Quella storia per cui il sonno della ragione genererebbe mostri

postato il 31 Mar 2012 in Main thread
da Vobby

Avevo in mente un certo articolo, non avevo in mente di scriverlo ora, alle fottute 3 di notte quando ho un treno fra 3 ore, eppure. Magari se sono svelto dormirò un’ora perché, no, non dormirò in treno, perchè (sì, ho deciso che non ce la faccio a mettere é al posto di è alla fine del perchè, è troppo pesante) se ho capito bene e se il tipo di cui avrei dovuto capire bene il comportamento leggerà un biglietto davanti camera sua, nel suddetto treno dovrei stare in compagnia.
Questo post, dicevamo.
“Il sonno della ragione genera mostri (El sueño de la razón produce monstruos) è un’acquaforte e acquatinta realizzata nel 1797 dal pittore spagnolo Francisco Goya e facente parte – è il foglio n° 43 – di una serie di 80 incisioni ad acquaforte chiamata Los caprichos (I capricci) pubblicata nel 1799” (Wikipedia) e, secondo me, è qualcosa da porre in termini problematici piuttosto che accettarla passivamente.
Cerchiamo di visualizzare l’immagine (facile): un uomo, che rappresenta la ragione, addormentato sulla scrivania, è circondato di pipistrelli, gufi e, sembrerebbe, una lince.
Per prima cose bisognerebbe far notare all’osservatore disattento che nessuna di queste creature è un mostro, anzi, gufi e felini per la loro capacità di vedere al buio, per l’intensità del loro sguardo e per altra roba sono stati considerati da diverse culture come simbolo di saggezza. Poi sono simpatici, dai, tutti amano gufi e pantere varie. I pipistrelli no, lo ammetto, sono sorci volanti, posso accettare che vengano considerati mostruosi (si vedano le geniali origini di Batman), ma ricorderei che hanno anche un radar che tutta la ragione di Goya non avrebbe mai capito, alla sua epoca.
Poi vorrei soffermarmi un minuto sulla figura della ragione: perchè è maschio? La razòn è femminile anche in spagnolo. La verità secondo me è che Goya, che un paio di cose di letteratura classica le conosceva, aveva consapevolmente deciso di porsi nel solco della tradizione greca, all’interno del cui pantheon la dea che rappresentava la ragione strumentale, Atena, era nata per gemmazione dalla testa del Dio Padre. Questo fatto fece infuriare Hera e altre divine donzelle, e giustamente, perchè una ragione nata in questo modo fondava esplicitamente una cultura, uno spirito del tempo, che aveva deciso di tagliare i ponti con ogni passato fondato sulla femminile maternità della terra. La ragione maschile, quella appisolata nell’immagine di Goya, è una ragione certamente efficace e portatrice di progresso (ma di quale progresso, sarebbe il caso di chiederci, e in effetti ci chiederemo tra un po’, se mi ricordo, ma spero di sì), ma porta i gravi difetti di una presunzione che sfocia nella tracotanza, che può evitare di chiamarsi Hybris solo perchè ha una fondazione divina. Atena nata dal cervello del padre è dea di una ragione che deliberatamente dimentica sentimenti e sensazioni, a causa di eccessiva lucidità. Non è una dea della conoscenza, divinità tali sono Dioniso e Apollo, e entrambi in fin dei conti preferivano comunicare attraverso la musica, il dialogo e l’ebbrezza, collettiva nel primo e privata, sacerdotale, nel secondo caso. Atena appisolata su quel tavolino è più che altro la logica, dotata certamente di enorme dignità, ma incapace di vedere l’insieme delle cose. Gufi, linci e pipistrelli, non a caso, appaiono alle sue spalle e nel buio. La loro, evidentemente, è una ragione diversa (lo so che la Nottola sta sulla spalla di Minerva/Atena, ma che ci posso fare, forse Goya non la sapeva tanto lunga come dicevo prima…).
Quindi, di che ragione stiamo parlando? Quale civiltà è generata dal suo trionfo? Quale progresso? Ma sì, è evidentemente la luminosa ragione dell’illuminismo, altrimenti non si capirebbe perchè i mostri sono solo creature associate alla notte. La ragione illuministica che spazzò le tenebre del misticismo e della tirannia (cit. 300) dal nostro glorioso Occidente, ecco il nostro eroe. E’ uno strano eroe, il nostro bell’addormentato: volle eliminare dagli ordinamenti degli stati tutto ciò che non fosse conforme a ragione, a quel certo tipo di ragione strumentale, in sè stessa economica ed economicista, che voleva un mercato autoregolato dalla ragione dei suoi attori integrato in uno stato razionalmente ordinato da burocrazie efficienti e impersonali. Una grande macchina, si ridusse ad essere il nostro ormai ben sveglio eroe, una grande e sconfinata macchina insieme organizzativa e tecnologica, strategica e potente, capace di muoversi con tutta la forza del fuoco e dell’acciaio, con tutta la decisione e la chiarezza dell’ordine scritto e formalizzato. Una macchina così potente e pervasiva da fare degli individui i suoi veri ingranaggi, capace di annichilire, piuttosto, ciò che di umano e illogico c’era negli umani.
Sì vostro onore, ma stavo semplicemente eseguendo gli ordini.
Cos’era in fondo Eichmann, se non il perfetto ingranaggio inconsapevole di una macchina che a sua volta era inconsapevole di cosa la spingesse? Quanta lucidità nel suo agire, quanta perfetta logica nella burocrazia dei suoi atti?
Tanta, tutta.
Alla luce di questo, chi è il mostro ora?

Un post senza pretese

postato il 7 Mar 2012 in Main thread
da Cerbs

Nei miei passati interventi in questo blog ho sempre cercato di insaporire i miei post con una vena burlesca, per dilettare il pubblico e rendere più accette le mie stronzate (celando spesso evidenti mancanze di contenuti di fondo).
Questa volta però voglio semplicemente porvi una domanda.

Vi siete accorti che non sapete perchè si dorme?

Non si sa con certezza perchè il sonno esista e che funzione abbia di preciso. E’ un meccanismo universale, di cui l’evoluzione non sembra essere riuscita a fare a meno, tanto da servirsi di buffi espedienti pur di garantirlo: ad esempio, i delfini ed alcuni uccelli migratori dormono con metà cervello alla volta perchè necessitano di essere continuamente vigili mentre nuotano o volano.
Certo,voi direte: “Il sonno serve a riposarsi”. Bene, ma allora, cos’è che si riposa?

Per quanto riguarda l’attività muscolare, si sarebbe potuto ugualmente riposare in una veglia quieta. Il sonno è un apparente controsenso evoluzionistico, perchè ci rende inermi ed esposti ai pericoli, per cui sarebbe stata molto più saggia la seconda scelta: riposare le membra restando pur vigili. Forse allora il sonno serve a proteggerci da eccessive fatiche: ma anche in questo caso, sonno e veglia quieta non differiscono molto in termini di consumo energetico. Sarebbe bastata lei.

Tutto ciò induce a pensare che il sonno sia importante per il cervello. Ma le cellule neuronali non si “disattivano” affatto: al contrario, si instaurano particolari attività elettriche, così particolari che hanno permesso di dividere il sonno in fasi (ma non è mia intenzione annoiarvi con la loro descrizione specifica). Si potrebbe pensare che il sonno allora serva a ricostituire le riserve di alcuni metaboliti cerebrali, cioè, per dirla in modo più semplice, a ridare gli zuccheri, ad esempio, alle cellule, per farle funzionare di nuovo una volta svegli. Questo però succede solo in alcune specie animali e solo in alcune zone cerebrali. Altre ipotesi secondo cui esso potrebbe favorire il recupero dell’attività mitocondriale (i mitocondri, se non lo ricordate, sono organelli delle cellule), la sintesi proteica e rimaneggiamenti delle membrane cellulari sono suffragate solo da dati correlativi.

In una fase del sonno, la famosa fase REM, le cellule del cervello intraprendono una attività elettrica tale da essere estremamente simile a quella della veglia! Da qui il soprannome dato al sonno REM di “sonno paradossale”. Ciò ha qualche significato?
L’alternanza, quando si dorme, delle varie fasi del sonno (cioè,quando dormite, dormite prima in fase Non REM, poi in fase REM, poi di nuovo Non Rem e così via per 4-5 volte), ha significato? La risposta della scienza per ora è “Boh!”.

Il tempo trascorso a dormire cambia nel corso della vita, così come la sua composizione (le fasi del sonno, cioè, variano di durata nel corso della vita). Ciò ha significato? La risposta è nuovamente “Boh!”.

Sicuramente invece il sonno è associato con la memoria, ma non si sa bene se favorisca il consolidamento di ricordi nuovi (appena acquisiti) o dei ricordi vecchi. Una recente ipotesi sostiene che la funzione principale del sonno sarebbe quella di “mantenere sotto controllo” il numero e l’efficacia totale delle sinapsi (cioè le connessioni fra i neuroni), che si potenzierebbero durante la veglia. Per poter sempre funzionare, il nostro cervello non può potenziare le proprie sinapsi a suo piacimento: la funzione del sonno sarebbe dunque quella di “depotenziarle” per evitare una saturazione.

Ovviamente non vi ho detto tutto quello che si sa e che non si sa sul sonno, però spero di aver generato in voi una sana curiosità intellettuale riguardo questo misterioso sonno.

Vi lascio intendere che sono stato aiutato nello scrivere questo post dall’aver fatto da poco Fisiologia II.

Diario di una caduta

postato il 5 Mar 2012 in Main thread
da ad.6

TEMPO PERCEPITO

Anno 0 Mese 0 Giorno 0 Ora 0 Minuto 0 Secondo 0 Millesimo 000

TEMPO REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 0 Ora 0 Minuto 0 Secondo 0 Millesimo 000

 

No!

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PERCEPITO

Anno 0 Mese 0 Giorno 0 Ora 0 Minuto 0 Secondo 1 Millesimo 000

REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 0 Ora 0 Minuto 0 Secondo 0 Millesimo 749

 

Madre, oggi sono caduto. Ecco su di me l’ira senza tempo di Themis, mia sorella, che è lì con le gambe aperte sulle nude rocce, fiera di essere nuovamente violentata dall’oltracotante Zeus. Gli arrise Nike fin da principio ed ora è a lui, non ad altri, che diede in pasto la tutt’altro che vergine Giustizia.

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PERCEPITO

Anno 0 Mese 0 Giorno 0 Ora 0 Minuto 0 Secondo 30 Millesimo 000

REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 0 Ora 0 Minuto 0 Secondo 22 Millesimo 499

 

Qui ed ora li maledico dall’alto delle mie divine origini (cosa sono quelle del caprino Signore, al confronto?), qui ed ora dal basso del pozzo senza fondo nel quale vengo schiantato che non mi è né madre né padre, ma solamente oscuro osservatore di quanto Ananke dispone. Fu dunque disposto che mio fratello Kronos, l’incrollabile dio che il Cielo sottomise alla Terra, una volta al suolo fosse toccato dalle affusolate mani di Bia, di Kratos e di Zelos l’effeminato e che fosse condotto dall’indegno figlio al suo destino. Ora, qui, abbattuto che fui dalle soverchie forze dell’olimpio tradimento, fui tratto lontano da Gaia, in alto, per la potente mano di Nike stessa con salda stretta sui miei capelli, sporchi di sangue e di terra. Mi ha guardato con gli occhi cerulei pieni di disprezzo, lei che un tempo mi sorrideva, e con scherno mi ha deriso. Quel ghigno di sdegno che aveva quando mi lasciò cadere nel baratro, che le era dipinto sul volto ancora e per sempre macchiato del limpido icore degli dei, il mio odio non lo dimenticherà mai.

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PERCEPITO

Anno 0 Mese 0 Giorno 0 Ora 0 Minuto 2 Secondo 53 Millesimo 000

REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 0 Ora 0 Minuto 2 Secondo 9 Millesimo 728

 

Vinto, fui trascinato alle radici del mondo, verso l’orrida voragine che porta a Tartaros, fin dall’inizio delle cose. Mi si è presentato come un’immane orizzonte oscuro, il profilo della lama di una falce (tale mi parve) troppo grande per essere distinto da una linea, un urlo del vuoto verso il vuoto udito da nessuno. Lì, non davanti alla miserabile furia di Zeus, non di fronte all’evirazione di mio padre, non di fronte allo sconforto di mia madre, ho provato paura. Ed ora è così poco il tempo trascorso dalla mia caduta e già quel cielo luminoso sopra di me è diventato un cerchio, poi, brevemente, un punto ed ora non più. Questa è Nyx, che compenetra Tartaros come lui compenetra lei, perché alcuno resti saldo dinnanzi ad un tale dispiegamento di nulla. E perché si ricordi che non da sempre e non per sempre è il Cosmo.

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PERCEPITO

Anno 0 Mese 0 Giorno 0 Ora 3 Minuto 27 Secondo 15 Millesimo 212

REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 0 Ora 2 Minuto 33 Secondo 35 Millesimo 875

Sono qui che fluttuo nel vuoto, senza aria, senza riferimenti nello spazio attorno. Cosa ne è stato della mia nobiltà di stirpe? Cosa più mi accomuna ai Pilastri del Mondo? Io, potente oltre misura, capace di odio quanto di intelletto senza limiti e di violenza, io che reggevo assieme ai miei fratelli le Assi del Cielo. I miei fratelli… Hyperion!

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PERCEPITO

Anno 0 Mese 0 Giorno 0 Ora 18 Minuto 11 Secondo 41 Millesimo 946

REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 0 Ora 12 Minuto 50 Secondo 7 Millesimo 224

 

Illimitata è la conoscenza degli dei antichi, uguale e pari solamente alla loro sete di vendetta, senza argini il loro furore ed incrollabile la resistenza. Tuttavia in questa oscurità ogni ricerca è vana. Sono immerso nella stasi totale, ove solo la percezione del tempo rimane intatta, perché ancora maggiormente se ne possa soffrire. Non vi è un sopra né un sotto, né più un io o un mondo.

Eppure precipito.

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PERCEPITO

Anno 0 Mese 0 Giorno 1 Ora 13 Minuto 53 Secondo 10 Millesimo 009

REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 1 Ora 1 Minuto 6 Secondo 40 Millesimo 421

 

Conoscerò dunque Tartaros l’innominabile, in cui Uranos, disgustato dall’abominio nato da Gaia, relegò i figli Centimani dalle braccia possenti perché il mondo più non li vedesse. Mostruosi esseri che levati furono dall’Abisso e dalle Tenebre per combattere la guerra dei figli contro i padri, dei fratelli contro i fratelli, degli dei contro gli dei. E Kronos stesso quivi relegò i Ciclopi e certo non diede la libertà a Briareos il vigoroso, per cui adesso ben ricorderà i trecento massi che scagliava assieme a Kottos e a Gyges che sempre ha fame di battaglia. Costoro poterono ribaltare le sorti della guerra che fece tremare il cielo stesso e Tartaros (quanto è tremendo il solo nominarlo!), come Nyx che tre e tre volte l’avvolge, non ne fu minimamente sfiorato.

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PERCEPITO

Anno 0 Mese 0 Giorno 4 Ora 9 Minuto 58 Secondo 52 Millesimo 308

REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 2 Ora 10 Minuto 6 Secondo 14 Millesimo 902

 

È come volare rinchiusi in un’armatura di freddo metallo che isola tutti i sensi, volare precipitando al fondo, alle radici del Cosmo. Il ripugnante Tartaros è lì e non attende, perché tutto vi torna, in ultimo; è lì, lontano dalla terra quanto la volta celeste lo è da questa ed è noto e vero che un’incudine di bronzo che cada giù dalla terra solo dopo nove giorni e nove notti arrivi a Tartaros. Quivi colui che precipitò verrà squassato dall’immane procella che costantemente percuote le sue tetre ed inospitali rive ed entrato che sia nell’inospitale landa, più non potrebbe uscire dal luogo dove Tenebra alberga e che direttamente a Kaos attinge le sue incommensurabili forze. Questa, ora, è l’attesa del peggio che arriverà; quello è il puro cambiar forma senza costanza né ragione, il Disordine primigenio, il luogo di ciò che non è, orrore, per questo, di tutto ciò che è. Questo immane spettacolo mi si presenterà ed io, assieme a chi dei miei fratelli vi rimane, come figlio del Padre Uranos e della Madre Gaia, resisterò.

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PERCEPITO

Anno 0 Mese 0 Giorno 8 Ora 6 Minuto 32 Secondo 2 Millesimo 093

REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 3 Ora 16 Minuto 8 Secondo 25 Millesimo 674

 

Giovane Eos dalle braccia color dell’oro, così saluti l’ultimo giorno dei tuoi fratelli nel nostro mondo? Non vedo la tua chioma fluente sparsa su tutto il limitare ultimo di Okeanos né le tue dita rosate spalancare le porte del Cielo perché Helios possa entrare e regnarvi, nuovamente.

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PERCEPITO

Anno 0 Mese 0 Giorno 8 Ora 23 Minuto 58 Secondo 12 Millesimo 628

REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 3 Ora 20 Minuto 33 Secondo 50 Millesimo 846

 

Prossimo allo schianto, l’animo del dio vacilla. A breve tutto muterà ed anzi l’impatto terribile che mi abbatterà nel fisico già mi falcia l’animo, che per la prima volta è preda di folli pensieri (forse addirittura di pensieri) e non già del puro ardore che da Ananke è mosso ad essere e a fare. Ora è in me il dubbio e il solo immaginare ciò che verrà mi fa fantasticare sull’assurda idea che il mio Daimon, Io, possa spegnersi per non accendersi più, in alcun luogo. E ciò mi fa conoscere la paura e ancora meglio il dubbio. Tuttavia è quanto deve accadere ed accadrà.

Eppure un senso di inquietudine mi assale, senza fondamento. È breve, perché subito viene sostituito dall’odio, dall’ira violenta che provo, che definisce tutto il mio essere, che coverò in me fino al giorno in cui tornerò al mondo per gridar vendetta contro gli usurpatori, contro l’Olimpo, che crollerà così come sorse, non per il volere di Zeus, infido uccisore della propria nutrice.

Ed ecco, forte per quando mi sarà dato l’appoggio di Nyx e della spaventosa figlia, l’inevitabile Nemesis, cosa avrò negli occhi quando mi schianterò: il riso beffardo di Nike.

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PERCEPITO

Anno 0 Mese 0 Giorno 9 Ora 0 Minuto 0 Secondo 1 Millesimo 000

REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 3 Ora 20 Minuto 34 Secondo 17 Millesimo 387

 

La conoscenza che un dio ha del mondo è infallibile, io sono figlio del Cielo e della Terra e in nove giorni l’Abisso viene raggiunto. La spaventosa conclusione è una: questa non è la via per Tartaros. È uno sterminato corridoio che non ha fiaccole alle pareti perché non ha pareti, ma solo un’oscurità più opprimente di mille muri e più densa della fanghiglia trascinata tra le paludi di Eridanos. Per la prima volta mi trovo veramente all’oscuro.

Non posso far altro che attendere saldamente che arrivi dove è necessario. Questo l’inevitabile, questo il fluire degli eventi.

Madre, non sono mai stato tanto lontano da te.

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PERCEPITO

Anno 0 Mese 3 Giorno 23 Ora 4 Minuto 30 Secondo 17 Millesimo 839

REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 8 Ora 3 Minuto 17 Secondo 17 Millesimo 512

 

La mia è un’ipotesi, una tremenda ipotesi. Quando fui gettato in ciò che pareva essere l’orrida voragine di Tartaros Nike sorrise perché in atto metteva la sua più grande rappresentazione, conscia che l’Abisso di Tenebra non l’avrebbe appieno soddisfatta. Così, mossa dalla smania di grandezza e in primo luogo da Zeus vorace di potere, ordì per i titani un fato che solo ad essere pensato scosse nel profondo le radici di Gaia, per cui ne soffrì indicibilmente. Essi sarebbero sprofondati in eterno nell’oscuro, sarebbero stati condannati alla pena definitiva, ovvero al non cambiamento, ad essere infine fuori dall’ordito del Destino. Quale l’essere mortale il cui filo venga sì preparato da Clotho, ma che, una volta arrivato nelle mani di Lachesis, le sfugga dalle dita scomparendo e che così non arrivi più alle ineluttabili cesoie di Atropos; tali ora noi siamo (forte è il mio timore in questo senso), senza più un destino, un fine, una speranza, devoti al non mutare oltre, che vuol dire, per gli immortali, ciò che mai ad alcuno accadde.

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PERCEPITO

Anno 1 Mese 11 Giorno 20 Ora 19 Minuto 3 Secondo 55 Millesimo 230

REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 8 Ora 20 Minuto 26 Secondo 18 Millesimo 796

 

Ora capisco. Tante e tante volte ho ripercorso, sprofondati nell’insanabile odio, gli eventi che mi portarono al declino e solo ora ho rivisto nel ricordo l’orlo di ciò che mi parve l’ingresso all’Abisso dei puniti. L’ho visto, ancora una volta, e quale fuggevole ombra abitante i tetidi fiumi mi è apparsa la figura di un lunghissimo falcetto.  Ora dunque capisco la crudeltà di Zeus Tiranno, di Zeus Traditore. Sul capo di Kronos, suo padre, precipitò una duplice pena: la primordiale di sprofondare in Tartaros e il contrappasso di ingurgitare tutti i titani che gli lottarono al fianco. Egli, infatti, deve, perché così proclamò Ananke, cadere fino al fondo di Tartaros, ma a noi fu prescritto di sprofondare infinitamente dentro di lui, così che lui, gonfio e dolente per la colpa commessa e per la quale viene punito, e noi, persi in lui come si ritenne (parzialità indegna di Themis) che fossero i nostri giudizi nel suo al tempo della Guerra, affoghiamo in Kronos, in Tartaros e in Chronos per sempre.

Questa è la consapevolezza dell’eterno, questa è la stasi e questa è la fine di tutte le speranze e la ripugnante coscienza di ciò. Prima era un futuro, ora non più. E vi fu in passato chi poté essere tratto da Tartaros e che ricolmo dell’astio giustamente covato in sé per ere indicibili esplodesse contro il Cosmo e gli dei; ma come può finanche un dio essere salvato dal Baratro se al Baratro non è mai giunto e mai giungerà?

Questa consapevolezza e l’ira di vendetta e del Daimon che è in me ed è me sono la base della mia divina resistenza.

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PERCEPITO

Anno 1513 Mese 1 Giorno 17 Ora 1 Minuto 29 Secondo 5 Millesimo 745

REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 8 Ora 23 Minuto 59 Secondo 43 Millesimo 104

 

Oggi la mia divina resistenza ha vacillato. Perché?

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PERCEPITO

Anno 21968 Mese 7 Giorno 21 Ora 14 Minuto 43 Secondo 0 Millesimo 192

REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 8 Ora 23 Minuto 59 Secondo 58 Millesimo 836

 

I ricordi si fanno ricordi di ricordi.

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PERCEPITO

Anno 20953104 Mese 2 Giorno 4 Ora 0 Minuto 1 Secondo 0 Millesimo 117

REALE

Anno 0 Mese 0 Giorno 8 Ora 23 Minuto 59 Secondo 59 Millesimo 998

 

Ricordo che per un tempo sterminato ricordai di essere disperato. So di essere intrappolato e tutto si fa lentamente indistinto e sbiadito. Tutto. Il dubbio si insinua e suggerisce che tutto quanto era il passato sia stato un sogno ed anzi così è. Dopo un tempo così sconfinato tutto diventa grigio e grigi diventano anche i personaggi dei miei sogni: Kronos diventa uguale ad Hades, il burattinaio al burattino, il dio all’animale. Ed io? Chi ero nel mio sogno? Il vincitore o il vinto? Il dio o la fiera? Come quando ci si sveglia dal torpore del sonno, ormai non ricordo più e resto, uguale a me stesso, per sempre, nell’oscuro lido che mi generò.

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Il corpo di Kronos, alla fine della nona sera, dopo il nono giorno, si schiantò contro il duro suolo di Tartaros col fragore del tuono che ve lo aveva gettato.

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Freeronin deve combattere

postato il 3 Mar 2012 in Cazzi e mazzi personali
da Vobby

Il titolo del post dice tutto. Ho semplicemente deciso di dare rilevanza pubblica a una vecchia disputa riguardante me e la mia amica. Siamo tutti d’accordo sul fatto che sia velocissima, alteticissima, che il suo personaggio in un certo senso, ormai, richieda che lei continui a correre. Eppure io, che con lei ci ho lottato tante volte, credo di conoscere perfino meglio di lei il suo potenziale e so che deve combattere. E’ compito di ogni essere umano arrivare fino al limite delle proprie possibilità ma lei, nonostante la sua acuta intelligenza, persiste in un atteggiamento di ottusa ostinazione che le impedisce anche solo di provare ad allargare i suoi orizzonti sportivi. In questo momento ho addosso i lividi che mi sono stati inflitti da una piccoletta, in palestra, qualche ora fa. Nei suoi occhi, nella sua concentrata, sofferta ma combattiva espressione ho visto chiaramente Freeronin (notando questa cosa mi sono distratto, venendo ulteriormente percosso).
So, lo sappiamo tutti, che lei picchierebbe molto più forte di chiunque altra. Perciò visto che da solo non ci riesco, smuoviamola insieme, e incitiamola tutti! Freeronin, combatti!

Quel momento..

postato il 2 Mar 2012 in Cazzi e mazzi personali
da Deluded Wiseman

Quel momento..quel momento in cui vedi il tuo nome comparire sul tuo giornale preferito, quello che leggi da anni e per scrivere sul quale daresti un rene, sicuramente quello di un altro ma forse anche il tuo.. e non compare mica così, no! Compare proprio lì,  sotto a un testo che parla in maniera critica e sagace di musica!

Certo.

Quel momento, proprio quello in cui all’improvviso ti accorgi che quelli del giornale hanno pubblicato un tuo commento preso da una discussione sul loro account di Facebook, un commento in cui con lessico povero e volgare parli di un musicista che ti fa abbastanza schifo,  e tutto questo solo perchè agli insulti segue una parte che al giornale faceva comodo nell’economia della discussione.

Trypanosoma Brucei Gambiense

postato il 2 Mar 2012 in Main thread
da Azazello

Suona bene, vero? Ha una sua potenza espressiva, con quella sfumatura tribale a dargli un’aria tra il mistico e il minaccioso. Invece è una bestiolina lunga forse una quindicina di micrometri, così piccola che probabilmente non riuscireste a schiacciarla se ce l’aveste fra la suola della scarpa e il pavimento. Non che la cosa costituisca in alcun modo un impedimento per l’animaletto, qualora una mosca dovesse decidere di recapitarlo al vostro apparato circolatorio, nello svolgimento del suo principale ruolo nell’universo: guidarvi verso una morte orribile e piuttosto lenta <3

Ma sarei disonesto se vi lasciassi pensare ancora a lungo che è di questo che voglio farvi parlare per un mese. Sarei disonesto anche se volessi davvero farvene parlare, a dire il vero, per cui lasciamoci alle spalle questa parentesi sfortunata e veniamo al punto: c’è una cosa che ha a che fare con Trypanosoma brucei gambiense, con il fatto che questo post sembra non avere né capo né coda, con le diverse ore che ho passato a giocare a Final Fantasy IX tra ieri e oggi e quelle che ho passato studiando nei giorni passati. Siamo tutti accomunati dalla sua presenza e la maggior parte di noi ha in comune la sua insufficienza, per alcuni è un trofeo e per altri è una seccante necessità, ma è comunque una cosa a cui tutti dedichiamo una quantità di tempo paragonabile solo a quella che passiamo respirando, ragionando o percependo (ufficialmente la parola più brutta della storia).

Giuro che pensavo a questo argomento da diversi mesi, ma è più che mai appropriato che lo sfrutti proprijjjjkkkkjkjkkkjkjkkkkkkkkkkkkjkòòòòòòòòòòòòòòòò

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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