Capitolo III: Non fare troppe domande se sai che non ti piaceranno le risposte

postato il 22 Nov 2010 in Giocoaperitivo
da VaMina

Andrea udì a stento le  parole pronunciate dalla vecchia: il dolore si era fatto insostenibile, e lo costrinse in ginocchio. L’ultima cosa che sentì prima di svenire fu una risata disumana, sdentata, e poi fu nel mondo dell’incoscienza. Smetteremo quindi per un attimo di occuparci di lui e osserveremo la scena circostante. I marinai reclutati da poco, abbastanza scossi, fissavano il buco al centro del ponte, che di nuovo vorticò, e videro sostituirsi alle navi altre immagini, altri cieli, altre persone, finché non si dovettero allontanare, spinti dall’impulso a vomitare. I lupi di mare, fedeli alla vecchia, evidentemente abituati a uno spettacolo simile, si erano voltati a guardare il cielo, che anziché rossastro come in precedenza era pallido, e sgombro, come invece non si poteva dire fosse prima. Rassicurati da questa visione, berciando e intonando canzoni piratesche, tornarono alle loro precedenti occupazioni. La vecchia, dopo aver cessato la sua sguaiata risata, aveva ordinato a Maria di trascinare senza troppi complimenti Andrea nella sala grande della nave, ed era tornata al timone. Maria aveva punto eseguito gli ordini, e aveva gettato Andrea su una branda che si trovava nell’enorme sala rivestita di legno. Ed è qui che ritroviamo il nostro eroe, poco tempo dopo. Lo svegliò un odore penetrante, che la sua vista appannata associò a dei sali alla lavanda, racchiusi in un sacchetto cencioso. Questa fu la prima cosa che vide, e non ci stupisce, perchè il sacchetto era proprio davanti alla sua faccia. Aldilà dei sali vide l’energumeno Maria, intento ad allacciargli una cintura dalla quale penzolavano coltelli, pistole e diverse armi che sembravano difficili da maneggiare. Oltre il suo corpo spesso, vide la giovane accompagnatrice della vecchia mentre cercava qualcosa in un baule dall’aspetto in tutto e per tutto simile ai forzieri dei film pirateschi per bambini. Avendo sentito la voce di Andrea biascicare qualcosa del tipo

«Cosa succede buco perchè armi non mi toccare»

Lei si girò, e avvicinandosi alla branda sorrise in modo incerto, porgendo una bottiglia lunga e stretta al nostro malcapitato, il quale, giustamente spaventato da bevande e cibo, afflitto da un gran mal di testa e con gli arti diventati più pesanti di parecchio, riuscì a mormorare:

«Cos’è? Non voglio altre schifezze pellicano vomitare riso dolore»

La ragazza rise.

«E’ solo rum» disse «Ti farà solo stare bene, e non ti farà parlare più così»

La sua voce, forse perchè quasi da bambina, forse perchè inedita, forse perchè l’unica amichevole sentita finora, fece svegliare definitivamente Andrea, e lo mise in condizione di reagire. Prese la bottiglia e ci si attaccò voracemente, fino a quando Maria non gliela strappò di mano. Il nostro si lamentò, ma ricevette dall’omone un secco

«Ora basta, tra poco dovrai combattere, abbiamo solo guadagnato tempo»

e alla donna disse

«Anja, spiegaglielo tu, io vado di sopra»

Quindi si allontanò, facendo tremare e scricchiolare le assi di legno della stanza e poi delle scale.

Andrea era sempre più confuso, i suoi arti erano sempre più gravosi, ma la curiosità per la sua interlocutrice lo mise sull’attenti.

«Ti chiami Anja? Che vuol dire che abbiamo guadagnato tempo? Cosa diavolo era quel coso?»

Lei lo guardò con una strana espressione, prese una sedia, la trascinò attraverso la stanza e si sedette al suo fianco, poi, dopo un lungo sospiro, parlò.

«Sì» annuì «mi chiamo Anja. Abbiamo guadagnato tempo perchè abbiamo fatto un piccolo salto temporale. Solo di poche ore. Ma se ne accorgeranno, e verranno altre navi, dovremo affrontarle, per questo sei armato. Per “coso” credo che tu intenda il vortice. Non posso dirti molto, ma contiene i momenti futuri e passati, e il nostro mondo e gli altri mondi, compreso il tuo»

«Questo vuol dire che mi trovo in un altro stupido mondo?» gridò Andrea «che voi eravate strani l’avevo capito, ma che diavolo è? E che vuol dire che ci sono i momenti lì dentro? Potete saltare da un momento all’altro come vi pare e piace?»

«Per prima cosa calmati, altrimenti non ti dirò più nulla. No, non lo possiamo fare. Lo può fare solo Zeugma, la mia padrona, e solo al crepuscolo. E’ il momento in cui puoi scatenare tali poteri, e sì, certo che siamo in un altro mondo, ti aspettavi che il Granchio Volante potesse sorvolare casa tua senza che nessuno se ne accorgesse? Certo che sei scemo»

In quel momento un fragore sconquassò il sopracitato Granchio Volante (questo il nome del nostro vascello).

«Ci hanno trovati» disse Anja «sei pronto a combattere?»

«Aspetta, cosa c’era nel cibo? Devi dirmelo»

«Un siero di verità, ma agirà tra un bel po’»

«Ma io non so nulla, l’ho già detto!»

«Lo ricorderai, ora andiamo!»

Lo afferrò con una forza che lo sorprese, dato il suo aspetto esile, e cominciò a portarlo sulla scala. Quando furono fuori, videro ciò che stava accadendo.

Erano di nuovo circondati da navi dai palloni argentati, dalle quali però adesso spuntavano le bocche di innumerevoli cannoni. Era iniziato l’attacco. E sulla nostra nave, imperversavano gli ordini della vecchia  Zeugma. Il Granchio Volante fu all’improvviso irto di sottili cannoni, sconvolto da persone armate o che trasportavano barili di polvere da sparo e di rum o che portavano sottili ponti uncinati, fitti di chiodi. Andrea non ebbe neanche il tempo di rendersi conto della situazione, che la battaglia era già in pieno svolgimento, e lui  era stato  coinvolto in quel caos. Alcuni dei colpi di cannone avevano provocato delle falle nella nave, e un colpo particolarmente fortunato aveva danneggiato uno dei palloni pieni di gas che la sorreggevano. L’intraprendente Granchio, da parte sua, si difendeva più che bene, considerando  che era uno contro parecchie navi. Infatti i suoi cannoni non erano rimasti per nulla inattivi, e Zeugma con un abile colpo di timone era riuscita ad avvicinarsi ad uno dei velieri, permettendo all’equipaggio di gettare uno dei ponti chiodati sulle tavole di legno della prua della nemica, trasformando una battaglia aereo-navale in una parziale battaglia di terra. Qui i marinai nerboruti della vecchia stavano avendo la meglio, essendo avvantaggiati nella sfida corpo a corpo. Ma abbiamo parlato della prua di un solo veliero, e gli altri accerchiavano minacciosi la nave già provata. Da questa vennero gettati ancora altri ponti, alcuni ebbero successo, altri caddero nel vuoto, con conseguenze, possiamo immaginare, disastrose per il mondo sottostante, ma di cui non ci occuperemo. Andrea si era trovato ad attraversare uno dei ponti urlando e agitando le armi come i compagni, decisamente eccitato dalla prospettiva della battaglia, che tanto gli ricordava quelle partorite dalla sua mente, e si gettava sui nemici, stupito delle sue stesse azioni.

Tuttavia, nonostante le parziali vittorie, lo scompenso era troppo grande, e nel complesso i nostri eroi stavano avendo la peggio. Il  Granchio Volante cercava di battere in ritirata quando arrivarono. Il cielo ancora si oscurò e da un coagulo di nubi temporalesche uscirono sfrecciando alcune navi sulle quali svettava la bandiera dei pirati, e anche fornite di pirati in piena regola, anche questi urlanti e agitanti coltelli e pistole.

Le navi pirata accerchiarono quelle dello stato, che dovettero affrontare una situazione completamente ribaltata. I ponti furono ritirati e crebbe il fuoco. Dopo alcuni tentativi di rispondere ai colpi, quando le loro golette cominciarono a subire troppe perdite, gli uomini di legge furono costretti a fuggire.

A questo  punto i vincitori, bevendo, cantando e sbraitando, fecero rotta verso il porto più vicino, dove quella settimana si teneva il Mercato di Sopra.

Sulle navi ci fu ancora del movimento per attraccare le navi ai moli, funi gettate, passerelle calate, e poi in poco tempo furono tutti sulla terraferma.

Andrea camminava spaesato in mezzo alla ciurma, e ogni tanto era interrotto nei suoi pensieri da sonore e dolorose pacche sulle spalle che gli venivano appioppate dai marinai , come complimento per il virile coraggio dimostrato durante la battaglia, e che lui accettava passivamente ma di buon grado, sentendosi accettato. Il mercato era enorme e lo spiazzava,  con gli occhi cercava Anja, l’unica che forse potesse chiarirgli la natura di questo strano luogo. Vedeva lunghi banchi dove gente di ogni forma e  colore vendeva e comprava, strillando e contrattando, ogni tipo di merce, uccelli vivi, lunghe spade, carne essiccata di qualsiasi tipo, enormi assi di legno, bombole di gas, libri grandi come sedie, nocciole e pinoli e altri generi di conforto, strane torce che galleggiavano nell’aria. Mentre vagava con la testa che si muoveva, pensava, in modo indipendente, da destra a sinistra e dall’alto verso il basso e viceversa, guardando ad occhi spalancati, sbattè contro un ostacolo. Un ostacolo parlante.

«Cosa stai facendo, sciocco?» gridò Zeugma «non stare da solo, che poi ti perdi e ti dobbiamo cercare e ci dai solo altre rogne!»

«Ma dove siamo? Che ci facciamo qui?» chiese il ragazzo, confuso, ma quasi contento di vedere una faccia conosciuta, fosse pur quella, in mezzo a tale bolgia.

«Questo è il Mercato di Sopra, il mercato sospeso. Dobbiamo sostituire le parti danneggiate della nave, e io devo comprare un paio di cosette» rispose la vecchia, con un sorriso inquietante. Ma Andrea era ancora sconcertato.

«A proposito della battaglia, contro chi abbiamo combattuto? E chi erano quegli altri?»

«Ci siamo scontrati con gli uomini dell’ammiraglio» rise «una vecchia questione per la colonizzazione dei cieli. I nostri erano contrabbandieri. E ora vai, fermati da qualche parte, trova qualcuno, io ho da fare. Non comprare niente». Se ne andò correndo e spingendo, lasciando Andrea sballottato dalle mille persone che erano al mercato, travolto da mille pensieri.

Eccone alcuni: lui non aveva soldi per comprare niente, non vedeva più nessuno di conosciuto, sapeva di aver mangiato una cosa che avrebbe dovuto fargli confessare una verità di cui non aveva idea, aveva appena lottato rischiando la vita, e tutto quello che potevano dirgli è che erano gli “uomini dell’ammiraglio”. L’esaltazione era ormai lontana, e restava solo il suo malumore. Continuò a trascinarsi tra la gente cercando un gradino, un qualcosa per sedersi. Non trovò nulla di simile, sempre che non sia simile a qualcosa dove sedersi un angolo sporco, che aveva come unica caratteristica quella di non essere calpestato da nessuno. Ma ormai era diventato poco schizzinoso, e si buttò a terra senza pensarci troppo. Dopo quelle che gli sembrarono ore qualcuno si chinò su di lui. Era un uomo sporco, con un mantello di un colore incerto tra il marrone, il nero e il rosso sangue, dal volto olivastro e gli occhi scintillanti.

«Io lo so cosa vuoi sapere. Tu vuoi sapere la Verità» sibilò, e il suo alito sapeva di stantio.

«Io te la posso dire» continuò alzando un poco la voce, che tuttavia era ancora un mormorio «io ti rivelerò il Verbo». Si chinò ancora di più, avvicinandosi al suo orecchio…

«Vattene, schifoso, lascialo stare» comandò la voce infantile di Anja, che mal si sposava con una parola come “schifoso”. L’uomo sporco fu spinto via dalle mani di Maria, mani così grandi da non sembrare appartenenti ad un essere umano.

«Aveva ragione Zeugma, non ti sai gestire da solo» disse la ragazza, e lo aiutò ad alzarsi.

«Ora dobbiamo andare, tra poco il siero farà effetto, e dovrai essere sulla nave»

«Senti…» le disse Andrea a mezza voce, per non farsi sentire da Maria. Ma lei lo bloccò.

«Maria, lasciaci un attimo soli» Quello obbedì, scostandosi di un poco, ma non abbastanza da non riuscire a vederli.

«So quello che vuoi chiedermi. Per prima cosa, quello era solo un pazzo, non ti avrebbe detto quello che ti interessa. Poi, Zeugma rivuole solo la sua giovinezza. Da molto tempo. E la sua collana, quella con la fiala. Non è cattiva. Non proprio almeno»

Girò la testa dallo sguardo implorante che le veniva rivolto, e chiamò: «Maria, portaci a bordo»

Quello annuì, e li abbracciò, se così si può dire, per tenerli lontani dalla folla. Andrea quasi lacrimava per il fetore delle sue ascelle, ma il gigante non li mollò, e in questa bizzara posizione raggiunsero la nave. Giunti a poppa Maria lasciò Anja, ma non l’altro passeggero, che scortò personalmente fino alla ormai familiare sala del lampadario. Qui lo aspettava la vecchia, che teneva in mano una lanterna ricurva e sinuosa.

«Il siero avrà fatto effetto» ridacchiò Zeugma, e indicò a Maria una sedia, su cui lui spinse l’inconsapevole. L’anziana donna poi chiuse la porta a chiave, e ritornata presso il tavolo, puntò la luce verso Andrea.

«Ora ci dirai tutto, bastardo»

*  *  *

Ora, un paio di parole. Vi accorgerete del fatto che ho messo un bel po’ di cose in mezzo, e ho paura di non essere stata chiara ed esplicativa (i miei professori al liceo mi abbassavano sempre i voti dicendo che ero schematica, io sono sicura sia un difetto e  ho provato a risolvere la cosa un paio di volte, poi ho lasciato in pace le cose che scrivevo). Se il prossimo a continuare ha dei dubbi, può dirmelo, e io glieli chiarirò di buon grado. Spero anche che qualcuno VOGLIA continuarlo, nonostante io l’abbia messo in una difficile situazione! Ah, Azazello all’inizio ha scritto di non voler scadere in un ricettacolo di assurdo. Temo un po’ di averlo fatto io, ma indietro non si torna!

Azazello, se vuoi cambiare i trattini per la continuità letteraria puoi farlo, ovviamente non puoi cambiare altro :D

Penso di aver detto tutto.

Adesso, ciò che vi serve:

Argomenti:

Il tempo

Il passato

I mondi

Per veri arditi – parole e digressioni

Fiore

Bottiglia

Scarpa

Tortura

Rissa

Per gli eroi definitivi (anche io lo sconsiglio, se deve inficiare la validità del racconto):

Scrivere tutto in prosa assonanzata (so che non è una tecnica molto approfondita, scusate)

Scrivere tutto in ottonari

4 commenti to “Capitolo III: Non fare troppe domande se sai che non ti piaceranno le risposte”

  1. avatar Azazello ha detto:

    Vi prego NON FATE LA COSA DEGLI OTTONARI. VI PREGO. VI IMPLORO.

    Ciò detto: mi piace molto il mercato sospeso e come hai elegantemente risolto il problema Zeugma xD bello anche il fatto del buco e la battaglia, l’unica cosa che forse non mi piace è il fatto della colonizzazione che è un po’ arronzato, ma penso che per essere il primo vero passo avanti nello sviluppo di questa storia (DIRE DOVE SI TROVANO, per esempio) sia molto bello *_* non vedo l’ora di leggere il seguito

  2. avatar VaMina ha detto:

    Non è un po’ arronzato! E’ completamente e totalmente tralasciato XD

  3. avatar Vobby ha detto:

    C’è già un prossimo prenotato?

  4. avatar ad.6 ha detto:

    A quanto ho capito dovrebbe essere Cerbs, ma non ne sono sicuro.

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