Tele-scatola: strumento di (falsa) informazione

postato il 4 Lug 2010 in Main thread
da Viandante Solitario

Parlare di scatole può apparire stupido ed insensato; in effetti ci sono argomenti che hanno un’importanza maggiore, o almeno sono più interessanti ed accattivanti,si dice. Non sono del tutto d’accordo; certo sarebbe interessante parlare del rapporto che intercorre tra la deontologia morale e deontologia religiosa, ma riflettere sul fatto quotidiano, su aspetti della vita che ognuno di noi incontra ogni giorno, è ugualmente interessante.

D’altronde la scatola ha lo scopo di delimitare e contenere, quindi, citando Aristotele, grazie alla delimitazione di un ente nasce un campo epistemico che permette la conoscenza dell’ente stesso. Senza una scatola non potremmo conoscere il suo contenuto, perché sarebbe in nessun luogo.

Dopo questa breve digressione vorrei affrontare un aspetto che non è stato affrontato fino ad ora (o se è stato affrontato non l’ho visto, ed in questo caso chiedo scusa all’autore). “Scatola” rievoca la televisione, oggetto che ha provocato una rivoluzione epocale e che a poco a poco è diventato un vero e proprio demonio.

Nei primi tempi, la televisione era sinonimo di unione, comunità, gruppo; ci si incontrava in casa di amici con una condizione economica che gli permettessero di comprare una televisione e, tutti insieme, si vedevano quei due o tre programmi che la tv di allora metteva a disposizione.

Col passare del tempo la tv diventa un’amica ed un’educatrice, un mezzo di informazione, nascono i quiz, la pubblicità entra nelle case esortando a comprare sempre di più, lo sport e la musica smettono di essere spettacoli messi a disposizione solo per un pubblico munito di biglietto, con le consol e i DVD aumentano le possibilità che la “scatola” può offrire al suo possessore. Tramonta l’era della riunione, nasce e fiorisce l’epoca dell’isolamento. Certo molto spesso le persone continuano a riunirsi per vedere determinate cose, ma oramai l’asse si è spostato verso l’uso privato e non più comunitario, bisogna ammetterlo.

Oramai con la televisione si può arrivare ovunque, viene meno anche la curiosità di evadere e viaggiare, di andare a vedere da vicino quelle meraviglie che qualcun’altro per noi sta vivendo in modo autentico, mentre noi ne riceviamo una falsa immagine; è il nostro occhio a vedere le immagini, ma non le vive. Non c’è cosa peggiore di vivere una vita che non ti appartiene.

Questo potere che la scatola ci ha donato, però, ad un tratto è diventato incontenibile, e non è la prima volta che accade una cosa del genere. L’occhio della scatola è diventato troppo potente, è arrivato a vedere cose che non dovevano essere viste, cose che, se le persone avessero capito, avrebbero potuto creare non pochi grattacapi. Non sto citando episodi in particolare, siete liberi di vedere ciò che volete in questa critica.

Per delimitare il raggio d’azione dell’occhio è nata, anzi, è stata ripresa ed amplificata la censura. Sono solito pensare, quando sento parlare della censura, all’inquisizione ed al processo a Galileo. Dalla censura all’informazione pilotata il passo è breve. Questa situazione la conosciamo tutti molto bene, dato che in questi ultimi tempi si sta ponendo molto l’accento sul tema dell’informazione su misura e sulla tv di parte (o partito, se preferite, dato che è così). Sembra quasi di vedere una chimera sbranare colui che l’ha creata; la televisione, quella stessa amica che ti permetteva di vedere cose che  se non eri un figlio di Bill Gates non potevi neanche immaginare, ora si ripropone non solo di non farti vedere la verità, ma di abbindolarti con falsi programmi che hanno l’unico scopo di rincitrullire lo spettatore. “La televisione ha sostituito il manganello usato in epoca fascista”,mi dissero una volta.

Vi è, poi, un altro leviatano che recentemente viene impiegato per combattere questo circolo vizioso. Internet è molto più potente della tv, bisogna ammetterlo. Ma se anche questo mostro passa al lato oscuro? L’uomo ha la capacità di uccidere e violentare le sue creature più belle, è risaputo. E’ solo questione di tempo, anzi, il processo è già in atto e, probabilmente, con le leggi che stanno passando, leggi che vietano la critica dei partiti (di destra), questa perversa evoluzione subirà un’accelerazione molto potente. Addio libertà di comunicazione con luoghi che vanno al di là del proprio quartiere!

Se esistessero luoghi in cui fosse possibile tenere pubblici discorsi, dibattiti, confronti, il problema sarebbe meno grave, perché attraverso organi dall’organizzazione a matrioska si potrebbe raggiungere un raggio d’azione maggiore, ma un ritorno alla parresia non è mai stato così lontano.

Così parlò il Viandante Solitario

La scatola di Azazello

postato il 3 Lug 2010 in Main thread
da Lellida

Proprio mentre mi accingevo a scrivere su ció che questo mese è stato proposto, seduta sul letto di Azazello ho scoperto, perdincibacco,proprio una scatola. Questo misterioso contenitore, di colore bordeaux, è stato aperto e conteneva, udite udite: dei manga! Il contenuto era alquanto prevedibile, vista la passione di Azazello per i manga ed il fumetto in generale. Poteva tranquillamente contenere dei gomitoli di lana o delle penne, ma non avrei mai potuto scoprirlo se non avessi agito. Si puó dire che quando una scatola è chiusa è attorniata dal mistero; c’è quella sorta aura che la circonda che le conferisce un certo attributo da scatola chiusa.  Prima di aprire ciò che dall’esterno sembrava una semplice scatola di scarpe, ho sì, percepito del mistero. La curiosità mi ha spinto ad aprirla, e ho provato il brivido di stare entrando in un mondo che non mi appartiene. Beh, la scatola era di Azazello, quindi per porre la questione in termini volgari, mi sono per un attimo interessata dei possedimenti di un altro. Questa scatola avrebbe potuto contenere tutti i mali del mondo, o persino un gatto. Ed a proposito di gatti stavo pensando al povero animale domestico del signor Schröedinger che stava rinchiuso in quella scatola… e parlando di come si provi della curiosità all’atto di aprire la scatola e di come la curiosità uccida il gatto. Il gatto di Schröedinger è morto quando qualcuno ha provato ad aprire per vedere se fosse vivo o morto. Se inizialmente la questione del gatto potesse considerarsi un paradosso, ora l’unica certezza è che i curiosi sono degli assassini di gatti.

NON APRITE QUELLA SCATOLA O IL GATTO MUORE

Vorrei fare un’aggiunta…

postato il 3 Lug 2010 in Main thread
da Cerbs

…a quanto detto finora a proposito dello scatolame: mi sembra infatti  che sia sfuggito un elemento critico  per approfondire l’essenza dei contenitori, nonchè la loro ragione di esistere. Abbiamo appurato che le scatole contengono, avvenga ciò perchè esse sono state progettate e costruite per questo fine o perchè sono nate, all’alba dei tempi, proprio con la forma di una scatola. Tuttavia, mentre meditavo sull’argomento, un ricordo infantile mi ha illuminato:

Lo scatolone fabbricone.

Esso ci istruisce sul fatto che la mera ed innocente apparenza di una scatola cela un potenziale infinito: questo “contenitore” può difatti sprigionare una miriade di sogni, trascinare le nostre menti in una spirale infinita di gioia, indurre un ineffabile impeto costruttivo, sollazzare i nostri animi con la sua infinita poliedricità.
Esso è la prova vivente che, nel millenario e cigolante meccanismo ad orologeria dell’universo, nelle altalenanti vicissitudini umane e nell’imperituro gioco della vita che sussiste da sempre sulla Terra, le scatole ricoprono un ruolo ATTIVO anzichè no.
Questa è la loro vera essenza, questa è la reale rivoluzione copernicana!
Nessuno sa cosa sia precisamente contenuto all’interno dello scatolone fabbricone, ma ciò comunque non sarebbe importante: la cosa che sta a cuore, in realtà, è la sua peculiare facoltà di generare il tutto, sia che esso sia ripieno di buffi utensili o semplicemente di idee geniali. Esso travalica l’insulsa funzione di contenitore, per assurgere a quella di creatore.

Con uno scatolone fabbricone, pensate, si potrebbe persino costruire un’altra scatola.

De Scatolame

postato il 2 Lug 2010 in Main thread
da Bread

Nuovo mese, nuovo argomento. Le scatole. Bello! Davvero: molto bello. Ma come si parla di scatole?Cosa ci sarà mai da dire sulle scatole? Ma il mese è cambiato e con esso anche l’argomento per cui qualcosa su codesti contenitori bisognerà pur dire. Ebbene diciamolo!Mi accingerò a trattare l’ardua materia

Siano le Muse ministre del canto.

Partiamo proprio dalla disamina dell'”annosa questione” posta dal mio illustre predecessore sull’utilità e la natura delle scatole e sulla possibilità di una scatola nella scatola.

Sono fatte a posta per contenere?

Beh, direi proprio di si, in quanto la scatola è per natura un contenitore, ossia un oggetto fatto per contenere. Il contenuto fa parte dell’essenza della scatola. Una scatola vuota è infatti, poveretta, una scatola priva di dignità:tutti le rideranno dietro, non la inviteranno alle feste, i ragazzi scapperano da lei, ed infine, sconsolata, si suiciderà. Al contrario, invece, una scatola chiusa acquista valore inestimabile in quanto si arricchisce nel mistero che circonda il suo contenuto

O contengono perchè  sono fatte così?

Eh no! Esse, al contrario, sono fatte così perchè contengono. Il contenuto (che è ciò che dà valenza ad un scatola, come abbiamo ampiamente dimostrato) è causa della forma della scatola.
La scatola, materia informe, acquisice la forma istessa del contenuto. Ed è così che una scatola diviene custodia. La sacca d’un piffero avrebbe mai la forma d’un pene se non dovesse contenere uno strumento dalla forma fallica che molti amano suonare abbandonandosi al sogno del sesso orale con Abdul il senegalese?![ogni riferimento a cose o persone realmente esistenti è puramente casuale, e poi a volte un piffero è soltanto un piffero]

Cosa rende un involucro tale?

Eccoci giunti al fulcro della trattazione. A rendere un involucro tale, come abbiamo già detto, è il contenuto.Questo, come apparirà chiaro a molti, fonda ontologicamente la scatola; ma non è solo questo. E’ anche il contenuto (suvvia ammettiamolo!) a darsi un certo tono quando è messo in una scatola, specie se è una bella scatola, una custodia di quelle come si deve!Il contenuto così acquista un certo pregio, si dà delle arie. Come un uomo in un bel vesitito.
Ed è proprio da questo spettacolare connubio tra contente e contenuto che si arricchiscono reciprocamente che ricaviamo l’essenza degli involucri e come le prugne sunsweet ones siano meglio delle altre prugne perchè fasciate una per una.

Può essere a sua volta contenuto?

Scatole. Cinesi. La risposta è ovvia: possono. Ma quando il contenuto diventa un contenente a sua volta d’un alro contentente e così via all’infinito è un bel casino! Si finirà per avere un mucchio di inutile scatolame…e le scatole vuote non servono a un bel niente.

Credo che siamo giunti al termine… prenderò congedo lasciandovi con un avvertimento: le scatole possono giocare brutti scherzi  nel nascondervi il contenuto; e possono confondersi, scambiarsi, mescolarsi.. così il poveretto che al mercato compra lo stereo si ritrova col mattone.
Imparate ad apprezzare le scatole, ma attenti!!Una scatola può facilmente diventare pacco.

Al prossimo post…

Tutti hanno il pene piccolo, tranne me.

postato il 1 Lug 2010 in Main thread
da Adrio

Dalla creazione di questo stupido blog, ho avuto molto tempo per pensare ad un argomento per il mese di Luglio che potesse reggere il confronto con il precedente, ma ovviamente sono riuscito lo stesso ad essere in ritardo. Con questo non me la sento di chiedere scusa, visto che nessuno di voi avrà una vita TANTO triste da attendere con ansia davanti ad un pc qualcuno che vi dica di cosa parlare. Scusate…avete ragione, non volevo toccarvi sul vivo.

Ad ogni modo, stamane, tornato a casa riflettevo su come avrei potuto stimolare le menti dei miei sozzi colleghi e, mentre stimolavo la mia concentrazione con movimenti ritmici verticali del polso, lo sguardo mi è caduto verso il basso, sul retro del mio computer. Lì ho notato, per la prima volta, la quantità di polvere ed immondizia che vi si è accumulata nel corso degli anni e, con mia somma gioia, i miei occhi sono stati in grado di riconoscere tra il lerciume quella che aveva tutta l’aria di uno Smarties viola (non so se per la sporcizia) e mentre raccoglievo il frutto della mia scoperta, col cuore rigonfio di gioia, ho trangugiato commosso quel piccolo superstite della dolciumeria industriale. Masticando copiosamente, ragionando su caramelle, polvere, sporcizia, globalizzazione, petrolio e galline, mi sono venuti in mente gli involucri: qualcosa deve essere necessariamente contenuta in qualcosa di più grande e altre cose dovranno indiscutibilmente contenerne di più piccole. Ed ecco che vi pongo l’annosa questione: le scatole. Sono fatte apposta per contenere? O contengono perché sono fatte così? Cosa rende un involucro tale? Può essere a sua volta contenuto?

Stupitemi…

 

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