Racconto di fantasia

postato il 21 Nov 2010 in Cazzi e mazzi personali
da Vobby

Ogni riferimento a nomi, persone o fatti realmente avvenuti è assolutamente casuale, dal momento che questa storia è del tutto inventata.

Potrebbe mai essere reale l’episodio di un preside a caso di un istituto comprensivo a caso,  situato nell’hinterland di una città scelta a caso, che entra in un’aula colma di donne adulte, madri e nonne, che si urlano addosso pronte a venire alle mani e che si zittiscono intimidite appena notano chi ha appena varcato la soglia, comportandosi come una indisciplinata e un po’ vigliacca classe delle elementari?

Le donne, ancora rosse in faccia, si calmano, prendono posto, e il preside cerca di dare una forma a questo incontro scuola-famiglie: “ora ognuno, uno per volta, dice quali sono i suoi problemi, io ascolto tutti e poi rispondo, e cerchiamo di venire incontro a tutte le esigenze.”
“Eh no preside, facciamo in fretta, veniamo al dunque!”
“Tutto questo è dunque. Su, una per volta”.

I problemi riguardano l’orario,

(“Io capisco che voi tornate stanche dal lavoro fra l’una e le due, ma se la scuola finisce alle 3 e mezza non potete venire in massa a prendere prima i figli, è bene che loro seguano tutte le lezioni, che non si crei confusione, se l’orario è questo ci sono dei motivi..”- “Ma mia figlia vuole vedere uomini e donne!” “ma io abito lontano!” “devo cucinare!” “ma io voglio vedere uomini e donne!”- “si, va bene, ora cerchiamo di stabilire un orario che vada bene per tutti, basta che poi lo rispettiate”)

si discute poi della mensa,

(“facciamo il possibile per migliorare il servizio e..”-“ma fa schifo!” “la pasta è scotta!” “mio figlio ha vomitato” “si sente male” “è allergico”-“..ovviamente chi preferisce può far portare al figlio un thermos, o un panino”-“ma come faccio a fare il panino preside! devo scendere di casa alle 7 a pigliare il pane?!? “lo si può scongelare..” “ma non ci piace a mia figlia! quella già non magna  niente, già è secca, come a voi..” “io sono cresciuta a panini scongelati. Andiamo avanti”)

ma la signora frettolosa di prima di tutto questo se ne sbatte, gliene frega solo del sabato libero: “signora, ma se rendiamo il sabato libero anche per le medie bisognerebbe poi istituire la mensa anche per loro, perchè gli altri giorni si uscirebbe dopo, e molti genitori hanno difficoltà a..” “ma mi scoccio di venirlo a prendere il sabato!” “capisco, ma altri..” “ma che palle gli altri!”

e vabbè. Giunte alla fine di questo cordiale incontro  di un’ora e mezza alcune delle partecipanti si avvicinano al preside per un’ultima raccomandazione o un’altra richiesta [nota per il lettore: la fantasia dell’autore si allontana adesso ancor di più dalla realtà]:

“Preside, lo so che lei fa del suo meglio, ma com’è possibile che non si riesce ad aiutare un po’ di più mio nipote*? luice la fa anche a studiare, ma in classe tutti lo sfottono, gli hanno anche messo le mani addosso a volte..”

“Preside, e mo secondo lei con questa** che dovrei farci? pagarla? haha”

“Preside, ma allora per il sabato.. eh, gli altri… si,ma che palle..”

“Preside, allora mio figlio.. si quello piccolo.. può restare un po’ dopo l’orario di uscita ad aspettare che lo venga a prendere vero? grazie, grazie, se no saprei come fare.. sisi.. grazie ancora!”***

[lettore fai attenzione, per fare chiarezza su quegli asterischi l’autore fa ricorso a spiegazioni così fantasiose che potrebbero risultarti disturbanti]

*il nipote qui è un ragazzino diversamente abile. A una settimana dall’inizio della scuola disse al preside:” Preside, io penso questo, che qui mi sento troppo solo, ecco”. Il giorno dopo trovò scritto a caratteri cubitali sul banco “LOTA”, e si mise a piangere.

**la bolletta dell’enel

*** la signora non può venire a prendere il figlio di 5 anni in tempo perchè deve lavorare molto. Ha 35 anni e 5 figli, fra i 20 e i 5 anni, il più grande sta in galera, uno è agli arresti domiciliari,la prima figlia lavorava in nero per un supermercato, scaricava casse di prodotti, lavoro tipicamente femminile, si è ammalata per colpa del lavoro e quindi lo ha perso, gli altri non so.

Ma tranquilli, è tgutto inventato! Gioite, tutto questo non succede davvero! Va tutto bene! Allegria!

2 commenti to “Racconto di fantasia”

  1. avatar Azazello ha detto:

    Ma… che cos’è?

  2. avatar ad.6 ha detto:

    Ma cos’è questa tristezza? Una scena di vita vissuta davvero o vissuta per finta? Realistica, ad ogni modo.
    Ah, no! Era fantasia!

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