Golosone neomelodico

postato il 19 Ott 2010 in Main thread
da Viandante Solitario

Questo blob schifoso è un invito, o una supplica, a non abusare di dolci, schifezze e soprattutto cioccolato. Abbiate pietà di voi e di chi vi sta intorno!

Vorrei potervi dire “buon ascolto”, ma non me la sento.

Giocando col Caos

postato il 15 Ott 2010 in Main thread
da ad.6

Eccoci qui. Dato che, come sempre, mi trovo a scrivere allo scadere del periodo, non potrò trattare, forse per fortuna, di tutti quei giochi comuni che mi baloccarono da piccolo, giusto perché avete già parlato di quegli stessi balocchi o di oggetti e pensieri molto simili.
Allora vi rendo noto per prima cosa che, per quanto patologico possa sembrare, il mio ultimo dialogo con il tale esercito (con l’ufficiale, in verità) di incredibili lotte galattiche comandato in segreto da me (segreto anche a me, ritengo, dato che non ne sono molto sicuro!) è stato poco più di un anno fa, quando ho trovato il tempo di respirare dopo gli esami del primo anno. Ovviamente, sapendo di aver creato e distrutto il loro mondo più volte, di aver sconfitto svariate volte un Nemico che non poteva essere altro che me stesso per avere una potenza che fosse (quasi) pari alla mia, di aver infine deciso di lasciar andare quel mondo ad uno sviluppo temporale più o meno variabile a seconda del naturale corso della mia volontà e della sue caratteristiche intrinseche, ho così deciso, come avevo fatto varie altre volte, di dare precise istruzioni per agire anche senza di me per un po’ di tempo e che li avrei ricontattati presto.
Non mi si dica niente: così sarà.
Ma volevo parlare di un’altra cosa, perché sono conscio che per parlare dei “Balocchi” dell’argomento attuale devo nominare oggetti tangibili (più o meno, aggiungo, per poter scrivere quello che scriverò).
Quindi…
Mi baloccavo con l’ignoranza. Da quando sono piccolo mi diverto ad interpretare le cose, creando le storie più sconclusionate, perché l’interpretazione è fantasia, ma pensando e credendo quanto di più ragionevole possibile. All’inizio credevo che nulla avesse una spiegazione (non era forse veramente così?) ed allora ne inventavo una io e me la dicevo, pur essendo consapevole della scarsa concretezza delle mie invenzioni. Le luci del semaforo, in questo modo, venivano alternate a seconda della volontà di due omini (che avevano un nome preciso che ormai non ricordo più): quando prevaleva la volontà dell’omino più potente, allora diventava verde, quando invece diventava rosso la questione era spiegata dal fatto che lui fosse in vacanza, non potendo ragionevolmente perdere contro l’altro; il giallo era la disattenzione pre-vacanza, mentre, quando il rosso permaneva, io lo spiegavo a mia madre: “Mamma, **** è in vacanza!”. Invece i colori avevano senso, perché il rosso era chiaramente un fuoco che non permette a nessuno di passare, il giallo un fuoco che comincia appena ed il verde è, ovviamente, un prato fresco e libero. E poi le stelle brillavano perché avevano qualcosa da dirmi, il sogno era la realtà e la realtà il sogno, la volontà degli altri creava e la mia era. Tuttavia non ho mai realmente visto quello che immaginavo ed ho sempre creduto reale buona parte dei miei sogni, il che ha contribuito a crearmi molta confusione. Così mi baloccavo molto con tutti i punti oscuri della realtà, dalle macchine che camminavano da sole ai gechi che si arrampicavano sui muri di casa mia. Quando ho poi scoperto che tutto quello che mi chiedevo aveva risposta, devo dire di aver provato molta tristezza. Era finito il tempo delle domande cui potessi dare qualsiasi risposta.

Tristezza di un bambino che non può più creare

Mi baloccavo col caso. Da quando sono piccolo, senza mai smettere, quando era il momento esatto(?), assistevo ad una serie di eventi qualsiasi, casuali, e giocavo col caos che li aveva generati, lo ricomponevo e lo spiegavo. Così ho previsto di un anno l’inaspettata divisione dal mio migliore amico, di due anni l’arrivo di un’altro ragazzo particolare e di tre anni l’interruzione di quest’ultima amicizia a casua di un imprevisto che lo riguardava! Tutto ciò guardando, una sera (ero in quarta elementare), le automobili che si susseguivano davanti alla nostra. (Tra parentesi, l’interpretazione è sempre fatta sul momento e portata avanti secondo gli andazzi casuali delle cose). Ed ancora mi baloccai col caso quando, per alcuni giorni, immensi stormi di rondini riempirono il cielo di casa mia, quando, appena scomparvero, iniziò una pioggia torrenziale durata una ventina di giorni, con un cielo sempre nuvoloso, quando dopo la pioggia vidi la notizia dell’Etna che aveva ripreso ad eruttare; dedussi allora che sarebbe dovuto esserci un terremoto di lì a breve e così fu. Questo gioco, quindi, capita ancora spesso e mi dà notizie positive o negative sul mio futuro. Tutti divertentissimi balocchi.
Ma c’erano i giochi che non avevano regole e funzionavano, tanti, balocchi che diventavano giochi, che non avevano corpo ed erano tutto, che prendevano forma nella mente ed acquistavano concretezza in un oggetto qualunque.
E cosa resterà di questi giochi se non hanno più menti per prender forma? Solo gli oggetti che ne hanno ospitato lo spirito, trasformandosi e trasfigurando. Dei balocchi.

Simboli dentro altri simboli

postato il 15 Ago 2010 in Main thread
da ad.6

L’argomento di questo mese, in effetti, è stato abbastanza sfortunato: tante illustri assenze, incomprensioni e carenza. Lo stesso Bread, autore dell’argomento dirà a breve: “argomento che ha avuto un esito alquanto infelice, e che io stesso avrei dovuto trattare più approfonditamente”! Come biasimarlo? D’altra parte, subito dopo, scriverà un post interessante ed originale, quindi possiamo ben dire che il suo l’abbia fatto.
Ecco che mi trovo qui, davanti ad un argomento tanto vasto, denso di spunti, di significato, molto a proposito e ci sarebbe l’ermeneutica (eh!), l’esegesi biblica, l’esegesi e basta, la Logica, la Matematica, il linguaggio e tanto altro. Troppo. Così ho pensato di scrivere un post informativo su una tale cosa, poi pensando di farmi trascinare dall’inerzia e di trattare un argomento più personale e forse simpatico.
Adesso, per comodità del lettore ansioso, metto questa linea, che indica l’inizio del post sull’argomento:
Puoi iniziare a leggere da qui, ———————————————————– o lettore ansioso
Avevo quindi pensato, come dicevo, alle lettere dell’alfabeto, che in loro stesse non sono più simboli, ma che all’origine lo erano: l’aleph era un bue, il beth una casa, il gimel un cammello (?), il daleth una porta, disegnini tutti dovutamente ruotati in senso spesso antiorario, dato che i fenici così usavano. Avevo pensato questo, quando ho abbandonato l’idea in favore di una breve trattazione sulle mie più o meno fantasiose interpretazioni di quello che c’è nei kanji, senza però alcuna pretesa di verità. Sappiate solamente che ci sono dei kanji, degli ideogrammi basilari, che si ripetono in tutti gli altri, perché attinenti nel senso o nel suono o in nessuno dei due. Facile.
Ecco qualche esempio: c’è per esempio il sole (日) che è, in buona approssimazione, proprio un sole e poi c’è la luna (月) che, in effetti, può sembrarvi una luna crescente; allora mettiamoli insieme in 明 e vedrete che abbiamo proprio il kanji di “luminoso”, che ha proprio senso, visto che la nostra luce viene praticamente solo da lì.
Così, assieme a cose molto sensate come la precedente, ci sono tante altre cose! Mettiamo insieme il 日, la bocca (口), chiaro, e la spada (刀) avremo 昭 che vuol dire brillante o, come posso dire io, “il linguaggio solare della spada” di quando ci sono due nemici e lo scontro inizia nel momento in cui il sole si riflette sulla lama. Immagino che non c’entri niente con la realtà, ma al minimo aiuta a ricordare.
Se 木 è l’albero (e si vede), allora 本, col trattino alla base, è proprio “base, origine”, ma anche “libro”, in vari sensi, mentre 末, col trattino in alto, è chiaramente “fine, cima, futuro”
Capito il meccanismo eccovi un piccolo elenco:
女 (donna) + 子 (bambino) = 好 (amicizia, intimità), il rapporto tra la donna e il bambino
人 (uomo; tizio con due gambe) + 本 (base) = 体 (corpo) ossia alla base dell’uomo
日 (sole) + 木 (albero) = 東 (Est), il sole che sorge dietro l’albero. Se poi mi chiedete perché sorge dietro l’albero e non tramonta, vi risponderò che il sole tramonta dietro i monti, come dice la parola, e non dietro gli alberi!
木 (albero)+ 目 (occhio; ben visibile la pupilla, come spazio di mezzo, forse)+ 心 (cuore, mente, spirito) = 想 (pensiero, sentimento), un albero visto con gli occhi del cuore
穴 (buco, carenza, apertura; si vede che sotto è aperto, no?) + 工 (abilità, costruzione; schematico come l’architettura comandava) = 空 (cielo, vuoto), la costruzione sull’aperto, la grande volta mancante
立 (stare in piedi; omino con le gambe a terra) + 日 (sole) = 音 (suono), qui niente di quello che ho pensato era plausibile…
音 (suono) + 日 (sole, ma anche l’essere nel tempo) = 暗 (oscurità, scomparire) ovvero l’unico suono degli eventi (Triste)
Poi qualcosa più complesso come
手 (mano; stilizzata, forse qualche dito) + 己 (serpente; evidente) + 勹 (avvolgere, racchiudere; una mano che incombe dall’alto?) = 抱 (tenere in braccio, abbracciare), quello che chiunque farebbe una volta preso con la mano un serpente
馬 (cavallo; troppo stilizzato per capirci qualcosa, oltre le zampe) + 夂 (inverno) + 勹 (avvolgere, ecc.) + 口 (bocca) + 艹 (erba) = 驚 (essere sorpreso, sbalordito), perché, in effetti, vedere un cavallo che d’inverno prende dell’erba con la bocca non può che lasciare stupiti. Insomma, è inverno!
Poi qualche classico come
木 (albero) + 木 (albero) = 林 (bosco) senza spiegazione
木 (albero) + 林 (bosco)= 森 (foresta) immaginate un po’

Ce ne sarebbero tanti altri, ma io devo partire tra 10 minuti, così vi lascio con uno dei migliori: con il bambino-melone!
子 (bambino) + 瓜 (melone) = 孤 (orfano), il leggendario bambino-melone!. Boh!

 

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