Pa-pa lo squallore: l’epopea d’un Sub “normale”.

postato il 24 Ott 2010 in Senza categoria
da Nigredo

Purtroppo ho levato a molti di voi il gusto di vederlo in anteprima, ma una simile perla non può che finire di diritto nei nostri an(n)ali.

Struttura cioccolatosa

postato il 20 Ott 2010 in Main thread
da Vobby

C’è stato chi, con un certo successo, ha descritto il corso della storia ricercando le cause ultime degli eventi nell’economia, chi ha ritenuto invece che la cultura avesse un ruolo maggiormente attivo, e anche chi ne ha attribuito lo svolgersi alla libera azione dello spirito.

Dal momento che c’è stato anche chi ha dato centralità al ruolo della religione nella storia, io non mi sentirò troppo in colpa, nè in errore, ad attribuire il ruolo di unico attore storico al cioccolato.

Vedremo,attraverso l’analisi di alcuni casi esemplari, che esso ha sia un ruolo positivo che negativo, è capace di condannare una civiltà alla barbarie, ma anche di elevarla.

Sappiamo tutti che il cioccolato venne importato in  Europa dalle Americhe. Ora, numerosi antropologi, storici ed archeologi si sono chiesti come mai gli imperi inca e azteco si siano rivelati militarmente e politicamente così deboli rispetto all’esercito spagnolo, e le risposte date a questo quesito altro non fanno che eludere il problema: si dice che gli inca non hanno allevato nessuna grande bestia perchè preferirono cacciarle fino alla loro estinzione prima di capire che potessero essere utili nel lavoro dei campi, che gli aztechi, per quanto fossero bravi ad assorbire le conoscenze dei popoli con cui venivano a contatto (leggi: che conquistavano, sacrificavano e macellavano), non lo fossero altrettanto nel produrre da soli un progresso tecnologico, tanto che nel 1500 non conoscevano ancora la chiave di volta, e si dice infine che i Maya non siano stati capaci di crescere adeguatamente in qualunque cosa di diverso dall’astronomia a causa dei numerosi disastri naturali di cui era vittima lo Yucatàn. Vi sembrano convincenti queste affermazioni? Esaurienti?
Sembrano supporre che gli Inca fossero geneticamente più stupidi, gli Aztechi geneticamente meno fantasiosi, e i Maya irrimediabilmente più sfigati degli europei. Chiaramente queste conclusioni non sono accettabili. L’unica possibilità è che le èlite governative e intellettuali di quei popoli fossero troppo impegnate a mangiare cioccolato per impegnarsi realmente in qualsivoglia attività produttiva. Citando un’espressione cara a Cerbs, posso dire che gli Amerindi hanno studiato troppe scienze delle merendine ( al cioccolato, appunto) e poca medicina, architettura, ingegneria, chimica ecc.

Questo è un chiaro esempio di ciò che gli esperti definiscono “intossicazione elitaria da dolciume”. Dal momento che il cioccolato, prodotto in gran quantità, era consumato solo da re, nobili, guerrieri e studiosi ,questi ultimi non si impegnarono mai a fondo nelle attività che avrebbero dovuto essergli proprie, perchè avevano già tutto ciò che serve nella vita, cioè tanto cioccolato. Non mi soffermerò ora sul ruolo della carie durante le conquiste europee in america, piuttosto mi sembra il momento  di parlare del ruolo positivo che la cioccolata ha avuto nel vecchio continente.

Dal momento che sarebbe contradditorio affermare che l’economia mercantile europea e, si può quasi dire, mondiale fece un grande balzo in avanti dopo il 1492 ( sappiamo bene che il commercio atlantico provocò solo disastri: diffusione di malattie, rivoluzione dei prezzi, schiavismo di massa ecc.), è assolutamente corretto ritenere che se l’europa iniziò a diventare moderna dal 1500 in poi fu proprio grazie all’oro nero di cui stiamo parlando. Perchè, vedete, qui da noi esso non fu ritenuto un bene destinato a pochi, ma ebbe una vera diffusione di massa. Perciò, dal momento che era poco, non fu sufficiente a intossicare nessuno, ma bastò a stimolare le menti dei sapienti, e a fornire nuove energie alla bassa manovolanza. Pochi zuccheri nel cervello fanno un gran bene, troppi invece hanno le conseguenze che abbiamo visto prima, nel caso americano. Recenti simulazioni al computer hanno dimostrato che se anche da noi il cioccolato fosse stato riservato solo alle elitè politiche e intellettuali, le conseguenze per la nostra storia e la nostra scienza sarebbero state disastrose. Tale è la potenza dell’intossicazione elitaria, che oggi ci ritroveremmo  con cose come “La cioccolata è donna: bisogna mangiarla et gustarla”, “cioccolo ergo sum”, “Parigi val bene un ovetto kinder”, “Dio è un’ipotesi non zuccherosa” , “due cose sono infinite: l’universo e la bontà del cioccolato fondente, e della seconda sono proprio sicuro”, e altre perle.

Bè, mi sono divertito, alla prossima!

Golosone neomelodico

postato il 19 Ott 2010 in Main thread
da Viandante Solitario

Questo blob schifoso è un invito, o una supplica, a non abusare di dolci, schifezze e soprattutto cioccolato. Abbiate pietà di voi e di chi vi sta intorno!

Vorrei potervi dire “buon ascolto”, ma non me la sento.

Love me two times- The Doors

postato il 18 Ott 2010 in Senza categoria
da Viandante Solitario

Love me two times, baby
Love me twice today
Love me two times, girl
I’m goin’ away

Love me two times, girl
One for tomorrow
One just for today
Love me two times
I’m goin’ away

Love me one time
I could not speak
Love me one time
Yeah, my knees got weak

Love me two times, girl
Last me all through the week
Love me two times
I’m goin’ away
Love me two times
I’m goin’ away

Love me one time
I could not speak
Love me one time
Yeah, my knees got weak

Love me two times, girl
Last me all through the week
Love me two times
I’m goin’ away
Love me two times
I’m goin’ away

Love me two times, baby
Love me twice today
Love me two times, girl
I’m goin’ away

Love me two times, girl
One for tomorrow
One just for today
Love me two times
I’m goin’ away

Love me two times, baby
Love me twice today
Love me two times, girl
I’m goin’ away

Il cioccolato

postato il 18 Ott 2010 in Main thread
da ad.6

Buono.

Mamma mia!

postato il 17 Ott 2010 in Senza categoria
da Cerbs

I’ve been cheated by you
since I don’t know when
so I made up my mind
it must come to an end
look at me now
will I ever learn
I don’t know how
but I suddenly lose control
there’s a fire within my soul
just one look and I can hear a bell ring
one more look
and I forget everything ooh,ooh

Mamma mia, here I go again
my, my, how can I resist you
mamma mia, does it show again
my, my, just how much I’ve missed you
yes, I’ve been broken-hearted
blue since the day we parted
why, why did I ever let you go
mamma mia, now I really know
my, my, I could never let you go

I’ve been angry and sad
about things that you do
I can’t count all the times
that I’ve told you we’re through
and when you go
when you slam the door
I think you know
that you won’t be away too long
you know that I’m not that strong
just one look and I can hear a bell ring
one more look
and I forget everything ooh ooh

Mamma mia, here I go again
my, my, how can I resist you
mamma mia, does it show again
my, my, just how much I’ve missed you
yes, I’ve been broken-hearted
blue since the day we parted
why, why did I ever let you go
mamma mia, even if I say
bye, bye, leave me now or never
mamma mia, it’s a game we play
bye, bye doesn’t mean forever

Mamma mia, here I go again
my, my, how can I resist you
mamma mia, does it show again
my, my, just how much I’ve missed you
yes, I’ve been broken-hearted
blue since the day we parted
why, why did I ever let you go
mamma mia, now I really know
my, my, I could never let you go

Hauptschuhle…bah.

postato il 17 Ott 2010 in Senza categoria
da Adrio

Penso che nessuno abbia mai avuto il coraggio di approfondire le capacità di questo artista :/
Questo mi indispettisce, quindi vi lascerò una perla alla portata di tutti voi, stolidi ignoranti.

Il (lungamente premeditato) nuovo argomento

postato il 16 Ott 2010 in Main thread
da Azazello

Iroquis`, l’autore responsabile dell’argomento di questo mese, è impossibilitato a scrivere, trovandosi fuori sede, pertanto mi ha lasciato cambiare l’argomento del mese in sua vece (l’argomento l’ha scelto comunque lui, ovviamente). Mi permetto anche di introdurvelo facendovi un breve riassunto di come si sia arrivati a una scelta del genere:

Non ci ha pensato finché non gli ho mandato un messaggio, una mezz’oretta fa, e ha preso la prima cosa che gli veniva in mente, ovvero “Cioccolato”, probabilmente influenzato dal fatto che si trova all’Eurochocolate (o come si chiama).

Cosa che, per inciso, quando gli ho scritto “Allora dimmi l’argomento e lo cambio io” mi aspettavo che accadesse e che è, puntualmente, accaduta esattamente come mi aspettavo. Bravo me!

Giocando col Caos

postato il 15 Ott 2010 in Main thread
da ad.6

Eccoci qui. Dato che, come sempre, mi trovo a scrivere allo scadere del periodo, non potrò trattare, forse per fortuna, di tutti quei giochi comuni che mi baloccarono da piccolo, giusto perché avete già parlato di quegli stessi balocchi o di oggetti e pensieri molto simili.
Allora vi rendo noto per prima cosa che, per quanto patologico possa sembrare, il mio ultimo dialogo con il tale esercito (con l’ufficiale, in verità) di incredibili lotte galattiche comandato in segreto da me (segreto anche a me, ritengo, dato che non ne sono molto sicuro!) è stato poco più di un anno fa, quando ho trovato il tempo di respirare dopo gli esami del primo anno. Ovviamente, sapendo di aver creato e distrutto il loro mondo più volte, di aver sconfitto svariate volte un Nemico che non poteva essere altro che me stesso per avere una potenza che fosse (quasi) pari alla mia, di aver infine deciso di lasciar andare quel mondo ad uno sviluppo temporale più o meno variabile a seconda del naturale corso della mia volontà e della sue caratteristiche intrinseche, ho così deciso, come avevo fatto varie altre volte, di dare precise istruzioni per agire anche senza di me per un po’ di tempo e che li avrei ricontattati presto.
Non mi si dica niente: così sarà.
Ma volevo parlare di un’altra cosa, perché sono conscio che per parlare dei “Balocchi” dell’argomento attuale devo nominare oggetti tangibili (più o meno, aggiungo, per poter scrivere quello che scriverò).
Quindi…
Mi baloccavo con l’ignoranza. Da quando sono piccolo mi diverto ad interpretare le cose, creando le storie più sconclusionate, perché l’interpretazione è fantasia, ma pensando e credendo quanto di più ragionevole possibile. All’inizio credevo che nulla avesse una spiegazione (non era forse veramente così?) ed allora ne inventavo una io e me la dicevo, pur essendo consapevole della scarsa concretezza delle mie invenzioni. Le luci del semaforo, in questo modo, venivano alternate a seconda della volontà di due omini (che avevano un nome preciso che ormai non ricordo più): quando prevaleva la volontà dell’omino più potente, allora diventava verde, quando invece diventava rosso la questione era spiegata dal fatto che lui fosse in vacanza, non potendo ragionevolmente perdere contro l’altro; il giallo era la disattenzione pre-vacanza, mentre, quando il rosso permaneva, io lo spiegavo a mia madre: “Mamma, **** è in vacanza!”. Invece i colori avevano senso, perché il rosso era chiaramente un fuoco che non permette a nessuno di passare, il giallo un fuoco che comincia appena ed il verde è, ovviamente, un prato fresco e libero. E poi le stelle brillavano perché avevano qualcosa da dirmi, il sogno era la realtà e la realtà il sogno, la volontà degli altri creava e la mia era. Tuttavia non ho mai realmente visto quello che immaginavo ed ho sempre creduto reale buona parte dei miei sogni, il che ha contribuito a crearmi molta confusione. Così mi baloccavo molto con tutti i punti oscuri della realtà, dalle macchine che camminavano da sole ai gechi che si arrampicavano sui muri di casa mia. Quando ho poi scoperto che tutto quello che mi chiedevo aveva risposta, devo dire di aver provato molta tristezza. Era finito il tempo delle domande cui potessi dare qualsiasi risposta.

Tristezza di un bambino che non può più creare

Mi baloccavo col caso. Da quando sono piccolo, senza mai smettere, quando era il momento esatto(?), assistevo ad una serie di eventi qualsiasi, casuali, e giocavo col caos che li aveva generati, lo ricomponevo e lo spiegavo. Così ho previsto di un anno l’inaspettata divisione dal mio migliore amico, di due anni l’arrivo di un’altro ragazzo particolare e di tre anni l’interruzione di quest’ultima amicizia a casua di un imprevisto che lo riguardava! Tutto ciò guardando, una sera (ero in quarta elementare), le automobili che si susseguivano davanti alla nostra. (Tra parentesi, l’interpretazione è sempre fatta sul momento e portata avanti secondo gli andazzi casuali delle cose). Ed ancora mi baloccai col caso quando, per alcuni giorni, immensi stormi di rondini riempirono il cielo di casa mia, quando, appena scomparvero, iniziò una pioggia torrenziale durata una ventina di giorni, con un cielo sempre nuvoloso, quando dopo la pioggia vidi la notizia dell’Etna che aveva ripreso ad eruttare; dedussi allora che sarebbe dovuto esserci un terremoto di lì a breve e così fu. Questo gioco, quindi, capita ancora spesso e mi dà notizie positive o negative sul mio futuro. Tutti divertentissimi balocchi.
Ma c’erano i giochi che non avevano regole e funzionavano, tanti, balocchi che diventavano giochi, che non avevano corpo ed erano tutto, che prendevano forma nella mente ed acquistavano concretezza in un oggetto qualunque.
E cosa resterà di questi giochi se non hanno più menti per prender forma? Solo gli oggetti che ne hanno ospitato lo spirito, trasformandosi e trasfigurando. Dei balocchi.

postato il 15 Ott 2010 in Main thread
da Vobby

E’ sempre bello riscoprire, ricordare, rivedere i vecchi giocattoli, ci scatenano antiche e nuove sensazioni allo stesso tempo. Osservandoli ci sembra di aver perso quei tempi spensierati, di essere stati privati di qualcosa di semplice come divertirsi inventando qualcosa, come immaginarsi qualcuno o qualcosa di diverso, ci si sente malinconici e forse ci si accorge lì, che il tempo è passato e che siamo cresciuti. Ma sul serio abbiamo perso la capacità di giocare? di emozionarci per cose stupide? di creare mondi da plasmare a seconda dell’umore della giornata, di fare tutto ciò che vorremmo? o anche soltanto di immaginarci vivere un’altra vita?

Sapete penso che giocare non sia una facoltà che abbiamo perso, in fondo è solo cambiato il nostro balocco, non abbiamo più bisogno di immaginarci avventure con i personnaggi dei lego, oramai i nostri balocchi siamo noi stessi. Se guardiamo un soldatino pensiamo con malinconia e nostalgia alla nostra “infanzia felice” alla nostra spensieratezza, ma in fondo la voglia di fare, di cambiare noi stessi, di vivere avventure, che era alla base dei nostri giochi non è scomparsa, è sempre lì, e a volte riusciamo a riscoprirla, e ad avere il coraggio di giocare ancora.

Se prima proiettavamo ciò che desideravamo su un balocco, che ci impersonava, o che creava per noi un’altra personalità o un’altra realtà, ora siamo cresciuti, e abbiamo il potere di essere ciò che vogliamo, abbiamo guadagnato la possibilità di essere noi stessi il “nostro balocco”, che resterà per sempre però il simbolo di tutti gli altri molteplici noi che saremmo o no (ahimè penso che pirata non potrò mai diventarlo!) potuti essere.

E ora dopo questa breve riflessione posso tornare a giocare…..

 

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