Segni di pace

postato il 8 Gen 2013 in Cazzi e mazzi personali
da Vobby

In natura come in civiltà, la velocità è strumeto di offesa e difesa.
L’evoluzione ha prodotto predatori sempre più specializzati nell’eseguire rapidissimi scatti e agguati, o capaci di estenuanti inseguimenti, tali di sfiancare la più caparbia delle prede. Allo stesso modo queste ultime, le vittime designate di leoni e lupi d’ogni genere, hanno preso a correre sempre più in fretta per conquistarsi il loro diritto all’esistenza.
La proverbiale prova di forza cui le specie sono continuamente sottoposte assume sempre più spesso, nel corso delle ere, le sembianze di una fatale gara di velocità.
Specularmente, gli stati e gli imperi militari si fronteggiano misurando le loro possibilità d’offesa in termini di rapidità d’attacco e contrattacco.
Dalla rapidità di manovra che decretava le vittorie dei legionari si è passati alla travolgente carica di cavalleria, all’inarrestabile volo del proiettile, alla Blitzkrieg, alla first strike capability, ai caccia supersonici.
Che tu sia predatore o preda, invasore o invaso, dalla rapidità dei tuoi colpi e dalla reattività delle tue difese dipenderà la tua sopravvivenza.
Esiste tuttavia una creatura che osa sfidare l’ineluttabile destino della velocità. Non le chiocciola, animale ancestrale e inevoluto, residuo di epoca in cui il falco e il ghepardo erano ancora di là da venire.
Niente di tutto questo; esiste oggi un animale che ha scelto di sottrarsi alla tirannia della corsa, evolvendo il suo corpo e le sue abitudini in una direzione radicalmente ostinata e contraria.
Questo glorioso pigrone non ha certo guadagnato la sua vita fuggendo più velocemente di altre prede, no, tutt’altro, egli si è completamente sottratto alla tenzone stessa, allontanandosi il più possibile dal terreno di gara, difendendosi dai predatori semplicemente vivendo il più possibile lontano da essi, opponendo loro, se proprio necessario, una resistenza esclusivamente passiva.
Scegliere la pace significia scegliere la lentezza, e viceversa. Questo è il sentiero del bradipo.
Più del pacifismo nella società, che solo a fatica riesce ad andare oltre la testimonianza della possibilità di scelte diverse, e che pur sempre si misura in contese all’interno dell’agone politico, il bradipo, nella natura, esprime il successo della pratica della quiete, della serenità e della placidità.
In occasione del nuovo anno, scambiamoci bradipi di pace.

“Il formichiere e il gufo”, ovvero “Favoletta morale # 1” (tratto da una storia veramente vera)

postato il 10 Ott 2011 in Cazzi e mazzi personali
da Lalla

C’era una volta un simpatico, socievole e decisamente affascinante formichiere, di nome Formichiere (!!), la cui bellezza era eguagliata solo dalla sua sete di conoscenza, o fame di inciuci, come i maligni andavano dicendo su di lui per ogni dove.

Un giorno si dirigeva alla sua tana dopo una faticosa giornata di studio; era in compagnia dei suoi amici e compagni di quotidiana fatica, con i quali ogni giorno si dedicava alla finora infruttuosa ricerca della leggendaria Grinta. In verità, in verità vi dico, i loro interessi accademici erano tutt’altro che simili: il Fenicottero, appassionatosi in gioventù degli insegnamenti del professor Gallo, si occupa di linguistica diacronica della ormai estinta lingua dei Dinosauri; Gufo, credendosi ed erroneamente creduto saggio,  studiava Legge della giungla; Sciacallo si stava specializzando nel conto di carcasse, mentre Bradipo mescolava le proprie feci (cacca*) con acido ialuronico, e Formichiere apprendeva la lingua e la cultura di quei rozzi Cammelli arretrati di 1000 anni. Quando al tramonto iniziarono a rintanare, incontrarono sul loro cammino Pavone e Koala. Erano lì a ristorarsi alla sorgente , e Formichiere, dall’alto della sua socievolezza, non poté evitare di fermarsi a parlare con loro. Nel frattempo Bradipo, Sciacallo e Fenicottero continuarono a camminare. La strada verso casa era lunga e impervia, ed anche Gufo desiderava avviarsi, ma Formichiere era dilaniato dal dubbio, e non riusciva a decidere se andare con Gufo o proseguire le proprie ciarle rinfrescandosi un po’ coi due compari. Dopo un po’ si decise ad incamminarsi, e lui e Gufo seguirono il proprio tragitto, dopo essersi educatamente accomiatati.

“10 minuti, cazzo!!” disse Gufo con aria

“Stavo salutando, cosa vuoi?” rispose Formichiere, con la ferma convinzione di non aver alcun torto

“Che tu non mi faccia perdere 10 minuti in baggianate(*2)”

“Ma che dovevo fare?! Stavo solo salutando”

“Si, mettendoci 10 minuti”

“Non erano 10 minuti. Cosa vuoi?”

“Si, lo erano proprio”

“No, non lo erano. E poi, cosa vuoi?”

“Come cosa voglio? Che tu non mi faccia perdere 10 minuti”

“Non erano 10”

(e così via ancora per un po’)

“Non erano 10 minuti”

“Si, lo erano. Ora non raggiungeremo gli altri e stasera dovrò chiamare Bradipo”

“Perché?” chiese.

“Fatti miei”

“..” la perplessità comparve sul suo lungo e prensile muso.

“Ja, sul serio, che devi dirgli?”

“Non posso dirtelo”

“Ma dai!”

“No, sul serio non posso. E’ una cosa di Bradipo”

“Ah ok” esclamò, cercando di nascondere la dilaniante curiosità.

“No vabbè, è un fatto mio”

“E dai! Dimmelo! Perché non posso saperlo? Dai, ti prego!!!”

“No, non posso”

“Ti prego!! Ti pago!”

“No, dai.. Non pos…. Quanto??”

“Uhm… 2 euro!”

“Ok”

E Formichiere sorrise, felice di essere sul punto di colmare la sua inguaribile voglia di sapere.

“Devo chiedergli se vuole fare la chitarra ritmica o solistica in Outside degli Staind!”

“………………….”

La favola ci insegna che bisogna sempre farsi i cazzi propri.

E soprattutto: mai, e dico MAI, fidarsi dei gufi!!

 

*umorismo spicciolo

*2 baggianate – barbagiannate – barbagianni -gufo ahahahah!

 

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