Per la vostra gioia

postato il 31 Ago 2010 in Cazzi e mazzi personali
da Vobby

Il post di Vobby è una realtà. Lo trovate in main thread scendendo un po’, vi ho avvertiti con un altro post perchè, essendo un articolo modificato, non appare su osvaldo nè fra i nuovi articoli, e ovviamente vi sarebbe dispiaciuto troppo perdervelo. Si ringrazia Azazello per aver reso possibile tutto questo :D

La Resistance

postato il 30 Ago 2010 in Senza categoria
da Azazello

Ho deciso di postare una canzone di grande impegno etico-morale, una volta tanto, per rinvigorire lo spirito politico del blog e richiamare all’azione i nostri autori e la combattività, l’impulso rivoluzionario che li hanno sempre contraddistinti.

Si tratta di una canzone tradizionale risalente all’epoca della resistenza pro-canadese tenuta dai giovani della cittadina di South Park nel ventesimo secolo. È chiaramente un pezzo di musica popolare, probabilmente canticchiato dai ragazzi sul fronte, elemento unificante e rinvigorente per gli animi dei membri della resistenza. Essendo un pezzo folk, gli argomenti che tratta sono semplici e d’impatto: l’intento è riassumere lo spirito del movimento attraverso l’esaltazione del coraggio dei membri disposti a morire (and when you all get shot\and cannot carry on) in nome della causa comune (la resistance lives on!). Tuttavia, questa canzone parla di molto altro ancora, fra le righe. Basta fare un minimo di contestualizzazione per evidenziarne la forte impronta illuminista: La Resistance si formò per impedire l’esecuzione di due comici canadesi, accusati da un governo gretto e arretrato di formare negativamente le menti dei giovani americani col loro linguaggio sboccato e provocatorio, quindi stiamo parlando, in realtà, di valori quali libertà di parola e di espressione artistica, contro un uso degenere dell’educazione da parte di uno stato corrotto. D’altra parte, è storia che il Canada non sarebbe rimasto con le mani in mano: si rischiava la guerra aperta, e il nucleo operativo de La Resistance lo sapeva, così come sapeva, dall’interpretazione delle sacre scritture, che l’esecuzione dei due comici canadesi avrebbe spianato la strada a Satana per il suo ingresso nel piano materiale. Insomma, questa canzone parla di coraggio, di amor proprio e di sacrificio, di libertà, di salvezza, di conflitto e di realizzazione personale. Come non essere commossi ed esaltati, dunque, dal manifesto del movimento di resistenza più importante del vecchio millennio, che è riuscito, lottando da solo contro forze materiali, divine e sociali, con il sacrificio di un suo solo (importantissimo) membro a restituirci la pace, la tranquillità biblica e una società libera?

Posto la versione (contenente un medley delle altre canzoni) del riadattamento in musical operato in un apposito film dagli autori di South Park, una serie televisiva che evidentemente richiama questo episodio storico nel suo titolo, che consiglio a tutti di vedere per l’ottima realizzazione e l’eccellente ricostruzione storica che evidenzia il ruolo fondamentale di Brian Boitano nella formazione dei giovani eroi e inserisce altri elementi nella storia che ci aiutano a inquadrare meglio i protagonisti de La Resistance in un’ottica umana, con i loro conflitti interiori, i loro amori, la crescita personale e i difficili rapporti con le famiglie.

God has smiled upon you this day.
The fate of a nation in your hands.
And blessed be the children who
fight with all our bravery
‘til only the righteous stand.

You see the distant flames,
they bellow in the night.
You fight in all our names
for what we know is right.
And when you all get shot
and cannot carry on,
though you die,
La Resistance lives on.

You may get stabbed in the head
with a dagger or sword.
You may be burned to death
or skinned alive or worse.
But when they torture you,
you will not feel you need to run,
For though you die, La Resistance lives on.

(Madri) BLAME CANADA! BLAME CANADA!
Because the country’s gone awry,
tomorrow night these freaks will fry!

(Esercito) TOMORROW NIGHT
OUR LIVES WILL CHANGE
TOMORROW NIGHT
WE’LL BE ENTERTAINED
AN EXECUTION!
WHAT A SIGHT! TOMORROW NIGHT!

(Satana) Up there, there is so much room.
Where babies burp and flowers bloom.
Tomorrow night, up there is doomed
and so I will be going soon!

(Comici canadesi) SHUT YOUR FUCKING FACE, UNCLE FUCKA!
YOU’RE A BONER BITING BASTARD, UNCLE FUCKA!
Looks like we may be out of luck!
Tomorrow night we’re pretty fucked!

(Protagonisti) Why did our mothers start this war?
What the fuck are they fighting for?
When did this song become a marathon?

(Satana) I want to live up there…

(Madri) When Canada is dead and gone,
there’ll be no more Celene Dion!

(La Resistance) They may cut your dick in half

(Esercito) (TOMORROW NIGHT)

and serve it to a pig.

(OUR LIVES WILL CHANGE)

And though it hurts, you’ll laugh

(TOMORROW NIGHT)

and you’ll dance a dickless jig

(WE’LL BE ENTERTAINED)

But that’s the way it goes.

(AN EXECUTION!)

In war, you’re shat upon!

(WHAT A SIGHT!)

Though you die

(I want to be up thereeeee)

(TOMORROW NIGHT!)

(Madri) (BLAME CANADA! BLAME CANADA! BLAME CANADA!)

La Resistance

LIVES OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOON

Il massone – il ritorno

postato il 29 Ago 2010 in Cazzi e mazzi personali
da Azazello

Non sapevo che ne facesse ancora!

Gli sfolgoranti successi canori di Alberto Selly, ovvero come non è possibile trovare un limite all’inverecondia

postato il 25 Ago 2010 in Senza categoria
da Cerbs

Mirb: “Dovrebbe essere abbattuto”
Vobby: “Questo individuo mi offende personalmente”
Cerbs: “Non è stato ancora arrestato per oltraggio alla decenza?”

I nostri commenti non sono che meri indizi del male arcano e profondo che state per visionare.

 

Notate i commenti che lui stesso fa ai propri video, cercando di esplicare ( come se non fosse già sufficientemente lampante) la presenza di arguti doppi sensi.

Se ancora non avete riempito il vostro secchiello del vomito, eccovi fornite testè altre chances per deliziarvi ulteriormente. Notate la magistrale inquadratura del fondoschiena non appena inizia il video.

Infine eccovi l’ultimo video, pieno di altri IMPERCETTIBILI quanto pungenti doppi sensi.

Hubris, ovvero perché non chiedere “Da dove vieni?” a una cameriera sconosciuta

postato il 21 Ago 2010 in Cazzi e mazzi personali
da Azazello

“Secondo me è canadese”

“Toronto?”

“I KNEW you would’ve picked a blowjob”

“Aveva lo stesso accento di Robin”

Questa roba qui

“And now swallow! swallow!”

“Do you like penis?”

“Ti piace il pisello?”

Eeeeeeh. xD

Parigi

Pausa

postato il 16 Ago 2010 in Main thread
da Azazello

Diréi che siamo in pausa estiva fino al primo settembre, giorno in cui riprenderemo con l’argomento scelto da Bustaros (credo). Buone vacanze o buone non-vacanze, a seconda. xD

Fine argomento

postato il 15 Ago 2010 in Main thread
da Bread

Siamo giunti alla chiusura dell’argmento di questa prima metà di agosto; argomento che ha avuto un esito alquanto infelice, e che io stesso avrei dovuto trattare più approfonditamente; ma purtroppo in questi giorni sono stato isolato dal mondo.L’unico contatto col mondo esterno che ho avuto in questi giorni era un’ora al massimo di conessione lentissima scroccata dal bar del paesello. Perchè si, ho trascorso quasi tutta la prima metà di agosto in un paesello, sperduto tra le montagne cilentane. Cosa ci facevo lì? Beh intanto la mia famiglia è orginaria di quel buco di culo del mondo, ma questi sono dettagli. In realtà ero lì per studiare musica, in particolare Jazz; ed ho avuto modo di approfondire, dunque un tipo particolare di simbologia, e di linguaggio. Non parlo solo del linguaggio musicale tradizionale, dove ad un pallino su un pentagramma corrisponde una nota di una data altezza e durata. Ci sono linguaggi in musica che trascendono questo tipo di scrittura, a volte la musica non viene solo scritta ma.. come dire.. disegnata. Ho fatto esperienza di musica di insieme col maestro Michele Rabbia, un maestro di batteria e percussioni, per descrivere il suo carattere in poche parole dirò solamente che è un pazzo fottuto. Il punto è che sto tipo ci disegnava ciò che dovevamo suonare, la simblogia musicale tradizionale non esisteva più se non in piccole parti, giusto quelle necessarie a definire il tema del pezzo.

Per farvi capire meglio vi scriverò la struttura del pezzo scritta da lui:

˩  ˩  ˩  ˩  (dovevano essere delle semiminime ma in “inserisci simbolo” non c’era nulla di più adeguato)

CAZZO F O R T I S S I M O ! !

——–

Diminuendo       > ˩  ˩  ˩  ˩

|3|  |4| |5| |6| |…| |…| (gli originali erano dei quadrati)

Solo- duetti

|Quadrato pieno di puntini|        |quadrato pieno di macchie nere|          |quadrato pieno di robe strane|   (mi scoccio di trovare un modo di disegnarle)

BASSO SOLO         TEMA -> SAX+DRUM

BASS GROVE    TRUMP., 2GUIT.  SOLO PERCUSS.  3 CLAVE (“spartito delle clave”)

TEMA FINALE.

Come avrete potuto notare il linguaggio musicale è presente in piccolissime dosi(lo  spartito del tema e quello delle clave) il resto è dato ad altri simboli come numeri o puntini; tuttavia questi assolvono perfettamente alla loro funzione simbolica: i numeri rappresentano dei cicli temporali(ogni strumento ne prendeva uno suonando una nota per battuta su un ciclo diverso rispetto agli altri, creando così dei circoli di note che si inseguono) i disegni che ho evitato di riportare perché mi scocciavo erano invece diverse figure di suono che si incastravano nei cicli creando brevi soli dissonanti, piccole macchie di suoni che davano un effetto più simile a quello dei puntini o delle macchie(è difficile spiegarlo a parole,bisognerebbe ascoltarlo, o guardare i disegnini, che rendevano perfettamente l’idea).

Sono stato particolarmente colpito da tutto ciò, ed ho voluto condividerlo con voi. Ed ora chiudiamo questo argomento e lasciamo spazio al nuovo, sperando sia più fortunato di questo.

Bread

Simboli dentro altri simboli

postato il 15 Ago 2010 in Main thread
da ad.6

L’argomento di questo mese, in effetti, è stato abbastanza sfortunato: tante illustri assenze, incomprensioni e carenza. Lo stesso Bread, autore dell’argomento dirà a breve: “argomento che ha avuto un esito alquanto infelice, e che io stesso avrei dovuto trattare più approfonditamente”! Come biasimarlo? D’altra parte, subito dopo, scriverà un post interessante ed originale, quindi possiamo ben dire che il suo l’abbia fatto.
Ecco che mi trovo qui, davanti ad un argomento tanto vasto, denso di spunti, di significato, molto a proposito e ci sarebbe l’ermeneutica (eh!), l’esegesi biblica, l’esegesi e basta, la Logica, la Matematica, il linguaggio e tanto altro. Troppo. Così ho pensato di scrivere un post informativo su una tale cosa, poi pensando di farmi trascinare dall’inerzia e di trattare un argomento più personale e forse simpatico.
Adesso, per comodità del lettore ansioso, metto questa linea, che indica l’inizio del post sull’argomento:
Puoi iniziare a leggere da qui, ———————————————————– o lettore ansioso
Avevo quindi pensato, come dicevo, alle lettere dell’alfabeto, che in loro stesse non sono più simboli, ma che all’origine lo erano: l’aleph era un bue, il beth una casa, il gimel un cammello (?), il daleth una porta, disegnini tutti dovutamente ruotati in senso spesso antiorario, dato che i fenici così usavano. Avevo pensato questo, quando ho abbandonato l’idea in favore di una breve trattazione sulle mie più o meno fantasiose interpretazioni di quello che c’è nei kanji, senza però alcuna pretesa di verità. Sappiate solamente che ci sono dei kanji, degli ideogrammi basilari, che si ripetono in tutti gli altri, perché attinenti nel senso o nel suono o in nessuno dei due. Facile.
Ecco qualche esempio: c’è per esempio il sole (日) che è, in buona approssimazione, proprio un sole e poi c’è la luna (月) che, in effetti, può sembrarvi una luna crescente; allora mettiamoli insieme in 明 e vedrete che abbiamo proprio il kanji di “luminoso”, che ha proprio senso, visto che la nostra luce viene praticamente solo da lì.
Così, assieme a cose molto sensate come la precedente, ci sono tante altre cose! Mettiamo insieme il 日, la bocca (口), chiaro, e la spada (刀) avremo 昭 che vuol dire brillante o, come posso dire io, “il linguaggio solare della spada” di quando ci sono due nemici e lo scontro inizia nel momento in cui il sole si riflette sulla lama. Immagino che non c’entri niente con la realtà, ma al minimo aiuta a ricordare.
Se 木 è l’albero (e si vede), allora 本, col trattino alla base, è proprio “base, origine”, ma anche “libro”, in vari sensi, mentre 末, col trattino in alto, è chiaramente “fine, cima, futuro”
Capito il meccanismo eccovi un piccolo elenco:
女 (donna) + 子 (bambino) = 好 (amicizia, intimità), il rapporto tra la donna e il bambino
人 (uomo; tizio con due gambe) + 本 (base) = 体 (corpo) ossia alla base dell’uomo
日 (sole) + 木 (albero) = 東 (Est), il sole che sorge dietro l’albero. Se poi mi chiedete perché sorge dietro l’albero e non tramonta, vi risponderò che il sole tramonta dietro i monti, come dice la parola, e non dietro gli alberi!
木 (albero)+ 目 (occhio; ben visibile la pupilla, come spazio di mezzo, forse)+ 心 (cuore, mente, spirito) = 想 (pensiero, sentimento), un albero visto con gli occhi del cuore
穴 (buco, carenza, apertura; si vede che sotto è aperto, no?) + 工 (abilità, costruzione; schematico come l’architettura comandava) = 空 (cielo, vuoto), la costruzione sull’aperto, la grande volta mancante
立 (stare in piedi; omino con le gambe a terra) + 日 (sole) = 音 (suono), qui niente di quello che ho pensato era plausibile…
音 (suono) + 日 (sole, ma anche l’essere nel tempo) = 暗 (oscurità, scomparire) ovvero l’unico suono degli eventi (Triste)
Poi qualcosa più complesso come
手 (mano; stilizzata, forse qualche dito) + 己 (serpente; evidente) + 勹 (avvolgere, racchiudere; una mano che incombe dall’alto?) = 抱 (tenere in braccio, abbracciare), quello che chiunque farebbe una volta preso con la mano un serpente
馬 (cavallo; troppo stilizzato per capirci qualcosa, oltre le zampe) + 夂 (inverno) + 勹 (avvolgere, ecc.) + 口 (bocca) + 艹 (erba) = 驚 (essere sorpreso, sbalordito), perché, in effetti, vedere un cavallo che d’inverno prende dell’erba con la bocca non può che lasciare stupiti. Insomma, è inverno!
Poi qualche classico come
木 (albero) + 木 (albero) = 林 (bosco) senza spiegazione
木 (albero) + 林 (bosco)= 森 (foresta) immaginate un po’

Ce ne sarebbero tanti altri, ma io devo partire tra 10 minuti, così vi lascio con uno dei migliori: con il bambino-melone!
子 (bambino) + 瓜 (melone) = 孤 (orfano), il leggendario bambino-melone!. Boh!

Da un secolo all’altro attraverso il simbolo

postato il 15 Ago 2010 in Main thread
da Vobby

Quando ho chiesto ad Azazello di fare quel casino coi post spostati e modificati, avevo idea di scrivere un post sul ruolo e i miccanismo dei simboli nelle religioni mediterranee. Possibili titoli erano “La grammatica del mito”, “la svastica”,”visita al castello a spirale”, ” Caer Arianrhod” e “capodanno fiammeggiante”.
Alla fine ho deciso di parlare di tutt’altro.

La carboneria è una setta, una società segreta presumibilmente nata in francia e trasferitasi in italia durante il dominio napoleonico e poi prosperata nel meridione dopo il fallimento della repubblica partenopea del 1799 e la restaurazione dei Borbone, ed ebbe qui nel sud  un tale successo da essere sembrata  autoctona ad alcuni storici nostrani.
Il suo scopo era quello di difendere le riforme dell’epoca murattiana dalle forze della reazione, e si proponeva di realizzare una nuova rivoluzione liberale appena si fosse verificata l’opportunità.

I carbonari avevano ben chiari i motivi del fallimento del ’99: la difficoltà di convertire le plebi cittadine alla causa rivoluzionaria, la distanza sia geografica che intellettuale dalle campagne, l’incredibile capacità di proselitismo del basso clero e l’attaccamento del popolino in generale alla paternalistica monarchia borbonica avevano segnato la sconfitta dei patrioti.

Da questa consapevolezza nacquero importanti cambiamenti nella teoria e nella pratica rivoluzionaria della carboneria, che orientò i suoi sforzi in un’efficace opera di proselitismo, grazie alla quale, negli anni 20 del XIX secolo, la diffusione delle sedi della setta era diventata capillare quasi quanto quelle delle chiese. Attraverso cosa un movimento di matrice illuministica, intellettuale, borghese e rivoluzionaria era riuscito a radicarsi così imponenente in un territorio così culturalmente arretrato ed economicamente misero come il meridione italiano? Attraverso i simboli.

E’ un momento importante per la cultura politica europea: Napoleone aveva esportato gli ideali illuministici nell’intero continente e se da un lato questo era piaciuto a parte della borghesia progressista di paesi più arretrati come appunto l’Italia, la Spagna, la Prussia, d’altro lato tutti coloro che avevano applaudito a questa ventata rivoluzionaria dovettero riconoscere che quelle napoleoniche furono innanzitutto guerre di conquista, in niente diverse da quelle dell’ancien regime (per avere un’idea dei sentimenti contraddittori che la figura di Napoleone ispirò in quegli anni, si pensi al caso esemplare di Foscolo).
In questo clima si mescolavano, in modo diverso a seconda del paese, la dottrina illuministica del cosmopolitismo e il tema dell’indipendenza nazionale, l’universale ragione e il personale sentimento patriottico. Il passaggio da ‘700 a ‘800 è scandito in italia proprio da questo cambio di rotta politico-culturale. Prendiamo ad esempio l’ideologia mazziniana: in primo luogo egli professa gli illuministi ideali della repubblica e dei diritti civili, che appartenevano alla generazione di intellettuali italiani vissuti sotto il dispotismo illuminato, come Verri e Genovesi, ma in secondo luogo a questo sistema di valori, che potremmo definire riformistico, aggiunge il sogno romantico dell’indipendenza nazionale, dell’unità dei popoli divisi da confini artificiali imposti da potenze straniere, ed è influenzato, nel suo pensiero, da Fichte ed Hegel più che da Voltaire e Rousseau. In breve, se nella cultura delle potenze imperiali che hanno sconfitto napoleone il romanticismo è la letteratura della reazione, nei paesi ancora divisi e\o dominati da potenze straniere il romanticismo non si oppone, ma si somma alla filosofia illuministica, e da questa unione si articola la visione mazziniana di popoli uniti, organizzati in Stati nazionali indipendenti l’uno dall’altro, razionalmente organizzati e fra di loro pacifici.

Nella carboneria accade qualcosa del genere: per radicare la setta nella società civile, che diventa sempre più un importante attore politico, si decide di concedere qualcosa alla monarchia e alla religione che tanto stavano a cuore ai meridionali. Lo scopo non è più la realizzazione della repubblica, ma la monarchia costituzionale, sul modello inglese. Nemico non è più il cristianesimo, non più considerato come residuo dogmatico e superstizioso dei secoli bui, ma la Chiesa come istituzione alleata del trono. Anzi, la carboneria reinterpreta e fa propri i temi della passione e della salvezza. Il nuovo adepto alla setta partecipa a una serie di rituali in cui si identifica con cristo, definito “il sedizioso”, il rivoluzionario catturato e ucciso “dalle guardie”, affronta e sconfigge i nemici politici come in una moderna via crucis e infine perviene “alla salvezza”, la conoscenza di come funziona il mondo e di come bisogna renderlo più giusto. Nei testi carbonari di questi anni sono mescolati i vangeli e Rousseau, Mably e l’apocalisse. Nei loro stemmi e nelle loro bandiere sono raffigurati insieme il berretto frigio, il fulmine del tonante Giove che incendia il trono, e la corona di spine.

I carbonari insomma fanno un uso sapiente del simbolo: lo usano per comunicare a un popolo che parla una lingua diversa (il dialetto) e che non capisce la scrittura. Usano un linguaggio simbolico suggestivo, le raffigurazioni religiose sia pagane che cristiane, dove il linguaggio verbale non può funzionare. Il metodo si rivela efficace nel radunare nel regno delle due sicilie una discreta forza militare e finanziaria pronta ad essere utilizzata nei moti degli anni 20, 30, e infine nel ’48. E questo metodo si rilevò efficace perchè il simbolo non era usato solo per suggestionare il popolo ignorante, come hanno sempre fatto le gerarchi ecclesiastiche di ogni luogo e tempo, bensì per educare una nazione ad essere tale, per introdurre, mediante la reinterpretazione e non la negazione di una cultura tradizionale, ideali nuovi e moderni in un territorio culturalmente arretrato.

33 anni vergine

postato il 12 Ago 2010 in Senza categoria
da Viandante Solitario

 

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