Ritorno.

postato il 30 Lug 2010 in Cazzi e mazzi personali
da Lellida

Ecco, sto scrivendo da una postazione un po’ inconsueta… sono in una casa nella quale non entravo da circa tre anni. Una casa di sempre, di vacanze, dove sono cresciuta passando le mie estati con i nonni al mare mentre mia madre lavorava e tornava la sera del venerdì. Per cause non piacevoli, ovviamente, esterne, motivi di astio intrafamiliare dovuto a sconosciute donne che vogliono impossessarsi dell’equilibrio (già precario) di una famiglia.* Dicevo, da quando il mio nucleo familiare ha costruito una casetta ad Alfedena, ad Ischia non siamo più venuti. Ho provato una strana sensazione nel rientrare e sapere che quella non era più anche la mia casa. Quando abbiamo fatto il trasloco delle cose che solitamente venivano lasciate, già sapevo che non sarei più tornata, che quella non era mai stata “casa” mia, e nonostante ogni anno vi ritornassi da un lato con piacere e curiosità di ritrovare le cose lasciate l’estate precedente, cose che odorano di chiuso, di abitudine, di riciclo, e dall’altro con noia, poichè sapevo che alla spiaggia dove andavamo sempre, dove ormai la mia nonna aveva gli amici con i quali fare partite a carte non avrei trovato divertimento. Ma ogni estate mi inventavo qualcosa di nuovo da fare e la passavo così come sempre avevo fatto. Ora ho provato una sensazione diversa; non era come quando abbiamo “traslocato”, in quel momento stai abbandonando un luogo di sempre, stai togliendo i tuoi ricordi materiali e mettondoli da un’altra parte. Era strano, non c’era più la scrivania nella mia stanzetta, il mobile con lo specchio nella stanza da letto di mia mamma… alcuni dettagli erano modificati. Appena entrata nella stanza per posare la valigia e la borsa ho provato un senso di vuoto, mancava una pezzo grosso da lì dentro… (era una semplice tavola di compensato poggiata su dei piedi di ferro pieghevoli, ma era molto grande). Una cosa insignificante di nessun valore, almeno monetario, non c’era.

E’ strano vedere il declino. Le cose non spariscono semplicemente dalla tua vita, se ne vanno piano piano, un pezzetto alla volta, pensando che tu non te ne accorga. Ma se ti fermi un istante ti rendi conto di quanto sia strano ritornare in un luogo che è in pratica abbandonato dai tempi di felicità, di infanzia, non avendone più alcun legame. Sentirsi estranei in un luogo che da quando si è nati si è sempre sentito proprio.

*mi riferisco ad una donna in particolare che però fa’ talmente ribrezzo dal punto di vista umano che non merita nemmeno di essere menzionata…

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