Metafora del determinismo 2°parte

postato il 24 Lug 2010 in Cazzi e mazzi personali
da Vobby

Inizio col dire che trovo molto triste e poco intelligente il principio, spesso usato nelle scienze, secondo il quale se un concetto, un’idea, una scoperta sono inutili allora è come se non esistessero, perchè assumere questo principio significa condannare la ricerca all’utilitarismo e al mercato, oltre a renderla decisamente miope: da una scoperta inservibile in un certo periodo storico possono derivare mille utilizzi futuri (ad esempio, nessun antico romano aveva idea di quanto potesse essere utile sapere che quel puzzolente olio nerastro fosse infiammabile). Allo stesso modo la dimostrazione di una teoria può servire come premessa alla trattazione di temi etici, morali e sociali; questo infatti accade in due opere di una certa importanza: l’Etica di Spinoza e Armi, acciaio e malattie di Diamond.

L’Etica è un libro sull’etica (si? sei sicuro? ma dai!). Eppure, dei cinque libri che lo compongono, il primo, Su Dio, è un trattato di metafisica, il secondo, Sulla mente, è un trattato di teoria della conoscenza. Questi due libri trattano argomenti come la sostanza, il tempo, la logica, il principio di causa ed effetto, e costituiscono la premessa necessaria agli altri tre. Nell’opera è argomentato il determinismo spinoziano. Esso consiste nell’equiparare le premesse e le conseguenze logiche ai concetti di causa ed effetto; ossia Spinoza risolve interamente la necessità causale con la necessità logica: se x può interamente essere spiegato da y, allora y è causa di x, e x segue da y in modo logicamente necessario, ossia sarebbe contraddittorio negare che da y non segua x.

L’uomo è un essere finito che percepisce nella sua vita solo pochi anelli della catena di cause ed effetti. Ha di conseguenza una conoscenza “inadeguata” del mondo, perchè non può cogliere tutte le premesse degli eventi e di conseguenza non può prevederne tutti gli effetti. Tuttavia egli può raggiungere una conoscenza adeguata, rendere la propria visione delle cose simile a quella che ha dio (o almeno a quella cosa che Spinoza chiama dio. Quello di Spinoza è il sistema ateo per eccellenza). Secondo certe interpretazioni (in cosa consista la conoscenza adeguata dell’uomo secondo il filosofo è ancora oggetto di discussione) colui che raggiunge una conoscenza adeguata è lo scienziato che, conoscendo le leggi che regolano gli elementi oltre che gli elementi stessi, conosce le cause degli avvenimenti fisici e può prevederne con ottima approssimazione gli effetti.

Il modello della fisica meccanicistica domina anche l’analisi della vita emotiva: dalla legge di inerzia è concepita la base dell’attività umana, lo sforzo (conatus) che tutti gli uomini compiono per preservare sè stessi. Emotivamente, questo sforzo è chiamato cupidità. Quando esso è agevolato dagli eventi, l’uomo proverà la letizia, se esso sarà ostacolato, si avrà la tristezza. Da questi tre affetti primitivi derivano i secondari, in primo luogo amore e odio, che altro non sono se non letizia e tristezza legate all’oggetto che provoca questi sentimenti. 
Gli affetti sono detti passioni (dal verbo patire) perchè gli uomini le subiscono, ovvero sono determinati ad agire da eventi che non dipendono da lui e che non comprende. Ma le passioni possono derivare anche da idee adeguate, quindi dalla ragione, che è universale. Questo è importante, perchè permette al filosofo di affermare che le passioni possono anche incrementare la nostra potenza nella ricerca del bene comune. La natura umana è invariabile, l’uomo non può impedirsi di desiderare di incrementare la propria potenza, e se possiede solo idee inadeguate questo desiderio è destinato a scontrarsi con quello degli altri, producendo odio e conflitti.Ma se invece l’uomo vive secondo affetti attivi, cioè indirizza la potenza delle proprie passioni verso ciò che sa essere veramente utile (grazie alle sue conoscenze adeguate), i suoi desideri possono armonizzarsi con quelli del prossimo, agirà rettamente.

Jared Diamond è un biologo e un fisiologo americano che ha poco a che fare con la filosofia del XVII secolo. Tuttavia uno degli scopi dei suoi libri è proprio di diffondere ciò che Spinoza definirebbe “conoscenze adeguate” in campo storico e antropologico. In modo in parte simile a Machiavelli, Diamond scrive per cambiare la concezione e lo studio della storia, che secondo lui non può limitarsi alla descrizione “di un maledetto evento dopo l’altro”. Spesso accusato di “determinismo geografico”, il suo libro Armi, acciaio e malattie analizza i motivi che hanno portato al dominio dell’Europa prima e poi in generale dell’Occidente sul resto del mondo. Vincitore del premio Pulitzer sulla saggistica, questo suo trattato è una lezione per i vari imbecilli che ancora oggi sostengono idiozie come la superiorità della razza e la funzione civilizzatrice del cristianesimo. Lo sviluppo tecnologico e culturale dell’Europa ha molto più a che fare con il bacino del Mediterraneo che non con il genoma dei bianchi, e allo stesso modo l’arretratezza (tecnologica. Quella culturale è opinabile ed è un discorso a parte) delle popolazioni precolombiane è dovuta all’impossibilità di Aztechi, Incas, Maya, Toltechi e tutti gli altri di condividere e apprendere conoscenze da altri continenti.
In sostanza, partendo dall’idea secondo cui la natura umana è invariabile e invariata, e che quindi ogni “razza” umana reagisce ugualmente davanti alle stesse sollecitazioni ambientali, Diamond delinea una genesi della civiltà basata esclusivamente sulla geografia. Un europeo del 1800 sbarcato in qualche isola della Polinesia avrebbe avuto modo di credere che i bianchi fossero intrinsecamente superiori a quegli indigeni, incapaci anche semplicemente di lavorare il ferro. La verità è che la più valorosa delle tribù germaniche, trapiantata su quell’isola, avrebbe realizzato e si sarebbe evoluta ben poco, dal momento che lì manca anche solo la pietra per costruire case.

Sempre assumendo come costante la natura umana, Diamond auspica la nascita di una scienza basata sulla storia, capace di analizzare le situazioni attuali e prevederne gli effetti basandosi sullo studio di come civiltà passate hanno risposto a sollecitazioni simili. L’impero romano e quello cinese antico sono caduti contemporaneamente, ignorandosi l’un l’altro. Gli Stati moderni hanno invece il privilegio di conoscere le cause di passate decadenze, e devono approfittarne per impedire la propria.

Assumere come corretto il determinismo nelle vicende umane significa realizzare una premessa a questo tipo di analisi, le cui conclusioni possono decisamente migliorare la gestione della società e la vita umana tutta.

 

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