Autore: Cerbs


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Ed ora io domando tempo al Tempo…

postato il 14 Feb 2011 in Main thread
da Cerbs

…ed egli mi risponde: “Non ne ho!”

Ruota eterna ruota pesante

lenta nel tuo cigolio

stai schiacciando le mie ossa e la mia volontà 

Meccanismo fatto di croci

coi tuoi fantocci attaccati

che pendono dai tuoi raggi

e girano coi tuoi ingranaggi

va…

Va la ruota va

un colpo non lo perde mai

Cambia i volti non cambia niente

lo sperma vecchio dei padri

ho urlato forte la mia rabbia

ma agonizzo anch’io anch’io

Ah ruota gigante

perchè dunque mi fai pensare

se nel tuo girare

la mente poi mi frenerai

Va la ruota va

un colpo non lo perde mai

mai e va.

Questa canzone chiude uno dei più grandi dischi che l’umanità abbia mai saputo regalare a sè stessa, “Darwin” dei Banco del Mutuo Soccorso, 1972, coronando il percorso intellettuale che gli artisti compiono in quest’opera, affrontando i temi del tempo, del passato e dell’evoluzione. Io credo che questo brano sia molto suggestivo, e che sia una metafora sul tempo più esplicativa ed immaginifica di tante altre.

Questa è la copertina:

Ma roba da matti, signor Giancarlo!

postato il 8 Feb 2011 in Senza categoria
da Cerbs

Dimenticavo il commento geniale si un tipo sotto:

“UN UOMO CHE SCEGLIE LA GLORIA ETERNA CONTRO I SOLDI!
Sauron000 4 mesi fa 15″

Un ritratto regale

postato il 14 Dic 2010 in Main thread
da Cerbs

Si tratta di un pregiatissimo pezzo, tratto dalla sfolgorante collezione artistica della famiglia reale, che raffigura il re Wurstellonio IV in posa trionfale al termine della sua vittoriosa campagna militare contro il malvagio impero delle Mortadelle. Si ritiene che questo meraviglioso capolavoro sia stato dipinto nientepopodimeno che da Crautino il Vecchio, nell’anno 654 A Padella Scottata.

Come dite?
Perchè, o deficiente di un Cerbs, hai postato un disegno quando non sai nemmeno tirare due linee diritte?
Avete ragione, o miei a ben donde detrattori: ma che volete farci, non ho saputo trattenermi dal condividere con voi questo gioiello artistico.

Capitolo IV: Strambi ricordi

postato il 28 Nov 2010 in Giocoaperitivo
da Cerbs

Fu allora che Andrea iniziò a ricordare non poche cose.

Giacarta, 1619

«Boom!»
«I cannoni! Sono gli olandesi! Presto, dobbiamo muoverci!»
Il bisnonno di Andrea si era trovato in una situazione così scottante ben poche volte nella sua vita: forse l’unico momento peggiore era stato quella volta che aveva perso a «dadi pirata» tutto, comprese le mutande, nella bettola locale. Egli era per l’appunto un affermato pirata, di quelli con le spade e le bende sull’occhio: pertanto, quando la Compagnia delle Indie aveva ben pensato di espandere i suoi interessi nella sua zona preferita di scorribande, la sua presenza era diventata, diciamo, mal tollerata.
Seguì la sua banda di manigoldi in una fuga precipitosa per le strade della città, mentre tutt’intorno crollavano edifici e si sollevavano nel cielo i fumi delle distruzioni.
«Forza, per di qui!» gridò uno dei tagliagole. Si infilarono in un angusta viuzza lastricata, per poi svoltare in una ben più fangosa discesa.
«Da qui potremo arrivare alla nave, e fuggire!» continuò quello, con il classico tono speranzoso che taluni cacciano fuori nelle difficoltà.
Purtroppo, la vita non è un film, e le cose possono andare male: fu infatti in quel momento che la nostra amata ciurma fu sorpresa da un manipolo di soldati armati, intenti a dare fuoco agli edifici circostanti: «Non deve rimanere vivo nemmeno il più piccolo fiore, nemmeno il più orrendo scarafaggio! Bruciate questi schifosi!»
«Oh no! Cristo, dobbiamo darcela a gambe!» urlò il bisnonno.
«Ehi! Un branco di quegli stronzi! Pestiamoli!» fu la frase che sancì l’inizio di un aspro e violento combattimento.
Il nonno di Andrea, che in fondo alla pellaccia ci teneva, appena si disfece del suo avversario colse l’occasione per tagliare la corda: si lanciò verso un muretto lì vicino, lo scavalcò, attraversò una piazza (o quel che ne rimaneva) facendosi strada fra la gente che fuggiva e che urlava, salì una scala e si lanciò dalle mura della città, atterrando in un cespuglio.
«Devo lasciare subito questa zona…ma cosa faccio? Il mare è impraticabile, la nave è quasi sicuramente perduta….forse la cosa migliore da fare è cercare un luogo sicuro nei dintorni, e fuggire col favore dell’oscurità!» pensò, cosicchè iniziò a correre lontano e si diresse verso una infossatura del terreno, una sorta di caverna, che aveva intravisto. Vi entrò, si fece strada pian piano a tastoni, finchè non scivolò lungo un tunnel.
«Accident…ma cosa???»
Si trovava in una specie di grandissima sala, scavata all’interno della roccia, sulla cui parete più grande si ergeva un immenso portale dorato. Siccome l’insegnamento «non toccare», il primo che si fa ai bambini, è anche il primo che viene rimosso dai ragazzi e dagli adulti, il malconcio pirata vi si appropinquò e…..

«Non mi interessa cosa è successo prima che quel fetente del tuo bisnonno giungesse qui! Voglio sapere cosa è accaduto dopo!»  sbraitò irritatissima Zeugma.
«Quindi anche lui… è stato qui?»
«Sono io che faccio le domande!» urlò, mollandogli uno sganassone.
«Ahia!»
«Anzichè facilitare le cose con il siero della verità, avremmo potuto torturarti, solo per il nostro divertimento! Medita sulla mia clemenza, e sbrigati a dirmi ciò che voglio sapere!»

In effetti, il bello doveva ancora venire. A quanto sembrava dalle successive visioni, il bisnonno di Andrea aveva conosciuto, dopo essere stato proiettato nel suo mondo, una giovane e stupenda Zeugma, che, manco a farlo apposta, militava con degli altri lestofanti in una banda di corsari contrabbandieri. Poteva egli mai ripudiare la sua natura? Certo che no! Ritenendo infatti che fosse troppo pericoloso, ed anche inutile, tornare indietro nel suo mondo, decise di unirsi a loro. A quest’altra ciurma una mano in più non poteva che fare bene,e le sue referenze erano d’altronde buone (bandana piratesca, benda, segni di ferite, spada), quindi fu bene accetto.
Col tempo, iniziò sempre più ad essere affascinato da quel personaggio femminile, così bello e dolce nei lineamenti, eppure così forte e risoluto. Notò altresì che indossava una particolarissima collana, da cui non si separava mai, in cui era incastonato nel corpo centrale uno strano sigillo, una sorta di pietra rossa.

«Da quanto ricordo, mi sembra che mio nonno si fosse interessato a te parecchio!»
«Quell’infame mi sedusse, e quando gli parve più opportuno, se ne scappò rubando la mia collana! Magari pensava fosse solo preziosa…»
«E invece?» ribattè Andrea, cercando di indurre Zeugma a parlare, rivelando la verità, puntando sulla sua ira.
«E invece….??? Ancora non hai capito nulla, razza di idiota? Quella collana dona l’immortalità!»
«Ma cosa…?»
«Quell’imbroglione me l’ha rubata tempo fa, ed è per questo che ora sono una vecchia decrepita! Ha rubato la mia giovinezza e la mia vita stessa!»
«Continuo a non capire cosa c’entro io, e perchè sto vivendo i ricordi di mio nonno. Peraltro, se lui ha davvero rubato la collana, perchè è morto?»
«La collana dona l’immortalità dell’anima, l’eterna giovinezza, ma non l’invulnerabilità. Il tuo dannato bisnonno è morto in un incidente quando è tornato al tuo mondo, senza rivelare a nessuno dove avesse nascosto la collana! Noi l’abbiamo cercata per molto tempo, ma non siamo riusciti a cavare un ragno dal buco…»
«E perchè io vedo i suoi ricordi?»
«Perchè la collana può anche non riuscire ad impedire una tua morte accidentale, ma ti rende pur sempre immortale. Tu sei la reincarnazione di tuo nonno! La tua anima ed i suoi ricordi sono come impiantati in te!»
«Wow, proprio come in Assassin’s Creed!» pensò Andrea, ricordando uno dei suoi giochi preferiti.
«Motivo per cui tu adesso ci dirai dove è quel gioiello; dopodichè, io vi incastonerò sopra il Sigillo….»
«Sigillo…?»
«Una piccola aggiunta che il bastardo non è riuscito a rubarmi. E’ un manufatto che conferisce qualche potere in più, abbinato ad essa, ma non sono fatti tuoi! Io la rivoglio indietro, reimpossessarmi del suo potere, ed eliminarti per il mio gusto personale!»
«Cazzo!» pensò stavolta il nostro giovane (?) eroe. Ma la sorte ha voluto che questa storia non finisse in modo così miserevole qui.

«Crash!»
«Cosa è stato?»
«Ahahah! Guarda chi si vede! La piratessa Zeugma, l’impavida!» esclamò un uomo in alta uniforme, appena passato attraverso un buco causato da una esplosione.
«Tu? Che ci fai qua?»
«Che domande…faccio a pezzi la tua ridicola nave, arresto te e la tua misera ciurmaglia e mi prendo il ragazzo!»
«Mai! Uomini, alla riscossa!»
La confusione che ne seguì fu paragonabile solo a quella geniale rissa visibile alla fine del film «Lo chiamavano Trinità». La necessità aguzza l’ingegno, anche quello di una persona solitamente poco sveglia come Andrea, il quale afferrò una bottiglia da un tavolo e la fracassò sulla testa della vecchia, mentre tutt’intorno volavano pugnali, cazzotti, sedie e persone. Il valoroso fracassatore si rintanò sotto al suddetto tavolo, quando si accorse  di una particolare pietruzza rossa appesa al collo di Zeugma.
«Potrebbe servirmi per contrattare, in futuro!» pensò, per cui gliela tirò via, se la nascose nella scarpa (chissà come mai, tutti ritengono che sia l’ultimo posto dove i cattivi vadano a controllare qualora tu abbia qualcosa da celare) e cercò un modo per cavarsela.
«Prendetelo!» urlò il tizio in uniforme.
«Oh-oh!»
Non c’era più tempo per riflettere. Andrea si lanciò nel bel mezzo della confusione, sperando di seminare i suoi inseguitori; tuttavia, essi si dimostrarono più tenaci del previsto e non lo persero di vista. Accortosene, egli prese un corridoio, si lanciò nella prima porta che trovò e cercò di bloccarla alla bell’e meglio. Aprì dunque l’oblò, e, facendosi non poco coraggio, uscì in coperta: una volta lì, esaminò le varie opzioni:
1) Nascondersi. Equivaleva a ritardare la cattura.
2) Farsi strada combattendo. Sì, e con cosa?
3) Saltare!!!

Prese una bella rincorsa, e…via! Si lanciò dal Granchio sul «molo» a cui era attaccato, riuscendo ad aggrapparvisi per poco; si tirò su, e prese a scappare nel Mercato.
Ma, all’improvviso, fu tutto nero.

Andrea si risvegliò nel letto di casa sua, in pigiama. Si alzò con non poca fatica, andò in bagno, si recò in cucina a prendere dell’acqua, e poi fece per tornarsene a pisolare.
«Ma che sogno del menga!»
Stava già pregustando la morbidezza del suo piumone, quando udì, d’improvviso, un clamore impetuoso provenire dalla strada: corse quindi ad affacciarsi alla finestra. Era difficile descrivere che momento della giornata fosse, perchè c’era quella sorta di maltempo che rende le sette del mattino uguale alle 10 di sera; ma tutto questo entra in secondo piano nel momento in cui ti accorgi di una flotta di almeno 50 navi alate che veleggia sopra la tua città.
«Oh no, no, no!» gemette Andrea, prima di correre a controllare una cosa nelle sue scarpe.

*             *             *

Chiedo scusa sia per il mio ritardo nel postare sia per le eccessive fesserie che mi sono dovuto inventare, ma purtroppo ero in una situazione senza via di scampo :P Ad ogni modo, ecco gli argomenti per i prossimi eroi che si cimenteranno nel raccontare le gloriose gesta del nostro Andrea:

La corruzione

Le sbadatezze

Le alleanze

Per veri arditi – parole e digressioni:

Consenso

Fogna

Gelato

Menhir

Ritorno

Per coloro che vogliono eccedere in eroicità:

– Inserire almeno tre delle parole fornite nello stesso periodo

– Scrivere il post facendo sì che le lettere iniziali delle parole con cui farete iniziare ogni capoverso (o dialogo) compongano a loro volta, prese in ordine, una parola di senso compiuto (se lunga e buffa, come “turpiloquio”, è meglio.

Al solito, se ciò dovesse costituire una forzatura troppo eccessiva per il vostro racconto, fa niente, sarà per un’altra volta.

Le gioie di studiare Anatomia II

postato il 18 Nov 2010 in Cazzi e mazzi personali
da Cerbs

In vero, sono ben poche. Tuttavia, questa ha fatto sì che io ridessi per una buona decina di minuti, annaspando per il salotto, mentre il mio compagno di studio Giuliani cadeva dalla sedia sul pavimento, tenendosi la pancia.

Mi sembrava doveroso postarla in ” CAZZI e mazzi personali”. Nella vecchia edizione del libro c’è scritto “asta virile”, come se non bastasse.

Io l’ho visto.

postato il 14 Nov 2010 in Senza categoria
da Cerbs

E posso dirvi che è davvero spettacolare. La storia non ha alcun senso, Luigi non ha i baffi, il cattivo si chiama Koopa, i suoi sgherri Goomba (ma non sono funghi), le citazioni sono svariate ma totalmente fuori luogo (quando non sbagliate), l’ambientazione è molto più che inverosimile. Un capolavoro.

L’apice della musica

postato il 27 Ott 2010 in Senza categoria
da Cerbs

Se nel nostro blog possedessimo una sezione “Sublime”, avrei sicuramente postato questo video lì. Non esiste nulla, almeno secondo me, che manifesti così palesemente la sua eccellenza ed il suo splendore.

Al peggio non c’è mai fine.

postato il 24 Ott 2010 in Senza categoria
da Cerbs

Quando avete visto il video di “Giggin’ o bell'”, avrete tutti letto il commento introduttivo di Nigredo dove affermava che si trattasse della cosa peggiore che avesse mai visto.
Ora, se la mia esperienza di vita mi ha insegnato qualcosa, è che si può scendere SEMPRE più in basso.

Difficoltà nel Ghetto

postato il 24 Ott 2010 in Senza categoria
da Cerbs

Ho pensato che qualcuno avrebbe dovuto postarlo prima o poi, per la completezza della sezione più amata del nostro blog.

Mamma mia!

postato il 17 Ott 2010 in Senza categoria
da Cerbs

I’ve been cheated by you
since I don’t know when
so I made up my mind
it must come to an end
look at me now
will I ever learn
I don’t know how
but I suddenly lose control
there’s a fire within my soul
just one look and I can hear a bell ring
one more look
and I forget everything ooh,ooh

Mamma mia, here I go again
my, my, how can I resist you
mamma mia, does it show again
my, my, just how much I’ve missed you
yes, I’ve been broken-hearted
blue since the day we parted
why, why did I ever let you go
mamma mia, now I really know
my, my, I could never let you go

I’ve been angry and sad
about things that you do
I can’t count all the times
that I’ve told you we’re through
and when you go
when you slam the door
I think you know
that you won’t be away too long
you know that I’m not that strong
just one look and I can hear a bell ring
one more look
and I forget everything ooh ooh

Mamma mia, here I go again
my, my, how can I resist you
mamma mia, does it show again
my, my, just how much I’ve missed you
yes, I’ve been broken-hearted
blue since the day we parted
why, why did I ever let you go
mamma mia, even if I say
bye, bye, leave me now or never
mamma mia, it’s a game we play
bye, bye doesn’t mean forever

Mamma mia, here I go again
my, my, how can I resist you
mamma mia, does it show again
my, my, just how much I’ve missed you
yes, I’ve been broken-hearted
blue since the day we parted
why, why did I ever let you go
mamma mia, now I really know
my, my, I could never let you go

 

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