Chi siete? Cosa fate? Sì, ma quanti siete? UN FIORINO!

postato il 3 Dic 2012 in Main thread
da Spasko

L’era del digitale! L’era dei computer domestici anche per cucinarsi la colazione! L’era della pirateria! L’era dello streaming! Dove sto arrivando? Ai telefilm! Questo virus dagli effetti letali che si sta espandendo a macchia d’olio in tutto il mondo. Si sentono sempre più spesso frasi come “oh ma hai visto nell’ultima puntata quello che.. blabla.. CHEFFIGATA!”, oppure “mamma mia come è finita di merda questa serie…”, oppure ancora “ma hai visto che gnocca che è la tizia che sta con il cugino di secondo grado della zia del co-protagonista”.

Posso affermare a giusta ragione di non conoscere nessuno che non stia seguendo ALMENO un telefilm. Io per primo ne seguo 3 o 4, ed inoltre non esito a rivedermi le puntate di quelle serie che mi hanno riempito intere giornate di nullafacenza (o che mi hanno tolto preziose ore da dover invece passare chino sui libri).

Indubbiamente tra i lettori, ed ancora di più tra gli autori in questo blog, sono sicuro di trovare terreno fertilissimo affinché una tematica del genere possa suscitare interesse.

L’argomento che vorrei proporre non so se è definibile in una maniera sintetica, poiché si traduce in una, anzi… due domande: alla luce dei telefilm che sono passati con i loro fotogrammi davanti ad i vostri occhi strafatti, in quale personaggio vi potreste riconoscere? Ed inoltre, in quale telefilm vi piacerebbe vivere?

Esposto così può sembrare il classico tema di scuola elementare, e di sicuro verrò ricoperto di insulti per questa scelta (o anche per la mia esistenza, a seconda), ma magari può essere un buono spunto affinché tutti possano dire la loro…

Perzonaggi di Natale.

postato il 20 Dic 2011 in Cazzi e mazzi personali
da Deluded Wiseman

Io non odio il natale. Adesso si porta molto fare i Grinch dei poveri e dire “Io detesto il Natale, io piscio sull’asinello”, eccetera; sicchè, mi piacerebbe dire qualcosa tipo “Io odio il Natale da che Gesù ancora stava a intagliare sgabelli in Galilea”, o “Il Grinch l’ho scoperto io, suonava in una cantina del Viterbese vendendo demo autoprodotti”, cose così, insomma. Ma sarei, come il 50% di questi Ebenezer Scrooge post-emo, falso. Il Natale ha tante cose orrende. Taaaante. Vorrei elencarle, ma sono tante. Però ha anche cose belle: tanto cibo, regali, qualche giorno di festa, l’occasione di riavvicinarti al focolare familiare dal quale rifuggi tutto l’anno, che una volta ogni tanto ci sta, e cose così. Ma nell’ambito delle cose brutte del Natale, io sono disposto ad accettarne alcune. Tipo, fare i regali è stressante. Ma qualcosa dovrai pur fare, se vuoi ricevere qualche coppola di cazzo anche l’anno prossimo, no? E quindi, passi.

Poi però ci sono quei personaggi Natalizi del cazzo, quelli che è colpa loro se il Natale rischia di passare per una merda. Sono loro. Sono tanti, più o meno tutti quelli che incrociate durante il periodo natalizio; periodo che fra l’altro, al contrario delle mezze stagioni, tende a espandersi di anno in anno. Già per il 2030, si prevedono le prime luminarie dal 17 agosto.

Ma torniamo ai personaggi. Dicevo, sono tanti, sicchè, nell’impossibilità di parlarne, stilerò una pratica top five. Badate bene, non giudico nessuno: potrei benissimo essere io, al posto di alcuni.

 

5)”Nulla è reale, tutto è lecito” o “quello col Babbo Natale appeso al balcone”.

Io amo le luminarie di Natale, e le stronzate varie. E’ un retaggio familiare. Ma non è possibile che a dicembre uno guarda in aria e gli viene da correre protendendo le braccia, che un neonato peloso sta cadendo dal balcone, o da chiamare il 112, chiedendo di fermare subito quel nano marxista che sta svaligiando una casa. Andiamo, sembrano dei bambini impiccati. O i cugini stronzi di Ezio Auditore da Firenze, roba così, non lo so. Per favore.

 

4)Il bambino di “A Natale puoi”.

Allora. State pensando: “Ah, ora inizia a inveire come suo solito contro l’amore, la dolcezza e la bontà, quanto è duro, quanto è figo, cheppalle”.

No.

Non senza vergogna, ammetto che quella canzoncina è bellissima, mi fa sciogliere le budella. Sarà la melodia, la vocetta del bambino del cazzo, la faccia sincera mentre elargisce felle di pandoro. Boh. Però mi piace. Non me ne frega che proprio non vedo perché a Natale dovrei essere più buono(cioè, lo vedo: perché io spendo e spando, e mi sento colpevole verso chi non può. E’ anche valideo, ma non credo si riferisca a questo). Non me ne frega neanche che la versione multi-etnica/quote rosa/quote nere(http://www.youtube.com/watch?v=ukAibmAvH_A) è ruffiana come un piazzista. E’ anche meglio. Però diamine..cioè..per vendere panettoni? Davvero? Per vedere fottuti panettoni? Dico..quel bimbo con quella canzone potrebbe convincere i grandi della Terra a fare la pace, e a trasportare il mondo in un’era senza canditi di eguaglianza, benessere e giustizia! E invece, vende panettoni. Al più, convince a regalare felle di pandoro a ragazzini alle prese con piccoli problemi di cuore, mimi, bimbe medio-borghesi, e piccioni. Ma vaffanculo, Bauli.

 

3)”Il puntuale”.

“L’abero si fa il giorno dell’Immacolata:” Che ansia! Non me ne vogliate, probabilmente è normale. Ma a casa mia l’albero richiede, fra difficoltà tecniche e difficoltà legate alla nostra scarsa presenza in casa:

a)una sera di scaricamento pacchi dal mezzanino b)una sera di montaggio albero c) una sera di luci e palline d)una sera di caricaggio scatoli vuoti sul mezzanino. Quindi, anche iniziando l’otto, cosa che non accade mai, io lo finisco l’unidici. I vostri immacolateschi e puntuali alberi..mi mettono ansia!

 

2)”L’intoccabile”

E’ colui/colei (col@i, direbbe qualcuno che ha sacrificato la grammatica sull’altare della parità dei sessi), ma l’esperienza mi dice che è più una colei, che quando lo urti in un posto affollatissimo, tipo… Fnac sotto Natale, dubito di poter trovare una metafora che renda meglio; ebbene, quando lo urti in quella bolgia infernale, trascinato, privo di controllo motorio, da una pressa che manco la reunion di Hendrix con la vita (Era più forte di me. Ma sappiate che Fnac sotto Natale è peggio.), lui ti guarda come se gli avessi cagato nella torta il giorno del suo diciottesimo compleanno. E che cazzo; o Kevin Costner di questo paio di palle, se vuoi fare i regali senza che il tuo lebensraum debba vedersi ridotto dalla fisicità altrui, i regali valli a fare nel Nevada a Ferragosto, vedi che libertà di movimento.

 

1)”Babbo Natale”

Non ce l’ho col fatto che è una trovata della Coca-cola. Ce l’ho, più che altro, coi migliaia di gonzi che scrivono fumetti,film,spot, con Babbo Anale per protagonista, e mi sembra scrivano spesso una storia abbastanza insensibile.

“Ma come, Babbo Natale porta regali a tutti i bambini! I bambini hanno i regali dai genitori, e gli si racconta che è Babbo Natale! E’ bello!”

Lo so. Ma a me fa un po’ tristezza pensare che ci sono milioni di creaturi che non hanno mai visto l’ombra di un giocattolo. E quando si sentono dire “Babbo Natale porta i regali a tutti i bambini”, che devono pensà? Di essere cattivi? E quando vedono che nelle miriadi di storie e storielle in cui BN ha dimenticato qualche bambino per poi rimediare in extremis(la prossima è “Il figlio di Babbo Natale”, a breve nei cinema), pure quel bambino è sempre un americano o europeo benestante? Dimenticati anche fra i dimenticati.

Lo so, non sto per nulla argomentando, né potrei farlo perché probabilmente non ha senso, ma è una capata storta che mi è venuta oggi, come dicevo, mi capita quando spendo soldi in futilità. Evabè, quest’era.

 

Voglio, però, chiudere con una nota positiva: l’Eroe del mio Natale.                                                                                                                                                                                                                    Siediti, Gesù. Mi spiace, non sei tu. Lo so, lo so. Sarà per la prossima. L’Eroe del mio Natale è mio padre. Egli possiede tre caratteristiche. E’ tardi, sicché ve le elencherò schematicamente.

a)Mio padre è un fissato di decorazioni natalizie. Possiede un gran numero di palline e cazzimmocchi vari da albero, provenienti dalla collezione del mio defunto nonno, ed ha ampliato la collezione negli anni, anche con pezzi davvero pregevoli e particolari, di cui vi faccio la grazia di non parlarvi. Egli è, inoltre, fissato con le luci, e ha intamarrito il balcone con led e lampade gialle.

Talis pater..anche io adoro ste cose, sicchè passiamo un sacco di tempo(seppur, ahimè, sempre meno: quest’anno non ho aiutato con le luci fuori al balcone) a intommare la casa di luci, pendagli e robe, il tutto ruotante attorno al nostro tamarrissimo e traboccante albero. Vi sembra la descrizione di casa Flanders? Permettetevi di smentirvi, signori, perché tutto ciò è rigorosamente e inderogabilmente compiuto SENZA  alcuna di quelle cazzate natalizie quali: affetto forzato; riti e ritini religiosi vari; allegria e bontà comandate; Puro hobby, madame set messieux. E questo ci piace.

 

b)Mio padre paga. Tutto.

 

c)Mio padre riceve, sotto Natale, un osceno numero di cesti gastronomici e regalie varie(tutti quelli che a Capodanno si sono bevuti il Chivas arrubato da mio padre ringrazino). Il momento clou è l’immancabile arrivo del prosuttone sano, che quest’anno è stato accompagnato da un gemello più piccolino e tenerissimo.

 

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