Il blog ha gli esami

postato il 21 Feb 2011 in Cazzi e mazzi personali
da Vobby

Desolazione.

Tempo: futuro. Modo: pessimo (Post sul tempo fuori tempo massimo).

postato il 17 Feb 2011 in Main thread
da Deluded Wiseman

Oggi pensavo di suicidarmi. Non perchè provi particolare disgusto per la mia vita o cose così, no. Più che altro, mi attirava l’idea di fottere il Futuro, questo gufaccio appollaiato sulle nostre fragili e leopardiane spalle,  già provate dall studio e, meno leopardianamente, dall’ingobbimento videoludico. Intendo, pensate a quanti sfizi e desideri giovanili sacrifichiamo sull’altare del fetido Futuro:

-“Ho X soldi, e voglio spenderli tutti per comprare una maschera da Darth Vader, e poi andare, così conciato, a vedere gli Airon Meiden @Vladivostok.”
“Ma come e poi come fai senza più soldi?”

-“Vorrei passare i giorni a giocare con i Lego, interrompendo solo per fare sesso e giocare ad Halo.Insieme.”
“E non studi?Non pensi al tuo futuro?” (qua c’è tanta roba: pensate solo a tutto quello che sacrificate allo studio!)

-“Ho sempre desiderato confessarmi sotto effetto di Lsd.”
” Eh, quella roba non ti si leva più dalla testa, per tutta la vita!”

-“Vorrei recapitare, di persona, un campione omaggio di sterco al mio Presidente del consiglio.”
“E che avvenire puoi aspettarti poi, con la fedina penale sporca di merda?”

Oh, ma che palle! Questo peso del domani incombente, che pretende di essere accudito e di dettar legge prima ancora di presentarsi! Come  un creaturo, prima ancora di cacciare la testa dalla vagina della madre già ha culle, passegini e menate varie! Che poi manco c’è qualcosa di assicurato, dopo tutti sti sforzi..finisce che rimani pure appeso.E allora vaffanculo, il tempo è ora, non domani: spendi, spandi, fatti, fotti, recapita sterco, investi in coriandoli di ghisa e po dopo un pò, falla finita. Come? perchè il suicidio? Bè effettivamente certe cose proprio non te le puoi permettere. A meno che tu non decida di farla finita dopo un certo numero di  giorni da leone che, com’è noto, valgono cento volte tanto gli equivalenti ovini. E poi, quando sarai ricercato, povero,  scomunicato, deperito nel corpo e nella mente(più per Halo che per l’Lsd, in verità), insomma quando sarai un uomo senza futuro, e avrai esaurito il tuo presente, zacchete, un bel piatto di barbiturici e, oplà! Ecco che il tuo funesto futuro, ormai assicurato, è solo un ricordo, per altro non tuo, visto che sei morto. Bello eh? Uno scambio equo: un incerto domani per un tangibile e festoso presente. Scherzi a parte, anche avendo aspirazioni, passioni, stile di vita più cristiani, è difficile, a meno che la vostra unica ragione di vita sia ciò che studiate, che possiate vivere  felici e spensierati per molto tempo..vivendo di meno, paradossalmente, potreste essere, in quel breve intervallo fra la fessa e la fossa,  più gai di Signorini.

Bene, e si può dire che questa è la mia malata visione del tempo: il presente viene rosicchiato e deturpato in nome di questo sasiccio oscuro che incombe, peraltro senza che qualunque cosa io faccia mi dia una qualche minima assicurazione sull’effettiva soddisfazione che ricaverò dal suddetto  sasiccio . Sono sicuro che se tutti si stabilisse, con calma e serenità, la data della propria morte,  più o meno distante nel tempo a seconda di quanto ci si vuole assumere qualche seppur minima responsabilità, si sarebbe tutti più felici.  La domanda sorge, ora spontanea. Che ci faccio ancora qui, invece di pariarmela in giro in vista del mio decesso,  che dovrei già aver programmato per il 5 maggio(la classe non è acqua)? Ci sono vari motivi, e se anche solo per una volta avete desiderato darvi al cazzeggio full-time, lo sapete anche voi perchè alla fine non lo si fa..per esempio, si potrebbe argomentare che la vita non è solo svago al cubo e felicità a buon mercato, ma anche cercare di raggiungere, a costo di ingenti sforzi, qualche obiettivo per..boh, ambizione, senso di responsabilità verso dio sa cosa, alti ideali, cose così. Poi c’è sta cosa che, incomprensibilmente, per quanto “domani è un altro giorno” suoni più che altro come una minaccia, per quanto tutto indichi che i millemila giorni  che ci aspettano siano non solo da pecora, ma a pecora, tutti ci ostiniamo a riporre insensate speranze nell’avvenire,  sacrificando buona fetta della nostra serenità psicofisica augurandoci di essere, un giorno, ripagati (Più o meno quando saremo vecchi e penseremo che ci siamo fatti il mazzo a tarallo quando eravamo vigorosi per polleggiarcela nel deperimento! Ok, scusate, era arrivato il momento “moralechegiustificalatuasofferenza”, la smetto di essere disfattista). C’è sta cosa di dover tirare dritto invece di sbattersene e vivere al momento. Che forse è pure giusto.  O forse è solo che sappiamo di non poter vivere a lungo spassandocela, e visto che non abbiamo le palle di farla finita ci rassegniamo!Eh? Può essere(potevo mica finire con la morale, scusate).

PS:non sono in grado di capire se questo post è degno o no. Ma credo che, per quanto banali, scrivere gli ultimi righi mi sia servito a trovare la grinta per studiare mille ore al giorno perlomeno fino a marzo. Quindi siatene comunque felici, perchè buttare giù sta merda ha preservato la mia sanità mentale.

Mi ha particolarmente colpito

postato il 16 Feb 2011 in Senza categoria
da Iroquis`

La tristezza esistenziale di certi individui che raggiungono con criteri a me oscuri cariche come quella di Direttore Generale della Radiotelevisione Italiana. Mi sono sforzato di trovarne un senso, ma non me ne viene in mente neanche uno. O meglio, uno m’è venuto, ma sorvoliamo.

Imagination au pouvoir!

postato il 16 Feb 2011 in Main thread
da Vobby

Triste arrivare a questo fatidico momento senza aver ancora deciso cosa scrivere.
Proviamo con questo:
In una grotta di Betlemme, intorno all’anno 753 ab urbe condita, non nacque proprio nessuno. Dietro i recinti del bue e dell’asinello, piuttosto, c’era una giovane coppia piacevolmente occupata a godersi la propria sterilità.
Intanto nel resto dell’Impero, raccoglieva sempre maggiori seguaci la religione del Mitraismo, una religione dualistica, con notevole carica di esoterismo, basata sul culto del luminoso dio Mitra, impegnato in un’eterna e ciclica lotta con il suo nemico Ahriman, l’uccisore del toro. Tale religione ebbe un notevole successo negli ambienti militari, per il fatto che i singoli legionari, abituati alla rigida gerarchia dell’esercito, si trovavano a loro agio con la gerarchia altrettanto rigorosa dei culti misterici, spesso celebratii da decurioni e centurioni, per non parlare del fatto che essi, impegnati nella difesa dell’impero da tutto ciò che era al di fuori di esso, non avevano particolari difficoltà concettuali a sentirsi investiti di un mistico compito di soldati in una guerra cosmica fra divinità benefiche e malefiche (fonte: quel che ricordo del mio libro di storia delle medie). Gli imperatori, nel caos religioso dovuto all’incontro di popoli e culture così lontani, eppure dotati di così tanti potenziali punti di contatto, cominciavano a trovare difficile affermare la maestà nonchè la divinità della propria persona, imponendo il loro culto personale all’Oriente come all’Occidente. Costantino, dopo aver trionfato nei conflitti interni con gli altri, fin troppo numerosi, aspiranti alla sua carica, pensò bene di sostenere l’ormai predominante culto mitraico e di improntare su di esso una religione popolare, accessibile non solo agli iniziati, mantenendo il lato misterico solo fra chi già apparteneva alla setta, cioè ormai oltre metà dell’esercito. Egli si pose a capo di questo nuovo culto, dichiarato religione di Stato nel noto editto di Milano. Riuscì a conquistare così un eccezionale controllo sull’esercito, maggiore di gran parte dei suoi più recenti predecessori, e ottenne anche un ulteriore beneficio: i popoli dell’Africa e dell’Asia, nonchè le infinite plebi cittadine dell’Occidente, convertiti al nuovo culto riconobbero del tutto l’autorità del potere costituito, poichè esso trovava la sua legittimità non solo nei detentori delle forze civili e militari, ma da iniziati, ministri del volere divino!
Così rifondato, l’Impero visse, crebbe e si espanse per altri mille anni.

Gnok e Bub erano due simpatici giovanotti appartenenti alla specie Homo Erectus. Erano da qualche parte in Sudafrica, poco meno di un milione di anni fa. Si trovavano in difficoltà: erano andati a caccia, molto lontani dai soliti sentieri, e si erano persi. Calava la notte, e si trovavano da soli in una caverna piena di rami secchi di diverse piante, e qualche pietra. Raccogliere tutte quelle cianfrusaglie era stata un’idea di Bub, che sembrava avere in mente qualcosa di molto importante. Avendo un vocabolario piuttosto limitato, aveva difficoltà a cominicarlo al suo compagno di sventura. Gnok era terrorizzato all’idea che qualche predatore potesse scovarli. Erano già stati fortunati a trovarsi in una caverna sgombra da orsi e leoni, ma quella zona pullulava di quegli animali, che se affamati non sarebbero di certo stati fermati dal buio. Quei rami secchi erano troppo fragili per essere usati come armi, e quelle pietre troppo morbide e difficili da lavorare. PERCHE’ Bub aveva raccolto proprio quella roba? D’un tratto, scorsero una sagoma avvicinarsi all’ingresso della grotta, accompagnata da un ringhio cupo. Un leone delle caverne! Erano spacciati! Gnok si nascose dietro un grosso macigno, impugnando disperato un ramo che gli sembrava più appuntito degli altri. Bub ebbe un guizzo, glielo strappoò di mano, e iniziò a sfregarlo con un altro, sicuro di sè. Gnok era troppo impaurito anche solo per muoversi, figurarsi capire che cosa stava combinando Bub. Il leone aveva varcato la soglia e si avvicinava, sicuro e inesorabile. Bub ormai non badava neppure a nascondersi, continuava a sfregare i rami fra loro, con il viso deformato da un’espressione folle, quasi vittoriosa! Continuò a sfregare e… non accadde nulla, il leone attaccò e sbranò i due sventurati cacciatori. Cosa doveva mai succedere? Si è mai visto accadere qualcosa dallo sfregamento di legnetti? Sono i fulmini e vulcani a fare quella roba della luce e del calore, nient’altro! Che sciocco che era Bub. Ucciso dal leone, non potè mai tornare al suo gruppo e accoppiarsi con Gina, Pip e Filomena, le uniche altre esponenti della nuovissima specie Homo erectus, che così si estinse.

….

Il 19 settembre del 1792, le forze della Prima Coalizione marciavano ordinate verso la battaglia che avrebbe dovuto abbattere quella pericoloso, insensata, empia rivoluzione operata dal debole popolo di Francia. Il giorno dopo, il cielo di Valmy era luminosoo e sgombro da nuvole. I soldati prussiani sbaragliarono il disorganizzato esercito di popolani che si erano trovati ad affrontare. Una settimana dopo erano a Parigi.Passò poco tempo, e il regno di francia venne restituito alla normale sovranità del re, come era giusto che fosse. Dopo la spietata repressione seguita alla rivolta, non vi fu popolo più placido di quello francese in tutto il mondo per i successivi 200 e passa anni. Oggi, 16 febbraio 2011, i reami d’europa sono ancora regolati dal diritto romano giustinianeo.

…..

“Un corpo permane nel suo stato di moto fino a che viene esercitata una forza su di esso”. La tecnologia dei trasporti ha rivoluzionato il mondo: i treni percorrono senza mai fermarsi i binari di tutto il globo, la gente scende dal finestrino, col mezzo ancora in corsa, tanto appena ci si stacca dal mezzo ci si ferma di colpo e si atterra placidamente. Le automobili sono velocissime, quindi ci sono spesso incidenti. Tuttavia essi sono si lieve entità: basta spegnere il motore con un apposito pulsante di emergenza e la machina si ferma all’istante! Tutti sono felici.

……

Qualcosa non vi torna? Avete per caso l’impressione che ci sia qualcosa di errato in quello che ho scritto?
Qualcosa di falso?
E’ giunta finalmente l’ora che io decida l’argomento delle prossime due settimane, e inaspettatamente (almeno per me) ne ho scelto uno con il quale ho ben poca familiarità: la menzogna!
E’ molto semplice: voglio che mentiate. Desidero che immaginiate come potrebbero essere andate le cose se fosse accaduto qualcosa di diverso,cosa accadrebbe se ci fosse qualcosa di differente nelle leggi fisiche, se il mondo fosse cubico, se avessimo 3 satelliti,se Giacobbo avesse ragione, quel che preferite. Le bugie che vi ho proposto avevano questo schema: introduzione->bugia->conseguenze più o meno logiche e coerenti. Vi consiglio di adottare anche voi questa forma. Ovviamente potete cambiarla, non voglio limitarvi in nessun modo, sarebbe contrario allo spirito dell’argomento, ma quello a cui dovrete dare davvero importanza sono le conseguenze della falsità che mi proporrete. Ho tanta voglia di assistere a mondi sconclusionati e lontani da quello che conosco, oppure perfettamente ordinati e sensati, altrettanto lontani da quello presente. Storia, chimica, fisica, filosofia, etologia, geografia, potete trattare qualunque campo del sapere, purchè sia falso! A voi!

P.S.: Non è necessario che le conseguenze siano del tutto, precisamente, sensatamente, logiche e coerenti. Insomma, lo so che quella storia dell’inerzia non sta in piedi, si fa per divertirsi! Ovviamente chi di voi conosce particolari campi meglio di me, può davvero rivoluzionare il mondo anche con una bugia minuscola o apparentemente insignificante. Non vedo davvero l’ora di essere sbalordito!

I don’t mind the weather..

postato il 15 Feb 2011 in Main thread
da VaMina

Il tempo oggi è bello. E sono felice.

No, non è vero. Sono abbastanza stressata. In realtà era un modo arguto per introdurre l’argomento, cioè le persone pseudo-meteoropatiche. Non voglio parlare della meteoropatia, che esiste, me lo ha detto Wikipedia, ma di tutta quella gente che in tono lamentoso dice “Sono di malumore, sai, oggi il cielo è grigio e io sono meteoropatico”. Va bene, nessuno direbbe proprio così, ma il concetto è quello.* Ammetto che anche io entravo nella categoria, poi nella mia stanza è entrato uno gnomo con una padella, mi ha picchiato e sono rinsavita. Ora sono depressa perché vedo gli gnomi. Se uno DECIDE da prima che quando il tempo fa schifo DEVE essere depresso, è evidente che il problema non è del sole che ha deciso di non farti un favore.
Uno si sveglia la mattina, vede che piove e pensa “Toh, ora la giornata deve andare male e io devo essere profondamente triste”.. ma che senso ha?
Un senso ce l’ha sicuramente, ma nella sua testa. Insomma, il problema è il suo (e Vamina ha fatto la scoperta dell’acqua che bolle a 100°). E’ la stessa cosa di quando mi sveglio, non studio per un’ora, e decido che tutta la giornata non studierò più,o meglio non “riuscirò” più a farlo. Non è una cosa reale.
Ci sono anche persone che si sentono felici quando piove e depresse quando c’è il sole, ma alla fine è uguale, forse sono collegate telepaticamente con gli orti e i campi, non lo so, non mi interessa. Il succo della faccenda è che è una questione psicologica. Ok, ma perché?
E’ una scusa per rintanarsi in casa e non affrontare l’esistenza?
E’ una buona occasione per rispondere male a tutti? (Questa è più improbabile, anche se divertente)
E’ una motivazione da addurre al tuo malumore e per sguazzarci dentro?
E’ una carenza di ombrelli in casa?

Questo post si limita ad una superficialità sconcertante, ma io sinceramente non posso addentrarmi nei meandri del problema, prima cosa perché mi rompo di mimare qui i meccanismi psicologici dei vari blocchi all’azione e tristezze e poi non ho tempo (ahah!) e anche perché non sono capace di analizzarli, posso solo dire prendete un ombrello e andatevi a fare un giro. O chiamatemi, io vi mando lo gnomo, ora vive nel mio armadio e mi sgrida quando dico che sono grassa.

Dato che ho risolto il problema del post sul tempo con questo simpatico escamotage, producendo uno scritto breve e stupidino, mi impegno comunque ad affrontare brevemente la questione del tempo cronologico.

Time

Ticking away the moments that make up a dull day
You fritter and waste the hours in an offhand way
Kicking around on a piece of ground in your home town
Waiting for someone or something to show you the way

Tired of lying in the sunshine
Staying home to watch the rain
And you are young and life is long
And there is time to kill today
And then one day you find
Ten years have got behind you
No one told you when to run
You missed the starting gun

And you run, and you run to catch up with the sun, but it’s sinking
Racing around to come up behind you again
The sun is the same in a relative way, but you’re older
Shorter of breath and one day closer to death

Every year is getting shorter
Never seem to find the time
Plans that either come to nought
Or half a page of scribbled lines
Hanging on in quiet desparation is the English way
The time is gone
The song is over
Thought I’d something more to say

Home, home again
I like to be here when I can
When I come home cold and tired
It’s good to warm my bones beside the fire
Far away across the field
The tolling of the iron bell
Calls the faithful to their knees
To hear the softly spoken magic spells

Dopotutto è sempre un punto di vista. Ed è bella.

*E’ normalissimo, certo, che uno possa preferire una certa situazione climatica, non parlo di questo, ma di depressioni a priori. Ah comunque è normale una preferenza, ma a meno che non ci sia il tuo matrimonio all’aperto deprimersi è abbastanza …sciocco?

Ed ora io domando tempo al Tempo…

postato il 14 Feb 2011 in Main thread
da Cerbs

…ed egli mi risponde: “Non ne ho!”

Ruota eterna ruota pesante

lenta nel tuo cigolio

stai schiacciando le mie ossa e la mia volontà 

Meccanismo fatto di croci

coi tuoi fantocci attaccati

che pendono dai tuoi raggi

e girano coi tuoi ingranaggi

va…

Va la ruota va

un colpo non lo perde mai

Cambia i volti non cambia niente

lo sperma vecchio dei padri

ho urlato forte la mia rabbia

ma agonizzo anch’io anch’io

Ah ruota gigante

perchè dunque mi fai pensare

se nel tuo girare

la mente poi mi frenerai

Va la ruota va

un colpo non lo perde mai

mai e va.

Questa canzone chiude uno dei più grandi dischi che l’umanità abbia mai saputo regalare a sè stessa, “Darwin” dei Banco del Mutuo Soccorso, 1972, coronando il percorso intellettuale che gli artisti compiono in quest’opera, affrontando i temi del tempo, del passato e dell’evoluzione. Io credo che questo brano sia molto suggestivo, e che sia una metafora sul tempo più esplicativa ed immaginifica di tante altre.

Questa è la copertina:

Non ci sono abbastanza ore

postato il 14 Feb 2011 in Main thread
da Lellida

Premessa: Questo post è stato iniziato il 2 Febbraio, ed è stato ripreso il 27 Febbraio, per motivi di TEMPO!

Essere uno studente richiede la capacità di gestire il tempo che si ha a disposizione. Quando si è studenti di liceo, la quantità di informazioni è limitata al punto che la si riesce a gestire pomeriggio dopo pomeriggio senza troppi sforzi. Ci si limita a studiare dal libro di testo, integrando un po’ con gli appunti, se ve ne sono… ma si studia un’argomento per volta, in maniera piuttoso “lineare”.  Arrivati all’esame di maturità, ci si rende conto che si devono ripassare programmi interi, di diverse materie, più la famigerata tesina, e prepararsi ai possibili domande che partono dalla tesina ma riguardano altri argomenti. Per la prima volta personalmente, mi sono trovata a dover affrontare una mole di roba nettamente superiore a quella che normalmente gestivo, a ristudiarla e ripeterla però, in un tempo estremamente minore rispetto alla somma di tutte le ore  che avevo impiegato durante l’anno ad imparare le cose… Ho avuto la fortuna, se così si può chiamare, che il professore di inglese dell’ultimo anno, ci faceva ripetere tutti gli autori del programma ogni volta che andavamo all’interrogazione. Per quanto orrifico possa sembrare questo sistema, perchè è uno strazio ;P, è stato un po’ di aiuto, perchè ha contribuito  ad aumentare la mia elasticità mentale…  Tuttavia, questo non è bastato poichè adesso, che sono al primo anno di università, sto facendo esperimenti su esperimenti, timelines, cronoprogrammi e quant’altro per capire come gestire al meglio il mio tempo. Quello che ho capito è che non bisogna scoraggiarsi, perchè se si parte con l’idea di non riuscire a fare tutto, si finirà col non farlo. Ognuno ha bisogno di ore per studiare, ore per fare un’attività sportiva, o di relax, tempo per mangiare, e cosa molto importante, per dormire. Non si potrebbe nemmeno creare una immaginaria giornata lunga il doppio del tempo, sarebbe assurdo. Io stessa mi pento di aver abbandonato un pochino il blog, perchè ho avuto la mia sessione di esami, ed ora ero quasi tentata dall’abbandonarlo!   (per vostra fortuna o sfortuna il pensiero di ciò se n’è andato nel momento stesso in cui è arrivato!) Per adesso sto cercando di elaborare una tabella delle mie giornate e cercare di rispettarla, senza scoraggiarmi…

Il tempo, come si sa, fugge quando si passano momenti più lieti, e passa lento quando si fa qualcosa di meno piacevole… io sono il tipo di persona che cerca di appassionarsi a ciò che fa, così ha voglia di farlo… nella speranza che il tempo passi più in fretta per poter fare qualcos’altro!

Morire per delle idee…

postato il 13 Feb 2011 in Main thread
da freeronin

[Metto le mani avanti perché mediamente ho una scarsissima sensibilità allo spoiler: non mi sento di dire che c’è uno spoiler di “Delitto e Castigo”, ma c’è un riferimento abbastanza chiaro a quella che credo essere una delle tematiche di fondo del romanzo, ma che, d’altra parte, compare all’inizio del libro]

“immagina che tocchi a te innalzare l’edificio del destino umano allo scopo di rendere gli uomini felici e di dare loro pace e tranquillità, ma immagina pure che per questo sia necessario e inevitabile torturare almeno un piccolo esserino, ecco, proprio quella bambina che si batteva il petto con un pugno, immagina che l’edificio debba fondarsi sulle lacrime invendicate di quella bambina – accetteresti di essere l’architetto a queste condizioni?”

(Ivan Karamazov)

Il più delle volte non osiamo confrontarci con il fatto che la nostra vita, e quindi anche la nostra conoscenza, sia finita e circoscritta.

Non riusciamo a rassegnarci al fatto di essere destinati a perire, non tanto nel corpo, quanto nella cosiddetta anima, nella nostra individualità. Religioni, idee e valori, e la loro realizzazione nella storia umana, rappresentano per noi un modo di proiettarci in un tempo in cui non saremo più o non eravamo ancora, un surrogato dell’eternità che sentiamo esserci stata negata.

Qualcuno si sente pronto a sacrificare la propria vita  o quella degli altri, a qualcun altro non capita di uccidere o morire, ma di donare ugualmente la propria esistenza a un’idea, vivendo per essa.

Ugualmente, dal punto di vista concettuale, noi comuni mortali spesso iniziamo a parlare con una persona partendo già con l’intenzione, o addirittura con lo scopo, di convincerla della nostra idea, o, magari, più pragmaticamente, di trascinarla a una manifestazione perché faccia numero per la nostra causa. Dico ugualmente perché ugualmente in quel momento stiamo trattando l’altro, e noi stessi, come nulla più che uno strumento con cui possiamo realizzare quello che crediamo un mondo migliore.

In ognuno di questi casi, quando ci rifiutiamo di mettere in discussione in alcuna maniera la nostra idea le abbiamo offerto in sacrificio uno dei lati fondamentali del nostro essere uomini, ci siamo trovati a credere che la nostra idea valesse più dell’uomo, più della vita e della personalità umana.

Credo che se davvero in ogni momento tenessimo conto che una vita è tutto quello che abbiamo, nonché la nostra unica certezza, rifletteremmo un po’ di più prima di regalarla a un supposto valore, a un’idea creata dall’uomo che, in quanto tale, non dovrebbe poter valere più di un uomo.

Forse può valere tanti uomini, l’umanità…

[spoiler]Assumersi con piena consapevolezza la responsabilità di sacrificare anche solo una persona, ritenuta inutile o dannosa per la felicità e il benessere dell’umanità, ci farebbe vacillare, e il povero Rodion, che pure sembrava sicuro del suo ragionamento, ne sa qualcosa.[/spoiler] Noi quando anteponiamo un’idea a una persona non abbiamo nemmeno la certezza che un determinato sacrificio sia indifferente o utile al raggiungimento della felicità, della pace e dell’armonia universale.

Certo, sto portando alle estreme conseguenze un ragionamento che la maggior parte delle volte, come ho detto prima, ci porta solo ad essere spocchiosi e a non rispettare l’altro, piuttosto che ad ucciderlo davvero, ma credo anche che questo non sia del tutto privo di importanza, considerando che noi stessi e le persone che abbiamo intorno sono il riferimento etico più solido che abbiamo.

Se dio non esiste, ma è nella mente e nel cuore di chi vi crede, non possiamo solo per questo ignorare dio e vivere come se non esistesse, perché dio è costantemente presente nella nostra società, e siamo comunque quotidianamente costretti a confrontarci con questo dio. A che ci servirebbe, a quel punto, la nostra certezza matematica che dio è fisicamente e ontologicamente inesistente? A che ci servirebbe ostentare con fare irrisorio la verità che abbiamo in tasca, che dio non esiste?

Ci servirebbe solo sforzarci di trovare il modo di aprirci a questo dio e di dialogare con lui, perché, alla fine dei conti, non è in gioco una generica eternità, bensì la nostra vita e quella degli altri.

Sogni di esami improbabili..

postato il 11 Feb 2011 in Cazzi e mazzi personali
da Bread

Questa notte ho ufficialmente iniziato a sognare l’esame di chimica. La cosa tragica è che l’esame è il 25, quindi ci sono ancora tanti giorni per avere paura e tante notti per sognarlo. Ovviamente quello che ho sognato era totalmente sconclusionato:

Camera mia, le persone che aspettano di fare l’esame sono appollaiate sul mio letto (chi l’ha visto sa che è in alto), con i quaderni in mano, e ripetono fissandomi dall’alto. Io sono giù alla mia scrivania con avanti la mia professoressa di chimica(quella di laboratorio), quell’altro professore, non so perché, non c’è(ma non mi pongo il problema). Tutti gli altri aspettano il loro turno per sostenere, uno alla vota, l’esame. Il mio esame, invece, è in gruppo; un gruppo costituito da: Azazello, Deluded Wiseman, un personaggio che non ricordo chi fosse (forse un mio ex compagno di classe), e me. E’ il mio turno di rispondere alla domanda: “allora, mi parli un po’ del concetto di integrale, mi dica cosa sono gli integrali ed a cosa servono”. Senza domandarmi minimamente cosa ci facesse una domanda del genere in un esame di chimica, anzi gioioso per la semplicità del quesito, inizio a rispondere. La professoressa inizia ad aggredirmi sostenendo che non esistono le funzioni primitive, e che lei non le ha mai sentite nominare, ed inizia a blaterare cose come “No! Non è vero! Il rettangoloide! Solo per il rettangoloide!!”.

…parte del sogno i cui ricordi sono molto vaghi…..

Torno a casa, non chiedetemi come dato che ero già lì.Solo allora mi rendo conto dell’accaduto ed inizio a bestemmiare e ad inveire contro la professoressa perché mi aveva chiesto gli integrali che non c’entravano niente etc. Poi mi sono svegliato e sono stato terrorizzato per circa un minuto, poi ho ripensato al sogno e ho cominciato a ridere come un cretino.

Lo so: sto male. Aiutatemi!!

Molecologi

postato il 11 Feb 2011 in Main thread
da Azazello

[Questa volta l’argomento è il tempo e siamo stati invitati a parlarne in modo soggettivo. Io, un po’ per spirito di contraddizione e un po’ perché del mio soggetto non credo possa interessare granché a nessuno dei lettori, ho deciso di parlare del tempo di tutti]

[Il titolo di questo post si legge “Molecològi”]

[Questo post è lunghissimo. MI DISPIACE. Ho veramente cercato di scrivere solo lo stretto necessario, e ho comunque la sensazione di non aver detto molte cose essenziali. SCUSATEMI! Per accorciarlo ho messo sotto spoiler una parte (piuttosto lunga) che consiglio di leggere solo a chi non ha per niente idea del ruolo di DNA e proteine nel funzionamento delle cellule e del corpo umano]

[spoiler]Il DNA (Acido 2-DesossiriboNucleico) è una molecola che potete immaginare come un lungo filo sottile abbastanza da stare, avvolto, dentro il nucleo delle cellule, costituito da una sequenza di nucleotidi, che per l’appunto sono le unità di cui questo filo è costituito. Ai fini di quello di cui voglio parlare, dovete pensare al DNA come a una lunga riga di lettere (circa 3 miliardi nell’uomo) ognuna delle quali rappresenta un nucleotide; i nucleotidi possono essere di 4 tipi: A (Adenina), T (Timina), G (Guanina), C (Citosina), quindi tutta la riga sarà costituita da una ripetizione (all’apparenza) più o meno casuale di queste lettere, per esempio: …AGTCGATGATCGGATCGATCGATTAGCTAGA…, che potrebbe tranquillamente essere una sequenza di DNA. La funzione del DNA è quella di contenere, conservare, duplicare (durante la riproduzione) e rendere disponibile il cosiddetto patrimonio genetico, vale a dire tutte le informazioni necessarie per lo sviluppo e il mantenimento in vita dell’organismo. Queste informazioni sono codificate attraverso il cosiddetto codice genetico e servono tutte per la costruzione di una grande raccolta di proteine, che fanno praticamente tutto ciò che c’è da fare, dal dare una forma alle cellule (e per estensione al corpo) a farle muovere, mangiare, digerire, crescere, riprodursi, morire; ogni proteina ha una funzione estremamente specifica. Le proteine sono composte di amminoacidi, 20 tipi in totale, che potete immaginare come tante palline con attaccato una protuberanza diversa per ciascun tipo; una catena di amminoacidi costituisce un peptide e quando questa catena si ripiega su se stessa raggiungendo una conformazione più o meno stabile in grado di svolgere una qualsiasi attività a livello molecolare, abbiamo una proteina funzionante (se queste proteine catalizzano, ovvero accelerano, una qualche reazione chimica, sono dette enzimi). Il passaggio dall’informazione codificata nella sequenza di nucleotidi del DNA alla catena di amminoacidi nelle proteine viene detto sintesi proteica ed è costituito dalla fase di trascrizione, in cui viene formata, grazie alla funzione della proteina RNA Polimerasi una molecola complementare alla sequenza di nucleotidi che viene trascritta da usare come stampo per la produzione delle proteine, e dalla fase di traduzione in cui questo stampo viene “letto” e quindi “tradotto” attraverso un sistema complicato in una proteina. Lo stampo di cui stiamo parlando si chiama mRNA (messenger RNA) e non credo che vi serva sapere granché su come è fatto, vi basti sapere che è simile al DNA nel senso che è fatto di nucleotidi, ma che al contrario del DNA i filamenti di mRNA sono corti e hanno lo scopo di trasportare solo le informazioni necessarie, ancora codificate, dal nucleo al citosol (il resto della cellula), dove vengono tradotte. Insomma, per semplificare (ulteriormente): ogni proteina è prodotta a partire da una sequenza di DNA, per cui esiste una correlazione diretta fra sequenza di DNA e funzione specifica che verrà svolta in seguito alla trascrizione e successiva traduzione della sequenza. L’ultima cosa che voglio dire è che la trascrizione delle sequenze di DNA è regolata attraverso diversi meccanismi, di cui ce ne interessa uno in particolare: esistono delle proteine chiamate fattori di trascrizione che sono capaci di legarsi ad una sequenza specifica di DNA (detta regolatoria) e in questo modo di influenzare se la sequenza adiacente deve essere trascritta o meno; ovviamente, per la ragione che ho scritto poco più su, se una certa sequenza di DNA a cui corrisponde una specifica proteina viene trascritta, la cellula potrà svolgere la funzione associata a quella proteina, se invece non verrà trascritta questa funzione mancherà. Le varie regioni di DNA che contengono una sequenza codificante per una proteina e sequenze regolatorie per questa regione sono dette geni; possiamo quindi immaginare il DNA come una lunga serie di lettere, raggruppate in geni, che codificano ciascuno a. informazioni per svolgere una specifica funzione attraverso la sintesi proteica e b. sequenze regolatrici per permettere di svolgere quella data funzione (stimolazione o attivazione) solo quando serve, tenendola bloccata (inibizione) se è inutile. ULTIMA COSA, prometto, tutte le proteine hanno un tempo limitato, unico per ogni proteina, per cui esistono e sono funzionali prima di essere degradate. Questo vuol dire che, a meno che la sintesi di una proteina non sia continua, quando viene inibita la sintesi, dopo un po’ di tempo la proteina già sintetizzata viene degradata e scompare dalla cellula.[/spoiler]

Qualcuno di voi si sarà chiesto, nel corso della propria vita, come mai determinate funzionalità del corpo umano siano associate a specifiche ore del giorno, con una periodicità più o meno precisa. Cose di questo tipo possono essere avere sonno la sera, essere più “svegli” e concentrati al mattino (la parola inglese è “alertness”, al momento mi sfugge una traduzione migliore – ammesso che ci sia), temperatura corporea più alta in determinati momenti del giorno etc. La prima domanda che ci si pone di fronte a un fenomeno periodico di cui vogliamo conoscere il meccanismo è: la periodicità è intrinseca o indotta? Nel caso del comportamento periodico più evidente dell’uomo, il sonno: abbiamo sonno di sera perché un fattore esterno (come potrebbe essere il buio) fa scattare qualche sistema per cui ci viene sonno o succede perché, indipendentemente dalle condizioni esterne, periodicamente dopo x ore di veglia siamo indotti ad avere sonno? Chiaramente sarebbe tutto molto comodo se il primo caso fosse vero (meno roba da studiare), ma a quanto pare non è il nostro caso. Chiunque di voi abbia percorso in aereo una sufficiente distanza lungo l’asse est-ovest avrà sperimentato il cosiddetto “Jet lag”, il cui sintomo più evidente è proprio l’alterato ciclo sonno-veglia, che non si spiegherebbe se quest’ultimo fosse regolato solo dal susseguirsi di ore di luce e ore di buio – ma ci torneremo.

È venuto fuori da studi sia sugli umani che sugli animali, in particolare la ben nota a chiunque abbia avuto a che fare con la biologia “Drosophila melanogaster”, anche detta in termini più scientifici “Moscerino della frutta”, che esistono dei meccanismi biologici per cui certe attività sono regolate periodicamente. Con grande fantasia questi ritmi sono stati definiti “Circadiani” e sono caratterizzati da tre caratteristiche fondamentali:

  1. Sono capaci di ripetersi in totale assenza di stimoli, ad esempio nel buio perpetuo (e, beh, direi che questo si spiega da sé)
  2. Sono indipendenti dalla temperatura¹
  3. Si possono resettare con determinati segnali esterni, detti “Zeitgebers” (parlando sempre del jet lag, dopo un po’ il disturbo va via da sé proprio per questa ragione)

Sia l’uomo che la Drosophila hanno cicli sonno-veglia che rispecchiano queste caratteristiche (ometto la spiegazione di come hanno capito che i moscerini della frutta dormono) e in entrambi i casi il ciclo dipende da un processo che avviene a livello della trascrizione di alcune proteine specifiche, meglio caratterizzate per Drosophila ma di cui sono stati trovati vari omologhi anche nel DNA dei mammiferi. Nel caso della Drosophila esiste almeno un centro di cellule che svolge questa funzione di orologio, anche se sembra che ci siano altri gruppi di cellule in grado di regolarsi indipendentemente dal primo gruppo, mentre nel caso dell’uomo esiste un pezzettino di cervello (che conosco solo di nome e collocazione, Cerbs saprà senz’altro dirvi di più! 28! vergogna!) chiamato SCN o Nucleo Soprachiasmatico, deputato appunto a svolgere questa funzione.

Il meccanismo molecolare che regola la periodicità dei ritmi circadiani non è dei più complicati che riesco a immaginare, ma non è nemmeno particolarmente ben studiato, quindi potrebbero esserci delle sorprese domani, dopodomani o fra tre giorni (metà delle cose che ho letto hanno già 10 anni), e coinvolge (nel caso di Drosophila) 2 geni (e le 2 proteine a loro associate) e 2 fattori di trascrizione. I geni sono tim (da timeless)² e per (period) (le proteine associate si chiamano TIM e PER, visto che è costume chiamare i geni con lettere minuscole e le proteine con le maiuscole) e i fattori di trascrizione sono dCLK (dCLOCK) e CYC (CYCLE), che formano un dimero (una proteina composta di due diverse catene di amminoacidi unite fra loro) e attivano la trascrizione di tim e per. Ora, la cosa curiosa di questo processo, che tra poco vi spiegherò sommariamente, è che in genere l’azione di proteine o enzimi si svolge in un lasso di tempo piuttosto breve, quando non si tratta di cose particolarmente complicate o su larga scala, mentre l’intero ciclo di trascrizione, funzionalità e degradazione di TIM e PER dura, in media, 24 ore e qualche minuto (11, dicono), per cui si rivela particolarmente adatto a svolgere la funzione di giornologio (bella parola, vero?). Il ciclo funziona pressappoco così:

  1. verso mezzogiorno dCLK e CYC dimerizzano e il complesso dCLK/CYC attiva la trascrizione di per e tim (nel nucleo, ovviamente) e i loro mRNA sono trasportati nel citosol
  2. in serata, soprattutto subito dopo il tramonto, gli mRNA di per e tim sono alla massima concentrazione (rispetto al ciclo) nel citosol e il gran numero di proteine PER e TIM tradotte da questi mRNA favorisce la formazione del complesso PER/TIM (le due proteine si uniscono), sempre nel citosol
  3. verso mezzanotte il complesso PER/TIM entra nel nucleo
  4. a questo punto TIM viene degradata (rotta, distrutta, insomma: non esiste più) e nel nucleo rimane solo PER che è in grado di inibire la trascrizione dei geni per e tim (per cui i livelli di PER e TIM nel citosol si abbassano)
  5. infine, dopo qualche ora (dopo l’alba) PER (nel nucleo) viene degradata e il ciclo riprende dalla trascrizione di tim e per, che non è più inibita e può ricominciare

Eccovi un pratico schema, preso dall’articolo che ho usato come referenza, che spiega la cosa:
Molecologio!

P = PER, T = TIM, DBT non vi interessa. I trattini col | alla fine significano “inibisce” (—|) e i trattini con la freccia indicano il movimento o la diretta conseguenza di qualcosa.

Ora, questo processo è ciclico, ovvero si ripete, ed è periodico, quindi lo fa a intervalli regolari, il che è quasi tutto quello che ci serve. Quello che manca, ora, è un modo per questo ciclo di interagire col resto del corpo per indurre i processi che ci interessano e un modo per essere resettato in caso il ciclo giorno/notte si desincronizzi rispetto al ciclo veglia/sonno (cambio di stagione, viaggi intercontinentali…). Nel caso dell’uomo l’SCN interagisce con altri organi attraverso il sistema nervoso, non so bene quali e onestamente indagare sarebbe fin troppo specifico per questo post, ma quello che mi interessa fare presente è che l’SCN invia il suo “segnale orario” al momento giusto, tra le altre cose, alla ghiandola pineale (yo Cartesio yo), che risponde secernendo un ormone (che per puro caso è anche un antiossidante) chiamato melatonina, che tra i suoi effetti ha di indurre sonnolenza. Chiarito come l’SCN influenzi il resto del corpo, possiamo passare ai simpatici Zeitgebers, ovvero “datori di tempo” (che orrore), il più importante dei quali è sicuramente la luce, che hanno la capacità di influenzare il ciclo di TIM e PER. L’SCN riceve un segnale dalla retina (occhi) che, sembra, induce la degradazione di TIM nel citosol, rendendo più lenta la tappa 2 del ciclo (formazione del dimero TIM/PER). Questo, e sto speculando perché non ho trovato informazioni precise, potrebbe essere un sistema per “allungare” il giorno, nel senso che la tappa 2 di per sé avviene di sera (quando fa buio) per cui, se al momento in cui dovrebbe avvenire c’è luce, la degradazione di TIM rallenta questa tappa impedendo che il ciclo proceda subito verso quello che per lui dovrebbe essere “notte” (ma che in realtà, essendoci luce, non è ancora notte).

Cose interessanti da dire sull’argomento ce ne sono a miliardi, ma vorrei concludere con due cose in particolare:

  1. A quanto pare la luce blu è uno Zeitgeber particolarmente efficace, per cui capita che alle persone che devono riprendere un normale ciclo sonno/veglia sia consigliato, di sera, di portare degli occhiali che schermino la luce blu. Naturalmente anche spegnere le luci e gli schermi retroilluminati è altrettanto (anche più, probabilmente) efficace;
  2. Sembra che tutto questo meccanismo si sia sviluppato, nell’evoluzione, molti (MOLTI) anni fa per proteggere i batteri dalla luce ultravioletta (che può creare danni) durante la duplicazione del DNA. A quanto pare ci sono dei lieviti che ancora oggi regolano questo processo in modo da farlo solo al buio;

¹Sembra che il punto 2 non sia vero. Ho trovato informazioni contrastanti in merito, ma il senso generale è questo: qualsiasi reazione chimica avviene più in fretta a temperature più alte, quindi anche il ciclo che regola i ritmi circadiani ne dovrebbe essere affetto. In passato si credeva che dovesse esserci un meccanismo per evitare questa cosa, ma, a quanto ho capito, non c’è e il ciclo cambia effettivamente periodicità a seconda della temperatura xD

²Per qualche tempo, e credo anche oggi in certi casi, tra i biologi c’è stata la moda di chiamare i geni con la condizione che si verifica se mancano, quindi potete capire che il gene tim(eless) si chiama così perché gli insetti in cui non funzionava per qualche motivo apparivano incapaci di gestire le cose inerenti al passare del tempo. Altri capolavori del genere sono hunchback, giant, bicoid, tailless

 

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