La Donna dell’Apocalisse

postato il 29 Dic 2010 in Cazzi e mazzi personali
da Vobby

Io sono particolarmente ignorante in materia di esegesi biblica, quindi non oso scrivere alcuna osservazione, però mi sembra che ci siano delle somiglianze fra questo:

“Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle.”
(la donna sta anche partorendo e c’è un serpente che vuole mangiare il bambino)

Che è la descrizione della donna dell’Apocalisse, e questo:

“Una corona di fiori variopinti le cingeva in
alto la testa e proprio in mezzo alla fronte un disco piatto, a guisa di
specchio ma che rappresentava la luna, mandava candidi barbagli di luce.
Ai lati, a destra e a sinistra, lo stringevano le spire irte e guizzanti
di serpenti e […] Quei lembi e tutto il tessuto erano disseminati di stelle scintillanti e
in mezzo ad esse una luna piena diffondeva la sua vivida luce”

Che invece è una piccola parte della descrizione di Iside Regine, nell’Asino d’oro di Apuleio.
Fra i due testi non dovrebbe correre più di un secolo di distanza, ed entrambi gli autori hanno scritto e sono vissuti principalmente nel Mediterraneo Orientale (Giovanni o chi per lui scrive di trovarsi a Patmos, nell’Egeo, mentre Apuleio scrisse il romanzo probabilmente a Cartagine, dopo essere stato iniziato a Rome ai misteri di Iside e Osiride), e chiaramente entrambi i testi sono influenzati da produzioni letterarie e non ben più antiche. Non vorrei fare il solito discorso banale per cui la madonna è un personaggio che deriva da divinità femminili ecc., magari qualcuno di voi ne sa più di me e ci dice qualcosa.

6 commenti to “La Donna dell’Apocalisse”

  1. avatar Viandante Solitario ha detto:

    Non so se hai mai visto questo documentario: http://video.google.com/videoplay?docid=-2026466362444585302#. Secondo me questo documentario del movimento zeitgeist ti potrà dare una risposta.

  2. avatar ad.6 ha detto:

    Inizio dicendo che ho coraggiosamente affrontato le due ore del filmato, ma che mi sono fermato più o meno a 17:40 per molte ragioni, l’ultima delle quali la totale falsificazione della vita del dio Horus per renderla analoga a quella di Cristo. Giusto per chiarire un paio di cose: 1) Iside (ma nel video la si chiama Isis Meri??), nel mito più antico, non è vergine, dato che ha concepito Horus con Osiride, suo fratello (a dire il vero secondo alcuni testi Osiride fu ricomposto da Iside, ma privo del pene che era stato mangiato da un pesce e così dovettero concepire Horus mediante un fallo d’oro, quindi insomma…); 2) Gesù NON è nato il 25 dicembre, data in cui è ragionevole che nasca il Sole, ma la data è scelta apposta per ragioni storico-religiose; 3) Della stella di Horus non so nulla, quindi immagino che non faccia parte della mitologia tradizionale, ma altro non so; 4) I discepoli di Horus non erano 12 ed alcune fonti non ne nominano affatto, altre ne prendono 4 ed altre 16 (a parte il fatto che 12 è il direttamente il simbolo delle 12 tribù di Israele, quindi non c’entra niente con l’Egitto); 5) Horus ha fatto “miracoli”, ma quando uno è dio…; 6) Non mi pare che Anup (che per noi è Anubi) abbia mai battezzato nessuno; 7) […] 103) Non so come Horus possa essere chiamato “buon pastore” o come possa essere chiamato “agnello di dio” quando non era vittima di sacrificio; 104) Strano che Horus sia stato crocifisso, dato che la crocifissione è stata introdotta qualche millennio dopo la nascita del mito di Horus (a parte il fatto che si è quasi sicuri che Gesù sia stato veramente crocifisso).
    Dopo tutto ciò posso consigliarvi di vedere quel video, casomai, ma di perderci anche una settimana dietro per discernere il vero dal falso.

    Per tornare al vero discorso, posso dire che, per quanto ne so, le due descrizioni hanno poco a che vedere l’una con l’altra. In primo luogo il sincretismo religioso che vede il cristianesimo sovrapporsi alle varie religioni pagane è abbastanza successivo alla stesura dell’Apocalisse di Giovanni ed in questa troviamo tantissima simbologia ebraica quasi esclusivamente legata al vecchio testamento (salvo interpretazioni varie). Il periodo in cui è scritta era caratterizzato già da scontri e persecuzioni (la prima quella contro Gesù, si potrebbe dire, ma fatto sta che più o meno tutti sono stati uccisi) e così, quando vi si trovano analogie al mondo pagano, sono sempre usate per indicare uno stato bestiale o comunque sbagliato dal quale uscire. Il cristianesimo doveva opporsi al paganesimo e i fauni e le varie divinità minori vengono già quasi stigmatizzate come demòni ed entità perverse. Giovanni, quindi, ammesso che sia stato influenzato da quegli ambienti, credo non avrebbe mai mescolato il paganesimo al cristianesimo, cosa, appunto, accaduta solamente in seguito e a livello popolare. In secondo luogo la rappresentazione di Iside sfrutta la simbologia misterica e così lei è la dea della luna (riprendendo un po’ l’identificazione ellenistica di Artemide-Selene-Proserpina) e in quanto divinità celeste ha un manto di stelle con una luna piena, ecc. Per i serpenti l’analogia non esiste proprio per la natura simbolica e dualistica che hanno sempre avuto in ogni cultura: la Grecia è piena di serpenti in ogni mito e spesso rappresentano la natura di “medietà” tra il cielo e la terra, serpenti che strisciano, volano o nuotano! Invece nella raffigurazione escatologica dell’Apocalisse il serpente è principalmente l’animale della Genesi, il Male, potremmo dire, che cerca di mangiare il figlio della donna, ma che alla fine viene schiantato nel nulla come merita. Riguardo ai vari astri ci sono varie interpretazioni (tutte contestualizzate): per esempio la donna è la Madonna (o la Chiesa), vestita della grazia di Dio, che regna sul mondo temporale (la luna è il tempo, di solito, come è anche plausibile) per tutte le genti, oppure è il moto del Sole (ovviamente Dio) nella costellazione della Vergine (di 12) che poggia, come tutti i cieli, su quello più basso, che è quello della luna, o ancora la donna è la raffigurazione dell’umanità, scelta da Dio per governare lo spazio e il tempo, il cielo e la terra, a completezza della sua opera di creazione (il 12 viene visto, da alcuni, come l’azione di Dio sul mondo, la creazione in atto, perché 3 è numero perfetto di Dio, della completezza, e il 4 è il numero della simmetria e della creazione, avendosi così “l’azione del 3 sul 4”).
    L’Apocalisse non dev’essere ridotta a questo, come anche i culti misterici, dato che sono tutti stracolmi di ogni interpretazione possibile, ma questo è quanto so.

  3. avatar Vobby ha detto:

    Viandante, non dare troppo credito a questi documentari stile Voyager, che troppo spesso cercano solo di far colpo con frasi a effetto e rivelazioni date per sensazionali, sulle religioni antiche e sul bagaglio culturale arcaico al quale attingono sia ebraismo che cristianesimo esiste tanta ottima bibliografia! Posso consigliarti le inchieste di Augias su Gesù e sul cristianesimo, sempre scritte a due mani con biblisti o teologi, oppure, se ti piace qualcosa di più estroso, avventurati in Jesus Rex o I miti ebraici di Robert Graves.

    Grazie ad.6 per il lungo commento, sapevo qualcosa di quanto hai scritto, ma non conoscevo tutte le interpretazioni della donna. Sapevo del fatto che l’Apocalisse fosse piena della simbologia ebraica contenuta nel Vecchio Testamento, e proprio per questo le somiglianze, seppur labili, sono più che mai importanti! Se fossero due testi influenzati solo dalla cultura a loro contemporanea, le poche somiglianze si spiegherebbero banalmente con la vicinanza temporale e geografica. La mia curiosità stava proprio nel fatto che le due immagini, la Donna e Iside, potrebbero avere qualcosa in comune nel momento della loro origine, aldilà del fatto che le somiglianze fra cristianesimo e culti misterici ce ne sono eccome: penso a quelli celebrati in onore di Mitra, di Osiride o di Dioniso, che hanno tutti al centro la figura del dio morente destinato a risorgere. E’ un tipo di religione coerente con lo spirito del tempo: nell’immenso impero romano, che significato possono avere gli dei cittadini, il cui culto scandiva il tempo della vita civile? Erano molto più attraenti le religioni che promettevano la salvezza individuale e la rinascita attraverso l’iniziazione.
    E, certamente lo sai già ma val la pena dirlo, i documentario sarà pieno di difetti ma la tesi di fondo non è priva di una sua ragion d’essere: già Freud scrisse che la storia di Mosè e della fondazione della religione ebraica rivelano grandi influenze da parte della religione egiziana monoteista del dio Aton.

  4. avatar ad.6 ha detto:

    Sì, dici bene. Infatti non mi sono spiegato molto bene. Quando dicevo “non hanno molto a che vedere l’uno con l’altro” avevo focalizzato l’attenzione sulla correlazione tra le due simbologie e tra i simboli specifici, notando così che, pur essendoci serpenti e stelle da entrambe le parti, questi non avevano significati analoghi o comunque riconducibili gli uni agli altri: delle influenze dirette, insomma. Sicuramente, poi, da una parte le radici della simbologia sono spesso le stesse, come nel caso dei serpenti, e dall’altra è anche certa una sorta di comune mitologia, se non altro basata sul sole che muore e risorge, sull’avvicendarsi delle tenebre e della luce e così via. Quindi credo che, in questo caso, tra la Donna e Iside le similitudini siano limitate, quantomeno per il fatto che la Donna è un simbolo, mentre Iside è una figura centrale, una divinità vera e propria. Ciò non toglie, ovviamente, che le analogie tra religioni siano tantissime: una fra tante il considerare la donna (e la Donna) l’ultima salvezza dell’umanità, la creatura che può fondersi col divino per generare il ponte d’unione tra celeste e terreno. La stessa Iside, più volte confusa con Demetra, con Cibele e con Maria, diventa un grembo, la terra, che accoglie in sé il sole divino e lo genera per il mondo. Le analogie, come detto, sono veramente molte e sicuramente interessanti!

  5. avatar dlefnc ha detto:

    Mi sembra di poter rinvenire due tendenze, nel cristianesimo delle origini, per quanto riguarda il rapporto con il paganesimo. Da una parte, c’è condanna totale di tutto il patrimonio di credenze, per cui le divinità pagane vengono ritenute demòni, e quindi angeli dell’inferno, che si fingevano dei (si può fare l’esempio dell’identificazione del “dèmone meridiano” del salmo con i satiri della tradizione greca), e potevano fingersi dei perché ciò gli era concesso fino alla redenzione, alla risurrezione di Cirsto.
    Dall’altra, invece, v’è un mantenimento della tradizione iconografica greco-romana: si può fare l’esempio di San Pietro, le cui fattezze riprendono quelle tradizionali di Socrate, e di San Paolo, che invece si rifà a Platone (la recente scoperta della più antica immagine di San Paolo nelle catacombre di Santa Tecla dà indicazioni in merito), ma ancora di più si deve tenere conto dell’iconografia dei demòni, o del demonio, che è poi quella di fauni e satiri. Se però quest’ultimo caso è in perfetta armonia con la prima tendenza di cui dicevo, il mantenimento di certe iconografie in senso positivo (come la stessa rappresentazione del Cristo sarebbe fatta risalire a Eracle) potrebbe apparire in contrasto con la stessa: in realtà le motivazioni possono essere state da una parte le necessità pastorali dell’evangelizzazione dei gentili e dall’altra la difficoltà che una rappresentazione “innovativa” poneva all’inventiva dei pittori, i quali, anche se non ex-pagani, come peraltro probabile, avevano come unico riferimento artistico, nell’ambito, le rappresentazioni pagane, in difetto di immagini della tradizione ebraica.
    Se queste sono le esigenze pastorali dei primi secoli, e volendo accogliere l’attribuzione dell’Apocalisse a San Giovanni, mi sembra difficile spiegare l’analogia delle immagini che Vobby ha colto con il medesimo milieu culturale dei due autori: riprendendo quanto già detto nei commenti precedenti, l’ambito di riferimento di discepoli ed evangelisti è la cultura ebraica, la quale certamente non vedeva di buon occhio il paganesimo, e non accettava da esso contaminazioni. Così, la Donna dell’Apocalisse, identificata con la Madre di Cristo, risalirebbe alla Genesi, ed in particolare ai versetti “io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”.

    Ora, quella data finora è una prima via per comprendere le ragioni da tale somiglianza delle descrizioni, ma chiaramente ce n’è almeno un’altra, la quale, per quanto possa oggi sembrare artificiosa ed inaccettabile forse anche a molti cattolici, ha il pregio di una discreta coerenza coi principi di fondo del cristianesimo.
    Se la rivelazione è stata elargita in via piena a profeti ed evangelisti (e ricordiamo che l’Apocalisse è il resoconto di una visione avuta da San Giovanni che viene rapito in spirito presso il trono di Dio), tuttavia si ammette che sia stata in parte elargita anche ai pagani. Il caso più noto è quello di Virgilio, che nell’ecloga quarta annuncia la nascita di un puer destinato a cambiare le sorti del mondo (esprimendo anche il desiderio di vivere abbastanza a lungo da vederlo, in modo analogo al “cantico di Simeone”); simili considerazioni, poi, portano Michelangelo ad rappresentare, sulla volta della Cappella Sistina, non solo i profeti ma anche le sibille. In questa ottica, per quanto io non abbia idea se qualcheduno in passato abbia associato San Giovanni ed Apuleio, potrebbe essere letta questa somiglianza, che non sarebbe più una coincidenza “parallela” (cioè dovuta a filoni totalmente separati), ma una coincidenza dovuta e voluta nell’ambito del piano della rivelazione.

  6. avatar ad.6 ha detto:

    Sì, sicuramente la visione di rivelazione cristiana prese di buon occhio il lato filosofico di Apuleio (per la sua natura medioplatonica), facendo passare in secondo piano quello che era l’aspetto misterico e “magico” della sua formazione. Anche Virgilio fu tacciato di stregoneria, ma solamente in tempi successivi e a livelli più popolari. Comunque è chiaro che, nell’ottica del Cristianesimo, secondo cui tutta la Storia è parte e parte del senso della rivelazione di Dio all’uomo, tutto si possa interpretare quantomeno con carattere teleologico e salvifico. È così, per esempio, che vengono rivisti gli scritti degli antichi e che gli antichi stessi vengono giudicati assieme ai loro idoli. Se vogliamo, è lo stesso Antico Testamento ad essere inevitabilmente interpretato in questa chiave e quella che per uno studioso qualsiasi può essere un mito eziologico della nascita e dell’avversità del serpente, nell’interpretazione messianica diventa la vittoria del Cristo sul Male. Interessante a questo proposito il fatto che il sostantivo ebraico per “stirpe” fosse maschile e che quindi non vi fosse, nella versione originale, la possibilità di fraintendimento tra donna e stirpe che invece c’è nella Vulgata. Ma questo non c’entra più niente con Apuleio e con le radici storico-culturali che accomunano le tradizioni religiose (quantomeno mediterranee), volendo prescindere da spiegazioni religiose che spieghino le religioni stesse, ovviamente!

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