I collega-menti di Don Squallore.

postato il 27 Lug 2010 in Main thread
da Nigredo

Il nostro (ma soprattutto vostro) eroe più sgradito torna a popolare i rotocalchi digitali con questa singola, laconica immagine, che mirabilmente esplica un senso dei collegamenti che ancora nessuno di voi ha osato (o saputo) cogliere ed/o immaginare:

Il Collega-mento di Don Squallore. Mirabilmente banale nella sua essenza, è in realtà l’emblema dei collegamenti a cazzo, incomprensibili, ma pretenziosamente seri che troppi fanno. E che cos’è una persona che pretende di far passare per intellettuali, profondi e giustificati collegamenti che altro non sono che uno stralcio di flusso di coscienza malamente coltivato, se non un nuovo, fantastico Don Squallore? Mi riferisco in particolare a quei collegamenti che sembrerebbero profondissimi per toni e retorica, se non fosse che sottendono una logica (la sottendono?) completamente a caso, o comunque errata, o comunque fantasiosa e imprevedibile se nessuno ce la spiega “a priori”.

Mi spiego meglio: “Ti lascio perché ti amo troppo.” Considerando quante persone hanno detto questa frase, reputo impossibile che non ci sia una qualche logica di base che il 90% di noi mortali non riesce a cogliere, o magari coglie solo in particolari stati d’animo. Se l’interlocutore ha un minimo di stima in se stesso, a sentirsi dire una frase del genere non potrà che giudicare coglione chi gliela rivolge. Ed è qui che servirebbe uno squallologo, qualche temerario che non abbia paura di addentrarsi nelle meningi del fecale retore per comprenderne i comportamenti e le mistiche meccaniche, che mai altrimenti troveranno luce e senso agli occhi di quella banale umanità dispensatrice di pragmatismo e poetessa di nulla che tutti noi altri siamo. Stesso ragionamento si applica per tutte quelle frasi del tipo “Mi sento confusa”, “Ho bisogno dei miei spazi”, “Mi piace troppo stare con te ma non andremo mai d’accordo” et similia. Da notare che l’ambito amoroso, in questo senso, costituisce una florida miniera di collegamenti squallidi che spesso, anche da vate dello squallore quale io sono, non mi sognerei mai di pensare. Insomma, ciò che dei collegamenti mi preme dire, come già qualcun altro ha sottolineato, è la loro totale vacuità di senso: un collegamento infatti presuppone una qualche logica di fondo, che stabilisce quali collegamenti siano “fattibili” e quali no. Senza esplicitare questa, tutto, e davvero dico tutto, può divenire collegamento, fantastico o ben posto. È il caso ad esempio di mettere a confronto i collegamenti della logica ZFC, di uso comune nella matematica, che voi intendereste come rigidi vincoli razionali, con le libere associazioni che vengono fuori in una seduta psicanalitica. Se da una parte abbiamo che 2+2 fa 4, dall’altra abbiamo che Ombrello = Pisello o altre cose del genere, e ci parrebbe quantomeno strano che entrambi gli asserti possano avere senso, che non si “escludano” mutuamente nell’ambito dell’umano raziocinio preso in senso generico. Quindi, va sottolineato che ogni collegamento perde di senso se non è specificato il contesto logico (razionale, artistico, clinico) in cui esso opera. Tra l’altro, dato che quasi tutti noi siamo in grado di comprendere e apprezzare più discipline disparate chiaramente operanti su livelli logici diversi, mi viene da pensare che nella mente dell’uomo convivano più logiche differenti, su vari livelli, che condividano tra loro soltanto dei principi fondamentali, come potrebbe essere, ad esempio, il tertium non datur o l’ex falso quodlibet. Anche se, col passare del tempo, si è pienamente constatato che a livello razionale questi principi non sono più strettamente necessari, dubito che qualcuno riuscirebbe a prescindere da essi nella vita di tutti i giorni, il che avvalora proprio la mia tesi. E ciò che è più bello, giustifica l’esistenza di personaggi inqualificabili quali le donne, i preti scenziati, la fede in Dio di Bernard Riemann e i Teodem. Quindi, in definitiva, la mia tesi è che:

Le persone ci sembrano tanto incomprensibili perché governate allo stesso tempo da più logiche diverse e spesso incompatibili, agenti su vari livelli e che spesso pongono vincoli tra loro stesse, rendendo la comprensione dell’umano agire inconoscibile agli occhi di chiunque, compresi i reggenti delle stesse anime che ci si accinge a studiare.

Notare che, a mio parere, su quale livello operi quale logica e il come queste si influenzino a vicenda è un fatto che dipende dall’esperienza esistenziale di tutta una vita, nonché da una serie interminabile di fattori. Per farla breve, direi che queste iterazioni siano governate dal caso, e che la nostra attività di comprensione può darci solo magri macroindizi che ci permettano di collocare a grandi linee certe logiche su certi livelli, tenendoci comunque nascoste le iterazioni più fini tra le stesse, che guarda caso sono quelle che de facto governano il comportamento nelle sue dettagliate sfaccettature. In questo caos indeterministico, una logica coerente, frutto della saggia combinazione del tutto su menzionato, c’è, ma è inconoscibile. Ed ecco che la gente ci sembra strana e noi, per quieto vivere ed amore verso noi stessi, facciamo la cosa più saggia che uomo vivente possa fare: Ce ne fottiamo.

Un commento to “I collega-menti di Don Squallore.”

  1. avatar Vobby ha detto:

    Stanno nascendo su facebook dei gruppi creati da persone che non condividono il pensiero di chi si iscrive, ma ne studiano il comportamento. Una sorta di esperimento sociologico. Uno di questi gruppi si intitola “i comunisti sono tutti sporchi omossessuali, rimandiamoli al loro paese”, è già il titolo è un perfetto esempio di collegamento privo di senso( non esiste un paese in cui rimandare comunisti froci) che però appunto collega fra loro i bassi istinti e le grette “ideologie” di certa gente, mettendo in un’unica frase xenofobia, intolleranza, demenza. Uno degli scopi è appunto quello di capire in che modo, secondo quale logica, ragiona uno che si iscrive a un gruppo con questo nome. Se visitate il sito vi renderete conto che la logica di queste persone non è inconoscibile o complessa, ma semplicemente inesistente.

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