Una facile missione palingenetica

postato il 29 Feb 2012 in Main thread
da Vobby

Decidendo arbitrariamente che la questione che voglio sottoporre a voi, stimati colleghi autori, e a voi, numerosi e affezionati lettori, abbia qualcosa a che fare con il primo argomento trattato su questo blog (no, non lo sbiancamento anale, il due), passo subito ad illustrarvi i termini del problema.

Il due è ovviamente duplice e perciò eminentemente ambiguo. E’ composto da due (!) membri e, comprendendoli, li supera. E’ qualcosa di altro da loro, ma non può prescindere da essi. Un due può essere la coppia uomo-donna, il dinamico duo di batman e robin, il cioccolato e la nocciola che formano i pan di stelle. Loro hanno unito efficacemente i due termini riuscendo a diventare una nuova, originale e sublime unità.
Capite bene però che per quanto la sintesi fra uomo e cioccolato possa funzionare benissimo, ed essere anzi appetibile (e appetitosa), quella fra batman e nocciola lo è un po’ meno. Sembrerebbe quindi che ci siano degli uno destinati a non formare mai dei due. Forse però questa è solo apparenza. Forse a batman può piacere la nocciola, ed è proprio questo il nocciolo (sono stato appena punito con crampo folgorante al bicipite femorale sinistro) della questione.
Gli uno di cui parleremo, introducendo così la nostra missione palingenetica, sono la società e il piacere.

A me (e a diversi altri) sembra che il piacere sia stato sacrificato sull’altare della società.
Esso, il piacere, è eminentemente egoistico. Il suo sentimento è un luogo solitario, che se certamente è raggiungibile in due o tanti, è sempre singolarmente esperibile. Esso ha perciò alcuni problemi di compatibilità con la dimensione collettiva della società: fuori di casa mia, ci saranno probabilmente altri individui in competizione con me per la conquista di diversi oggetti del desiderio. Probabilmente ce ne sarebbe per tutti, ma se di biscotti, per esempio, ne voglio tanti, perchè il mio desiderio è illimitato, come faccio a vivere in una società in cui i biscotti devono essere per lo meno parzialmente distribuiti?

Si è pensato di risolvere il problema con la morale. La morale è semplicemente la domesticazione del principio del piacere ai fini della vita collettiva. Pensate a Socrate, che nei dialoghi platonici cerca di convincerci che il bene sia diverso del piacere: il suo tentativo è quello di diffondere una morale diversa tanto dall’etica della moltitudine, per sua natura incline al conflitto, tanto a quella dell’aristocrazia, incline alla sopraffazione in base alla legge del più forte. Perchè il pericolo di lasciare troppo spazio al perseguimento del piacere all’interno della società è questo: che il mio privato desiderio di godimenti carnali (i biscotti) diventi nello spazio pubblico perseguimento di potere e dominio violento (per avere così tutti i biscotti che voglio).

E quindi, continua Socrate, subire ingiustizia è meglio che commetterla ed essere puniti è meglio che sfuggire alla legge. E’ doloroso, ma che importa, il dolore non è il male, perchè non è il piacere a essere il bene.

Inaspettatamente, la morale interessa ambiti diversi oltre ai biscotti: il sesso, la famiglia, il galateo, l’etichetta… per arrivare alle usanze religiose e al rispetto della legge.

Sembra funzionare, ma c’è un piccolo problema: privandosi del piacere si potrà forse condurre una vita all’interno di una società, ma in questo modo, evidentemente, questa vita non sarà piacevole.
La monogamia, ad esempio, e l’istituzione familiare nel suo insieme non sono qualcosa di naturale (checchè ne dica una certa legge), e possono provocare ogni tipo di frustrazioni, sfocianti anche in turpi atti di violenza.

Perciò, ecco sintetizzati i termini del problema: la morale costituisce un limite al libero sviluppo e alla libera espressione delle nostre facoltà. Stesso dicasi per le leggi, convenzioni con carattere autoritario. Ma è proprio grazie alle convenzioni, morali e legali, che è possibile la vita pubblica.

E’ possibile la società edonista? Quale società può evitare di porre limiti alla libera ricerca del piacere? Questa società è diversa da un caotico inferno di violenza e sopraffazione, che di piacere ne porterebbe solo a pochi?

La domanda è difficile, ma confido nel vostro genio! Dopotutto la questione è cruciale e merita ogni sforzo per essere risolta. Fatto questo, potremmo essere tutti più felici.

P.S. Forse ho sintetizzato un po’ troppo, ma ho il sospetto che sia un bene… Dopotutto, se non da risolvere, è un problema semplice da spiegare.

Un tremito nella forza.

postato il 28 Feb 2012 in Main thread
da Deluded Wiseman

Quando questo argomento fu proposto, in quella discarica tossica che sono le nostre menti si accese una lucina. Anzi, si può dire, esagerando in cinismo, ma poi neanche tanto, che qui si tratta di uno di quei vocaboli appartenenti alla ristretta cerchia di parole che, morte ormai le ideologie, le passioni, le speranze e quant’altro, è capace di accendere una lucina, anzi, un autentico fuoco di segnalazione nella pigra tenebra delle nostre menti. E quello che illumina, il suddetto fuocherellone, è un numero sinceramente indecoroso di ore passate con la testa immersa, in guisa di struzzo, in un universo che i più stolti direbbero futuristico, ma che i veri credenti sanno essere più antico delle stuppolaggini studiate al liceo.

“Farò un post su Star Wars.” Tagliamo corto, ecco quello che tutti abbiamo pensato. Avevamo già qualche ideuzza in mente. Almeno, quelli che non hanno dovuto spegnere lo schermo e andare fuori a prendere una boccata d’aria e schiarirsi le idee. Che cazzo sono i Midichlorian? Che bisogno ce n’era? Il panzone si è reso conto o no che è come far saltare fuori che la santità dipende dal quantitativo di Gesùene nel sangue? Basta, basta.

Bè, comunque è durato poco. “E’ ammesso un solo post su Star Wars.” Ecco quello che, invece, pensava Vobby. Un po’ come con quell’ultimo panzarotto sul vassoio che nessuno si azzarda a toccare per decenza, chè va bene 13 panzarotti, ma 14 veramente è un’esagerazione, certa gente non si sa dare un limite, guarda, nessuno si è più azzardato ad avvicinarsi al post su Star Wars. Insomma, se voleva farlo X poi mi dispiace, e se Y aveva in mente il miglior post su Star Wars della storia? Perché mettersi lì a fare un post sulle abitudini igieniche degli Ewok o azzardare teorie sulla traspirazione nelle armature degli Stormtrooper quando magari qualcun altro era pronto a spiegarci la verità sui Midichlorian?

Scusate, devo prendere una boccata d’aria.

Anche io, quando oggi mi sono seduto davanti al pc, totalmente privo di idee, per cercare di recuperare questa occasione di postare sprecata, non volevo fare un post su Star Wars. E non voglio farlo neanche ora. Forse il motivo dell’assenza di un post su Luke e compagni, non è da ricercarsi nella questione di galanteria da me previamente descritta, e comunemente nota come “o’muorzo r’a vergogna”, ma nel fatto che un post su SW è dannatamente difficile. Non voglio esagerare, chi mi conosce sa che sono, sì, un azzeccato, ma non dei peggiori; però fare un post sull’esalogia più celebre della fantascienza è un po’ come fare i conti con una parte della propria infanzia/adolescenza, con una porzione non trascurabile dell’immaginario pop mondiale o, volendo attenerci alla lettera dell’argomento, con quella che probabilmente è la cosa più simile alla religione fra i miliardi di minchiate nelle quali fluttuano i vostri neuroni. Proprio qualche giorno fa sentivo una ragazzina inglese di 14-15 anni scherzare dicendo di usare la Forza all’amica che tentava vanamente di recuperare una pallina da ping-pong sotto finita sotto un tavolo. Insomma, quante cose vi accomunano ad una ragazzina inglese di 15 anni, e, contemporaneamente, ad un esercito di ciccioni sociopatici,  di insospettabili ed affermati padri di famiglia e lavoratori con la spada laser nel ripostiglio, di bambinelli che si vedono uscire “cucchiai laser” dai cereali?*  E poi bisogna fare i conti con i Midichlorian. O, più in generale, con tutti i difetti e le debolezze che volete trascurare perchè i grandi amori vanno oltre certe piccolezze, ma che non potete davvero ignorare se iniziate a trattare con un minimo di serietà l’argomento. Sicchè, ripeto, questo non è un post su SW. Allo stesso tempo, non può non esserlo almeno in parte. Si dà il caso che, proprio sotto al mio monitor, faccia bella mostra di se un DVD di “Star Wars Ep. IV- Una Nuova Speranza”, edizione limitata in digitale e “video superiore”(sic). Come il Millennium Falcon verso quella strana luna, il mio sguardo viene ineluttabilmente astratto verso la copertina.

 

Quella specie di Nino D’Angelo che, dismessi jeans e maglietta in favore di una meravigliosa tuta da pseudo-karateka campeggia in primo piano con sguardo vispo e sveglio. Sì, proprio lo sguardo da Prescelto che porterà equilibrio nella Forza. La principessa Leia, che impugna un fucile laser, ma pare che stia cercando di fare benzina al self-service con scarso successo. Padre Pio che compare, più santinoso che mai, alla destra di Indiana Jones. Sì, Obi-Wan da Pietrelcina, proprio il viso che io, e non sto scherzando, per tutta l’infanzia ho associato a Dio nelle mie preghierine. Dietro questo ameno gruppetto, la prova vivente di quanto Qui-gon Jinn sia un pesce sopravvalutato stringe nelle mani l’arma più fica della storia della sci-fi, seppur in un’incarnazione ancora un po’ pezzente, del tipo che a guardar bene la versione giocattolo che mio padre di portò in dono dalla terra dei cheeseburger, ormai più di dieci anni orsono, è molto più realistica e accurata.

Eeeh, insomma, forse in questa copertina, epica e un po’ ingenua, maestosa ma un po’ arrangiata, i motivi per cui impossibile fare un vero post su questo film o sul background mistico dei suoi personaggi, per me è impossibile è.  Boh. Magari se me li rivedo tutti per la ventesima volta mi viene in mente qualcsosa di figo, vassapè.

*http://kelloggsmaniac.blogspot.com/2012/01/cucchiaio-laser-di-star-wars-in-regalo.html

 

Una forza insolita

postato il 8 Feb 2012 in Main thread
da Azazello

La forza di decidere, tanto per cominciare. Con cui intendiamo, naturalmente, non solo la capacità di costringere se stessi a scegliere tra diverse possibilità, quanto la forza materiale di supportare questa scelta e quella psicologica di rivendicarla con orgoglio – perché una scelta che non possiamo giustificare innanzi tutto a noi stessi sarà sempre una scelta sbagliata, indipendentemente dalle alternative tra cui l’abbiamo selezionata.

Poi la forza di accettare. Accettare la realtà per come è, senza lasciarci influenzare dalla sbiadita immagine di un sé ideale, ma soprattutto liberi dalla paura di non poter dimostrare a noi o agli altri la realtà di cui abbiamo preso atto. Un’accettazione attiva, che non sia mossa dalla disperazione per l’insuperabilità di un’inadeguatezza, ma dalla propulsione a edificare su una solida base di oggettività e consapevolezza un futuro che sia vivibile con serenità, un futuro accogliente.

Quindi, la forza di ammettere. Non un’ammissione sociale, ma formativa, che corrisponda al superamento della barriera opposta da pigrizia e modestia all’accettazione di noi stessi. Un’ammissione universale, ma anche specifica in ogni suo aspetto, che sia proiezione nel mondo della coscienza di sé e solo incidentalmente pubblicità per un pubblico poco introspettivo.

A questo punto, la forza di agire. Il vero e proprio superamento dell’inerzia, distruzione della cappa di stasi che si mostra tanto più placida e rassicurante quanto più deve nascondere i nodi con cui lega ogni cosa in una fermezza assoluta. Capacità, quindi, di superare l’illusione di stabilità continuamente presentata dallo status quo; di discriminare il futuro, ignoto perché ancora privo di definizione e limiti, dal prossimo presente, ignoto per ignoranza o per il rifiuto di accettarlo, e di scegliere il primo con forza, apprezzandone l’incertezza con il proposito di direzionarne lo svolgimento qualora necessario, senza il vincolo della pigrizia e dell’insicurezza.

Infine, la forza di essere. Perché non è facile costruire un futuro che sia soddisfacente o un sé che sia comodo, ma più che mai è difficile essere ciò che si è, al di là del tempo e dell’umanità. E senza essere, come si fa a diventare?

La forza di tornare indietro

postato il 3 Feb 2012 in Main thread
da ad.6

La forza. Anzi, la forza! Vi siete mai chiesti quanta forza ci voglia per scrivere un post? O, ancora, vi siete mai chiesti quanta forza ci voglia per non scrivere un post pur volendolo fare a (quasi) ogni costo? Ebbene, questo è ciò che principalmente mi muove o mi lascia fermo ogni mese, nel conflitto delle priorità della vita. Ma mi (ci) muove anche l’egoismo e tralascio i vari commenti più o meno scontati sul tema. Ho in effetti pensato a me e più volte mi sono avvicinato allo scrivere, al prendere appunti, mi sono avvicinato all’avvicinarmi. Il tempo forse l’avrei trovato, ma non il coraggio, non la forza di abbandonare tutto (anche il relax) per scrivere un post. La cosa può anche essere vista come responsabilità, va! Questo mi dà un conforto discreto, quando non del tutto soddisfacente.
Ok, la cosa che non mi piace dei libri è che non sono a prova di spoiler, mi spiego: non parlo del fatto che si possano leggere le pagine finali o sciocchezze del genere, ma parlo dell’inevitabile coscienza che la fine sta arrivando, cosa per cui sai che non ci sarà spazio per altro, che non accadrà più niente di tanto notevole. Il che è un fastidioso per quanto leggero spoiler. Tutto ciò è nato per la semplice considerazione che questo mio post sulla forza, che è anche un post introduttivo per l’argomento del mese, è breve e sta in una sola schermata. Ciò, assieme alla visione che da qui avete della fine del post, vi induce giustamente a pensare che ben poche cose sensate verranno dette. E, soprattutto, ben poche cose e basta. (A proposito di forza, questo sproloquio su spoiler&Co sembra tanto una forzatura, quanto la stessa “forzatura” lo è per il termine “forza”! Su qualcosa del genere sarebbe potuto uscire un buon post sulla forza).
Eh, “sarebbe potuto”! Ma allora, miei ottimi, visto il di cui sopra egoismo, vista la quantità di argomenti passati, vista la quantità di argomenti mancati (!), visto che mi era anche passato per la mente di usare la forza per fare una “scelta coraggiosa” parlando di tutt’altro, sarebbe bello se l’argomento di questo mese fosse il recupero di argomenti passati. Semplicemente lo scrivere un post su qualche argomento su cui avevate qualcosa da dire e non l’avete fatto. Chiaramente il mio argomento capita di febbraio, che è il mese della morte universitaria finale, ma il mio potere solo una volta ogni morte di papa ce l’ho. Quindi che sia!

Apologia della pigrizia

postato il 1 Feb 2012 in Main thread
da Cerbs

Io penso che la forza sia decisamente sopravvalutata. C’è troppa concitazione nell’esaltare una qualità che con eccessiva facilità viene offuscata da altre doti ben più rimarchevoli: per dimostrare ciò voglio che prendiate visione del seguente video.

Wimpy the Moocher

Ora, analizziamo con freddezza la situazione. Mi sembra evidente che il premio di personaggio più fico vada a Poldo, il quale dimostra un’astuzia comparabile a quella del servus callidus plautino; e tutto ciò a discapito di Braccio di Ferro, elemento a dir poco irrilevante in questa epica avventura che perde quindi l’occasione per esibirsi in tutta la sua fanfarona vanagloria, relegando dunque la sua forza nei confini dell’insignificanza, ad essa sicuramente più consoni.
Signori, per guadagnarsi un bell’hamburger non sono necessari muscoli d’acciaio: una buona verve di cazzimma e un pacioso atteggiamento di menefreghismo possono facilmente supplire alla funzione, ancorchè corredati da un tondo cocomero per pancia e da un buffo cappellino.

 

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