Metafora del determinismo parte 3°

postato il 5 Nov 2010 in Cazzi e mazzi personali
da Vobby

Ho scritto di getto questo post più o meno a metà agosto in Bretagna. Forse avrei qualche cosetta da cambiarci, non so, ma preferisco proporvelo così com’è nato.

E’ necessario un chiarimento: io credo nell’esistenza della libertà. Per discutere di essa dobbiamo, però, metterci d’accordo con la sua definizione.

Il maggior teorico del determinismo, Spinoza, lasciava spazio nel suo sistema a un essere libero: Dio.
“Dio è libero nella misura in cui il suo agire non è determinato da null’altro che da se stesso”. Cioè, l’agire di Dio, che in termini spinoziani corrisponde al corso degli + (crux disperationis, non capisco la mia scrittura. Ci sarà scritto “eventi”?) di tutto l’universo, è certamente necessario, eppure autonomo, perchè non c’è niente se non le leggi che regolano l’universo ,cioè Dio, a muovere l’universo, cioè ancora Dio. Questo darà la possibilità a Schelling di teorizzare l’identità di idealismo e realismo nell’assoluto.

Ora, l’uomo. A mio parere, fra l’essere che è tutta la sostanza, e uno che ne occupa un minuscolo pezzetto, esiste una differenza quantitativa, e non qualitativa, allo stesso modo di come non c’è differenza qualitativa fra un sasso e la montagna, una cellula e un tapiro, una buccia e una banana.
Quindi, se la libertà di Dio  sta nell’autonomia necessaria, quella dell’uomo può essere identica (se non maggiore: l’uomo ignora le conseguenze delle sue azioni, e questo accresce la sensazione di libertà).

Io concepisco la libertà come possibilità di fare ciò che si vuole. Libertà come potenza. Il mio “determinismo” sta nel considerare “ciò che si vuole” come necessariamente causato, ma la libertà di agire di conseguenza non mi è negata da ciò.
L’uomo che ha avuto, per esempio, un’educazione di sinistra e vuole votare per un partito operaio, non può farlo sotto una dittatura militare fascista, quindi saremo tutti d’accordo nel considerarlo non libero. L’uomo che invece può votare per il partito che preferisce può farlo in una buona democrazia parlamentare, quindi è libero di agire ANCHE SE il suo voto è determinato dalla sua educazione.

L’educazione qui assume un ruolo fondamentale: essa ha il ruolo di forgiare uomini che possono essere interamente liberi senza nuocere al prossimo.
Prima di dire cose tipo “l’uomo è per natura violento ed egoista” (ci si legga il capitolo di OP intitolato Justice Will Prevail!*) ci si pensi bene, perchè se si sottovaluta l’importanza dell’educazione, non si considerano le differenze assurde fra un uomo nato in Italia e un nato in Corea del Nord, nè la distanza che separa Einstein da un cavernicolo, ma anche semplicemente il filantropo e il misantropo.

Dire che l’uomo è una corda tesa fra una bestia e l’oltreuomo, ma anche fra una fiera e un angelo, è proprio vero (facoltativo: vi sentite più simili a madre Teresa di Calcutta o a un truzzo? Dura eh?), l’educazione serve a forgiare individui che preferiscano “l’angelità” alla bestialità, e la libertà in questo caso consiste nella possibilità di realizzare questa propensione.

*”Children who have never seen peace, and children who have never seen war, have different values. Pirates are evil? Marines are righteous? Justice will prevail?!? Sure! Whoever wins this battle , will become justice!”

 

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