Che ruota di trasferta..

postato il 4 Dic 2012 in Cazzi e mazzi personali, Il rubricone musicone rotolone
da Bread

[In questi giorni riascoltando a caso i chillers e i uait lais ripensavo agli ultimi concerti che sono andato a vedere fuori e mi è venuta voglia di radunare due o tre persone a caso per prendere il primo treno per un concerto qualsiasi in un qualsiasi posto. Questo post sono una serie di banalità che mi sono venute in mente ma volevo scriverle lo stesso..]

 

Io sono sempre stato una di quelle persone che si lamentano del fatto che a Napoli non viene mai nessuno a suonare. Mai nessuno a parte gruppi italiani (che comunque scendono abbastanza raramente se non sono di Napoli) o vecchi mostri che vengono a farsi un giro a fine carriera quando ormai non ce la fanno più. Me ne lamento e penso: “ma che cazzo perché quei maledetti milanesi devono avere concerti sotto casa ogni settimana e io invece devo farmi un viaggio interminabile?!”

 

Poi però realizzo che a me quel viaggio interminabile piace, forse anche più del concerto stesso. Alzarsi presto per arrivare alla stazione con lo zaino pieno di bottiglie avvolte nel giornale, mangiare per due giorni i panini gusto colla del McDonalds perché costano poco e già il viaggio ed il concerto ti hanno svuotato le tasche; perdersi in macchina in mezzo a posti del cazzo, aspettare il pullman al freddo per tornare dal concerto che è stato spostato in un luogo improbabile all’ultimo momento, sono tutti aspetti che in realtà mi piacciono davvero. Poi ci sono anche le sorprese inaspettate, tipo scoprire che la camera d’albergo che hai pagato un prezzo tutto sommato basso in realtà è una suite, o che ci sono i cani all’ingresso del concerto proprio quando non hai portato una certa cosa; scoprire che la location del concerto è un castello fighissimo o uno stadio enorme, e che ci sono fuochi e luci che avresti difficilmente visto al Palapartenope. Senza contare il fatto che poi puoi atteggiarti dicendo “io sono andato a vedere i pinomauri fino a [inserire posto lontano]” e far rosicare un discreto numero di persone che invece non ci è andata.

 

Ciò detto, se ogni tanto qualcuno venisse a Napoli io potrei vedere il doppio dei concerti spendendo la metà e sarei contento; però se vivessi in un posto in cui posso vedere più o meno tutti i gruppi che ascolto perché prima o poi ci passano mi perderei il gusto della trasferta. Quindi tutto sommato il maledetto milanese medio che va a sentire mezzo mondo sotto casa sua non lo odio così tanto, perché io vado a vedere più posti alla facciaccia sua!

Compilation random: canzoni che mi fanno mangiare il cazzo.

postato il 8 Nov 2012 in Cazzi e mazzi personali, Il rubricone musicone rotolone
da Deluded Wiseman

Come un elenco telefonico in quei programmi strani con uomini nerboruti che stabiliscono record improbabili, il mondo si divide in due categorie. Non cascherò nel facile gioco delle citazioni Leoniane, ma andrò dritto al punto.

“Il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica, e chi scava. Tu scavi.”

Chè, ci credevate pèdavvero?

No, sul serio. Sapete quali sono le due categorie di persona davvero rilevanti?

Quelli che cercano le scalette dei concerti venturi su internet, e quelli che non lo fanno. Questa è una storiaccia vero, che al confronto Guelfi-Ghibellini e Autobot-Decepticon, erano delle amichevoli di curling. Per quanto mi riguarda, dipende dai casi. Se vado a vedere un gruppo che mi piace molto e conosco bene, DEVO cercare di leggere la scaletta: solo così potrò sfruttare il tempo che manca al lieto evento del concerto per fare i conti con le imperdonabili mancanze che sicuramente avrò scoperto consultando la setlist. Questa cosa mi ha salvato la vita: la prima volta che vidi gli Airon Meiden, essi decisero di suonare tutto l’ultimo album e giusto una manciata di pezzi storici. Io lo sapevo, ebbi vari mesi per metabolizzare la notizia, e riuscì a godermi il concerto. Se avessi scoperto la sera stessa che The Number of the beast era rimasta a casa, potete immaginare che non sarei qui a parlarvene. Se, invece, vado a vedere un gruppo che conosco poco, mi piace farmi un idea di quello che portano in tour; sai com’è, vorrei giusto sincerarmi che il gruppo electro-punk che vado a sentire non abbia scelto di fare un tour di cover di Amedeo Minghi. Per il resto, non c’è niente di meglio che sentire una canzone per la prima volta a un concerto, con la gente che salta, le luci, il votta votta, il sudore, la canzone che si muove sul palco insieme ai musicisti…bellissimo. Ma. MA. Ma io mi mangio anche il cazzo, però. Mi mangio il cazzo a vedere la gente emozionata che canta a squarciagola mentre penso “chissà come si chiama sta cosa” e cerco miserabilmente di muovermi al ritmo sconosciuto di una canzone ignota, mi mangio il cazzo a sentire una canzone e pensare “vabbè, quando fanno *inserire nome del pezzo quello là, quello famoso*?”, solo per poi scoprire, magari anni dopo, che ho snobbato con ignorante impazienza proprio un pezzo da greatest hits dell’umana stirpe. Qualcuno direbbe che lo faccio perché sono un azzeccato, che

5) Non metterò i titoli qui.

Nell’anno veramente boh, decisi di recarmi con dei compagni di classe al festivalbar, quello che facevano ogni anno a  piazza Plebiscito. Beata gioventù. Alle inutilmente e scandalosamente presto meno un quarto, sono già in piazza. Sul palco, un gruppo che non riconosco sta facendo il soundcheck. Stranamente, noto un paio di gruppetti di persone un po’ diversi dal resto del pubblico che assistono esaltati all’evento, non ultime un paio di ragazze pisellabili anzichenò. Ma la canzone la conosco! La passavano su Mtv e non mi garbava, ma analizzandola senza le immagini disturbanti che la accompagnavano sullo schermo, mi accorgo che non mi dispiace troppo. Magari la voce è un po’ effeminata, ecco.

Un video sul Tubo è l’unica cosa che testimonia l’esistenza della penosa esibizione in semi-playback dei Muse al Festivalbar 2006. Io, francamente, non ne ho alcun ricordo.  Mi piace pensare che loro abbiano “suonato” dopo Jovanotti, l’ultimo che vidi esibirsi prima di fuggire causa pioggia. Preferisco non pensare all’ipotesi di averli snobbati così tanto da non serbarne memoria alcuna. Ad oggi, i Muse sono uno dei miei gruppi preferiti e il mese prossimo pagherò fior di danari per assistere a un loro concerto. Supermassive Black Hole è, ovviamente, in scaletta.

PS: alla fine si trattava di un soundcheck, pure in playback.  Sicchè, 5°posto per i Muse.

Beccatevi il video dei Muse al suddetto Festivalbar 2006, orrendocapelluti per l’occasione.

Muse

 

4) E’ più carino che si capisce alla fine della storiella che, inevitabilmente, finirò per narrare a ogni posizione della classifica.

Dicevo, i Muse sono uno dei miei gruppi preferiti. E infatti, nel giugno del 2010 mi sono sobbarcato dieci ore di treno per andare a Milano a vedere un po’ cosa avrebbero fatto con il S.Siro a disposizione. Non che me ne fregasse molto, ma c’erano 3 gruppi spalla. I primi sono italiani, e salgono sul palco nel disinteresse generale. Oltreutto, sono un po’ strani, sono abbastanza grandi d’età. Poi, si infilano dei passamontagna e attaccano a suonare questa musica assurda, scandalosamente vintage ma grintosa, tecnicamente ineccepibile, travolgente. Fichissima lei, fichissimi loro. “Oh ma chi so ‘sti tipi?” Il mio amico mi spiega che sono il tastierista degli Afterhours (che io però vedo suonare tastiere, sassofono e flauto traverso. Anche nello stesso pezzo )e altra gente, che riadattano colonne sonore di poliziotteschi italiani anni ’70. Uà. Dov’erano stati finora, così lontani dalle mie orecchie?

Per fortuna, un concerto dei Calibro 35 è godibilissimo anche non sapendo nulla della loro musica; per questo, nella magnarcazzo parade sono solo quarti. Ad oggi, i Calibro 35 hanno appeso ben due concerti a Napoli, ma per fortuna le terza volta è quella buona, li ho visti, hanno fatto tutte le canzoni più belle, e sono felice di averli conosciuti laiv. Una piccola nota di gioia nel disastro che sarà questa classifica

Nell’impossibilità di reperire video decenti dei Calibro che si esibiscono davanti a migliari e migliari di disinteressatissimi fan dei Muse, vi schiaffo la semi-tiletrack dell’ultimo album dei calibri, giusto perchè oggi ce l’ho in testa.

Calibro 35

 

3)Almeno secondo me.

Al concerto dei Subsonica, nel 2008 c’ero finito proprio per caso, con un biglietto aggratisse. Non mi dispiacevano, ma non li conoscevo bene né mi interessava farlo. Sinceratomi che avrebbero, probabilmente, suonato “L’Odore” e “Tutti i miei sbagli”, mi presento alla Mostra d’Oltremare a cuor leggero e senza troppe aspettative. Loro sul palco sembrano sapere il fattaccio loro, ma io non mi gaso più di tanto: aspetto che facciano le canzoni che mi gustano, e non mi cago molto il resto. Soprattutto, non mi cago “Veleno”, “Up Patriots to Arms” e “Il mio dj”. Anzi, se non fosse per i dannatissimi e indesiderati video correlati  del tubo, non avrei saputo niente della loro presenza quella sera perché, davvero, non me le ero proprio cagate.

Ad oggi, ho visto i Subsonica quattro volte, pagando, eventualmente anche treno e alloggio. Tutte le volte che hanno fatto “Veleno “ e “Up Patriots to Arms”, mi sono gasato come un furetto anfetaminomane. “Il mio Dj” è assente dalle scalette dei Subsonica da ormai 5 anni.

E quindi, ladies&gentlemans, “Il mio diggei”, per voi in questo sconfortante “video” con la foto della (mediocre anzichèno) copertina di Microchip Emozionale.

2)Smettila di guardare qui.

Al concerto dei Rage, ‘ndovina? C’ero finito per caso. A dirla tutta ero in vacanza a Los Angeles, un giornale buttato per terra mi ha detto che quella sera i RATM festeggiavano il loro compleanno con i Muse di spalla e così, un’interminabile corsa in taxi e mezza scaletta dei Muse (lo avevo detto che la corsa era interminabile?) dopo, sono in mezzo a un fracco di personaggi unici, perlopiù gente from da ghetto che fumava da enormi pipotti o mi invitava a sfondare gli impenetrabili cordoni di steward agguerritissimi per accedere al parterre, oppure comunisti americani (wut?!), e tutti insieme aspettiamo che i Rage salgano sul palco a sputare fango(o funk) sull’ imperialismo a stelle e strisce.

Il concerto è grandioso, la gente si gasa e inizia a pogare intorno a dei falò improvvisati, o forse non tanto, vista la pervicacia con cui venivano riaccesi quando gli agguerriti steward  di cui sopra li spegnevano (nel caso ve lo foste chiesti, alla fine gli steward hanno vinto: hanno spento il fuoco e sono rimasti in piedi sulle ceneri, fermi e minacciosi, a impedire che venisse riacceso. Inutile dire che la gente ha iniziato a pogare intorno a loro.) Quando ho visto strane scene tipo qualche migliaio di ammeregani che sul finale di canzone(che poi avrei scoperto essere Know Your Enemy), a pugno alzato, alluccava qualcosa che io non capivo bene ma che pareva essere quel tipo di cosa poco gentile sul sogno americano che non ti aspetteresti di sentir urlare in uno stadio californiano, ho avuto l’impressione di essermi perso qualcosa. Anche quando ho sentito, in mezzo ad una canzone “I’m the Nina, the Pinta, the Santa Maria” ho avuto l’impressione di essermi perso qualcosa, tipo il cervello, e invece si trattava di “Sleep Now in The Fire”.  Che è meno bella di Know Your Enemy, ma ha un video epico, quindi beccatevelo.

RATM, Wall Street, cos

1)Davvero.

Il concerto gratuito di Elio e le storie tese a piazza Dante, nel boh ottobre del 2007 è stato, per vari motivi legati alla gente con cui ci sono finito (abbastanza per caso, sì), uno dei momenti fondanti della mia adolescenza, nonché della mia storia politica, avendo lì conosciuto il bancariello di Gastronomia Proletaria, che ancora oggi costituisce la stella polare del mio personale firmamento politico. Conoscevo poco del gruppo, ma mi comportai, quella sera, come uno spettatore attento e volenteroso, ascoltando con interesse un sacco di pezzi che non conoscevo e che amai da subito, o dopo poco.

O almeno credevo di esserlo stato. In un impeto controllatorio puramente masochistico, ho scoperto dopo anni che quella sera, su quel palco,mentre io chissà a che cazzo stavo pensando, è stata data voce alla sofferenza e alla disgrazia di centinaia di uomini e donne sfortunati attraverso la narrazione in musica della tragica storia di un eroe dei nostri tempi. Di uno di noi. Di Gimmi Il pedofilo.

Ho visto un’altra volta gli Elii, ma quella volta non suonarono “Gimmi I.”.Del resto, io neanche la conoscevo ancora, quindi forse ho solo evitato di far raddoppiare il già cocente rimorso che mi brucia nel petto ogni qualvolta penso a come ho fatto orecchie da mercante mentre davanti a me si eseguiva un pezzo che, per i suoi significati sociali, politici e soprattutto umani, non esito a elencare fra i pezzi che mi hanno formato nell’uomo probo e integro che sono oggi.

Qui, per voi, un esibizione laiv all’Mtv Day del 2003, quando ancora ci andavano i gruppi forti. A giudicare dal fatto che i milioni di spettatori ripresi nel video sembrano disposti a disimpagliarsi solo per giocare col cazzo di pallone gigante, non me la sento neanche tanto di prendermela col signor Mtv day se ha deciso di chiamare Club Dogo e Sonohra, o come cazzo si scrive, invece di Eelest e Bluvertigo. “Ma hai messo tutti video non live, metti il live proprio ora che noi volevamo la versione studiocol Ruggeri nazionale!”. Zitti, uomini di poca fede, e mirate come, contro ogni vostra menagrama aspettativa, il provvido intervente del Mangoni e del suo inglese accidentato salvano egregiamente la siuation.

Ps: il mio gompiuter non vuol proprio farmi mettere per bene gli ultimi video che devo inserire, quindi per ora metto i link in maniera zingara, e poi correggerò quando gli dei della multimedialità mi saranno favorevoli.

 

 

 

 

Compilation random: baffi.

postato il 26 Mag 2012 in Il rubricone musicone rotolone
da Deluded Wiseman

Baffi, sì.  Magari non ci pare, ma i baffi sono fondamentali.  Storia, filosofia, videogiochi, arte visuale e non:  sotto il segno del baffo si sono compiute le peggiori aberrazioni, sono nati i migliori capolavori dell’umanità, si sono pestate orde e orde di funghi e tartarughe. Volanti.

Ovviamente, come i più arguti di voi potrebbero aver già immaginato vedendo in che sezione del blog sono(per gli altri, un bon-bon di consolazione da ritirarsi all’uscita), ovviamentre andrò a parare sul fatto che anche nella musica il baffo è stato marchio di fabbrica di pezzacci e carriere intere non indifferenti, anzi, pure ragguardevoli.

Ciancio alle bande: ecco le 5 canzoni che me lo danno più a livello di baffo. Non riesco a incorporare i vidii/forse ora ho capito ma mi scoccio di riprovarci adesso. Se vi interessa vedere i baffi, cliccate sul link.  Se non vi interessa,  mi fate un baffo.

 

5) Red Hot Chili Peppers- Factory of Faith

Non si tratta di un baffo storico, qui. Diciamo che il proprietario dei baffi in questione è sempre stato celebre per altro (l’alternare la  semi-nudità e abiti raccattati alla fiera del creaturo sgargiante di Dos Palos, Nevada).  Ma  appunto per questo ho preferito inserire questi baffo nella compilation, preferendolo a baffi di portata storica più rilevante (tipo un qualsiasi gruppo rock americano a cavallo fra i ’70 e gli ’80),  perchè penso che si debba dare un po’ di rilievo al baffo che avanza, trattandosi, oltretutto,  di un baffo che ha scandalizzato molti, in quanto di totale rottura col ventennale look medio-sbarbato del buon Anthony Kiedis.

Inoltre, bisogna sfatare il mito che il nuovo dei RHCP è brutto, solo perchè hanno dato via un chitarro epico per uno un po’ gne. Quindi ciapàtevi sta canzone dall’ultimo e ineditamente baffuto dei californomaniaci

Ps: ne avrei volentieri messa un’altra, ma è un singolo in heavy rotation quasi ovunque, e invece io voglio farvi sentire questa che non è mainstream come l’altra, e la sentite solo qui, sul Rubrico Rotolone, only tonitght, sold out. Però se non avete mai sentito Monarchy of Roses,  youtubbate ora, stronzi.

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4)Santana- Gypsy Queen/Oye Como Va

Aahh, Carlos, Carlos.  Santana è uno di cui in linea  di massima non ascolto roba preso a caso dalla sua discografia così, a cuor leggero: è bella corposa, e c’è molto sfoggio di latinoamericanismo fatto un pò a caso, o collaborazioni con Joss Stone.  Però in certe cose è inarrivabile, nessuno come lui, e io gli voglio tanto tanto bene, uno zio baffone e tamarrozzo che è uno dei motivi, probabilmente, per cui suono. Ricordo che quando ancora mi ponevo ardue domande circa l’effettiva messa in atto di un rapporto sessuale(insomma, pensate che ancora non c’avevo l’internetto), fu il primo chitarrista ad impressionarmi davvero, per le palate di melodie cremose e calienti che tesseva con le sue dita dorate da mangiatore di burrito, palate che non riuscivo a riscontrare in tutti gli altri eroi della guitarra che stavo imparando a conoscere.

Senza contare il ritmo. Ragazzi, che ritmo. Quando farò la classifica “le 5 canzoni che mi fanno venire più voglia di ballare in preda ai fumi degli acidi, vestito solo di bandana e maglietta scolorita”, beh, Santana sarà anche lì,  proprio sotto Toto Cutugno. Ma questa, l’è un’altra storia.

Qui, in un esibizione recente, il buon Carlos e i suoi FANTASTICI musici accompagnatori, ci dilettano con un medley fra la celebre “Oye como va” e una parte strumentale tratta da “Black Magic Woman”, in cui l’orgasmico sound latino del Nostro risalta in tutto il suo splendore. E se leggendo “Black magic woman” NON avete pensato “perchè non ha scritto  “l’altrettanto famosa?’ “..di FILATO a sentire il capolavoro “Abraxas” (1970).

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3)Queen-Princes of the universe

Forse qualcuno si aspettava i virili baffi dell’iconico e compianto Freddie  in cima alla classifica. Beh, no, con tutto l’affetto per l’iconico perchè compianto Freddie.

Prima mi sono dilungato su Santana perchè molti credono sia un peone discretamente abile alla chitarra che elemosina in giro collaborazioni con cantanti vari, incapace di trovarne uno proprio. Invece penso che sui Queen, e sul livello di iconicità che dopo la morte del povero Freddie lui e i suoi baffi hanno raggiunto, sia inutile spendere molte parole.  Allo stesso modo, credo che tutti, dopo aver visto Freddie sbarbato e in tutina, sappiate quanto la presenza dei baffi sia servita a trasportare definitivamente i Queen nell’Olimpo del rock. Sappiate, ad ogni modo. che la canzone è tratta da “A Kind of Magic”(1986), colonna sonora di Ailander. Lo noterete, forse, dal zarrissimo video a base di capelloni in kilt  ed esplosioni assortite. Sì, l’ho messa apposta per uscire dal solito triangolo we will rock you/we are the champions/bohemian rhapsody. No, non amo i Queen al punto da metterne una davvero ignota. E poi questa è bellerrima, e mi ricorda i tempi lontanissimi in cui non avevo notato che “Princes”  aveva una sola “s”. In quel tempo, usavo spesso chiedermi se non bastasse fare della proprio omosessualità un manifesto tramite il video en travestì di “I want to break free”, e se ci fosse proprio bisogno di cantare “sono la principessa dell’universo”

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2)Frank Zappa-Muffin Man

Forse quelli che non si aspettavano il buon Freddie in cima alla classifica, si aspettavano che fosse l’eclettico guitarrista a dominare, in guisa di dittatore baffuto (nella miglior tradizione) questa classifica.  Certo che voi,  un Wembley Stadium di cazzi vostri mai, eh. Il fatto, vedete, è che io con Zappa ho un rapporto conflittuale, perchè non sono mai riuscito a conoscerlo e ad apprezzarlo fino in fondo, non so neanche bene perchè,  pur riconoscendone l’immensa genialità e apprezzandone diverse canzoni. Una di queste  è Muffin Man dall’album. Qui ho inserito la versione in studio, ma conisglio la visione di uno spettacolare video live che si trova facilmente  sul Tubo. Perchè non ho messo quella? Oh, ma voi proprio come gli sceriffi, eh. Sentitevi prima la canzone in studio, e poi vi vedete il live con gli assoloni eccetera, su.  Io, intanto, colgo l’occasione di ripropormi l’abbordaggio a qualche disco intero di Zappa.

 

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1)) Black Sabbath-Sweet Leaf

Eccolo qua. Magari sarà un baffo meno celebre come baffo, ma sti gran cazzi. Per me il re del moustache-rock è lui. Inarrestabile, marziale, imperturbabile mentre dalle sue mani martoriate profonde colate di metallo incandescente, per me Tony Iommi, chitarrista e fondatore dei BS e un pò dell’heavy metal tutto, è un tutt’uno con la sua Sg nera e con i suoi baffi.  Quando sento quel lento e implacabile incedere di accordi pesanti come macigni che è il marchio di fabbrica dei Black Sabbath, me lo vedo lì, vestito di nero, la croce appesa al collo, ondeggiare senza troppa foga quella massa nera che, fra capelli e baffi, e la sua testa.

Sono riff baffuti i suoi. Avanzano lenti ma implacabili verso di te, cupi e imperscrutabili come un uomo baffuto di cui riesci a percepire le intenzioni malevole, ma senza che la sua espressione, occultata dal baffo, ti possa dare le conferme che cerchi.

Qui per voi, tralasciando i soliti pezzacci immortali che tutti conoscerete,  in regalo una gustosissima e oltremodo badass Sweet Leaf.

 

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Visto che non sono stato in grado di trovare un video che esaltasse il baffo, eccolo a voi in tuta la sua maestosità.

 


Compilation random vol. 3: Poggi-Poggi

postato il 15 Gen 2012 in Il rubricone musicone rotolone
da Iroquis`

Uno dice, ma comm’è, Davk e Sergio in due giorni se ne escono in due giorni con due rubriconi e tu no? Ma vai a farti venire un’idea, stronzo! (per chi avesse dubbi – molto più che legittimi – , ‘stronzo’ è riferito a me).

E devo dire che di idee me ne sono venute, una peggiore dell’altra. La prima era qualcosa sul Rubicone (senza r, sì), però ho pensato che temi sul calibro di “Giulio Cesare”, “Fiumi”, “Guerra civile” e “Antica Roma” non sono poi il massimo. Mi sono quindi detto “vabbè, compensiamo la scarsa fantasia con una buona dose di shuffle”, che non ha migliorato certo la mia condizione. Riporto qui alcuni spunti:

– Cancer for the cure degli Eels. Ottima per un prossimo post sull’oncologia;

– Impressioni di settembre dei Marlene Kuntz. Non so cosa ci faccia sul mio hard disk, ma sicuramente mi ricorderò di loro per un rubricone con oggetto “musica di merda”;

– When i come around dei Green Day, che mi fa pensare a qualche sorta di amplesso impreciso;

– Il liberismo ha i giorni contati dei Baustelle, un titolo una menzogna;

– (inserisci nel mezzo varie canzoni che non servono ad un cazzo, mica potevo farmi venire spunti con il gingòl di Sonic the Hedgehog!)

 

..dopodichè è partita “Bankrobber” dei Clash (che non sapevo manco esistesse, ma vabbè), il che mi ha fatto pensare che sarebbe fighissima (no, non lo sarebbe) una classifica dei più grandi crimini musicali della storia.

 

ACHTUNG questa lista potrebbe contenere ovvietà, ignoranza musicale e mirrate varie. Se andate avanti sono cazzi vostri.

 

1) Enjoy the Silence dei Lacuna Coil.

E vabbè, che avevate pure dei dubbi? Una delle più belle canzoni che abbia mai sentito resa una lagna da una cagna in calore. Cioè, parliamoci, l’inizio non è bruttissimo. Poi ci metti una voce assolutamente inadatta, qualche altro stereotipo goth-metal e lo stupro è servito.

 

2) Personal Jesus di Marilyn Manson

Pure qui non è che c’è molto da stupirsi, prendete una canzone splendida, datela in pasto ad un gruppo di merda, che volete ottenere?

 

3) Gioia e Rivoluzione degli Afterhours

Sì, lo so, dite voi “e grazie al cazzo, l’originale c’era Demetrio Stratos e qui c’è Manuel Agnelli”. Beh, magari fosse solo quello. Come cazzo si può prendere una canzone con quel titolo e renderla una palla abissale stile stile musica-alternativa-italiana-di-stocazzo? È fortemente consigliato l’ascolto dell’originale per capire meglio quello che intendo.

 

4) Geordie di Gabry Ponte

http://www.youtube.com/watch?v=2tmGuHDoGXg

 

5) Emilia Paranoica delle Luci della Centrale Elettrica

Chi non ha bisogno dell’ennesima canzone di Brondi con gli stessi accordi che usa da 4 anni e con una voce del cazzo?

 

6) Light my fire di qualcuno dall’aria molto omosessuale.

Sinceramente non mi ricordo di chi cazz’è sta cover, mi ricordo che la sentivo in radio tipo 7/8 anni fa, con tutto lo schifo che potevo avere in corpo. Cioè, l’originale! Con quella tastiera! No! Trasformata in una versione lenta, lamentosa e schifosa.

 

7) E chi se ne frega di Marco Masini

Questa è una menzione d’onore. Credo di non aver mai riso così tanto per il testo di una canzone (ok, no, forse Scimmie dei Verdena si avvicina), anche qui è fortemente consigliato l’ascolto. Della cover, però

 

8) Love will tear us apart dei Fall out boy

Non voglio sembrare quello fissato che deve sempre lamentarsi delle voci lagnose, però checcazzo! L’originale è dei Joy Division, mica di mia nonna in carrozzella! Un gruppo emo di sfaccima che la canta è davvero uno degli insulti peggiori che si possa fare a questa canzone

 

9) Quella cover di Creep di Vasco Rossi

aaaaaaaaaaaah eeeeeeeeeeeeh iiiiiiiiiiiiiih ooooooooooooh uuuuuuuuuuh ma sono quiiiiiii

 

10) How soon is now delle TATU

Lesbiche russe che cantano con una insopportabile voce infantile una canzone degli Smiths? Ecco, no, grazie.

 

EDIT: NEWCOMER! Mi ero dimenticato di questo schifo assoluto, che merita la menzione d’onore a fine post: http://www.youtube.com/watch?v=f5_xUlC3f_k

Compilation random vol.2 : Inizi.

postato il 14 Gen 2012 in Il rubricone musicone rotolone
da Azazello

[Volevo postare qualcosa qui dentro, in particolare volevo postare QUESTA cosa qui dentro, quindi sono felice di essermi deciso a farlo. Ascoltando Death dei White Lies mi sono detto varie volte: questo è uno dei modi migliori in assoluto di iniziare un album. Dopodiché mi sono detto che probabilmente questa sarebbe stata l’unica occasione per i White Lies di finire in qualche classifica “assoluta” come “I migliori 10 qualcosa della musica”, per cui ho deciso di dar loro questa soddisfazione stilando una lista di migliori inizi di album della storia. Purtroppo, vista la scarsità di materiale su cui lavorare, la lista è prima diventata “I migliori 10 inizi di album della mia libreria di iTunes” (o anche “Tutti gli inizi di album particolarmente fighi della mia libreria di iTunes, che non sono molti più di 10”); poi, viste un po’ l’ambiguità dei criteri in base a cui scegliere e un po’ la grande distanza del mio gusto personale dall’opinione comune, è diventata “I 10 inizi di album che mi piacciono di più nella mia libreria di iTunes”; poi, visto che mi sono accorto di non avere alcune canzoni molto famose e molto belle che non potevano non essere perlomeno prese in considerazione in quanto oggettivamente troppo fighe, è diventata “I 10 inizi di album che mi piacciono di più nella mia libreria di iTunes dopo aver confermato che alcune canzoni che mi mancavano erano la traccia 1 del proprio disco e averle scaricate”; mi sono anche sentito molto in colpa a eliminare certe canzoni importantissime in base a criteri assolutamente inventati, per cui mi sento in dovere di dire che è una lista de “I 10 inizi di album che mi piacciono di più nella mia libreria di iTunes dopo aver confermato che alcune canzoni che mi mancavano erano la traccia 1 del proprio disco e averle scaricate, esclusi alcuni pezzi veramente importantissimi che ho tolto per far spazio ad altri meno importanti in base a criteri che non saprei definire bene, ma giuro che dopo ci scrivo anche quelle che ho omesso perché sono troppo importanti”. Godetevela!]

I 10 inizi di album che mi piacciono di più nella mia libreria di iTunes dopo aver confermato che alcune canzoni che mi mancavano erano la traccia 1 del proprio disco e averle scaricate, esclusi alcuni pezzi veramente importantissimi che ho tolto per far spazio ad altri meno importanti in base a criteri che non saprei definire bene, ma giuro che dopo ci scrivo anche quelle che ho omesso perché sono troppo importanti

 

Prima di iniziare devo metterci la numero 11, una canzone veramente fighissima e con un inizio spettacolare che NON SONO RIUSCITO A METTERE IN CLASSIFICA sebbene abbia deciso di farla solo per potercela infilare:

 

11. White Lies – Death (To Lose My Life) (link)

Sì, è ridicolo. La cosa triste è che se dovessi davvero fare una classifica con più di 10 posti probabilmente non sarebbe nemmeno in top 15 o top 20, viste le cose che ho escluso, ma vabbe’. L’importante è che il mondo sappia quanto è bella e che inizia un ottimo album con la giusta grinta <3

 

10. Litfiba – El Diablo (El Diablo) (link)

Ok, lo so, lo so. È una bellissima canzone, ma forse metterla tra i 10 inizi più belli della storia è troppo, soprattutto considerato che non sono un grande fan dei Litfiba e che il resto del disco l’ho sentito molto approssimativamente, avete ragione. È così. Però inizia con quella specie di rutto/ruggito/rantolo di morte estrema e poi si apre subito… parlando di atmosfera i Litfiba, per il poco che li tratto, sono maestri, e questa canzone ti mette subito nell’ottica giusta. E poi è un tributo a un certo saggio deluso che ci sta tanto simpatico.

 

9. White Stripes – Seven Nation Army (Elephant) (link)

Dai, ci sta! è uno dei riff più famosi dell’universo, anche o soprattutto grazie ai mondiali del 2006, è una bella canzone anche se non si apre subitissimo, loro mi stanno simpaticissimi, e un cd che inizia così, soprattutto dopo il 2006, non può che catturarti subito.

 

8. The Who – Baba o’ Riley (Who’s Next) (link)

Ok, sì, sto mettendo tutte canzoni di gruppi che mi piacciono poco e conosco pochissimo, ma non c’è bisogno di conoscere a memoria la discografia degli Who per innamorarsi di qualsiasi pezzo di plastica tiri fuori questo brano come prima cosa quando lo infili in uno stereo. Potrebbe tranquillamente essere una delle canzoni più belle della storia! Ma prometto di non stilare una classifica per dimostrarlo, ho paura che finirei per non potercela mettere! xD

 

7. Guns N’ Roses – Welcome to the Jungle (Appetite for Destruction) (link)

Premesso che per quanto sia una canzone eccezionale non mi ha mai entusiasmato in modo particolare e che avevo deciso di escluderla dalla lista, ho scoperto ricontrollando che quella che volevo mettere qui non è in nessun album, quindi non sapendo bene cosa infilarci delle altre opzioni possibili ho optato per questa, che se non altro è (sempre ricordando le parole di un certo saggio deluso) con ogni probabilità il miglior inizio di disco & discografia della storia.

(se fossi una persona leggermente più coraggiosa qui ci sarebbe IN UN GIORNO DI PIOGGIA per la stessa ragione :X:X:X)

 

6. Foo Fighters – Bridge Burning (Wasting Light) (link)

Questa canzone inizia con un bel riff malaticcio che pian piano si apre e svela una batteria cattivissima. Già così sarebbe un inizio fantastico per un cd. Poi all’improvviso compare quel pazzo di Dave Grohl che ti sbraita con tutte le sue forze: “THESE ARE MY FAMOUS LAST WOOOOOOOOOOOOOOORDS”. Cavolo, mi viene voglia di alzarmi, dimenarmi e urlare come un pazzo solo a scriverlo!

 

5. AC/DC – Hells Bells (Back in Black) (link)

Campane. Questa canzone inizia con dei rintocchi di campane. Gli strumenti, la chitarra per prima, si aggiungono piano e ordinati in quello che, a mio avviso (almeno in questo preciso istante) costituisce il miglior crescendo della musica moderna (sìsì blabla iperbole blabla). Dopo 13 rintocchi la canzone ormai è avviata e a completare quest’intro spettacolare c’è il primo RAUCHISSIMO verso che, non per dire, recita: “I’m rolling thunder, pouring rain”.

 

4. The Prodigy- Invaders Must Die (Invaders Must Die) (link)

Quando inizi a sentire questo disco, e quindi questa canzone, soprattutto se già conosci i Prodigy, hai appena il tempo di chiederti: “Vediamo dove vanno a parare con questo basso” che già ti si presenta un pezzo con un bel riff e un sottofondo di suoni cattivissimi. Poi c’è un negro pazzo e dall’aria criminale che ti ricorda: “We are THE PRODIGY”. E scopri che non avevi capito niente. E il resto del disco si tiene assolutamente all’altezza. NESSUNO mi convincerà che non dovrebbe stare qui, esattamente a questo posto in classifica.

 

3. Queen – We Will Rock You (News of the World) (link)

Non mi vergogno di dire che il disco non l’ho mai ascoltato e anzi, a dire il vero non sapevo nemmeno che esistesse. Non mi ero neanche mai posto il problema di quale fosse la provenienza di questa canzone, che tanto è molto più un’icona che un brano musicale, come possono esserlo Yellow Submarine o Knockin’ on Heaven’s Door. Detto ciò, trovatemi un posto nell’universo dove sia arrivato la musica moderna in cui, date le giuste condizioni di atmosfera e possibilmente disinibizione, se un povero diavolo comincia a battere le mani al ritmo di questa canzone non gli vanno tutti dietro. Se l’avete trovato, è un posto di merda.

 

2. AC/DC – Thunderstruck (The Razor’s Edge) (link)

Confesso di avere un debole tutto folkeggiante per le canzoni in cui il pubblico costituisce una componente rilevante degli strumenti, per cui forse mi sto facendo influenzare, ma prendete un pezzo con un’intro già fighissima di suo per velocità, suono e melodia (e forse anche difficoltà tecnica di esecuzione?), aggiungeteci un crescendo di batteria e una folla di scalmanati che gridano “AaaAaaAA – THUNDER!” ogni tanto, continuando come supporto a una voce che trascende l’umano per quanto è sporca e graffiante. Fate questo, mettete il tutto all’inizio di un cd e ditemi quale pazzo non sarebbe ansioso di sentire il resto (se solo non fosse troppo impegnato a riascoltare la prima canzone in loop!)

(tra l’altro gli AC/DC sono delle merde, perché anche Highway to Hell meriterebbe un posto in questa classifica, ma non posso occupare 3 posti su 10 con loro! drogati!)

 

1. Led Zeppelin – Whole Lotta Love (Led Zeppelin II) (link)

Ti svegli il 23 ottobre 1969. Un tuo amico si presenta a casa tua con un vinile comprato il giorno prima, tutto euforico e ansioso di condividere il suo entusiasmo. Tu lo prendi non con diffidenza, per carità, ma con una sorta di apatica idea che, in fondo, è comunque solo un disco. Abbassi la testina del giradischi e inizi l’ascolto dei 41 minuti e 21 secondi più influenti del rock¹ senza sapere che stai ascoltando la storia prendere forma. Ma ti bastano 14 secondi per rendertene conto. Non è nemmeno la mia preferita di queste in classifica, ma è troppo la prima!

 

¹Sì, ok, forse non sono I QUARANTUNO MINUTI PIÙ INFLUENTI, ma sono sicuramente nei 400 più influenti. Devo fare una classifica anche per questo? Mi piace parlare per iperboli, affanculo!

 

In ordine sparso le canzoni che non ce l’hanno fatta (miste a quelle che invece ce l’hanno fatta), ovvero

Lista delle canzoni che a) sono bellissime, b) sono la prima del loro disco secondo il tag che hanno sul mio iTunes e c) sono state notate da un me che a occhio cercava dei piccolissimi ‘1’ accanto ai titoli delle canzoni alle due di notte e che pertanto d) sono state prese in considerazione per la classifica qui sopra

Whole lotta love

Death

New Born

Uprising

Take a Bow

Sunburn (sì, i Muse hanno fatto 5 cd di cui 4 iniziano con pezzi fenomenali. Manco fossero gli AC/DC, un po’ di contegno!)

In un giorno di pioggia

Dark Chest of Wonders

Invaders Must Die

Bridge Burning

Doctor Online

Dancing with the moonlight knight

El Diablo

Seven Nation Army

Welcome to the Jungle

London Calling

Hells Bells

Highway to hell

Thunderstruck

House of the rising sun (non sono riuscito a capire se è davvero la prima di un disco)

VI Sitter I Ventrilo Och Spelar Dota

Rain Wizard

Blowin’ in the wind

Your spirit’s alive

The Pretender

Becoming Insane

L’ombelico del mondo

Enter Sandman

Can you forgive her?

Dark side of the moon

We will rock you

Sympathy for the devil

Paint it black

The sound of silence

Tubthumping

Sunday Morning

Bittersweet Symphony

Baba O’ Riley

Compilation random vol.I : Indiani.

postato il 11 Gen 2012 in Il rubricone musicone rotolone
da Deluded Wiseman

Qualche tempo fa, dovevo riempire in qualche modo il “Rubricone”, e pensavo che sarebbe stato simpatico fare piccole compilation di 4-5 canzoni accomunate da un elemento, uno qualunque. Uno strumento particolare, una struttura di un certo tipo, un tema, i baffi dei musicisti. Boh.  Poi mi sono scordato, ma oggi mi sono ricordato perchè l’esimio Dott. Shuffle mi ha mandato tre canzoni sullo stesso, particolare,  tema in poche ore.  Quindi, le 5 migliori canzoni sugli indiani.

Ok, ne conosco tipo meno di 10, e dubito ce ne siano altre. Ma queste sono le mie 5 preferite, delle 7 che so!

Ps: ovviamente sarebbe bello se ogni tanto facessimo tutti una cosa del genere!

 

1)Iron Maiden- Run tho the hills 

Un classicone, direttamente dallo storico  “The Number of the Beast”,  del 1982!  Fighissima la cosa della prima  strofa con i pensieri del povero indiano,  e della seconda con quelli del crudele soldato ammeregan. E quel riff, signori, che ve lo dico a fare. Ah, è una recente versione live perchè la frangetta dell’esordiente Bruce nel video originale potrebbe nuocere ai deboli di cuore. Il coro delRun to the hills pubblico di Rio de Janeiro sul ritornello, invece, potrebbe far ripigliare anche i morti ♥♥

Run to the hills

Testo:

White man came across the sea
Brought us pain and misery
Killed our tribes killed our creed
Took our game for his own need

We fought him hard we fought him well
Out on the plains we gave him hell
But many came too much for Cree
Oh will we ever be set free?

Riding through dustclouds and barren wastes
Galloping hard on the plains
Chasing the redskins back to their holes
Fighting them at their own game
Murder for freedom a stab in the back
Women and children and cowards attack

Run to the hills run for your lives
Run to the hills run for your lives

Soldier blue on the barren wastes
Hunting and killing their game
Raping the women and wasting the men
The only good Indians are tame
Selling them whisky and taking their gold
Enslaving the young and destroying the old

Run to the hills run for your lives

 

2 )Litfiba- Tex

Ai Litfiba gli indiani ci piacciono, questa non è l’unica. Ma è di gran lunga la più figherrima.Se Jay leggerà questo post dirà “no, l’ originale è meglio”. Ma non credetegli, questa versione  incattivita e rockeggiona, tratta dall’album Sogno Ribelle del 1992 si sposa alla rabbia e al cinismo del testo molto più della pur bella versione new wave dall’album “Litfiba 3”.  Ah, se avete intenzione di guardare il video oltre che sentirlo, preparatevi ad un paio di foto ad alto contentuto di pelo villoso.

Tex

Testo:

Sulla strada ci sono solo io
Circondato dal deserto attorno a me
Il silenzio taglia tutta la citta`
Grande spirito mi chiama dal falo`

Oh, ma cosa dici?
La vostra liberta`
Oh, che cazzo dici (Ah!, n.d.s.)
Noi ce l’ avevamo gia`

Giorno e notte, notte e giorno senza via
La mia gente e` come un’ aquila senz’ ali
Tu cavalca, cavalca mio cow-boy
Che la terra tanto ce la rubi a noi

Ah, che cazzo dici
La vostra liberta`
Oh, ma cosa dici?
Noi ce l’ avevamo gia`
Non voglio piu` amici, voglio solo nemici
Non voglio piu` amici, voglio solo nemici
Basta le vostre bugie

Tu cavalca, cavalca mio cow-boy
Che la terra tanto ce la fotti a noi

Ah, che cazzo dici
La vostra liberta`
Oh, ma cosa dici?
Noi ce l’ avevamo gia`
Non voglio piu` amici, voglio solo nemici
Non voglio piu` amici, voglio solo nemici
Basta le vostre bugie
Tu cavalca, tu cavalca
Yeah…


 

3)Manowar- Spirit Horse of the Cherokee

Stanchi di Odini e Thor vari, i virili e depilati alfieri del trve metal, nell’album “The Triumph of Steel” (1992), decidono di puntare su una cultura/mitologia un pò diversa, passando dai freddi fiordi norvegesi alle polverose praterie dell’Arizona.

Ok, è una tamarrata. Ma sfido chiunque a non mettersi a fare quell’urlo strano cavalcando la vostra sedia (rigorosamente senza sella), quando urla “Geronimoooooooo!!!”

Ah, per il vostro bene, saltate quella litania iniziale.

Spirit Horse of the Cherokee

Testo:
The trail of tears began for all the Cherokee
The white men came to trade & borrow but then they would not leave
Some of us were taken by boat, and died at sea
Those of us who lived were sold to slavery

We welcomed them as brothers knowing nothing of their greed
Born hunters not the hunted as the white man hunts for me
We are descendants of the animals we live among the free
Our trail of tears would end one day at Wounded Knee.

Great Spirit, thunder birds fly, we are wild and free
To fight and die by the open sky, Spirit Horse ride for me

When we do the Ghost Dance, the buffalo will return
Paint ourselves for war, now blood and fire burn
Great Spirit makes us strong, take us to the sky
The Cherokee are brave, we are not afraid to die

Great Spirit, thunder birds fly, we are wild and free
To fight and die by the open sky, Spirit Horse ride for me

Red Cloud, Black Hawk, Sitting Bull, Crazy Horse, Geronimo
Strong and brave warriors to the grave

There has been much killing there will be much more
The Medicine Man is dancing he’s calling us to war,
Hatchets sing with pride let the white men die

Great Spirit, thunder birds fly, we are wild and free
To fight and die by the open sky, Spirit Horse ride for me

 

4)Piero Pelù- Grande Spirito

Come dicevo, ai Litfiba ci piacciono gli indiani pellerossa, tantevvero che anche dopo lo split del gruppo, il villoso Piero Pelush è tornato ad occuparsi del tema, in questa canzone scritta da un tipo di cui non mi è chiaro il nome, autore di un libro-cd  (“Nessuna pietà”) contenente pezzi dedicati, se ho ben capito, a vari episodi nefasti della storia, tipo, appunto, il genocidio dei pellerossa.  Questa, per quanto mi riguarda, è una canzone controversa. Alcuni pezzi, tipo la parte parlata all’inizio e un altro paio di passaggi simili, li trovo francamente imbarazzanti.  Però, in generale, lo trovo un pezzi stupendo.  Su, fatevi coraggio e superate l’ostacolo iniziale.

Grande Spirito

Testo:

La notte ha posato le sue grandi mani,sopra la valle fra le grandi rocce..la neve,scende lentamente.
Dorme il villaggio,dormono i cavalli dormono gli uomini della lunga caccia,dormono sul corpo caldo delle donne,dormono i bambini accanto ai cani,dormono gli anziani e gli sciamani…dormerà l’estate sopra quei monti,cacciano i lupi,strisciano i serpenti…lunga è la notte popolata di lamenti,la luna immensa sporge dall’oriente,cade la neve sul villaggio e sulle tende,dormono gli anziani e gli sciamani,arriverà la primavera coi suoi bisonti,tornerà l’estate sopra quei monti,l’autunno cambierà tutti i colori…e poi di nuovo il cielo dell’inferno tutto questo in eterno..ma questa notte corvo rosso ho fatto un sogno,uomini bianchi scendevano dal cielo sopra i cavalli neri con la bocca in fiamme e la neve si scioglieva sotto il sangue..
stanotte Corvo Rosso ho fatto un sogno,Grande Spirito proteggi la mia gente,Corvo Rosso ho fatto un sogno,Grnde Spirito proteggi la mia mente.
Avanti cavallieri non fatte prigionieri,non risparmiate nessuno,uccidetene uno a uno,giovani e vecchi,sono tutti uguali,donne e bambini e tutti gli animali,voglio sentirli ringhiare come cani,voglio vederli nuotare in mezzo al sangue,voglio vederli ballare tra le fiamme…Nessuna Pietà,noi siamo la civiltà,Nessuna Pietà noi siamo….la libertà !
Cacciano i lupi,strisciano i serpenti,lunga è la notte popolata di lamenti,la luna bianca si abbassa lentemente,cade la neve sul villaggio e sulle tende..
Arriverà la primavera coi bisonti,tornerà l’estate sopra i monti,autunno cambierà tutti i colori e poi di nuovo il cielo dell’inverno,tutto questo..tutto questo,in eterno.

5)Anthrax- Indians

Ualà, un pò di sano thrash metal in memoria del massacro pellerossa. Bangare le nostre teste ricciolute e anni ’80 non è mai stato così impegnato(dall’album “Among the living”, 1987)

Indians

Testo(notare l’indicazione “mosh part”):

We all see black and white
When it comes to someone else’s fight
No one ever gets involved
Apathy can never solve
Forced out – Brave and Mighty
Stolen land – They can’t fight it
Hold on – To pride and tradition
Even though they know how much
their lives are really missin’
We’re dissin them…

On reservations
A hopeless situation
Respect is something that you earn
Our indian brothers’ getting burned
Original American
Turned into second class citizen

Forced out – Brave and Mighty
Stolen land – They can’t fight it
Hold on – To pride and tradition
Even though they know how much
their lives are really missin’
We’re dissin them…

On reservations
A hopeless situation

Cry for the Indians
Die for the Indians
Cry for the Indians
Cry, Cry, Cry for the Indians

Love the land and fellow man
Peace is what we strive to have
Some folks have none of this
Hatred and Prejudice

Forced out – Brave and Mighty
Stolen land – They can’t fight it
Hold on – To pride and tradition
Even though they know how much
their lives are really missin’
We’re dissin them…

On reservations
A hopeless situation
Cry for the Indians
Die for the Indians
Cry for the Indians
Cry, Cry, Cry for the Indians

MOSH PART

WARDANCE!!!

Territory, It’s just the body of the nation
The people that inhabit it
make it’s configuration
Prejudice, Something we all can do without
Cause a flag of many colors is what
this land is all about!!!!

Forced out – Brave and Mighty
Stolen land – They can’t fight it
Hold on – To pride and tradition
Even though they know how much
their lives are really missin’
We’re dissin them…

On reservations
A hopeless situation
Cry for the Indians
Die for the Indians
Cry for the Indians
Cry, Cry, Cry for the Indians
 

 

 

 

Il referendum è un istituto ambiguo, ma ci da dentro.

postato il 27 Nov 2011 in Cazzi e mazzi personali, Il rubricone musicone rotolone
da Deluded Wiseman

Ci sono due tipi di musicisti. Quelli che suonano ai matrimoni e fanno le caznoni a richiesta(“A saje o’latitant?” evviacosì), che se no il padre della sposa li spiezza in due, e quelli che hanno raggiunto una certa dignità artistica, e suonano quello che vogliono e nell’ordine che vogliono, per una serie di motivi. Motivi deprecabili tipo la spocchiosità da star della ceppa che non fa il classicone per dispetto ai fan occasionali andati allo show solo e unicamente per sentire quel pezzo, ecchissene se hanno pagato, occasionali o no, cinquanta soldi.  O motivi seri, tipo il fatto che anche la scelta di una scaletta,dei pezzi che la compongono e del loro ordine, può avere un senso o uno scopo precisi, che sia quello di orientare l’andamento del concerto e il coinvolgimento del pubblico dosando attentamente i pezzi veloci e i pezzi lenti o quelli famosi e quelli sconosciuti, o quello di permettere ai musicisti di arrivare più dignitosamente alla fine del set, alternanto pezzi facili a brani più logoranti; o ancora, magari con una scelta precisa si vuole comunicare qualcosa di preciso, una storia, una messaggio, o si è scelto un certo ordine per ripercorrere la storia del gruppo, o per festeggiare qualcosa, tipo l’anniversario di un album.

Per i succitati motivi, non mi piacciono molto i tizi che ogni volta che dal palco non arriva casino si mettono a cantare un pezzo o a invocarlo. Parliamoci chiaro, io sono uno che se va a un concerto e non gli fanno un pezzo che si aspettava, poi non lo ascolta per mesi. C’ho messo un anno per riascoltare Money Talks dopo gli AC/DC, e sì che lo sapevo da mesi che non era in scaletta. E quindi spesso sarei ben felice di trasformare i miei musicisti preferiti in juke-box umani(e costosi). Però poi, quando non sono in presenza di evidenti spocchiosi della ceppa(che pure è capitato) penso anche: “Ci dovrà pur essere una ragione sensata se questi gentiluomini hanno ideato questa scaletta. Lasciamo che la suonino, per Giove.”(si, nella mia testa parlo molto più signorilmente che fuori).

E poi, insomma, se uno sta suonando da due ore e tutti sono felici, e tu sei ancora lì che gli urli “O’latitant!”, si può anche risentire un po’. Io mi sa che mi risentirei un po’, paganti o non paganti. Non per niente, ma se tu fai un accordo di X e ti senti qualcuno attaccare a cantare Y, pare di deluderli, e non è bello per uno che cerca di far bene il suo.

E poi si deve calcolare che ci sono show che prevedono un preciso gioco di luci, scenografie o effetti speciali per ogni canzone. E non è che se dopo 15 pezzi con tripudi di laser, flash, scenografie apposite, fuochi d’artificio,  pupazzoni giganti, video e amenità varie, ci si può mettere a farne uno con le lucine fuori tempo tipo Sagra della Cotica di Brenzole, solo perché il pubblico lo chiede capite? Di nuovo, parliamoci chiaro, se, per dire, i Maiden suonassero Alexander the Great(pezzo figuerrimo mai suonato, ndnerd) io mi farei le pippe bulgare pure se la facessero in piedi sul tettuccio di una Fiat Punto illuminati da una torcia rotta. Però, obiettivamente, una roba così ti rovina lo show, e non so se io la farei.

Riassumendo: il confine fra i due tipi è abbastanza netto. E non lascia sconti: il secondo tipo regna. E’ quello con la pistola, e l’altro scava.

Poi però ci sono quei gruppi che scavano con la pistola in mano, quelli, tipo Modena City Ramblers o Bandabardò, che hanno un cuore grande così. Non sono juke-box ambulanti, non cantano  “Tanti auguri” se il padre della bambina si avvicina con la dieci euro, e sono gruppi che danno sempre il massimo; te lo dice il sudore di due ore di ammuina che se chiudono senza aver suonato la tua canzone preferita non è per pigrizia o spocchiosità, ma per una loro scelta di musici, condivisibile o meno. E, però, sono anche quei gruppi che magari suonano davanti a tremila persone, ma non sono certo persone arrivate lì per i passaggi su emtivì o a icsfattor, e quindi, sì, sono sempre professionisti che lavorano, ma è un po’ come se fosse una festa fra amici, magari piena di imbucati che non conosci, ma che ti stanno simpatici perché sono venuti a farti il regalo e gli auguri, quindi a pelle ti stanno simpatici. E quando senti che non uno scontento o uno che era lì per caso,  ma TUTTI ti chiedono un pezzo, che fai? Da un lato pensi che il tuo l’hai fatto, che sei distrutto, che il biglietto è pagato , lo spettacolo che avevi studiato è finito, e tutti a casa. Triste, ma legittimo. Ma dall’altro pensi che, da buon fricchettone, alla volontà popolare dovrai pur dare un peso, no? Non voglio idealizzarli troppo, sapendo di esagerare, ma voglio idealizzarli un po’, sperando di aver ragione, e quindi non accetterò commenti tipo “ma se non la facevano poi la gente non andava più ai concerti”, cosa che, oltretutto, non corrisponde al vero. E poi, se hai la fortuna di stare in prima fila, mentre il coro della vox populi monta piano piano, riesci a vedere gli occhi stanchi del lavoratore che ha finito la giornata e gli occhi innervositi del musicista che da mezz’ora sente gente attaccare a cantare un pezzo ogni volta che inizia a suonare tutt’altro, mutarsi negli occhi di quelli che pensano,”Fanculo la scaletta, se fanno tutti così, dovrà pur significare qualcosa per loro”. Alla fine, un coro così è un coro di tanto tanto amore, e come rispondi a tanto tanto amore?

Così, quando, incredulo, capisci che lo stanno proprio facendo, ti sembra un regalo. Ti sembra un regalo perché tu hai pagato per qualcosa che, buona o cattiva idea che fosse, non comprendeva questo; e se avevi apprezzato  lo show a prescindere, ti sembra proprio di aver fatto terno a lotto.

Quando il giorno dopo riesci anche a farti dire in faccia “Sì, è stato bello, si doveva fare” da uno di loro, capisci che i musicisti si dividono in due categorie, che una è superiore all’altra, ma che quando quelli con la pistola si mettono a scavare, con la pistola in tasca, è davvero bello, e lo è davvero perché è uno sforzo che vuol dire qualcosa per migliaia di persone in una stanza, paganti e pagati, sudanti e sudati, piecori e artisti.

E adesso, beccatevi i due “regali” pagati che questi attempati fricchettoni ci hanno voluto fare dall’alto della loro scioltezza:

Ubriaco canta amore

e

I Cento Passi

Buongiorno!

postato il 25 Set 2011 in Il rubricone musicone rotolone
da cupnudeln

Questa è la sezione dedicata agli sproloqui musicali di Nix e, si spera, di Deluded Wiseman. Dove andremo a finire?

 

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