Capitolo V: Il terzo polo (no, niente Rutelli&co)

postato il 26 Dic 2010 in Giocoaperitivo
da Deluded Wiseman

Ci sono certe giornate in cui il mondo è davvero ingiusto. Decine e decine di volte Andrea si era svegliato triste, deluso dallo scoprire che i suoi sogni si erano frantumati con il suono della sveglia; decine di volte aveva iniziato la giornata col peggiore e più sbagliato di tutti i piedi, scoprendo che i giochi, i tesori,o le ragazze, o i superpoteri, che aveva trovato in sogno  erano rimasti nella dimensione onirica, lasciandolo andare da solo nel mondo della veglia. E proprio quando, una volta tanto, era contento di tornare alla realtà, una volta tanto che era felice di essere sveglio, sveglio in un mondo magari triste, magari grigio, ma privo di piratesse malvagie e gioielli dell’immortalità… ecco che si ritrovava una flotta di navi volanti sopra la testa.

E doveva anche pensare a un piano d’azione, rapidamente: di gente per strada ce n’era poca, ma dalle case vicine già si sentivano le urla di terrore, e già qualche schizzato iniziava a scattare foto esaltato, gridando all’apocalisse.

Che fare?

Che fare..?! Gli sembrava uno scherzo. “Che fare con le decine di navi volanti che fluttuano sul quartiere?”

“Aah!Oddio!!Andrea!!” Le urla della madre, come una speronata nel fianco, lo spinsero a scrollarsi di dosso lo sconforto e a scendere di corsa le scale, non prima di aver considerato rapidamente le possibili strategie da adottare e di aver scelto, con cura, la più folle. Doveva muoversi. Se si fosse fermato solo un attimo, la ragione lo avrebbe raggiunto, e visto ciò che pensava di fare, non era il caso. Si concesse solo un attimo di riflessione, proprio sull’uscio della porta, e dopo averlo liquidato con un “fanculo”, lo fece.

Era come in quei videogiochi in prima persona, quelli dove vedi solo le mani del personaggio. Teoricamente, aumenta l’immedesimazione del giocatore, ma in realtà non ti identifichi mai per davvero. Allo stesso modo, Andrea vedeva le sue braccia agitarsi verso il cielo, sentiva la sua voce urlare cose tipo “Ehi!Oh! Sono qui! Su, so che è me che volete!”, ma non si identificava davvero con le azioni che vedeva svolgersi, quasi al rallentatore, davanti ai suoi occhi. E funzionò: dopo poco fu individuato, e una nave si stacco dal gruppo, per scendere verso terra. Gli sembrava che la flotta non volasse molto alto, vedeva le navi a non più di cinquanta metri sopra i tetti delle palazzine e le loro selve di paraboliche. Fu solo quando, dopo qualche secondo, una nave fu davvero vicina che si rese conto di quanto prima fossero distanti, e di quanto fossero DAVVERO grandi le navi volanti. Adesso che poteva guardare il velivolo da sotto, dalla coltre ombrosa che aveva gettato sulla strada, adesso che vedeva quell’immenso scafo bombato incombergli addosso come una cupola di S.Pietro rovesciata(Andrea non dimenticò mai la questo lisergico  paragone, sintomo della follia che fu costretto a vivere in quei giorni), iniziava a rendersi conto che consegnarsi ad un mostro levitante di quelle dimensioni poteva dimostrarsi una scelta più spettacolare che utile. La gente per strada, con la sua improvvisa fuga, sembrava condividere le paure di Andrea, lo stesso dicasi per la volante della polizia, che, ferma ad un centinaio di metri da lui, non dimostrava di volersi avvicinare.  Solo la madre del temerario ragazzo sembrava aver avuto il coraggio di spingersi fino all’uscio, e lo guardava, fra le altre cose,(disperata, impauria, sul punto di convincersi della propria pazzia, ecc.) incredula. Probabilmente avrebbe voluto dire qualcosa, ma il suo cervello, poco kafkianamente, le impediva di reagire normalmente ad una situazione del genere. Quindi stava in ginocchio e fissava la scena a occhi sbarrati. Il figlio, mentre si avvicinava alla scala di corda che era stata calata dal ponte della nave(lui manco sapeva salirci, su una cazzo di scala di orda), le rivolse un sorriso rassicurante, che dovette apparire, più o meno, come una smorfia di pura follia. Poi si inerpicò, trepidante, e  giunse sul parapetto della nave, aiutato da qualcuno che tirava su la scala, solo dopo qualche minuto di vertigini e sofferenza, che è meglio non riportare per rispetto di Andrea, che non ne uscirebbe proprio da spavaldo, e dei grandi nomi della religione cristiana e non, che uscirono piuttosto malconci e feriti nel profondo da quella goffa ascesa.

Frattanto, in un altro luogo, in un altro tempo, Zeugma era scontenta. Scontenta perchè la sua nave era uscita a pezzidallo scontro con l’esercito; scontenta perchè aveva perso la via più semplice per l’immortalità; scontenta perchè questa se ne era scappata insieme alla Pietra del Ritorno; scontenta perchè, se non si sbrigava a ritrovare il moccioso, era sicura che sarebbe finito in mano di qualcun altro. In mano dei soldati o, peggio. Questa corsa aveva già abbastanza contendenti.  Per fortuna, sapeva dove andare a pescarlo:la Pietra del Ritorno, in situazioni di pericolo, poteva condurre chi la possedeva nel suo mondo d’origine; lei lo sapeva bene, ed era sicura che la paura del piccolo codardo avesse attivato l’incanto. Per sfortuna, la sua nave era troppo danneggiata per inseguirlo con tutta la ciurma. Fu per questo che ordinò a Maria e Anja di saltare in un portale e  seguire la scia del piccolo mollusco, fino al suo mondo e, se fossero arrivati tardi, oltre. Del resto, a Zeugma non interessava che Andrea la conducesse al gioiello, in caso di necessità si sarebbe accontentata di seguire lui e chiunque se lo fosse accaparrato e di impadronirsi delmanufatto al momento giusto. Che sarà mai un giorno in più quando lotti per la vita eterna?,

Un volta ripresosi, Andrea si guardò intorno. Qualcosa non andava. Niente nerboruti e selvaggi bucanieri; niente soldati in quella che aveva capito essere la divisa dello Stato; niente Zeugma; niente ufficiali; solo un gruppo di persone, sì, in tenuta da battaglia, ma non prive di un certo..boh, chiamatelo contegno, chiamatelo civiltà, chiamatelo no-urla-no-animalivaganti-no-sbronziaspassoperilponte, comunque quelli non erano pirati, e Andrea ne fu ancora più sicuro quando si sentì rivolgere da una voce cortese ma decisa le seguenti, stupefacenti, parole: “Salve”    “Salve..?!”   Praticamente scioccato, il ragazzo si girò a guardare chi lo aveva salutato così gentilmente. Era un uomo dalla pelle olivastra, vestito di nero e di bianco; indossava dei pantaloni, ricoperti fino al ginocchio da un paio di robusti stivali, e una casacca con mantello e cappuccio. Appesa al cinturone, una spada, e sul petto un medaglione con uno strano simbolo argentato. Dalla faccia, gli ricordava un pò quegli eroi malinconici, alla Verne o Salgari: aveva una lunga barba brizzolata che gli dava un aria un pò da professore d’altri tempi, e una fronte alta, segnata dal tempo, che sovrastava due folte sopracciglia. Al di sotto di esse erano incastonati due profondissimi occhi neri. Andrea era convinto che, se mai avesse avuto modo di gettare lo sguardo giù da una di quelle navi, in una notte senza luna, non sarebbe stato nulla in confronto allo sguardo di quell’uomo. Dall’aria che aveva sembrava, più che un guerriero, un uomo di cultura, un erudito o qualcosa del genere.  A conclusione di questo rapido(in mente sua lo era, ve lo assicuro) momento analitico, iniziò a suonargli un campanello in testa: la faccia di quell’uomo.. sì, la barba era ben curata, era pulito, ma..aggiungi un pò di lordume..vestiti da straccione..fiato mefitico..”L’uomo del porto! Il pazzo! Sei tu!” L’uomo annuì.” Ebbene sì. E’ un pò che ti stiamo cercando, e ho provato a contattarti in incognito, con scarso successo..ad ogni modo, ti sarà tutto spiegato, ora, però, non è il momento.”  Il ragazzo provò a protestare, a dire che, no, lui voleva sapere subito, ma poi dovette fermarsi, perchè il mondo iniziò a ripiegarsi su se stesso, e ad attorcigliarsi come lo stomaco di un tredicenne alla sua prima uscita con una ragazza. Per la seconda volta in  pochi giorni,Andrea si trovò immerso in un caleidoscopio di visioni e mondi, un insostenibilmente maestoso frappè di spazio-tempo. Si riprese solo dopo un pò, ritrovandosi, finalmente, fermo e con i piedi piantati per terra, in posizione privilegiata con vista su di una pozza di vomito che era magicamente apparsa sotto di lui.  Mentre cercava, sputando, di togliersi dalla bocca quel sapore di fogna, seguì l’uomo nella sua cabina.

Era qualcosa di assurdo, non pensava che in una nave potesse starci una roba del genere, sembrava qualcosa a metà fra un museo e una di quelle capsule del tempo, dove mettono le cose che qualcuno giudica importanti, in modo arrivino ai posteri; c’erano, stipati ed ammassati, ma non senza criterio, quadri, arazzi, armature, spade, menhir, statue, busti, gioielli, scrigni, ed una notevole quantità di strani marchignegni e ammenicoli che Andrea catalogò come Oggetti Misteriosi. Poi c’era una enorme scrivania di mogano, dietro alla quale si sedette l’uomo barbuto, facendo cenno al suo ospite di sedersi di fronte a lui. “Ora  che siamo tornati a casa,  è tempo di parlare. Chiedimi pure qualunque cosa.” “Pensavo che solo Zeugma potesse viaggiare fra i mondi..” , esordì Andrea   “E’ ben difficile che, in questo mondo, una magia o una tecnologia arrivi a qualsivoglia persona senza che parta da noi, fidati..anzi, i pirati dovrebbero sicuramente ringraziarci, se sono in grado di razziare il tempo.” Fu a quel punto che, scordandosi di voler chiedere come diamine era tornato a casa, il giovane ospite chiese: “Ecco, appunto, voi. Voi, chi cazzo siete, mi scusi?”

Quando iniziò a parlare, era evidente che l’uomo barbuto non aspettava che questa domanda.”Bene, mio giovane amico..hai incontrato Zeugma  la piratessa, l’hai vista combattere contro i difensori dello Stato, i “tutori dell’ordine”. Devi sapere che non hai visto che le due facce di una stessa, sconfortante moneta.” Anrea fu stupito da come il tono dell’uomo fosse calmo e pacato, ma allo stesso tempo deciso e, soprattutto, profondamente triste. “I vertici dello Stato, i nostri governanti, sono marci, marci di corruzione, e non hanno mai esitato a stringere accordi con i pirati. Li lasciano liberi di compiere le loro scorribande dove non possono nuocere realmente, in cambio di una percentuale sui bottini delle loro razzie..”  “Un secondo” lo interruppe in ragazzo “io li ho visti farsi a pezzi, Zeugma e quei soldati!” “Lei e quell’ ammiraglio, come tanti altri pirati e soldati, non sono che pedine, pedine di un gioco immondo e letale! Quelle scaramucce non sono che polvere, polvere gettata negli occhi delle persone innocenti di questo mondo, affinchè l’inganno possa continuare! Credi che il loro sordido patto potrebbe persistere, se la gente non li credesse in guerra? Come credi che il governo potrebbe stringere il suo cappio al collo del popolo, se non approfittando della sua paura, dello stato di emergenza costante che provocano queste finte battaglie? Il governo si presenta come difensore della società, combatte i pirati, e così facendo ottiene il consenso necessario per tenere a bada il popolo, in nome della “sicurezza”, certo, sfruttandolo ed opprimendolo almeno quanto fanno i pirati, capisci adesso?” Mentre parlava, andava inverforandosi sempre di più, e ormai era in piedi, che agitava il pugno tremante di fronte al viso di Andrea. “Addirittura noi, i filosofi, gli scienziati, i sacerdoti, ci siamo dovuti risvegliare e uscire dai monasteri e dalle biblioteche, per  mettere su con i nostri averi un esercito, noi che avevamo votato la nostra vita allo studio, per salvare questa civiltà! Io stesso, Aderbale, capo della Confraternita defli Astrologi, ho dovuto prendere il comando dei miei fratelli eruditi, e condurli in armi alla guerra; abbiamo dovuto caricare i nostri cimeli e i nostri libri su queste navi per salpare combattere il cancro che divora il mondo!” Poi, improvvisamente, si placò, ma si vedeva la rabbia continuare a fremere negli occhi neri: “Ma siamo pochi, troppo pochi per vincere questa guerra. A meno che, non troviamo qualcosa che ci permetta di rovesciare la situazione, un colpo vincente..questo qualcosa sei tu, il segreto che porti nella testa..quella collana, con i nostri mezzi magici e scientifici, potrebbe diventare un arma terribile, abbastanza da permetterci di vincere questa guerra..ci aiuterai a salvare il nostro mondo?” concluse, quasi implorante. Andrea ci pensò un pò, probabilmente meno di quanto avrebbe dovuto; il fatto è che era stato davvero catturato dalla forza e dalla passione di Aderbale e, inoltre, il fatto che gli avesse chiesto un aiuto, invece che estorcerglielo, come sicuramente era in grado di fare, lo aveva convinto della bontà e dell’onestà della causa. Sicchè, dopo pochi secondi di riflessione, accetto, e chiese cosa poteva fare. In tutta risposta, fu portato in uno stanzino scuro, illuminato solo da due altissime candele, e messo a sedere su una comodosissima poltrona. Lì, gli disse Aderbale, sarebbe stato sottoposto ad un rito di lettura mentale, ad opera di un confratello telepate di cui non poteva conoscere nome e volto; non ci sarebbe stato bisogno di rivivere i ricordi del suo antenato, il confratello telepate avrebbe estratto il dato dalla mente di Andrea. Stranamente, il ragazzo si sentiva tranquillo, e, mente sprofondava nella poltrona, pregustando il momento in cui, aiutati ‘sti simpatici tizi, sarebbe tornato a casa, nemmeno si accorse dell’uomo mascherato che entrava nello stanzino, e gli poggiava la mani sulle tempie, facendolo cadere in un sonno profondo. Quando si risveglio, nello studio di Aderbale, vide lui e alcuni suoi compagni, eruditissimi e barbutissimi anche loro, confabulare con aria preoccupata. “Mi dispiace, giovane amico, ma dovrai sottoporti al siero della verità, abbiamo bisogno di conoscere la storia del tuo antenato. Per capire come è possibile che ciò che il Confratello Telepate ha estratto dalla tua mente sia vero.” gli fu detto. “..ovvero?”  “Che la collana è in una cassaforte all’interno del Palazzo Centrale dello Stato. ”

Perdonate l’imperdonabile(wut?) ritardo, ma fra word che mi cancella il file quando ero a metà, studio, regali, coglionaggine, cos, è stata una gestazione travagliata. Ad ogni modem:

Argomenti:

il tradimento

il ricatto

l’infiltrazione

Per veri arditi – parole e digressioni:

Limone

clausura

Caducità

Dialettica

Solo per veri eroi(blabla, non necessario blabla):

Fate in modo che la seconda, la ventinovesima, la centesima, la duecentesima, la seicentosessantaseiesima lettera  compongano le parole “yo bro”

Costruire un  periodo di almeno 20 parole, delle quali almeno la metà abbia più di 5 sillabe

8 commenti to “Capitolo V: Il terzo polo (no, niente Rutelli&co)”

  1. avatar ad.6 ha detto:

    Ahah! Ci sono queste parti epiche come “Che sarà mai un giorno in più quando lotti per la vita eterna?” assieme alle parti in cui critichi l’analogia con S. Pietro o in cui “censuri” (esplicitamente!) la storia per preservare la figura di Andrea e dei santi tutti! XD! Divertente! E poi questa realtà dietro la finzione, la fazione degli eruditi! Proprio simpatico!

  2. avatar Azazello ha detto:

    È BELLISSIMO! Valeva davvero la pena di aspettare tutto questo tempo, porca miseria! Non posso mettermi a elencare tutte le cose che mi sono piaciute perché ci perdo la vita, per cui mi limiterò a dire che spero davvero che qualcuno faccia la prima cosa per veri eroi! ahah!

    (ah, non ho proprio controllato che tu abbia rispettato le cose imposte da Cerbs, l’ho dato per scontato. Forse rileggerò per verificare. O forse, più probabilmente, no)

  3. avatar ad.6 ha detto:

    Sì, sì, vero! Per le regole di Cerbs, a dir la verità, ho letto prima questo post e poi sono andato a ricontrollare le parole e gli argomenti e pare che ci sia tutto (il plausibile), tranne il gelato! Forse c’è qualcosa di strettamente attinente che non ricordo, però. Per gli argomenti “corruzione” ed “alleanze” sono palesi, mentre non ricordo “sbadatezze”! Sarà l’accenno in “scordandosi di voler chiedere come diamine era tornato a casa”?
    Comunque… !

  4. avatar Anonimo ha detto:

    Mi sono proprio scordato il gelato!! Fuck! Bè, potrei anche aggiungerlo, non so.. per quanto riguarda la sbadatezza, io ce l’ho messa, poi la sua esplicitazione è lasciata a chi mi seguirà(@cripticismo)!!

  5. avatar ad.6 ha detto:

    In effetti avevo pensato ad una sorta di “sbadatezza di trama” solo che, non sapendolo al momento della lettura, non ci ho fatto caso e temo che non lo saprò finché non avrò la forza di rileggere tutto il post da capo!

  6. avatar Cerbs ha detto:

    Qualcuno dovrebbe continuare la storia, voglio vederla finita.
    Vobby, perchè non fai qualcosa? Potresti iniziare a condurla verso la conclusione!

  7. avatar Azazello ha detto:

    Quel PENE di Jay è prenotato da UN MALEDETTO MESE E MEZZO -_-

  8. avatar Cerbs ha detto:

    Visto che Jay sembra non darsi da fare, perchè non subentra qualcuno? Tipo Vobby?

Lascia un commento

 

Fatal error: Class 'AV\Telemetry\Error_Handler' not found in /membri/.dummy/apps/wordpress/wp-content/plugins/altervista/early.php on line 188