Non so se ti ricordi…

postato il 26 Nov 2012 in Cazzi e mazzi personali
da Azazello

[Ricordare è una responsabilità. Ricordare qualsiasi cosa: la Storia e le storie sono il manuale di istruzioni per la società del futuro. Ciascuno contribuisce all’intreccio di vite che dà forma al mondo in maniera unica ed equivalente: come già ho detto un atto di cortesia buttato lì o un gesto d’affetto possono cambiare la giornata di qualcuno e questo può avere le ripercussioni più bizzarre. Ricordare è importante, quindi, anche se si tratta solo di ricordare un sorriso.]

 

 

Siamo qui riuniti per ricordare la nostra…

Ho ricordi frammentati di Tiziana. Non si può dire che occupi un posto quotidiano nella mia memoria, anzi, ho passato gli ultimi anni completamente dimentico della sua esistenza, eccezion fatta per quando, un paio di settimane fa, mi sono domandato che fine avesse fatto. Fotografie in cui tutto è più grande, più lontano, più difficile, scattate dalla retina di un bambino di neanche dodici anni.

…addormentata nella luce del Signore…

Ricordi frammentati. Un viso nascosto dagli occhiali da sole più larghi che avessi mai visto. Una chioma scura illuminata dalla luce di un primissimo pomeriggio estivo. La fretta durante un’attesa interminabile di fronte al portone di casa di un mio amico. La conversazione di una mattina di luglio sotto la mia scrivania, una tavola di legno con tutte le ammaccature possibili. I commenti (non proprio lusinghieri) dei miei amici sul suo fondoschiena.

…il Signore sia con voi…

Il dubbio che non fosse scortese stare tutto il tempo a parlare coi miei amici sulla via di casa. Il conforto nel sentirmi dire che sarei stato perdonato dall’amico che avevo trattato male. Una strana, ma più probabilmente normalissima, conversazione sulla musica di cui non ricordo l’inizio, la fine, né l’argomento. La notizia dell’acquisto di una macchina, quella di mia nonna. Una telefonata di auguri.

…benedetto sei tu, Signore…

Ricordi frammentati. Che c’entrano con tutte queste persone? Che diritto ho di stare qui? Non so nemmeno quanti anni ha adesso. Aveva. Qualche giorno fa. Non so nemmeno se era sposata, fidanzata… non so nemmeno che tipo fosse. Che ci faccio qui? Sono all’altezza del dolore di tutte queste persone? Delle loro lacrime? Il mio dolore è all’altezza? Il mio stupore. Diciamo la mia incredulità. I miei ricordi sono all’altezza?

…versato per voi e per voi tutti….

La mia indignazione lo è. Era giovane, nessuno merita di morire così presto. Nessuno merita di morire di cancro. Nessuno.

…come noi li rimettiamo ai nostri debitori…

Disagio. Colpa. Non è abbastanza. Sono fuori posto qui, sono un intruso. Devo andarmene.

…andate in pace.

Rendiamo grazie a Dio.

 

Folla. Movimenti. Sospiri. Principi di un vociare sussurrato.

Un anziano signore, traballante, con un discorso.

 

…quando ci preparavamo per un’udienza…

Ho imparato più su Tiziana in questi cinque minuti che da tutto ciò di cui ho memoria. L’immagine di lei al lavoro in uno studio che non ho mai visto e che immagino cosparso di mobili antichi in legno scuro, una stanza non troppo piccola, piena di libri. Tarda sera, una ragazza con gli occhiali scuri e la chioma bruna illuminata dal sole pomeridiano (paradossale) appoggiata su un braccio alla scrivania disordinata, tra carte e volumi, intenta a leggere e parlottare con un signore anziano seduto di fronte, su una grossa sedia nera di pelle imbottita. Conversazioni amene con colleghi dall’aspetto definito, ma del tutto casuale. Un gesto di affetto. Una risata.

…una creatura dalla semplicità straordinaria…

Questo me lo ricordo. Una persona semplice. Dolce. Mi piaceva, Tiziana. Ci sapeva fare coi bambini, ci sapeva fare con me. Questo me lo ricordo. Un frammento. Ho imparato qualcosa dalle parole di quest’uomo.

…dovete essere fieri…

Ho ricordi frammentati di Tiziana. Io. Voi non la conoscete con i miei occhi di bambino, ma è un bel ricordo, ne vale la pena. Un’attesa interminabile, una conversazione estiva, il sole, gli occhiali, i jeans, una figura rassicurante mentre parlate coi gli amici, una telefonata di auguri. Ci sapeva fare con me. Ci sapeva fare con voi.

…non mi applaudite. Solo un momento per ricordare intensamente Tiziana.

Sì. Solo un momento. Solo un frammento. Gli occhiali da sole. Sotto, un sorriso.

Luoghi dell’anima

postato il 4 Lug 2010 in Main thread
da Vobby

Come è giusto che fosse, data la maestà del tema, il precedente argomento del mese ha prodotto elucubrazioni filosofiche di altissimo livello. Per quanto riguarda l’argomento attuale invece, mi sembra che esso si confaccia a trattazioni che ricorrano ad atmosfere minimaliste e all’esperienza personale.

Sotto il letto di mia sorella ci sono due cassettoni. Il primo contiene (contiene! come una scatola! yeeee) oggetti inutili, come vestiti e lenzuola, mentre l’altro , ai miei occhi, sarebbe riduttivo definirlo contenitore.

Esso contiene solo agli occhi di qualcuno diverso da me, e contiene delle scatole, che a loro volta contengono giocattoli.

Per me invece questa scatole non contengono, esse SONO, e sono dei veri e proprio luoghi dell’anima, in cui riposano, ancor vivi, i sentimenti già vissuti, in attesa di essere provati ancora.

Il cassettone è come il porto di una città di confine, che collega la costa a un arcipelago, e ogni scatola è una nave che trasporta il cuore e la mente su una delle isole, i giocattoli, che altro non sono se non i ricordi che portano con sè.

L’isola dei Bio Combat è  Capri vista da un bimbo dell’asilo che gioca sul balcone.

L’isola delle macchinine è la cameretta di un ragazzino che costuisce una pista Hot Wheels con il papà.

L’isola dei Gargoyles è la cucina di una nonna che porge un regalo al nipotino.

L’isola dei Bey Blade è un giardino in cui si svolge la festa di un undicesimo compleanno.

L’isola dei Pokèmon è la casa di un amico d’infanzia.

L’isola delle sorpresine Kinder è il salotto di una mamma che vede studiare il figlio per la prima volta, e gli da una merendina.

E l’arcipelago è grande, e di certo è stata ormai dimenticata la rotta per alcune delle isole.

Se quindi la scatola ha un ruolo, esso varia a seconda della persona. Per gli altri le mie scatole contengono, per me conservano e custodiscono. Ed è importante che esistano, perchè in esse sono conservati e custoditi frammenti di passato, melodie di sensazioni, niditamente udibili, se solo si toglie il coperchio.

Fine

 

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