Il pianto di Zambo

postato il 14 Set 2010 in Cazzi e mazzi personali
da VaMina

Dopo aver parlato, nella sezione apposita, de “La famiglia dei gobbon”, ho deciso di rallegrarvi con un’altra canzone presa dal repertorio della mia genitrice. Anche questa, come quella sulla felice famiglia dove nascono veramente tutti gobbi, mi veniva cantata prima di fare la nanna. Ho scoperto, cercandone il testo, che mia madre, com’è sua abitudine, l’aveva cambiato praticamente tutto  (abitudine che aveva mia nonna e che ha causato a sua figlia tristi vicende, ma questa è un’altra storia). Tuttavia, la sostanza, sfortunatamente, è la stessa. Spero che leggendola non biasimerete troppo la mia mamma, che, giudicandola divertente, e probabilmente pensando che io non capissi nulla (e aveva ragione, infatti mi sono accorta dello scempio anni dopo), pensava fosse adatta a una bambina di circa cinque anni. Ad alcuni di voi già l’ho cantata, ma vi farà certo (CERTO) solo piacere rileggerla. Ovviamente scriverò la versione che mi cantava lei. Eccola qui:

Tucul è una capanna dove Zambo fa la nanna,
Tucul è un antro nero dove si entra dal didietro,
Non c’è sede non c’è letto per il povero negretto,
L’uccellino fa cucù all’ingresso del tuculala tuculala, tucultucultulero.

Una sera a Mozambico si è  fatto male al grosso dito,
Sopraggiunta infezione, necessaria amputazione,
La negretta dice a Zambo non ti voglio senza gambo,
Non ti far vedere più all’ingresso del tuculala tuculala tucultucultulero.

Tradito dall’amata Zambo si allea alla quinta armata,
Tra bombe e mitraglie Zambo scende in Italia,
Là le donne sono belle sol se chiedon caramelle,
Ma se chiedono di più Zambo le manda a fan Tuculala tuculala tucul tucultulero!

 

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