Binario 2

postato il 25 Apr 2011 in Cazzi e mazzi personali
da Deluded Wiseman

Non c’è posto più desolato e desolante di una stazione vuota. Solitamente, una stazione ferroviaria è un luogo che brulica di vita, di movimento. Anche in una stazione piccola di un piccolo paesino, basta guardarsi intorno, guardare qualche faccia, e sfido chiunque a non mettersi a pensare a come le vite di quelle persone siano diverse fra loro e dalle vostre, o come possano essere insospettabilmente simili, e come tutte, curiosamente, si intreccino per un attimo su quella banchina, per poi andare chissà dove e a fare cosa e non rincontrarsi mai più, o forse sì. Si ha la sensazione della vita, del movimento. Non è detto che sia sempre una cosa bella, magari guardi una persona negli occhi, per un attimo, e ti accorgi che è uno che scappa, che fugge, o uno che va, va, e non sa dove cazzo andare. Però, ad ogni modo, i binari sono le arterie e le vene di un paese, e per quanto ora ce ne siano altre forse migliori, per quanti possano essere care e scomode, guardare le persone che si muovono nei loro capillari è guardare la vita che scorre al suo interno. Quando ti ritrovi in una stazione deserta, per contrasto, hai l’impressione che il mondo sia fermo, un corpo morto e senza sangue; che tutto sia arenato su una banchina di cemento, che non ci sia nessun posto dove andare, e nessun modo per farlo e che forse in realtà nessuno ci vuole nemmeno provare. Come spiegare, altrimenti, quell’assurda assenza di vita? Dove sono le vite che fluiscono, le persone che scorrono? La risposta ce l’hai quando l’unico treno che passa è un enorme treno-merci, un verme di ruggine senza occhi che ti sfreccia accanto e ti ruggisce “Qui non c’è nessuno”. Tutto è fermo nella stazione, e ovunque guardi, la vita sembra essere d’accordo: anche il paesaggio, il mare e gli alberi, il rudere sulla collina, sembrano congelati, immobili nell’alba di un mattino di festa in cui è lecito dormire un po’ in più, e rifiutano di svegliarsi. Persino il tuo unico compagno, un cane nero e sonnacchioso che non riesce a scendere a patti con la luce del sole, rifiuta di svegliarsi. Pure io, quella mattina in stazione, rifiutavo di svegliarmi. L’ultima Chesterfield nel pacchetto sapeva di levataccia mattutina, e con lei  bruciava anche il breve intermezzo vacanziero che mi stavo lasciando alle spalle quella mattina. Si trattava di prendere un treno, e tornare alla routine, sulla strada mediamente ardua e un po’ ripetitiva che conduce in un posto che non si conosce, ma che comunque si deve, e si deve voler, raggiungere. E io, come si può fare solo dopo una pausa rigenerante, sapevo di dover tornare e di dover riprendere a camminare, e avevo la forza per farlo. Ma la stazione deserta sembrava dirmi che non potevo, che non c’era alcuna possibilità di andare per nessuno, che prendere quel treno e andare avanti non era cosa, e solo io al mondo, da solo davanti al binario in un mondo che sembrava felicemente statico, sembravo non averlo capito. Il cane fra il sonno e la veglia, il paesaggio fra la notte e l’alba, l’orizzonte nebbioso fra il mare e il cielo , io fra il piacere e il dovere; sembrava tutto fermo, congelato in un limbo,e se la vita non fluisce intorno a te, non puoi andare avanti da solo.

Poi pian piano la vita torna: dalle nebbie emerge il tuo amico con i biglietti in pugno, la casa dietro di te da segni di vita con rumori di sciacquoni e ciabatte. Alla  fine arriva anche il treno, e scopri che, incredibilmente, la gente che va e che viene c’è, che per fortuna il limbo e la solitudine erano solo lì e in quel momento, e ti basta la compagnia di qualche passeggero sconosciuto, di un calabrese che urla nel telefono e di una polacca che legge Moravia ma non spiccica una parola di italiano, per riprendere ad andare.

8 commenti to “Binario 2”

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  2. avatar ad.6 ha detto:

    I binari dei miei ricordi sono quasi sempre totalmente desolati, illuminati dalla luce arancione dei lampioni (notte profonda), immersi in un grandissimo senso di tranquillità.
    Ci sarà un motivo.

  3. avatar Vobby ha detto:

    Perchè questa malinconia alla vista dei binari vuoti? Io li trovo magnifici. Il fatto stesso che i binari esistano, e che siano così assurdamente tanti, uno in fila all’altro, ci ricorda che il movimento c’è eccome, che le vite si dividono fra più luoghi, troppi, continuamente. Il binario vuoto mi fa pensare che ogni tanto ci è dato di interrompere questo incessante brulichio, per riposarci un secondo, per avere un attimo di pace.
    Ed è davvero un attimo, perchè il treno arriva, seppur in ritardo,e se non arriva è peggio, e dentro somiglia a una bolgia infernale, il Girone dei Brulicanti, pieno di ragazzi capaci di fare scenate di gelosia telefoniche alle 2 e mezza di notte perchè la fidanzata va a ballare con amiche che fumano erba, o di uomini insonni e psicotici sorpresi di un napoletano che va in giro senza coltello,e che non possono proprio fare a meno di chiamarti e toccarti e dirti e svegliarti, senza darti tregua. E tu questi tizi non è che puoi ammazzarli, sono troppi, vorresti solo che si quietassero, che respirassero più lentamente, che si agitassero un po’ meno, che ti sfrantecassero un po’ meno i coglioni,almeno di notte.
    Tanto ci si arriva, a destinazione, ci si arriva e ci si può e ci si deve subito muovere e fare in fretta, ma cazzo, almeno nel treno, che si muove al posto tuo, si potrebbe stare un po’ fermi.

  4. avatar Deluded Wiseman ha detto:

    Tralasciando che la banchina senza un’anima viva è un pò diversa da un binario vuoto..la folla nei treni sta sul cazzo anche a me, ma non volevo fare un discorso solitudine/folla, nè parlare del fatto che la solitudine mi piaccia o meno..parlavo di quella solitudine(caratterizzata da quel luogo, quell’ora, quel momento e quella situazione), e di quello che mi faceva pensare, non delle stazioni o dei treni in generale. Anche se devo dire che una stazione del tutto vuota mi ispira, appunto, immobilità e depressione. Mi fermo qui perchè sinceramente non ho capito fino in fondo cosa volevate dire, ma riconoscendo la mia scarsa abilità nel trattare temi del genere parto dal presupposto di non essermi spiegato granchè.

  5. avatar ad.6 ha detto:

    Ahah, i binari vuoti con le banchine piene non danno nostalgia a nessuno, credo. Io infatti parlavo di stazioni vuote chiamando le “binari” a quanto capisco rileggendo il mio commento! Boh! Io volevo dire proprio quello, che mi piace quella cosa e che c’è un motivo. Non un granché di commento :).

  6. avatar Deluded Wiseman ha detto:

    A meno che..tu non dica il motivo!

  7. avatar ad.6 ha detto:

    No, no, tanto è uguale. Dev’essere qualcosa tipo “il mio animo malinconico e solitario”.

  8. avatar Azazello ha detto:

    *musica triste*

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