sprovvisti tanto da chiamarla “io”.
E proprio di questo sono convinto (nel limite del ragionevole dubbio), ossia del fatto che questo nostro Io, questa nostra coscienza non sia altro che il “sentire di sentire”, la percezione di percepire o il senso dei sensi. Non solo siamo infatti in grado di vedere, ma possiamo anche sentire che gli occhi stanno vedendo, il che porta ad un livello di consapevolezza che altri animali non hanno. Tuttavia questo conduce all’identificazione di questo nostro senso dei sensi, del fascio di sensazioni che il singolo organismo prova, con qualcosa di indefinibile e pieno di arroganti pretese metafisiche che chiamiamo “Io”. Il linguaggio non aiuta, ma dico: Io non credo di esistere. Non credo che quello che da sempre chiamo “io” esista veramente come un’entità autonoma. Più che altro sarebbe “l’ente che scrive alla tastiera è un corpo che agisce in maniera causale e probabilistica secondo meccanismi che gli permettono di percepire il mondo e di percepire la proprie percezioni”.
Detto questo, viene sminuito il concetto di “Io” ed affossata la domanda “cosa rimarrà di me?”.
Gente mi ha chiesto: “Ma allora cosa sono io?”. E bene o male questa è stata la risposta che ho dato, il che ha se non altro il pregio (a mio parere) di eliminare quell’incertezza che porta alla formulazione di risposte metafisiche più o meno inaccettabili. “Chi pensi di essere in realtà non esiste, è un’illusione, la materializzazione di processi percettivi e cognitivi”. L’io, come l’anima, sono materializzazioni.
È chiaro, in quest’ottica, che nulla sopravvive al corpo, il che, certo, non porta alcun conforto.
Tuttavia, arrivando a me, sento particolarmente mio e particolarmente vero (fino a una disperata prova contraria) il concetto biblico di “Vanitas vanitatum et omnia vanitas”, in chiave olistica. Devo morire e scomparire nel nulla, prima o dopo non fa una reale differenza, per ME. E se deve accadere prima i “perché” e i “se” non avranno senso. Davanti alla morte spererò, come spero, di continuare a vivere più a lungo possibile, perché così è fatto l’uomo e in tal senso agiscono gli animali in generale, ma mi aspetto di affrontare la cosa ragionevolmente. Molto. In un certo senso sono curioso di vedere come affronterò la morte, senza per questo essere impaziente. C’è tempo, quale che sia.

Concludo con qualche riflessione sulla fine.
Trovo la fine una cosa confortevole ed accogliente, orripilante e terribile. I miei incubi più ricorrenti erano esattamente questo: un continuo finire. Il contrasto, proprio degli incubi, mi dava un grande senso di angoscia e di terrore. Continuo a fare quei sogni, ma adesso li trovo solamente affascinanti e sgradevoli. La questione è che la fine è un suggerimento, un cenno, ma non fa parte del nostro mondo cognitivo. Nello spazio possiamo andare sempre oltre e quando non possiamo sappiamo di potere, oltre i limiti che riusciamo ad immaginare, se ci riusciamo; nel tempo conosciamo solo un inizio (il nostro primo ricordo, casomai) e in verità nemmeno quello, ma la fine non esiste, perché non la sperimenteremo mai. Tra le domande più frequenti dei bambini, oltre al classico “perché?” c’è l’ugualmente frequente “e poi?”. Non sappiamo bene cosa sia la fine, lo intuiamo, e la paura per ciò che termina è la stessa che abbiamo verso ciò che non conosciamo.
“E poi cosa ci sarà? C’è sempre qualcosa, dopo!”.
Però, passando al lato personale della questione, sono spaventato più dalla non-fine che dalla fine. Siamo esseri finiti e mortali e l’infinito (fattuale) ci è estraneo quasi quanto il nulla. L’unico modo di vivere una vita infinita credo sarebbe quella di viverla “finita a blocchi”, cioè vivendo cent’anni come cent’anni su cento e non come parte di un’eternità. Quello sarebbe veramente spaventoso, difficilmente sopportabile e in definitiva, dopo tantissimo tempo (che è sempre niente rispetto all’eternità), insostenibile.

Post poco connesso e senza sforzi di un uomo molto assonnato

postato il 1 Apr 2012 in Main thread
da ad.6

Ore 5:18. Una cosa è certa: ho molto sonno. Direi che è uno status di vita, ma ora ne ho un po’ di più. Certo, me ne è venuto anche oggi, in auto, mentre andavamo con una tale onorevole parlamentare di sinistra a mangiare una pizza a Torre del Greco (credo) assieme ad un giovane prete che ha, fondamentalmente, sposato una prostituta (avventura positiva e commovente che non si può ridurre a questo), ma non potevo dormire. In effetti è brutto quando hai sonno e non puoi dormire, perché inizi a sconnettere, a vedere cose che si muovono, lampi qui e lì, esseri, essenzialmente a fallire tanto in più campi. La cosa dev’essere anche associata al fatto che di solito quando non dormo per tanto, tanto tempo succede che sto sveglio stancandomi in modi disparati, che spesso implicano me che giro su me stesso, più o meno vorticosamente. Davvero. Poi dicono “Nec in sommo quies” (citazioni dal dipartimento) ed è chiaro cosa vogliono dire (tanto più che l’immagine è corredata di una testa cubista o forse futurista con pensieri e ingranaggi e cose che le volano fuori, almeno credo), ma è proprio la quiete che cerchiamo nel sonno. Tanta quiete. Ma, ecco, cosa cerchiamo nel sonno? O, anche, cosa cerchiamo col sonno? Wikipedia darà una risposta concreta a questa domanda che nulla ha a che vedere con i nostri bisogni di risposte ai “perché” e ai “per come”.
Quindi metto qui qualche simpatica lista.

Italiano:
Bruxismo
Clinofobia
Sonnambulismo
Dissonnie
Insonnia
malattia del sonno o Tripanosomiasi africana
Sonnofilia parafilia sessuale riguardante il sonno
Polisonnografia
Shift work sleep disorder
Narcolessia

Inglese:
Cortisol awakening response
Microsleep
Morvan’s syndrome
National Sleep Foundation
Polyphasic sleep
Power nap
Sleep architecture
Sleep disorder
Sleep medicine
Somnology
Sudden infant death syndrome
Sudden unexpected death syndrome

Tedesco:
La pagina web non è disponibile

Ok. Mi è saltata la linea (ho provato, ma non risponde più niente). Peccato, perché stavo per entrare nel vivo, tra giapponese e islandese! Però questa è un’occasione ottima, che non posso perdere. Infatti questo è l’insegnamento migliore di oggi: anche questo è il sonno, ovvero perdere la voglia di vivere. La connessione ad internet (ma proprio la connessione generalizzata al sistema di input output biologico) è la vita ed io ho talmente tanto sonno che mi sto lasciando andare verso la non-vita, la non connessione. E non importa più niente. Sì, casomai lo faccio perché per vivere bisogna anche dormire e lo so (e, soprattutto, lo so a livello primordiale, “rettile” – immagino che la suddivisione tra rettile, mammifero e corteccia, inculcatami forse da Esplorando il Corpo Umano™, sia ormai superata, negata, denigrata, sempre che non lo fosse già al tempo -), ma però è anche un lasciarsi scivolare. Viene un po’ in mente, insomma, il “Resta sveglio! Resta sveglio! Manca poco! Non addormentarti!” degli scalatori agli amici morenti chi sa per quali dolorose ragioni tra le nevi eterne. I morituri (perché, sì, moriranno) hanno poche forze, sono stanchi e un po’ vorrebbero non pensare e non soffrire, un altro po’ vorrebbero usare quella panacea che è il sonno, lodassimo da chiunque. Credo che lo dicesse anche Rose a Leonardo Wilhelm DiCaprio (sì, certo, a lui, non a Jack).
Il che, d’altronde, fa pensare ad una curiosa analogia. Il sonno come gemello della morte, il sonno come cura e la morte come cura… Ok, detto così non sembra un’analogia molto solida, ma fino ad un attimo fa avevo in mente una cosa migliore, che in una serie di passaggi simpatici arrivava alla domanda “e allora la morte può essere una cura alla vita?”, che poi è un concetto che ha le sue radici nella concezione della vita come breve passaggio tra la morte e la morte, qualunque cosa sia (che poi, ancora una volta, è un modo per fantasticare sul nulla). Ma è tutto lasciato qui, tutto di getto, niente viene pensato due volte, perché altrimenti verrebbe sofisticata l’azione del sonno.
Compresa nella suddetta azione è anche l’improvvisa decisione che niente ha più importanza del mio sonno adesso, per cui, visto che il mondo continua ad essere disconnesso da me, credo che risponderò a tono disconnettendomi anch’io per un po’. Domani (ovvero almeno tra tre o quattro ore) copierò e incollerò il tutto as it is.
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Azione disperata

postato il 17 Nov 2011 in Main thread
da Vobby

Si intende spesso l’espressione “azione disperata” come sinonimo di “azione certamente fallimentare”. Significa che non ci sono speranze di vittoria, che moriremo tutti, che la situazione che abbiamo di fronte è tale per cui non sono possibili esiti positivi.

Si riporti la disperazione dove le compete, cioè nella testa degli agenti: l’azione è disperata perchè loro sanno di non poter vincere. Cioè non hanno speranza di vittoria, non nel senso di possibilità oggettiva di vincere, bensì di situazione soggettiva di sperarlo.

Se l’azione in questione è davvero certamente fallimentare, allora la disperazione è lo spirito giusto! Questo perchè gli speranzosi davanti a un fallimento assicurato sono scemi prima e delusi dopo.

Forse cominciate a intravedere l’illusorio ossimoro che a me è sembrato di cogliere…

Il fatto che l’azione sia disperata, in quanto è azione, presuppone che si vada avanti lo stesso. E non che si provi lo stesso a vincere perchè l’azione è, dicevamo, disperata. Perciò si capisce che l’agire disperato è preceduto da una lucida analisi della realtà in base alla quale si è capito che non si potrà riuscire nei propri intenti e, soprattutto, da una motivazione per la quale si agisce comunque. Quindi, cosa è successo? Gli intenti, che altro non sono se non una costruzione mentale, una speranza (!), sono stati brutalmente uccisi dallo studio della situazione in cui ci si trova ad operare,per venire subito sostituiti dal contrario della speranza, la disperazione (!). Quindi, disperatamente, si abbassa il tiro: non posso realizzare i miei sogni, ma le motivazioni ideali per cui volevo realizzarli sono ancora valide, perciò non mi resta altro da fare che realizzare qualcosa di meno. E’ importante, perchè quel meno è l’unica cosa che poteva essere realizzata! Meglio scheggiare la dura roccia della realtà piuttosto che rompercisi inutilmente la testa contro!

L’agente disperato è un personaggio interessante: lui non prova a vincere tutto ma sa di vincere poco, perchè ha impiegato del tempo a capire come fare. Si trova in un mondo a lui ostile, lo sa benissimo e in virtù di questa consapevolezza vi si muove con disinvoltura. E’ assolutamente lucido, ma per nulla cinico: è probabilmente mosso da nobilissimi scopi, che certamente non vedrà realizzati. Non gli importa, perchè vuole avvicinare ad essi il mondo, non sè stesso. Ha capito che l’unica via breve è quella lunga.

Si è detto dell’ostilità che circonda questo grande altruista: alla sua destra si trovano i suoi innumerevoli nemici, i cinici e i codardi, gli egoisti. Alla sua sinistra si dibatte invece la folta schiera degli stupidi, narcisisti idealisti, che pretendono di agire senza capire e che non sanno neppure cosa dicono e perchè fanno. Egli disprezza la loro inadeguatezza nel perseguire scopi che spesso condivide. Li mette continuamente al muro con le sue superiori argomentazioni, venendo a sua volta accusato di apatia e conservatorismo da chi, fornendo nient’altro che scuse alla violenza della reazione, sta inconsapevolmente danneggiando la causa.

In ultima istanza, odia le sue stesse mancanze: ignoranza e debolezza. Allenamento e studio sono le sue principali occupazioni.

In morte di Socrate

postato il 8 Set 2011 in Cazzi e mazzi personali
da Vobby

(Socrate è stato condannato a morte; i suoi discepoli sono disperati, e decidono di riunirsi intorno a lui per ascoltare le sue ultime parole, già rassegnati all’idea che il loro maestro rifiuterà la fuga. Una nostra vecchia conoscenza, Eumolpo, si reca per primo dal nostro pederasta preferito, certo che la sua compagnia lo avrebbe confortato in queste difficili ore.)

-Socrate: (nell’atto di posare un bicchiere dopo averne bevuto il contenuto in solo sorso) “hic”.
-Eumolpo: Maestro! Padre spirituale di noi tutti! Hai già assunto il veleno mortale, senza bisogno di conforto alcuno?!? Quanta forza d’animo! Che coraggio!
-S: Ma che cazzo dici, pezzo d’idiota! Sto tracannando vino, altro che veleno! La cicuta è in quel bicchiere all’angolo del tavolo, ma -hic- ho cambiato idea, non la berrò per nessun motivo al mondo!
-E: L’ebbrezza deve aver offuscato la tua mente, oppure stai scherzando! Metti fine alle tue sofferenze, maestro, e alle pene di chi ti ama! Vuota in fretta l’amaro calice!
-S: Ma di che sofferenze parli, cretino! Su, scoliamoci insieme quest’altra bottiglia di buon vino, prima che io scappi.
-E: Hai davvero cambiato idea allora, o Socrate? Fuggirai da Atene come di avevamo suggerito? Questo mi rende felice, ma anche confuso..
-S: E certo che fuggo! Solo un coglione resterebbe qui a farsi ammazzare da qualche boia fetente, servo di uno stato corrotto. Nè mi sembra più saggio uccidersi con la cicuta, quando potrei trascorrere un’altra decina d’anni in compagnia di teneri fanciulli e dolce nettare! Ah!
-E: Ma… Maestro, io… noi credevamo che tu avessi scelto di accettare la sentenza del Tribunale, che tu desiderassi morire pur di insegnare a noi e ai posteri il rispetto per la Legge, la deferenza nei confronti dell’autorità, verso le istituzioni di questa Repubblica… perché adesso parli di corruzione dello Stato? La Democrazia è il sistema di governo migliore mai creato! Davvero, non capisco..
-S: E allora bevi, che “in vino veritas”, come diranno i futuri! E metti da parte questo tono solenne, queste parole altisonanti, e soprattutto quelle maledette maiuscole! Ora basta. So cosa vi ho detto. Ho parlato molto, troppo, senza davvero comprendere il senso dei miei stessi insegnamenti. Ma ho fatto bene a bere, in questo momento che poteva essermi fatale! Ho capito qualcosa, ho visto le cose con più -hic-, con più chiarezza! E’ tutto sbagliato, Eumolpo, tutto falso. Questa notte fuggirò, adorato allievo, perchè ho smesso di vedere la giustizia in questo stato che troppi si ostinano a chiamare giusto!
-E: Ma cosa dici, Socrate! Questa è la Democrazia! E’ lo Stato giusto per eccellenza, il governo di tutti!
-S: Ora mi stai facendo girare le palle, Eumolpo! Bevi, che ne hai bisogno. Questo tuo stato così giusto mi vuole morto, te ne sei già dimenticato? Smettila, dimentica quello che ti hanno insegnato, scordati delle mie stesse parole, ma ascoltami ora! “Il governo di tutti” non è altro che il governo dei demoi, dei gruppuscoli d’interesse, non sono altro che delle schifose lobby! Fanno finta che ci sia una reale competizione per il potere, loro, quella maledetta accozzaglia di mercanti e usurai, assumono il comando dello stato e lo usano per fare ancora più soldi! La feroce conquista dell’Eubea, i furti della lega delio-attica (non merita maiuscole!)… Questi scempi, tali vergognose macchie sulla storia della città, credi che abbiano almeno servito gli interessi di tutti gli ateniesi? Col cazzo! Affogano nel lusso questi bastardi, nello sperpero e nella speculazione* di risorse pubbliche! Li vedi con le loro triremi e quinqueremi, a farsi i giretti del Pireo, mentre il popolo, quello vero, e i meteci, nati stranieri, vivono di stenti e lavorano per loro, senza avere alcun diritto..
-E: Ma cosa vai dicendo, Socrate! Il popolo intero vota, e i meteci non sono cittadini, sono stranieri, appunto, è giusto che non prendano parte alle decisioni politiche!
-S: Ancora a parlare di giustizia, e di giustizia in questa politica??? Continua a bere, deficiente! E fai attenzione: certo che gli stranieri non sono cittadini, le nostre leggi sulla cittadinanza fanno rivoltare lo stomaco! Ci piace, anzi piace a loro, agli stronzi pieni di dracme, farli lavorare come muli, questi poveracci.. per quante altre generazioni dovranno spalare la merda dalle strade, prima di cominciare a votare?!?
-E: Ma -hic- è vero ma… E’ la volontà popolare, ti ripeto, -hic- no?
-S: Certo che no! Quale volontà? Branco di pecore, questo è diventato il popolo sovrano, o forse lo è sempre stato! Sono convinti di discutere e di informarsi, nell’agorà, e invece stanno lì a farsi rincoglionire e manipolare da qualche sofista prezzolato, maledetti linguivendoli!
-E: Sì! Che merda i sofi..-hic-, i sofisti! Questo lo abbiamo sempre detto!
-S: Ma non solo loro: ogni rito cittadino, ogni festa, ognuna di queste cazzate non serve ad altro che a irregimentare, a far marciare in fila, col passo dell’oca, senza nemmeno saperlo, questo maledetto popolo di servi…!
-E:…Anche la tragedia?
-S: Anche la tragedia! Serve solo a confondere e distrarre chi dovrebbe decidere i destini della polis!
-E: Ma la funzione -hic, la funzione educativa…
-S: Puah! Eschilo aveva qualcosa da insegnare, e forse anche Sofocle! Ma che affoghi nell’Acheronte la nuova generazione di tragediografi, Euripide coi suoi degni compari! “Oh, poveri i figli di Medea! O che miserie le piccole Troiane!” Di questo piange il “popolo sovrano”, quando dovrebbe governare! Puah! Psicodrammi adolescenziali senza il minimo spessore, privi di qualsivoglia messaggio politico!
-E: Sì… Sì! Hai ragione maestro! Hic! Finalmente anche io ci vedo chiaro!
-S: (Ormai completamente sbronzo ed euforico) Bravo, mio dolce discepolo! Il vino ha dissipato le nubi anche dalla tua mente! Hai capito finalmente le bugie che si annidano dietro…
(Entra Platone)
…il rispetto delle leggi, la deferenza verso l’autorità, la dignità delle istituzioni! Forza ora, alla goccia!
-E: Sì!
(Bevono felici, senza capirci proprio più un cazzo)
(Eumolpo scompare sotto il tavolo, definitivamente ciucco)
-Platone: Socrate, Maestro, Padre Nostro! Quanta gioia mi dà la possibilità di assistere al tuo ultimo, supremo gesto di coerenza, saggezza e coraggio!
-S: Ma cosa dici Platone, questo è… (guarda il bicchiere che ha in mano. Inorridisce) MA PORCACCIA EUROPA INCULATA DA ZEUS-TORO!
-P: Sì, così! Bestemmia queste divinità false e bugiarde!
-S: Ma va’ a farti fott.. argh..
(Cade a terra. Rantola, muore. Platone si sente particolarmente commosso. Eumolpo russa.)

Fine

*non manca mai, la speculazione.

Elenco

postato il 24 Giu 2011 in Main thread
da Azazello

Delle cose a cui, pur considerandole in qualche modo rilevanti, ho deciso di negare in modo pressoché totale la mia attenzione, almeno finché non dovesse esserci una svolta di entità tale da farmi cambiare idea forzatamente:

  • La questione mediorientale
  • Lo strapotere (e il relativo boicottaggio) delle grandi multinazionali
  • Il fatto che non vincerò mai il premio nobel
  • La possibilità che un asteroide colpisca la terra uccidendoci tutti
  • Il riscaldamento globale
  • La camorra
  • La condizione editoriale di Excel Saga
  • La discografia dei Modena City Ramblers
  • La morte (sperando di riuscire a mantenere il proposito)
  • L’impatto della situazione giapponese sulla sanità mondiale
  • La continua comparsa di ceppi batterici cattivissimi resistenti a qualsiasi cosa
  • Il totale controllo che Facebook ha sui miei dati personali
  • La Cina
  • I Genesis
  • Qualsiasi cosa abbia a che fare con l’universo di .hack
  • La discriminazione sessuale
  • Anatomia II
  • Le 10 pagine sulle sinapsi del mio (indegno) libro di istologia
  • La pericolosa curvatura che assume la mia schiena ogni volta che uso il pc sul divano poggiandomi sul bracciolo destro
  • L’improbabilità che Guccini scriva altre canzoni prima di morire

La lista ovviamente è in continuo aggiornamento. Ma visto che ci sono voglio elencarvi anche una piccola frazione delle cose che prima erano sulla lista e che recentemente sono tornate tra le mie preoccupazioni grazie a/per colpa di una svolta nella loro (o nella mia) condizione:

  • Le condizioni fisiche del mio computer
  • L’imprescindibilità dello studio come mezzo per l’acquisizione di conoscenze atte al superamento di esami
  • La mia condizione atletica
  • I Green Day
  • Halo

Sperando di avervi ispirato, vi auguro una buona notte. Anche se doveste leggere questo post di mattina.

Mai così in basso.

postato il 6 Apr 2011 in Senza categoria
da Vobby

Desidero che muoia, con tutto me stesso. Non me ne fotte niente se amato o odiato dalle folle o altre stronzate, deve solo sparire, lasciando dietro quei pochi litri di sangue sintetico pieno di viagra che gli scorre in corpo. Voglio gridare i versi di Alceo..

http://tv.repubblica.it/copertina/il-lato-b-della-mela-la-nuova-barzelletta-di-berlusconi/65420?video&ref=HRER1-1

Tempo: futuro. Modo: pessimo (Post sul tempo fuori tempo massimo).

postato il 17 Feb 2011 in Main thread
da Deluded Wiseman

Oggi pensavo di suicidarmi. Non perchè provi particolare disgusto per la mia vita o cose così, no. Più che altro, mi attirava l’idea di fottere il Futuro, questo gufaccio appollaiato sulle nostre fragili e leopardiane spalle,  già provate dall studio e, meno leopardianamente, dall’ingobbimento videoludico. Intendo, pensate a quanti sfizi e desideri giovanili sacrifichiamo sull’altare del fetido Futuro:

-“Ho X soldi, e voglio spenderli tutti per comprare una maschera da Darth Vader, e poi andare, così conciato, a vedere gli Airon Meiden @Vladivostok.”
“Ma come e poi come fai senza più soldi?”

-“Vorrei passare i giorni a giocare con i Lego, interrompendo solo per fare sesso e giocare ad Halo.Insieme.”
“E non studi?Non pensi al tuo futuro?” (qua c’è tanta roba: pensate solo a tutto quello che sacrificate allo studio!)

-“Ho sempre desiderato confessarmi sotto effetto di Lsd.”
” Eh, quella roba non ti si leva più dalla testa, per tutta la vita!”

-“Vorrei recapitare, di persona, un campione omaggio di sterco al mio Presidente del consiglio.”
“E che avvenire puoi aspettarti poi, con la fedina penale sporca di merda?”

Oh, ma che palle! Questo peso del domani incombente, che pretende di essere accudito e di dettar legge prima ancora di presentarsi! Come  un creaturo, prima ancora di cacciare la testa dalla vagina della madre già ha culle, passegini e menate varie! Che poi manco c’è qualcosa di assicurato, dopo tutti sti sforzi..finisce che rimani pure appeso.E allora vaffanculo, il tempo è ora, non domani: spendi, spandi, fatti, fotti, recapita sterco, investi in coriandoli di ghisa e po dopo un pò, falla finita. Come? perchè il suicidio? Bè effettivamente certe cose proprio non te le puoi permettere. A meno che tu non decida di farla finita dopo un certo numero di  giorni da leone che, com’è noto, valgono cento volte tanto gli equivalenti ovini. E poi, quando sarai ricercato, povero,  scomunicato, deperito nel corpo e nella mente(più per Halo che per l’Lsd, in verità), insomma quando sarai un uomo senza futuro, e avrai esaurito il tuo presente, zacchete, un bel piatto di barbiturici e, oplà! Ecco che il tuo funesto futuro, ormai assicurato, è solo un ricordo, per altro non tuo, visto che sei morto. Bello eh? Uno scambio equo: un incerto domani per un tangibile e festoso presente. Scherzi a parte, anche avendo aspirazioni, passioni, stile di vita più cristiani, è difficile, a meno che la vostra unica ragione di vita sia ciò che studiate, che possiate vivere  felici e spensierati per molto tempo..vivendo di meno, paradossalmente, potreste essere, in quel breve intervallo fra la fessa e la fossa,  più gai di Signorini.

Bene, e si può dire che questa è la mia malata visione del tempo: il presente viene rosicchiato e deturpato in nome di questo sasiccio oscuro che incombe, peraltro senza che qualunque cosa io faccia mi dia una qualche minima assicurazione sull’effettiva soddisfazione che ricaverò dal suddetto  sasiccio . Sono sicuro che se tutti si stabilisse, con calma e serenità, la data della propria morte,  più o meno distante nel tempo a seconda di quanto ci si vuole assumere qualche seppur minima responsabilità, si sarebbe tutti più felici.  La domanda sorge, ora spontanea. Che ci faccio ancora qui, invece di pariarmela in giro in vista del mio decesso,  che dovrei già aver programmato per il 5 maggio(la classe non è acqua)? Ci sono vari motivi, e se anche solo per una volta avete desiderato darvi al cazzeggio full-time, lo sapete anche voi perchè alla fine non lo si fa..per esempio, si potrebbe argomentare che la vita non è solo svago al cubo e felicità a buon mercato, ma anche cercare di raggiungere, a costo di ingenti sforzi, qualche obiettivo per..boh, ambizione, senso di responsabilità verso dio sa cosa, alti ideali, cose così. Poi c’è sta cosa che, incomprensibilmente, per quanto “domani è un altro giorno” suoni più che altro come una minaccia, per quanto tutto indichi che i millemila giorni  che ci aspettano siano non solo da pecora, ma a pecora, tutti ci ostiniamo a riporre insensate speranze nell’avvenire,  sacrificando buona fetta della nostra serenità psicofisica augurandoci di essere, un giorno, ripagati (Più o meno quando saremo vecchi e penseremo che ci siamo fatti il mazzo a tarallo quando eravamo vigorosi per polleggiarcela nel deperimento! Ok, scusate, era arrivato il momento “moralechegiustificalatuasofferenza”, la smetto di essere disfattista). C’è sta cosa di dover tirare dritto invece di sbattersene e vivere al momento. Che forse è pure giusto.  O forse è solo che sappiamo di non poter vivere a lungo spassandocela, e visto che non abbiamo le palle di farla finita ci rassegniamo!Eh? Può essere(potevo mica finire con la morale, scusate).

PS:non sono in grado di capire se questo post è degno o no. Ma credo che, per quanto banali, scrivere gli ultimi righi mi sia servito a trovare la grinta per studiare mille ore al giorno perlomeno fino a marzo. Quindi siatene comunque felici, perchè buttare giù sta merda ha preservato la mia sanità mentale.

L’incombere del Tempo.

postato il 3 Feb 2011 in Main thread
da Bread

Rimuginando sull’argomento del mese ho avuto una strana sensazione, più di una strana sensazione. Ansia, inquietudine e tante altre brutte cose. A dirla tutta il tempo non mi è mai piaciuto troppo. Può essere un argomento interessante, affascinante se esaminato sotto un profilo specifico; sia esso filosofico o scientifico. Si poterbbe discutere ore, giorni, mesi, anni..secoli.. e così via.. sul concetto di Tempo e sul suo significato.E’ appunto di questo che eviterò di parlare (dato che non ho secoli da perdere).Voglio parlare, invece, della sensazione che mi dà il tempo, di come mi fa sentire, di come io mi pongo nei confronti di esso. Come vi dicevo.. non mi è mai piaciuto particolarmente pensare al tempo,mi ha sempre messo ansia pensare che gli eventi si susseguono incessantemente, e che un momento una volta trascorso, è andato per sempre. Non c’è modo di farlo tornare, se non con la memoria; ma questa non fa altro che rammentare che ciò che è passato è passato. Mi dà inquietudine pensare che il tempo scorre inesorabile. E avete voglia a contraddirmi voi tenaci sostenitori delle teorie di Alberto, perchè tanto per me questa cosa è vera.. e basta. Credo che quest’inquietudine mi venga soprattutto dal fatto che c’è una scadenza; a tutto, alle azioni, ai pensieri, alla vita. Una scadenza in data da destinarsi.. potrebbe essere tra molti anni(si spera), o tra un mese, o anche tra un’ora(Dio me ne scampi). Non è angoscia della morte la mia; certo non faccio i salti di gioia all’idea di dover morire, ma ciò che mi inquieta nel profondo è dover invecchiare, e ( ecco che si arriva al cuore della mia angoscia) vivo nel terrore di invecchiare senza aver combinato niente di buono nella mia vita. Perché rendersi conto di non aver raggiunto nessun obiettivo quando si è ormai troppo vecchi per fare alcunché, sarebbe, a mio modestissimo giudizio, la più triste delle sorti per un essere umano.

Chiedo venia se ho tediato voi lettori con uno sfogo personale così triste ed aggiungo un paio di appunti al post
1) Prima ho scritto che c’è una scadenza a tutto azioni,vita, pensieri.In realtà c’è da dire che il pensiero in molti casi è l’unica cosa che resiste nel tempo, se ve ne è testimonianza; e questa è una bellissima.
2) Quel Dio me ne scampi era solo un modo di dire.. non credo che Dio possa salvarmi dal morire tra un’ora, né che esista un dio.
3) Per chi non mi conosce personalmente: non passo le mie giornate a tormentarmi pensando all’incedere del tempo.E’ solo che quando penso al tempo penso alle cose di cui sopra. Ci tenevo a precisarlo :°°D
4) Con i(le?) tags ho esagerato di proposito perché lo trovavo divertente
5) Si, lo so che 5 sono più di “un paio”

Stanno arrivando

postato il 5 Nov 2010 in Cazzi e mazzi personali
da Vobby

 Più di una. Non c’è scampo. Era inevitabile.

Panico

postato il 26 Lug 2010 in Cazzi e mazzi personali
da Vobby

Ero felicemente abbracciato a Roberta. Poi vado un secondo in bagno con la prospettiva di uscirci dopo poco, salutarla cn tanto amore e poi andare a casa. E’ andata esattamente così, ma è stato terrificante, orribile.

Dal bagno sento mirb che parla col padre, ma non capisco cosa si dicano. Quando esco, mirb mi dice che il padre deve andare a prendere Federica (la sorella di mirb) a piazza Amedeo, vicino a dove abito io, e mi chiede se voglio un passaggio. Comodissimo , penso io. Devo solo trascorrere dei tremendi 10 minuti di conversazione stentata e terrore puro a fianco alla persona che non vorreste mai avere vicino, il padre della vostra fidanzata. Accetto per non fare complimenti ridicoli che avrebbero aumentato l’astio che OVVIAMENTE ogni padre riserva al fidanzato della figlia.

Entriamo in macchina. Secondi di silenzio.

Poi parla: “allora…
AAAAAAHHHHH TI PREGO NON MI UCCIDERE NON COLPIRMI NON CON LA MANNAIA NON MANGIARMI DEVO SCAPPARE DEVO USCIRE COME CAZZO SI APRE QUESTO SPORTELLO
…voi quando partite?”
AAAAAAAH NON DOVEVO METTERE LA CINTURA SONO IN TRAPPOLA
“p-partiamo il 30”
DI’ QUALCOS’ALTRO IMBECILLE
“..e andiamo a Bruxelles, in Belgio
PERFETTO! ORA PENSERA’ CHE TU PENSI CHE LUI NON LO SAPESSE! BRAVO!
e da lì visitiamo Parigi, Amsterdam, poi andiamo in Normandia e alla fine restiamo 10 giorni in Bretagna”
“ah, quale posto della Bretagna?”
“siamo a San Filibert. Sul mare”
“ah, non l’abbiamo visitato, quel posto..”

silenzio

silenzio

tremo

in silenzio

“sai stronzetto, ho una pistola qui in tasca, sto per ucciderti.”
“come?”
“ho abitato per 6 anni vicino a dove abiti tu, sulla salita vicino al fioraio”
“ah, via Pontano alta?”
“non proprio… Sotto le scalette che portano a corso Vittorio Emanuele”
CIOE’ VIA PONTANO ALTA! COS’E’, IL TUO PIANO PER FARTI CONTRADDIRE E ASSASSINARMI CON LA SCUSA CHE AVEVO COMINCIATO IO A LITIGARE?
“ah, capito.”

silenzio

ci avviciniamo a casa

“ecco, abitavo proprio qui.”
MA QUI NON CI SONO SCALETTE! E’ UN PARCO PRIVATO! ANCORA CON IL TUO PIANO, EH?

arriviamo

“bè…
NON CREDERE DI AVERMI FOTTUTO! NON ABBASSERO’ LA GUARDIA! SO CHE VUOI UCCIDERMI! LO SO! MI SCOPO TUA FIGLIA, LO SO CHE LO SAI, E’ OVVIO CHE TU VOGLIA TRUCIDARMI! TI SUPPLICO, NON MUTILARMI PRIMA…
…va bene se ti lascio qui no? buonanotte.”
“si va benissimo, grazie.. buonanotte”

scendo

l’auto si allontana

aaaaaahhhhh, che gioia respirare!

 

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